Storia Greca I
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la Sicilia e il Mar Nero con la fondazione di Bisanzio. Le correnti e i venti portano molte
volte verso est, per cui si giustificano colonie come Calcedone, vicino a Bisanzio, e altre
colonie nel Mar Nero. I siti di queste città interne erano collocati in zone molto pescose, il
che fece la ricchezza della colonia e della città di Bisanzio. Dal Mar Nero venivano
pellicce, ori, grano, Ambra, schiavi e pesce, dalla Sicilia il grano, dall'Iberia i metalli, dalla
costa africana grani e materiali pregiati come avorio, uova di struzzo, piume, ebano,
dall'Italia meridionale veniva la pece. Tutto il meridione aveva l'opportunità di scambio. I
greci operavano la colonizzazione prima sulle isole, instaurando una solida base, per poi
spostarsi sulla terraferma. Risalendo i fiumi si collegavano colonie su due versanti opposti
come Ionio e Tirreno.
Abitudini: consultando l'oracolo di Delfi, si stabiliva l'obiettivo di collocazione della
colonia. Nella nave l'ecista, il fondatore della colonia, portava sulla nave una fiamma
sacra di buon auspicio. Le donne non potevano salire a bordo e venivano rapite a forza
nei luoghi locali. Nn potevano imbarcarsi per motivi sessuali e superstiziosi, come motivo
di contaminazione sacrale per il fatto mestruale. I greci vivevano sotto la paura della
contaminazione, sia sessuale che mortale, e si riparavano in ogni motivo contattando
esperti nel campo che purificava il luogo. Gruppi piccoli di uomini quindi si insediavano e
tramite l'unione con donne giovanissime date dalle famiglie locali e i loro figli erano greci a
tutti gli effetti. Un greco imparava nozioni grazie all'educazione casalinga. Tali donne
imparavano il greco in poco tempo e lo trasmettevano ai figli, che probabilmente erano
bilingui. Le tesmoforie erano società femminile atte alla loro formazione, al fine di
comprendere le tradizioni greche e di avere una famiglia legittima. Il culto di Demetra fu
portato nelle colonie grazie alla sacerdotessa di Demetra, base fondante di questa
istituzione. L'ecista, essendo il capo, dirigeva tutto.
Εποίκια, αποικία.
è l'unione di una colonia con una già fondata, passando dal termine
Con Corinto i legami erano più stretti con le colonie, talvolta troppo egemonico. Per le
colonie di Sicilia, Tucitide descrive il perché dei conflitti dell'isola, descrivendone
l'importanza, citando il nome di tutti gli ecisti. Egli ricercava da chi se ne intendeva come
Antioco di Siracusa, grande conoscitore della Sicilia, autore a noi non giunto del tutto.
Base di tutto è Siracusa, non la più antica, base cronologica e stato coloniale che gli
ateniesi tentarono di sconfiggere. In loco c'erano cronologie relative di Nasso e Siracusa,
riportate da Antioco ma ora perdute. Abbiamo racconti tardi molto rimaneggiati e uniti in
chiave mitica. Cirene: ci parla molto Erodoto, collocata nell'Egeo a Thera, fondata dagli
spartani, e rifondata sulla costa libica. I greci trovavano degli snodi sacri xk se decidevano
di andare avrebbero dovuto decidere anche di tornare. Ma se il motivo dell'avventura era
stato deciso causa la discordia politica e sociale (stasis, o conflitto interno) essi non
possono tornare per divieto. È questo il caso di Cirene, ma per tornare era necessario
rendere un sacrificio alla divinità di Apollo, consacrandola a chi compiva il sacrificio.
Questo simbolismo rimase nel diritto attico. Essi avevano quindi la possibilità di partire
ogni 5 anni. Se nn si voleva partire si poteva passare per la pena capitale. Naucrati, il più
grande emporio conosciuto dai greci, collocato in Egitto. Ovunque i greci andassero
fondavano luoghi sacri nelle colonie e il più importante era l'Ellenion. Questo elemento
implica una diversità nel caso egiziano: il santuario qui era comune, cioè indicante la
progressiva ricerca di unità, essendo molto sparsi.
I Legislatori: alcune colonie sono più avanzate delle poleis e portano a degli sviluppi
superiori alle madrepatrie. Un campo è l'evoluzione del diritto, avvenuta con lentezza nella
storia greca: si registrano conseguenze molto diverse e forti rispetto al vecchio diritto. Si
può parlare di diritto ellenico. Il caso di Cirene per la condanna a morte in seguito al rifiuto
di una partenza è un esempio cardine. I limiti di una polis rendevano di fatto un greco
straniero molto rapidamente al di fuori della propria città. Fuori in teoria poteva accadere di
tutto e nn vi erano i diritti della propria città, se non tramite convenzioni condivise vagliate
dal sacro (giochi olimpici). Legislatori sono noti dalle colonie da cui provenivano: la
scrittura delle leggi è tarda e difficile dato che venivano tramandate oralmente, a Creta le
cantavano. Cominciarono a venire scritte perché potessero meglio mantenersi in epoche
più tarde. Zaleuco di Locri fu uno dei primi promulgatori, che metteva a morte chi
proponeva leggi che non venivano accettate. Ciò dava l'idea della difficoltà politica e di
amministrazione. Licurgo di Sparta parla di Kosmos, suprema magistratura significante
bello, sistema. I greci consideravano il sistema come cosa molto bella xk faceva
funzionare lo stato alla perfezione. Legge di Drero rappresenta esempio più compiuto,
introducendo il valore politico di polis, ponendo dei paletti alla magistratura. Legge di Chio,
molto ridotta e a frammenti, da disposizioni dette retraia al popolo. In questo caso il popolo
era corpo politico, l'assemblea prendeva decisioni, vi erano magistrati e ministri, primi
paletti per un diritto condiviso, grazie al concetto di maggioranza numerica che indica
sviluppo notevole e patto all'interno del corpo civico.
