vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
8. LA DICHIARAZIONE DI DOWNING STREET
Nell'ultimo decennio, l'Irlanda sembra finalmente essersi avviata verso un processo di pacificazione.
Un primo passo in questa direzione è stato compiuto nella primavera del 1993 da Gerry Adams e John Hume, leaders rispettivamente del Sinn Féin e del Partito Socialdemocratico e Laburista. I due esponenti politici hanno sottoscritto, dopo numerosi colloqui, un documento contenente alcune proposte per risolvere definitivamente la questione irlandese. In tale atto si ribadisce il diritto di autodeterminazione di tutto il popolo irlandese e la necessità di giungere ad una riconciliazione nazionale, attraverso il superamento delle differenze che separano i diversi settori della popolazione d'Irlanda. Tale progetto, pur non avendo incontrato ufficialmente il favore del governo britannico ed irlandese, ha gettato le basi per una reale trattativa politica che ha coinvolto anche il Sinn Féin.
Alla
fine del mese di ottobre del 1993, infatti, il Primo Ministro dell'EIRE e il suo relativo britannico hanno firmato una dichiarazione congiunta in cui si sono mostrati disponibili a trattare con il movimento repubblicano, purché l'I.R.A. fosse disposta a sospendere le operazione armate.
Nell'immediatezza dei fatti il rifiuto del piano Adams-Hume ha, come prevedibile, causato un'escalation della violenza. Il 23 ottobre una bomba dell'I.R.A. a Shankill Road (Belfast) ha ucciso 10 persone, suscitando l'indignazione dell'opinione pubblica, ed, in risposta a quell'azione, un'altra bomba protestante a Greysteel (co. Derry) ha provocato 7 morti.
Un passo ulteriore verso la pacificazione è stato compiuto il 15 dicembre 1993 quando il Primo Ministro britannico John Major ed il Taoiseach Albert Reynolds hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta (Downing Street Declaration), in cui hanno espresso la volontà collaborare allo scopo.
Arrivare ad unarimozione delle cause del conflitto in Irlanda del Nord. Nel documento si sottolinea la necessità della cooperazione tra il popolo delle ventisei Contee e quello dell'Ulster, poiché entrambi rappresentano le due tradizioni presenti in Irlanda.
Nel testo della dichiarazione, il governo inglese ribadisce di voler rispettare la volontà della maggioranza dei cittadini nord-irlandesi e si mostra favorevole alla creazione di strutture comuni per tutta l'Irlanda, inclusa la possibilità di giungere pacificamente all'unità del Paese. Il governo inglese, inoltre, riconosce il diritto all'autodeterminazione del popolo irlandese, diritto da esercitarsi mediante accordo tra le due parti sia nel Nord che nel Sud [9].
Da parte sua, il Taoiseach sottolinea la necessità di rispettare la volontà della maggioranza della popolazione dell'Irlanda del Nord e chiede ad essa di considerare la popolazione della Repubblica.
comegente amica, che condivide le sofferenze dell'ultimo quarto di secolo.Egli si dice disposto, a nome del governo dell'EIRE, a proporre una modificazione della Costituzione della Repubblica d'Irlanda [10], nelle parti che sollevano i timori degli Unionisti del Nord [11].I due governi, infine, ribadiscono che il raggiungimento della pace deve comportare la completa rinuncia alla violenza ed al sostegno dei gruppi paramilitari. In tali circostanze tutti i partiti democraticamente eletti potranno partecipare all'attività politica e democratica relativa al futuro dell'Irlanda [12].All'atto della sottoscrizione, la dichiarazione di Downing Street ha incontrato l'opposizione degli estremisti unionisti e del Sinn Féin, i primi intimoriti dal fatto che per la prima volta il governo inglese ha ufficialmente riconosciuto il diritto all'autodeterminazione del popolo irlandese ed un'eventuale unione dell'Irlanda; i secondi polemici
per quel che concerne le modalità di esercizio del diritto di autodeterminazione. Da un'attenta lettura del documento, infatti, si desume che tale diritto deve essere esercitato separatamente, edunque in due momenti diversi, dai cittadini del Nord e del Sud. Ciò implica, chiaramente, che, essendo i protestanti in maggioranza nell'Irlanda del Nord, il risultato del referendum ivi tenuto è scontato. Qualora il diritto di autodeterminazione fosse esercitato da tutto il popolo irlandese, in un unico referendum, vi sarebbero maggiori possibilità di un risultato a favore dell'Irlanda unita, poiché la comunità cattolica sarebbe numericamente maggiore. Non si deve comunque dimenticare che fra qualche decennio i cattolici costituiranno la maggioranza anche nelle sei Contee ed a quel punto l'unificazione dell'isola non sarà più un'ipotesi remota.***9. L'ACCORDO DEL VENERDÌ SANTOIl dialogo politico èproseguito e nel 1994, dopo la proclamazione da parte dell'I.R.A. del cessate il fuoco, seguito dopo qualche mese da quello dei lealisti, alcuni membri del Sinn Féin hanno incontrato il Primo Ministro irlandese Reynolds e sono stati ammessi ai colloqui con i rappresentanti del governo inglese. Bisogna sottolineare che negli ultimi sei anni il Sinn Féin e i partiti unionisti estremisti sono stati più volte esclusi e poi riammessi alle trattative, in coincidenza con le revoche ed i successivi ripristini del cessate il fuoco da parte dei gruppi paramilitari. Nel settembre del 1997, il movimento repubblicano ha sottoscritto i "Mitchell Principles", sei principi di democrazia e non violenza elaborati dall'International Body on Decommissioning (presieduto dal Senatore statunitense Mitchell), ribadendo in tal modo la volontà di continuare il dialogo politico e la rinuncia al ricorso alla violenza. Al contrario, l'I.R.A. ha espresso dubbi su alcuni.punti dei Mitchell Principles, rivelandosi più intransigente rispetto al Sinn Féin.
