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Il Ciclo Epico e Margite
Margite, considerato da Aristotele l'archetipo della commedia, aveva come protagonista un vecchio ignorante delle cose d'amore, che non sa come comportarsi durante la notte delle nozze. Esametro e trimetro giambico si alternano.
I poemi del Ciclo avevano l'intento di dare forma all'universo di racconti e miti sulla Grecia arcaica. Alcuni titoli includono: Teogonia, Titanomachia, Edipodia, Tebaide. Il nucleo principale era costituito dal ciclo troiano: nei Canti Ciprii venivano esposti gli antecedenti della guerra di Troia, l'Etiopide proseguiva i racconti incentrati su Achille che combatte contro le Amazzoni e viene poi ucciso da una freccia scagliata da Paride, la Telegonia narrava i fatti incentrati su Telegono, figlio di Odisseo e della maga Circe. Appare quasi impossibile attribuirli ad Omero, per le profonde diversità stilistiche e contenutistiche (molto meno qualitative nei poemi del Ciclo).
Esiodo
Erodoto
considerava contemporaneo ad Omero. La consapevolezza della propria importanza autoriale propende a considerarlo posteriore alla stesura dei poemi omerici. Il poema esiodeo non tratta di gloria ed eroi, ma ha sostanzialmente una finalità pratica, in uno stretto rapporto con la contemporaneità. Egli risulta essere il primo autore della letteratura greca occidentale di cui siano giunte notizie autobiografiche "certe": mischia genere epico ed autobiografia. Patria di Esiodo era Cuma, in Asia Minore, dove il padre esercitava il commercio per via marittima. La famiglia dovette presto spostarsi ad Ascra, in Beozia: luogo poco gradevole (lo dice il poeta stesso), con un'ampia tradizione pastorale ed agricola. Il fratello Perse rivestì un ruolo importante per la stesura delle Opere: Esiodo dà consigli di comportamento al fratello, dopo che costui ha dilapidato tutta la sua parte di patrimonio familiare. Nel proemio della Teogonia egli sostiene di averRicevuto il compito di comporre dall'avvento delle muse in persona, che gli sarebbero apparse sul monte Elicona, dove gli avrebbero consegnato una corona d'alloro. All'autore si ascrivono la Teogonia (1022 versi), le Opere (828 versi). Spuri sono lo Scudo (il racconto dello scontro tra Eracle e il mostro Cicno, dopo un'attenta descrizione della fabbricazione dello scudo da parte di Efesto) e il Catalogo delle donne (che descrive le discendenze che derivano dall'unione di una donna mortale con un dio).
Teogonia > l'opera risponde alla volontà di razionalizzare la materia mitica riguardante dei ed divinità. Vi sono nominate più di 300 figure divine.
Opere e giorni > è evidentissimo l'intento pragmatico. Il contenuto si rivolge all'uditorio beoto, dato che era immerso in una profonda tradizione agricolo-pastorale. Nel proemio Zeus viene celebrato perché garante di giustizia. Vengono distinte due forme di
“discordia”: una nociva quando induce alla guerra, l’altra positiva quando induce alla sana competizione. Il lavoro appare una necessità etica imposta dagli dei, ma viene visto positivamente come qualcosa che nobilita l’uomo. Il male del mondo viene spiegato attraverso un mito: per l’insubordinazione di Prometeo, Zeus manda ai mortali la prima donna, Pandora, insieme ad un vaso che viene dischiuso e dal quale provengono tutti i mali. Il secondo mito chiarisce le motivazioni di una progressiva decadenza dell’umanità: è il mito delle “cinque età”, quella dell’oro, quella dell’argento, quella del bronzo, quella degli eroi e quella del ferro. Unico rimedio ai mali dell’esistenza è l’ascolto della giustizia divina e dell’onesto lavoro: l’ultima parte del poema è intervallata da consigli pratici di varia natura, che si alternano ai moralismi più disparati. La parte
finale del poema, da alcuni considerata spuria, rappresenta un elenco dei giorni fasti e nefasti. Nel mondo concettuale prospettato da Esiodo, gli dei appaiono doppiamente rappresentati: negativamente, perché origine della presenza del male nel mondo; positivamente, perché garanti di giustizia. Mentre i poemi omerici si volgevano al passato, intravedendo in esso quel sistema di valori da perseguire, il poema di Esiodo si concentra sul presente e cerca di porre rimedio alla negatività del vivere. I potenti sono visti in maniera "negativa": questi infatti sono i re che amministrano da corrotti la giustizia. Altro aspetto fondamentale della sua poesia è la consapevolezza di dire il vero: si distacca fortemente dalla tradizione omerica, a cui interessava cantare le gesta "belle" degli eroi; nella sua produzione questo è visto come secondario e superficiale, per una più attenta rappresentazione del dato reale e immanente. Se ilIl contenuto si distacca dalla tradizione rapsodica, lingua e stile rispondono ai canoni della poesia epica, con l'utilizzo di un dialetto pressoché uguale a quello omerico e l'utilizzo delle formule nome-epiteto.
Tardive manifestazioni della poesia epica
I versi esametrici, dopo Omero ed Esiodo, subiscono un declino piuttosto pesante, e trovano nell'ascrittura oracolare, attribuita alla Pizia ma opera dei sacerdoti di Delfi, una delle loro ultime manifestazioni.
La poesia lirica perfomances.