Le poleis
Tradurre polis con città è riduttivo. Polis è prima di tutto cittadini. Tucitide osserva: non si
può fare solo archeologia perchè non si trova il vero e profondo significato di polis. Il
Discorso di Nicia è una conferma, dichiarando che sono gli uomini che rappresentano la
città, che può essere anche su navi, ma poleis restano. Emergono spesso come
aggregazione di più korai, villaggi vicini tra loro. Tale riunione è anche politica, come per
Roma, sinecismo. Molte poleis greche sono il risultato di un sinecismo, tra cui Atene. Nella
costituzione degli ateniesi (AP) viene indicato l'ordinamento politico e il corpo civico di
questo regime. L'autore dell'unione per formare Atene è Teseo, figura simbolica di colui
che ha vinto l'Attica. La polis comprende un territorio gestito dai cittadini. L'agricoltura era
la principale risorsa economica. La terra indicava la sopravvivenza dei cittadini. Nel mondo
greco i diritti politici sono riservati al possesso della terra. Ogni cittadino era legato ad essa
ed era legato con possesso politico, economico, personale. Questo ha risvolto nella difesa
con la trasformazione dei cittadini in soldati difensori. La polis greca era luogo per
decidere a livello politico. La decisione era presa da un tot numero di cittadini. La maggior
parte delle poleis aveva struttura comune. La prima storia greca è Micene assieme alla
civiltà minoica ed essa ha influenzato tale struttura divisa in acropoli, o città alta fortificata,
dove vi era il sovrano, poi sostituito dal dio di turno.era comunque il luogo del re. Dopo vi
era l'astu, la città bassa, seguita dalla campagna, la chora, tutto ciò che vi era intorno. Al
confine con una polis vi era l'εσχατιά, territorio di nessuno dedito al pascolo. Elemento
religioso è pervasivo. Al termine della dark age troviamo i primi luoghi di culto stabili, dove
Τεμενος,
si stabiliscono il culto degli eroi. spazio sacro ritagliato dal resto, entrò il quale si
erige un altare, il pezzo più importante. Il tempio è la casa della divinità. Al suo interno vi
erano statue di culto molto semplici, fatte di legno prima, di marmo poi. L'oggetto sacro per
eccellenza rimaneva tuttavia l'altare, seguito dalla statua di culto, e dalle offerte. Le
processioni si svolgevano prevalentemente all'esterno. Questo è fondamentale perché è
riflesso sulla poleis. La collocazione dei santuari segna le varie parti della polis. Vi sono
santuari urbani e suburbani. In zone alte vi sono santuari più importanti, ma non è detto.
Dalla fine del VI secolo vengono introdotte nuove divinità come Ermes. Riti di passaggio
erano celebrati al di fuori della polis rimanendo tuttavia importanti per la città, per le
ragazze al matrimonio e per gli uomini all'assunzione di diritti politici e difensivi. Santuari
extraurbani demarcano il territorio della polis. Anche il centro urbano aveva strutture
riconoscibili oltre ai templi: spesso in colonie abbiamo la statua sopra la tomba del
fondatore, dell'ecista. Questi monumenti sono fondamentali: una tomba come può stare al
centro della polis e diventare monumento sacro? Vi erano per l'occasione necropoli ma qui
il caso è diverso. La tomba veniva localizzata nell'agorà in quanto rappresentava
un'eccezione. αγορευειν,
Agorá viene da riunirsi, in origine indicante la riunione delle persone per una
decisione politica. Essa assume tutte le funzioni della polis, religiose, politiche, militari,
sociali. Per i greci importante è riunirsi e decidere, sempre in luoghi pubblici, trovando in
diversi casi luoghi diversi. Sviluppo urbanistico è significativo ma non indispensabile. Per i
greci è più sensibile la potenza militare: la misurazione della grandezza avviene tramite
l'esercito. Non abbiamo fonte precisa per capire come i greci abbiano trovato questo
meccanismo basato sulla maggioranza, che giustifica una decisione politica condivisa
dalla moltitudine. Il basileus aveva la facoltà finale di scelta tra due opzioni. La polis è
sviluppo di corpo civico che cerca di mettere in mezzo la decisione, focalizzandola in un
punto centrale, privando una parte e creando un centro comune. Ciò toglie qualcosa a
qualcuno ma in nome della comunanza. È società politica che ruota attorno alla nozione di
cittadinanza. Bisogna condividere un ideologia comunitaria basata sul comune possesso e
sullo spazio condiviso. Ciò che differenzia la polis dalle civiltà prima è proprio questo. Il
νόμος, νεμειν,
da condividere. Queste comunità sono collettive ed egualitarie, ma diverse
al loro interno. Questo nn è tutto ma un inizio, una base per il resto. Il nr di cittadini della
polis devono gestire se e la difesa, che promuove l'avanzamento della politica. Il
progresso è legato alla condivisione di responsabilità. Per arrivare all'isonomia si deve
passare per l'uguaglianza davanti alla legge.
Si parte da un epoca alto arcaica dove il ruolo maggiore nelle poleis era detenuto dalle
aristocrazie. Spezzato questo potere e dato al piccolo proprietario si nota una
partecipazione collettiva alla difesa con uno sviluppo all'arte militare, prediligendo nn solo
la cavalleria ma anche della fanteria. I cavalieri erano sempre predominanti. Per
mantenere un cavallo si doveva essere benestanti. L'avanzamento militare comportava lo
scontro corpo a corpo. Nasceva l'oplita. È la riforma oplitica risalente al VII secolo. La
presenza di buoni opliti era essenziale. Essere opliti comportava valori, armarsi a proprie
spese con armature di bronzo e ferro, non per tutti. Era una classe più bassa della
cavalleria. L'oplita con il suo scudo deve mantenere il suo posto nello schieramento per
coprire l'amico affianco. Nn è a singoli. Comprende l'autocontrollo, la solidarietà tra eguali,
e la collaborazione nel gruppo. La necessità dei cittadini di nn abbandonare la polis, di
pagare per le armi e con la morte x difesa, combattendo accanto all'altro, ha ampliato la
differenza con l'epoca arcaica in quanto richiedono potere politico con un ampliamento dei
diritti. Questa costituzione si basa sulla nascita, e si arriva alla fine del VI secolo
al'isonomia. Ci sono differenze all'interno della polis e nn sarà mai una comunità
perfettamente paritaria. Come disposizione militare in tal senso la migliore polis era
Sparta.