Storia d'Irlanda 9
Nel dicembre del 1997, alla vigilia della visita di Bill Clinton in Irlanda del Nord, Gerry Adams ha incontrato il Primo Ministro Blair. Era dal 1921 che un rappresentante del movimento repubblicano non incontrava un membro del governo britannico.
L'evento più importante dell'ultimo decennio è tuttavia rappresentato dalla stipulazione dell'Accordo del Venerdì Santo (Good Friday Agreement, 10 aprile 1998).
In base a tale accordo il governo irlandese si è assunto formalmente l'impegno di emendare la Costituzione della Repubblica d'Irlanda, in modo che non siano più inserite rivendicazioni territoriali sull'Irlanda del Nord ed ha solennemente riconosciuto che le Sei Contee sono legittimamente parte del Regno Unito, escludendo dunque qualsiasi pretesa territoriale in Ulster. Da parte sua, il governo britannico, invece,
Si è impegnato ad emanare la legislazione necessaria per creare un'Irlanda unita, qualora ciò sia espressione della maggioranza dell'Irlanda del Nord. L'accordo prevede la formazione di un'Assemblea rappresentativa, eletta su base proporzionale e dotata di un potere legislativo ed esecutivo, che deve agire con il sostegno ed allo scopo di tutelare gli interessi di tutte le comunità. Si costituisce, inoltre, un'autorità esecutiva, formata da Ministri competenti per materie delegate dal potere centrale.
Al fine di meglio garantire la cooperazione tra l'EIRE ed il Regno Unito, l'Accordo del Venerdì Santo prevede la creazione di alcuni organi, tra cui il Consiglio Ministeriale Nord/Sud, il Consiglio britannico-irlandese (BIC), comprendente le amministrazioni decentrate dell'Irlanda del Nord, della Scozia, del Galles e delle Isole della Manica e dell'Isola di Man, ed, infine, la Conferenza Intergovernativa.
britannico-irlandese (BIIGC). Il documento contiene alcune previsioni relative alla tutela dei diritti umani. Più in particolare si auspica l'entrata in vigore, nella legislazione dell'Irlanda del Nord, della Convenzione Europea sui Diritti Umani e la creazione di una Commissione indipendente sui diritti umani, dotata di poteri più ampi rispetto a quelli attribuiti alla già esistente Commissione consultiva Permanente sui Diritti Umani. Previa consultazione elettorale, si propone inoltre l'istituzione di una Commissione per l'Uguaglianza. Un ulteriore punto focale dell'accordo riguarda la costituzione di un'altra commissione indipendente, cui sarà attribuito il compito di emettere raccomandazioni per le future disposizioni di polizia nell'Irlanda del Nord. Il governo britannico ha acconsentito a riesaminare l'intero sistema penale in Ulster. Infine, entrambi i governi si sono impegnati a creare dei meccanismi che prevedano il
rilascio dei detenuti per reati politici, non legati a gruppi paramilitari ancora attivi, mentre tutte le parti sottoscriventi lavoreranno al fine di permettere, nel giro di due anni, il completo disarmo delle organizzazioni paramilitari. A conferma della volontà di coinvolgere il popolo irlandese nella scelta del futuro assetto istituzionale delle Sei Contee, l'Accordo del Venerdì Santo è stato approvato mediante un referendum popolare in Ulster (71% dei voti favorevoli) e nella Repubblica d'Irlanda (95% dei voti favorevoli). I gruppi paramilitari hanno accolto la stipulazione dell'Accordo con sospetto, soprattutto per quel che concerne il disarmo. Questa situazione di incertezza e di ostilità ha generato un nuovo ricorso alla violenza, culminata nell'esplosione di una bomba dell'I.R.A. ad Omagh, che ha causato 29 morti ed oltre 200 feriti. A seguito della condanna del Sinn Féin e della gravità della tragedia provocata, l'I.R.A.Si è mostrata disponibile a collaborare, pur ribadendo che l'unificazione dell'Irlanda resta l'obiettivo perseguito.
Nell'estate del 1999 il processo di pace ha subito un nuovo arresto. I partiti unionisti non hanno, infatti, proceduto alla nomina dei Ministri loro assegnati, sostenendo la difficoltà della realizzazione dei principi contenuti in un accordo sottoscritto poco tempo prima [13].
È bene rilevare che, al di là degli sforzi compiuti a livello politico, nella vita quotidiana dei cittadini delle Sei Contee le intimidazioni e le violenze erano all'ordine del giorno, pur assumendo diverse forme, quali le uccisioni di informatori dei gruppi paramilitari, i furti e gli attacchi alle abitazioni cattoliche. In tal modo i gruppi lealisti hanno tentato di escludere il Sinn Féin dall'esecutivo, impedendo all'I.R.A. di deporre le armi [14].
La situazione si è sbloccata solo grazie all'intermediazione del Senatore Mitchell.
Nel novembre del 1999 il partito moderato unionista ha formalmente riconosciuto la legittimità del perseguimento, attraverso mezzi pacifici, dell'unità d'Irlanda da parte dei nazionalisti, ribadendo l'impegno a for