La lira si accompagnava al flauto nelle Sotto la categoria di "poesia lirica" si scrivono produzioni che si differenziano per contenuto, stile, dialetto utilizzato e occasione rappresentativa; il comune collante è sicuramente la scelta di un autonomo punto di vista, il quale procede dal riconoscimento di una dimensione soggettiva. Grandi cambiamenti suggellano la nascita di questo genere (VII-VI secolo): lo sviluppo della polis e il passaggio da una società feudale.
ad una "democratica", lo sviluppo della scrittura, l'avvento della moneta. Due sono i contesti per i quali la poesia lirica riveste un ruolo necessario: l'eteria, ossia un'associazione di "amici", accomunati dall'appartenenza ad un ceto comune o ad uno stesso programma politico, e il tiaso, che vede nella forma femminile il suo più alto arrivo (come quello di Saffo). La poesia lirica poteva essere recitata ai simposi o durante i riti, oppure durante un evento pubblico di grande importanza. Si distinguono quattro grandi generi lirici: l'elegia, il giambo, la lirica monodica e la lirica corale. I primi tre appaiono riservati all'espressione di sentimenti personali, mentre l'ultimo gruppo esprime sentimenti comuni alla collettività. Il giambo > il nome deriva probabilmente dal verbo "iapto", ossia "scagliare", per il carattere tipicamente aggressivo della poesia che ne prende il nome. I poetigiambici fanno uso anche del corrispettivo metro che gli è asimmetrico, ossia il trocheo (formato da una lunga e da una breve, ossia l'inverso del giambo). La recitazione era parlata con l'accompagnamento di uno strumento acorde affine all'arpa. Il dialetto prediletto era lo ionico. Temi centrali sono, soprattutto, l'irrisione e l'attacco, ma anche riflessioni politiche e tematiche amorose.
Archiloco > possediamo circa 300 frammenti di questo autore. La suprema novità che il poeta apporta è l'attingere alla propria autobiografia per la composizione poetica, anziché da un repertorio comune e collettivo. Visse durante la metà del VII secolo (in due dei suoi frammenti vengono menzionati un'eclissi di sole avvenuta nel 648 e Gige, che regnò sulla Lidia dal 687 al 652). Nacque a Paro, una delle Cicladi più importanti, da padre di nobile famiglia; si racconta che la madre fosse una schiava, e per questo
motivo avrebbe dovuto lasciare l'isola per recarsi a Taso, dove avrebbe militato contro i Traci; successivamente avrebbe combattuto contro gli abitanti dell'isola di Nasso, dove sarebbe rimasto ucciso. La sua poesia era destinata ad un pubblico circoscritto, probabilmente da recitare durante un simposio, anche se di recente è stata avanzata l'ipotesi che parte delle sue poesie sarebbero state destinate alla recitazione in occasione di feste popolari, come suggerirebbero i nomi parlanti (Licambe, Neobule) da lui prediletti. I valori tradizionali nella sua poesia vengono svuotati, in favore di una più aderente interpretazione della realtà. Il vino appare come "folgorazione poetica", ma anche come conforto alle asperità della vita. L'ironia diviene così strumento di critica ai valori tradizionali, in favore di una individualità accentuata e reale. La tematica amorosa è un altro dei temi prediletti del poeta, cheattraverso di esso esprime un'ardente vitalità. Egli non godette di buona fortuna nei secoli posteriori, tanto che, come accade per la maggior parte dei poeti lirici, praticamente tutta la sua produzione è stata perduta, non essendo stata tramandata perché non "approvata" al vaglio dei monaci trascrittori. Semonide, di una generazione posteriore ad Archiloco, nacque a Samo. A lui si ascrive il Catalogo delle donne, opera vibrante di misoginia dell'epoca, che rappresentava tipi femminili comparandoli ad animali simili per tratti distintivi del carattere. Ipponatte, vissuto nella metà del VI secolo, è di una generazione posteriore ad Archiloco. Nativo di Efeso, dovette presto abbandonare la città e recarsi a Clazomene: mutamenti sociali avevano destabilizzato la vecchia classe aristocratica, in favore dei "nuovi ricchi"; cominciano a comparire i primi "bassifondi", fatti di diseredati e pitocchi.tutte immagini che possiamo ritrovare nella poesia ipponattea. È importante per l'invenzione del giambo "scazonte" (coliambo). L'arte di Ipponatte è caratterizzata da una preponderante presenza d'estro comico, costituito da attacchi e diffamazioni. Una leggenda, che si ricollega alla tradizione di Archiloco, vuole che due suoi nemici che lo avrebbero raffigurato in modo caricaturale, sarebbero stati costretti al suicidio per la ferocia delle sue invettive. L'elegia è l'impiego esclusivo del metro elegiaco (esametro + pentametro). La struttura chiusa dell'elegia andava a genio per l'espressione di determinate tematiche quali l'amore, spesso non corrisposto, ed il sentimento interiore. La sua base linguistica è lo ionico. Essa si rivolge, come il giambo, ad un pubblico circoscritto per la trattazione di tematiche "individuali". Callino è il primo poeta lirico di cui sia rimasta una traccia diretta, è diPoco anteriore ad Archiloco. Nativo di Efeso in Asia Minore. Le tematiche da lui affrontate sono soprattutto belliche, e cioè parentetiche (di esortazione alla virtù), e di imitazione dell'epos omerico (la gloria).