Sparta
Fu la città più importante. Nota già nei poemi omerici come Lacedemonia, presente nella
pianura laconica, incentrata a sud-est. La polis conosciuta sorse verso il IX secolo
dall'unione di 4 villaggi. Sono Pitane, Mesoa, Limno e Cesuna, nella fertile valle del fiume
Eurota a 35 km dal mare. Sul mare c'è un porto spartano di Gizio. La città era priva di
mura ed era caratterizzata da un insediamento di tipo arcaico. Sparta riuscì in seguito a
ottenere la Messenia, ottenendo una base economica sicura durante le guerre
messeniche. Questa conquista fu anche negativa xk sottomise i messeni che si ribellarono
in più occasioni. Sparta era sempre pronta alla guerra per questo motivo, favorendo la loro
specializzazione. Colonizzò Taranto e in zone interne in Grecia, non essendo annoverata
tra le città più grandi colonizzatrici. Le guerre messeniche si svolsero in due generazioni,
combattendo per 19 anni.
Sparta arcaica era uno stato molto evoluto, nn solo militarmente: era una città
internazionale, che accoglieva poeti e musicisti, aperta agli influssi artistici dell'Oriente,
patria di grandi scultori e pittori, ma che ebbe ad un certo momento nel VI secolo una
ολβιος,
chiusura all'esterno. La vivacità artistica e letteraria indica l'appellativo di felice,
che occupò un significato particolare nella vita degli spartani. Dal IV secolo nascono due
grosse scuole di musica, riservate alla pratica di strumenti a fiato e a corda, chiuse alla
fine dell'età classica. Vi fu un ampliamento ed un evoluzione degli strumenti musicali.
Pratica della gimnopedia, danza nuda, descritte da Tirteo, cantate e accompagnate con la
cetra durante le riunioni degli spartani. Partenii, canti riservati alle giovani per rito di
passaggio, utile ai dioscuri. Ad un certo punto vi fu un blocco totale di questa applicazione
di arti. Coincide col periodo di Licurgo, probabilmente figura mitica. Nn è possibile
stabilire con precisione le origini del sistema e delle istituzioni spartane. Licurgo sistemò
tutto dopo una crisi istituzionale tra il IX e il VII secolo, conclusosi tutto con l'eunomia, il
buon governo, col termine a 100 anni prima della fine della guerra del Peloponneso. Fonti
di Erodoto e Plutarco indicano le cause su un responso
dell'oracolo di Delfi.
Riforma di Licurgo. Forma istituzionale fissa del
Kosmos, eunomia, Diarchia, 2 capi militari discendenti da
Eracle. Licurgo afferma che gli spartiati non devono
maneggiare denaro altrimenti questo li spingerebbe a
superarsi in potenza l'un l'altro. Questo a sua volta
porterebbe allo scoppio del sistema politico di Sparta (che
prevede un'uguaglianza tra tutti gli spartiati) poiché la
disuguaglianza tra essi porterebbe a degli squilibri di
potere. Permette loro però, come scappatoia, di utilizzare
monete di ferro in modo che per accumulare ricchezza
servano un numero elevatissimo di monete. Avrebbe
preso varie misure volte ad intervenire sulla vita sociale
degli spartani, comprimendone la sfera privata, con
l'istituzione dei sissizi (pasti comuni a cui erano obbligati a
partecipare tutti gli spartiati, vecchi e giovani) e con l'obbligo dei giovani, sin dall'età di 7
anni, di sottoporsi a una educazione severa, pubblica e militare.
L'Agoghé
Ciò che colpiva era il mondo speciale spartano dell'educazione e della società. Quando si
parla di Sparta si parla di tecniche e di differenze rispetto alle altre polis. La costituzione
spartana, termine nn equivalente al moderno, era di non facile definizione dai greci ed era
considerato un sistema misto. Molti tentano di presentarli come una democrazia, altri la
definiscono un oligarchia. Il modo di educazione dei figli degli spartiati, legato alla
proprietà e allo stesso status in caso di sua perdita, era selettivo per una determinata
classe. Vi era una certa solidarietà verso chi non possedeva nulla. Questi nn si sentiva
pari agli altri appunto xk nn aveva possedimenti, nonostante il sistema non ponesse
disuguaglianze censitarie per le decisioni pubbliche. I cittadini spartani, dopo la chiusura,
avendo compiti prestabiliti, erano scoraggiati dal viaggiare all'estero e i viaggiatori spartani
non erano considerati molto positivamente perché stare nella propria patria era la cosa
principale per un greco. I viaggi tuttavia erano di necessità. Gli spartiati erano così restii ai
viaggi che davano la "caccia allo straniero" per chiunque fosse estraneo. Xk? Per paura
delle istituzioni, ossia se non lo facevano e se non rimanevano isolati esse avrebbero
potuto decadere. Sparta ha una sua ratio: era immutabile, a livello forzato. Aristotele
riteneva che tale sistema tipico e adatto alla città. Però per secoli tale modello diverrà
utopia, già presso i greci antichi. Conta l'individuo e vi è uguaglianza (Plutarco, vita di
Licurgo) ed era anche luogo di pellegrinaggio per i cittadini romani per l'educazione
militare. Vi era un altare, interessante per gli stranieri, dove i giovani venivano frustati e il
loro sangue colava su esso.
Quel poco di Sparta che sappiamo ci viene dato in forma idealizzata. Fonti sono esterne:
tranne i poeti della fase alto arcaica, gli spartani non volevano diffondere il loro modello di
scrittura. Dagli storici del V secolo, soprattutto Erodoto, abbiamo alcune info. Già Tucitide
aveva cercato di informarsi circa il loro esercito, riuscendo ci solo in parte in quanto tutto
era chiuso e riservato. Una storia spartana non la abbiamo fino al III secolo quando
Sosirio, un erudito, parlando di Pausania, narra gli eventi della polis. Senofonte era fonte
principale per aver scritto una costituzione spartana, pur essendo ateniese. Venne accolto
dagli spartani per comandare una spedizione militare (anabasi). Aristotele fra le varie
storie costituzionali ne aveva fatta una su Sparta, oggi perduta.
Costituzione della Lega Peloponnesiaca. È nostra definizione: allora si chiamava Sparta
e i suoi alleati, sorta x il controllo del Peloponneso e della Messenia per evitare coalizioni
di altri stati locali in opposizione ad essa, quale Argo. Era composta da Elide, Arcadia,
Argolide, Egina, Corinto, Megara. Argo e gli achei non ne facevano parte. Maggiori conflitti
furono con Argo: 669-8 vittoria di Argo nella battaglia di Isie, 494 battaglia di Sepeia
vittoria di Sparta di Cleomene I, Argo sconfitta, sempre finalizzate al controllo di questa
zona (Nauplia e dintorni). Tegea, altra rivale, soccombette nel VI secolo dopo molti
sacrifici da entrambe le parti. Sparta inaugura la stagione del prestigio, seguita più tardi da
Atene.
Atene
Se per Sparta possediamo solo fonti locali, per Atene è il contrario. È un problema ma per
le fasi più antiche possediamo fonti classiche. Il problema delle origini: dall'epoca classica
impose la sua egemonia ma solo con la lega di Delo del V secolo costituì un riferimento.
Prima della fondazione di tale sistema di alleanze, è improbabile che Atene costituisse un
luogo privilegiato, ruolo detenuto da Sparta. Attica: territorio montuoso con poche pianure
(piana di Maratona, Eleusi) non adatte alla coltivazione di cereali ma di vite e ulivo.
Tucitide, prima del sinecismo ateniese, descriveva la zona come molto ampia, adatta allo
scopo dell'unione di più villaggi. Ma prima di Teseo in origine l'acropoli era la città. Mito
dell'autoctonia: espresso da Erodoto, indica la provenienza univoca della popolazione
ateniese, fissa da sempre in quel luogo. L'idea di essere una remota antichità di
generazioni autoctone e mai migrate, costituisce il mito fondante della polis ateniese.
Arrivò agli estremi all'apice della democrazia. Secondo loro essi nacquero dalla terra e
Atena nasce dalla testa di padre. È mito di uno stato forte, condiviso da altri popoli come
Tebe, usato per distinguerei dagli altri in guerra. Ha echi ancora nel IV secolo ma sparisce
con l'instaurazione dell'ellenismo. Il sinecismo ebbe inizio nell'VIII secolo concludendosi
nel VII. Si ebbe in seguito espansione ai danni di Megara ed Egina. Con il secolo VIII ha
un aumento di popolazione, ma la polis è in ritardo su altre realtà greche a livello di
combattimento oplitico e di strutture sociali forti. Non nasce grande ma lo diventa.
Aristotele, nell'AP parla delle 4 tribù fondanti: Opleti, Argadei, Egicorei, Geleonti, tutti
con un loro capo o re, ognuna divisa in trittie (terze parti). Dalla monarchia a seguito si
arrivò alla magistratura: dai re mitici, senza storicità, si arriva al passaggio di poteri
all'Arconte, nome comune della magistratura, colui che ha il potere, magistrato a vita. In
seguito questo potere verrà ridotto temporalmente. 682 a.c. abbiamo una lista degli arconti
che durano un anno ciascuno al potere. 9 arconti, la magistratura è cruciale per la
democrazia: Eponimo che dava il nome all'anno, Basileus con carica religiosa,
Polemarco con guida dell'esercito, gli altri sei in seguito vennero specializzati. I thesmoi
sono le leggi fondamentali dell'uomo specializzate nel diritto. Gli arconti erano designati in
base alla nascita e alla ricchezza. In questa epoca i poteri erano in mano a ristrette
cariche. Nell'AP vi è descrizione partendo da qui.
Di avvenimenti storici dell'Atene arcaica non abbiamo nulla. Unico è nel 640-39 a.c. detto
sacrilegio di Cilone, aristocratico vincitore delle olimpiadi di quell'anno. Tentò di portare
la tirannide ad Atene con un colpo di stato. Fallita l'occupazione riesce a fuggire ma alcuni
suoi compagni furono allontanati dagli alcmeonidi che, non rispettando il patto con loro
circa l'allontanamento, li uccisero. È empietà: quelli che volevano la tirannide avevano
chiesto il diritto di asilo a Temenos x scappare, ma vennero uccisi, addirittura sull'acropoli,
luogo sacro. La colpa degli alcmeonidi
fu spesso rinfacciata ai loro
discendenti come Clistene e Pericle.
In questo contesto fu attivo Dracone
che intervenne con la sua opera
legge
legislativa. La sua molto severa
era dedicata all'omicidio. Gli viene
attribuita la creazione di un consiglio
nel IV secolo. La legislazione
sull'omicidio era indicativa di un gran
numero di uccisioni e lamentele.
Possediamo una copia di tale legge,
databile intorno al 409 a.c.,
riproposizione della legge draconiana
sull'omicidio. Molto rovinata. La
vendetta era privata e da svolgersi tra
famiglie, riducendo al minimo i casi in
tribunale. Ciò è alla base di un
pensiero giuridico: si delega a un terzo
la decisione del tipo di pena. Si
incentivava al massimo il perdono dato
dalla famiglia dell'ucciso che poteva far
evitare la pena capitale pagando una
tot somma. Ma questo funziona solo
per l'omicidio involontario. La vendetta
tra famiglie che si uccidono per il
potere hanno gli stessi diritti di
rispondere con le medesime azioni ed
è un ciclo continuo. L'esilio diventa la
pena principale, seguita solo dalla pena capitale. La legittima difesa viene sancita da
questa legislazione. A Dracone sono attribuiti da Aristotele anche il censo dei cittadini,
istituzione degli strateghi, divisione in classi condivise poi con Solone. Molti elementi di
attualità nel dibattito politico del IV secolo.
Atene diversamente da altre città non adotta la colonizzazione dei territori circostanti ed
esplode il problema nel VI secolo. I contadini chiedevano prestiti e diventavano debitori. In
tal modo dovevano versare una quota del raccolto pari a un sesto. Se non erano in grado
di farlo cadevano in schiavitù perché come garanzia vi era la persona. Si genereranno
rivendicazioni sociali che chiedevano la abolizione dei debiti e la ridistribuzione delle terre.
Solone ascoltó questo e propose un'innovazione radicale. Stimato dal ceto medio egli non
era tra i più ricchi. Forte istanza democratica su Solone è anacronismo: proiettare elementi
democratici è sbagliato. Egli si era distinto nella guerra contro Megara per il controllo
dell'isola di Salamina. La sua storicità è discutibile. Fu anche un poeta. Fu lui stesso a
cancellare i debiti e a liberare la terra dagli occupanti. Riforma ponderale: annullamento
debiti, restituzione ai legittimi proprietari della terra, liberazione degli schiavi per debiti.
Non procedette ad una ridistribuzione della terra. In questo modo media tra i ricchi e i
poveri per create il buon governo dell'eunomia. A Solone le fonti attribuiscono altre riforme:
sul piano economico si parla di riforma ponderale perché in vista alla riduzione dei debiti
avrebbe favorito le attività commerciali, riducendo del 30% i prezzi, e avrebbe vietato
l'esportazione delle derrate alimentari tranne l'olio. In campo giuridico istituzione del
tribunale popolare dell'Eliea: sul suo funzionamento si è scettici almeno fino a Efialte. Sul
piano familiare: legge sul matrimonio, sul lusso, sulla parentela, ecc... Nn si sa se fu
riforma costituzionale globale o riformante. Tuttavia si valuta la produzione della terra
misurata in medimni. 2 misure: una per gli amidi e una per i lipidi. Sulla base della
produttività ci sono 4 classi: i pentacosiomedimni ricavavano 500 medimni, la classe dei
cavalieri almeno 300 medimni, zeuciti o piccoli proprietari 200 medimni grazie
all'allevamento, i teti sotto i 200. Questa riforma definisce l'accesso alle magistrature. La
carica di tesoriere è riservata ai pentacosiomedimni perché il cassiere deve essere molto
ricco e poteva accedere all'arcontato. Le magistrature minori accessibili alla terza classe.
Ai Teti solo accesso al tribunale e all'assemblea. Nel consiglio dei 400, coi rappresentanti
delle tribù di Atene fu utile a controbilanciare l'areopago. Al termine del suo mandato
Solone depose la carica se ne andò. Così facendo rafforzò il suo operato etico sociale.
Per Aristotele la sua riforma non fu risolutiva perchè scontentò le fazioni politiche
dell'Attica. I diacri, abitanti delle colline, comandati da pisistrato, avevano ambizioni
diverse. I parali della costa, campeggiato dagli alcmeonidi.
L'età delle tirannidi
A partire dal VII secolo nella Grecia metropolitana e nell'Egeo, molte poleis furono
sottoposte al potere arbitrario di un solo uomo e mantenuto con la forza. È la tirannide, da
τυραννος, termine orientale e microasiatico col significato di signore assoluto. Già nel VI
secolo assume il valore di signoria, nonostante il termine basileus, più inferiore e riduttivo
con significato simile, non avesse struttura negativa. Archiloco di Palo usò per primo il
termine con valenza negativa, seguito da Solone ed Alceo di Mitilene. In Erodoto si trova
ανομια.
già immagine topica del tiranno, incarnazione dell'illegalità, Nel dialogo delle
costituzioni, dibattito sulla costituzione migliore, Otane, sostenitore della democrazia in
Persia, afferma che non è adatto un sistema monarchico perché è governo di uno solo
sopra gli altri, citando l'arroganza di Cambise, e preferendo l'isonomia, la paritá davanti
alla legge tipica della democrazia. È potere anomico, preso con la forza. Questa immagine
si fissa nella tradizione e arriva fino a noi. L'esperienza negativa produce una figura
standard di tiranno. I problemi legati alla comprensione storica sono vari, molti sono
perlopiù cronologici e di origine. Le tirannidi sorgono dopo una crisi di aristocrazia terriera.
Ciò crea spaccatura nella stessa aristocrazia negli interessi prima comuni e genera rivalità
tra fazioni fino a che non prevale un soggetto in grado di ergersi sopra gli altri. Ogni
tiranno ha caratteri diversi. In alcuni luoghi ha carattere militare quindi generata da contesti
bellici contro gli indigeni o i cartaginesi (Erodoto). Nell'archeologia di Tucitide: la tirannide
nasce da monarchia deviata e per nepotismo.
Tucitide individua la tirannide come causa di maggiore ricchezza: tirannidi si trovano in
città in forte sviluppo, non in piccole poleis, è fenomeno legato all'incremento economico.
In realtà più piccole sorgevano monarchie. Il re però è accettato dai sudditi, assieme alla
sua dinastia. Alla rottura del patto re-popolo il sovrano non gode più dei fondamenti che ne
garantiscono la sovranità. I tiranno non è accettato dal popolo e gestisce con durezza il
δυναμις,
potere, la basandosi sulla ricchezza. Aristotele, Politica: vari modelli;
1- tiranno demagogo, ossia che si appoggia al popolo.
2- ex magistrato, dalla magistratura si ottiene ruolo principale.
3- deviazione di una monarchia in senso dispotico.
Il tiranno non sempre è aristocratico, ma non è nemmeno sempre proveniente dal popolo.
Esempi comuni lo testimoniano: vi sono individui, di nobile discendenza, molto poveri e
poco considerati, con grande risentimento. Tra tiranni ci si accorda con matrimoni, tentano
di rendere la loro famiglia stabile al potere col tentativo di instaurare una dinastia. Però
non durano più di tre generazioni.
I Pisistratidi, discendenti di Pisistrato e suo figlio, detennero il potere nel boom
economico di Atene nel VI secolo. Le fazioni che avevano determinato i dissidi erano date
dalla diversità degli interessi dell'Attica. Pisistrato, inserendosi come terzo incomodo
politico, con l'inganno, ottenne il potere partendo dalla carica di polemarco, segnalandosi
in valore nella guerra contro Megara. Mantenne la tirannide per più di 30 anni, divise in tre
fasi. Occupò l'acropoli per 6 anni, fu allontanato da Atene per alleanza tra Megacle e
Licurgo, suoi oppositori e massimi esponenti aristocratici. Ritornò sposando la figlia di
Megacle ristabilendosi per 10 anni. Ricacciato x rottura degli accordi ritornò in forza con un
alleanza estesa, comprendente Tebe, e instaurò il terzo mandato tirannico. L'opinione
degli antichi non è del tutto negativa, anzi: Pisistrato fu responsabile della crescita di Atene
(Cap 16 di AP), moderato verso i nemici, esiliò gli alcmeonidi, non confiscò proprietà,
mantenne le riforme di Solone e diede impulso all'economia favorendo la piccola proprietà
agraria, migliorò le condizioni delle campagne, impose tasse del 10% sui prodotti agricoli
coi cui proventi aiutò i contadini più poveri, introdusse i giudici dei beni, come magistrati
itineranti che gestivano le varie giustizie locali, introdusse la Dracma con l'effigie di Atena
a scopo di favorire gli scambi, migliorò l'urbanizzazione di Atene costruendo il primo
grande tempio cittadino, assunse operai, creò mercati di vasi e ceramiche concorrenti a
Corinto, crescita popolazione rurale, promosse una vivace politica culturale. Egli legò le
feste panatenaiche, dedicate ad Atena, alle popolazioni nei dintorni di Atene facendole
diventare paNNatenaiche, dove vi erano vari concorsi aperti a tutto il mondo greco.
Pisistrato fu attivissimo in politica estera, mantenne legami con altri tiranni, consolidò il
potere su Delo, appoggiò lo zio di Milziade, suo omonimo, nelle sue spedizioni verso il
nord in cerca di cereali. Alla sua morte lasciò i suoi poteri a Ippia, non a suo fratello
Ipparco, più intellettuale, cacciati da Cleomene I nel 511a.c.. Ipparco era un grande
mecenate e fu assassinato dai tirannicidi causa storia omoerotica con Armodio. Questo
fatto venne poi sfruttato per giustificazione dell'uccisione del tiranno, quando invece era il
fratello il despota. Diventa nonostante ciò mito di Atene, e solo con Tucitide si sanno le
vere cause. Il fratello Ippia, per paura, restringe il potere attorno a se. La prima statua in
onore a figure storiche determinate, come Ippia e Ipparco, venne eretta nell'agorà di Atene
come in seguito per Pindaro e Pericle. Successivamente Ippia tentò di instaurare un
alleanza filo spartana, avendo rischiato di morire causa le vicende interne ad Atene,
scappò e tornò solo con le Guerre Persiane a Maratona per consigliare i persiani contro la
sua patria. Si spiega quindi questo odio ateniese nei confronti della tirannide. Tutte le leggi
miravano ad evitare il ritorno della tirannide con la clausola di non cacciare il tiranno, per
evitare di ripetere la storia. Chi uccide il tiranno non è penalizzato e i suoi discendenti
godevano di molti privilegi. Il decreto è datato 337/6 a.c.
Policrate di Samo
Tiranno del VI secolo apparteneva al l'aristocrazia terriera di Samo, grande potenza
marittima con grandi rapporti con l'Egitto la Persia. Si impadronì del potere con un colpo di
mano, portò notevoli miglioramenti alla città, ricostruendo templi, creando acquedotti
sotterranei, fontane, sviluppa le infrastrutture. Morto policrate, Samo passa sotto i
Persiani. Erodoto: fu il primo a comandare sul mare tra i greci, come thalassocratore e
iniziatore della thalassocrazia, concetto greco ereditato ad esempio da Venezia e Genova.
Corinto e tirannide dei Cipselidi
Tirannide più antica di Atene, instaurata da Cipselo, che durò dal 658 fino al 585 a.c.
Membro aristocratico ristretto, prese il potere diventando tiranno grazie all'endogamia di
questa classe, segnale di distinzione nel mondo greco di classe elevata. Era polemarco
come Pisistrato, approfittò della situazione interna di Corinto e fondò la seconda ondata di
colonie, successive a Corfù e a Siracusa. Il figlio, Periandro, dopo i 30 anni di suo padre,
diede una forte impronta anti aristocratica, e continuò la costruzione di opere pubbliche.
Aumentò i controlli sui suoi porti affacciati sull'Istmo per favorire i traffici commerciali di
Corinto. Non tagliando l'istmo, fece far transitare le navi tirandole su dal mare,
trasportandole via terra su binari, e rimesse in acqua dall'altra parte. Opere di tale senso
furono attuate solo dai tiranni. Tradizioni su Periandro sono differenti: per alcuni era
crudelissimo, per altri era inserito tra i più grandi saggi dl mondo greco. Lasciò il potere a
suo nipote Psamimetico che fu in seguito ucciso dai corinzi. Veniva da una famiglia
sempre aristocratica, da una donna con handicap ad una gamba, che lo nascose per
molto tempo.
Ortagoridi di Sicione
Altra tirannide più antica di Atene. Fondatore fu Ortagora, che prese il potere dalla carica
di polemarco, avendo inoltre partecipato ai giochi olimpici. Clistene, suo successore, fu il
più importante, nonchè nonno del Clistene della riforma. Attuò riforme sulle tribù ambiando
i nomi. Ne aggiunse un'altra, gli Archeloidi, da Archelao. Emendò Omero in seguito alla
guerra di Sicione contro Argo. Clistene partecipò alla prima guerra sacra coi popoli che
gestivano Delfi, e sua figlia sposò un alcmeonide da cui ebbe i riformatore democratico
Clistene. La tirannia fu rovesciata dagli spartani.
Teagene di Megara
Teagene, sempre di origine aristocratica, interferì con l'economia locale, lasciando un
immagine negativa. Dopo di lui vi fu oligarchia.
Tirannidi Orientali: Pittaco di Mitilene
Di tradizione negativa, figlio di padre ignobile, eletto dalla città, secondo Alceo, per dissidi
tra Pentelidi dopo lunghe lotte. Fu un tiranno crudele ma il resto della tradizione fu
positiva, annoverandolo tra i 7 sapienti, essendo un giudice eletto dai suoi, dando gli
potere per più di 10 anni, godendo della stima di tutti. Alceo fu esiliato per motivi politici.
Scaduto il mandato si ritirò a vita privata. In epoca successiva, con l'arrivo dei persiani,
essi instaurarono molteplici tirannidi all'inizio del V secolo, essendo per loro forma
migliore.
Tirannidi Occidentali
In Sicilia, Panezio di Leontini (615), Falaride d'Agrigento, in città come Silinunte, Gela.
Gerone conquista Siracusa e la fa come centro di un piccolo impero siculo. Sono regimi
che prendono il potere per mano militare, hanno potere imperialista e sono più protesi a
creare piccoli imperi, possedendo caratteri più violenti della madrepatria.
La riforma di Clistene
Nipote di Sicione, apparteneva alla famiglia che dagli inizi della storia ateniese ha segnato
la storia della polis. Della sua riforma sappiamo pochissimo. Due fonti: Erodoto e Aristotele
(AP, 20, 1-5). La riforma portò all'idea della democrazia greca. Le due testimonianze
differiscono: Clistene andò contro Isagora per il potere. Clistene si accattivò il favore
popolare, mentre Isagora dell'aristocrazia. Quest'ultimo chiamò in aiuto gli spartani per
fermare l'ascesa di Clistene che fuggì, tornando in seguito. Erodoto non è in grado di dire
chi furono gli antenati di Isagora ma afferma che egli aveva rapporti di ospitalità col re di
Sparta. Clistene fu all'inizio sopraffatto dalle Eterie, consorterie formate da compagni,
gruppi privati segreti di potere. Queste lobbies gestivano la politica ateniese,
organizzavano in maniera privata e segreta come gestire
le istituzioni e gli eventi pubblici. Tucitide descrive come
essi agivano. Vi era una lotta politica molto forte con i vari
partiti esponenti. Clistene, uscendo dalle lobbies per fare
ciò, vince perché riesce a portare la massa pur essendo
aristocratico, portando genti libere. Isagora chiamava
invece solo alleati tradizionali. Gli spartani nn sono
nemici di Atene, lo saranno solo al momento della guerra
del Peloponneso. Si pensa che il piano di riforme debba
essere stato approvato prima della sua fuga e attuato al
suo rientro. Il fatto che Aristotele dica che Isagora era
amico dei tiranni è una forzatura per distinguerlo da
Clistene. 508/7 arcontato di Isagora. La riforma è a base
del numero 10, meccanismo di ripartizione dei cittadini in
tutti gli ambiti socio politici, in assemblea, in
organizzazione dei comizi. Dietro a questo vi è anche
una riforma del pensiero, della scienza e della filosofia.
10 è un numero nuovo, molto considerato. La riforma nn
fu percepita come rivoluzionaria ma acquisì il carattere
nel tempo. φυλαι,
Organizza le tribù, le che da 4 passano a 10, ancorate nn all'appartenenza
genetica ma al territorio. I nomi delle tribù furono scelti dalla Pizia, con nomi derivanti da
eroi locali (eretei, ecc..). L'ordine serviva per la rotazione delle cariche. Ogni tribù aveva
una divisione territoriale di amministrazione partita in tre parti (trittie) di territorio.
PDF.....blu, zona economica, rosa, zona di confine, verde, zona di pianura e collinosa.
Nessuno deve arrivare da una circoscrizione fissa, in modo da identificarsi. Le tribù non
avevano contiguità territoriale, ognuna doveva avere un pezzo blu, rosa e verde,
dovevano mischiarsi. A ogni trittia corrispondevano le precedenti unità dell'Attica, detti
Demi, villaggi campagnoli. A ogni trittia un villaggio. Clistene ridà quindi importanza del
territorio. Ogni cittadino ateniese, oltre al nome suo e del padre, doveva avere una terza
denominazione, quella del Demo. Chi non aveva il demo non poteva dimostrare di essere
ateniese.
Clistene istituì l'isonomia per le tribù. La tribù diventa base del funzionamento dello stato,
ognuna doveva fornire un reggimento di opliti, uno stratego e un tassiarco, facente parte
della magistratura militare. I 10 strateghi vennero introdotti con la riforma: non è certo
quando furono introdotti, venivano eletti personalmente uno per tribù e mai sorteggiati. La
carica di stratega era indirizzata a chi degno di essa.
Ogni tribù forniva 50 bouleuti che nell'insieme formavano la Boulè dei 500 alla base del
funzionamento della democrazia. Costituito da cittadini maschi dai 30 anni in su. Per dare
spazio alla rotazione del potere che passava per ogni tribù, si istituì un calendario di 10
mesi. Ogni mese il potere veniva consegnato a ruota alla tribù di turno. I 500 avevano
quindi funzioni a rotazione. I bouleuti venivano sorteggiati per assicurare la rotazione, non
si poteva essere bouleuti per più di due volte nella vita. La Boulè organizzava il pensiero
politico, preparando riunioni con relativi ordini del giorno, introdotti nell'Ecclesia,
assemblea di tutti i cittadini maschi maggiorenni. L'ecclesia si riuniva per 4 volte a trittania
(4 volte 35 o 36 gg corrisponde a una trittania), spartizione ulteriore del tempo nell'anno,
per un totale di 40 volte in un anno. Tale assemblea aveva compiti decisionali finali.
La struttura di Solone viene modificata: il collegio degli arconti, da 9 essi passano a 10,
introducendo un segretario che dirige i lavori. Gli arconti erano uno per tribù, eletti.
Clistene spezza i vincoli clientelari, del potere, le grandi famiglie rimasero intoccate in
materia di privilegi. Gli ex arconti confluivano nel collegio dell'Areopago, l'ordine dei
tribunali. Le Fratrie, gruppi associazionisti, erano utili a stabilire e a dichiarare le questioni
familiari interne alla famiglia, per venire iscritti alle liste delle tribù con compiti come
stabilire l'età, elencare chi nasce e chi muore, ecc... La loro funzione in sostanza è
anagrafica.
Secondo AP si deve a Clistene la pratica dell'ostracismo: la vediamo applicata tra le due
guerre persiane contro Ipparco, discendente dei Pisistratidi. Si trattava di un voto contro
un cittadino ritenuto pericoloso o scomodo per lo stato, la votazione avveniva una volta
l'anno. Tuttavia non perdeva i diritti civili e dopo 10 anni poteva rientrare. Questo sistema
non è testimoniato da fonti di oltre V secolo. Nel IV era ancora presente e non era stato
del tutto abbandonato, ufficialmente nn venne abolito ma venne accantonato perchè inutile
al sistema. Vi erano inoltre gruppi di attivisti che commettevano brogli alle votazioni.
Isonomia: uguaglianza di diritti parallela all'isogoria, diritto di parola per tutti. Clistene nn
abolì lo sbarramento censitario. La possibilità di partecipare a organismi di carattere
unitario rappresentava un onere grosso per il cittadino comune.
Atene nel 506 combatterà guerre contro gli eubei ed altre popolazioni. Si prepara ad
affrontare l'impero persiano.
Agorà: "riunione" diventa il luogo centrale delle poleis greche, delimitate da cippi di confine
che avvisavano di purificarsi prima di entrarvi.
Guerre Persiane
Avvenimenti: Erodoto parla dei persiani che estendendosi vennero a contatto con la
piccola Grecia, raggiungendo l'apice sotto Dario I. L'impero si costituì con l'unificazione da
parte di Ciro il Grande dei medi coi persiani, conquistando la Lidia, Creso, e territori prima
greci. Cambise conquista l'Egitto mentre Dario le zone della Tracia e il resto del bacino
orientale del Mediterraneo.
Rivolta ionica
Questa ribellione, che durò dal 499 a.C. al 493 a.C., aveva come obiettivo la liberazione
delle città greche sotto il dominio dell'Impero Persiano, che, anni prima, aveva cercato di
domare il malcontento nominando dei tiranni che governavano sulle colonie greche. Essi
venivano nominati dal satrapo persiano di Sardi. Nel 499 a.C., l'allora tiranno di Mileto
Aristagora, guidò una spedizione congiunta con il satrapo di Sardi Artaferne con
l'obiettivo di conquistare l'isola di Nasso, per sedare le lotte civili in atto sull'isola. La
spedizione, dopo mesi di assedio, fallì e, dopo aver saputo delle intenzioni del Gran Re di
sostituirlo alla guida di Mileto, Aristagora incitò tutta la Ionia alla ribellione contro il re
persiano Dario I. In atto contro il sovrano lo stesso tiranno depone la tirannide a Mileto ed
instaura l'isonomia, quindi cercò di corrompere il re spartano Cleomene I affinché aiutasse
i rivoltosi, ma non ottenne nulla. Trovò invece aiuto in Eretria e in Atene, che inviarono
rispettivamente venti e cinque navi, rivelatesi determinanti per il successo della rivolta.
Tuttavia, partito l'esercito ateniese, Dario saccheggiò Mileto nel 494 a.C. e ristabilì il
proprio controllo sulle città ionie. Questo contrasto fu all'origine delle guerre persiane.
La rivolta ha inizio nella primavera del 498 a.C. I Greci muovono contro la città di Sardi,
vera capitale della satrapia persiana più occidentale. Viene bruciata e completamente
distrutta, scatenando l'ira del Gran Re che legge in questo evento un pesante significato
politico. Ateniesi ed Eretriesi vengono sconfitti nei pressi di Efeso e sono costretti a
richiamare in patria i loro contingenti. Nonostante il ritiro delle truppe di Atene ed Eretria, si
associano alla rivolta antipersiana
Carii, Licii, e quasi tutte le dieci
città-stato di Cipro. I persiani
marciano subito contro questi ultimi,
poiché Cipro si trovava in una
posizione strategica per il controllo
del Mediterraneo orientale.
Riuscirono ad assoggettare l'isola
tra il 497 e il 496 a.C. Daurise,
generale persiano, si sposta in
Troade, tentando di sedare delle
rivolte interne; dopo alcune vittorie
viene ucciso a Pedaso nel 496. Nel
frattempo muore Aristagora nel
territorio della Tracia.
Nel 494 i persiani muovono contro
Mileto per terra e per mare. Le città
della Licia si arresero subito a
causa dell'arrivo della imponente
flotta fenicia, nucleo centrale della
flotta persiana. Gli Ioni decidono di
affrontare i persiani utilizzando le
forze della flotta civica, 353 navi,
inviate da nove città ionie e da
Lesbo. Ma l'impresa si rivelò
fallimentare perché durante la
battaglia, molte città ritirarono le loro
flotte, come ad esempio i Samii e
Lesbo, che presero accordi con i
Persiani in favore delle loro città.
Soltanto la popolazione di Chio
combatté strenuamente fino alla fine.
Gli Ioni furono comunque sconfitti, ed i persiani mossero verso Mileto, dove vi fu lo storico
"sacco di Mileto": vennero distrutti ed incendiati tutti i templi, come vendetta dell'incendio
nella città di Sardi. I Milesi furono uccisi o deportati a Babilonia, e i bambini e le donne
furono ridotti in schiavitù. Distrutta la promotrice della rivolta, essa fu definitivamente
domata. Istieo tentò di riaccenderla sbarcando ad Atarneo ma fu sconfitto e ucciso da
Arpago, e poi impalato a Sardi da Artaferne.
La prima guerra persiana
Nel 492 a.C. Mardonio tentò l'impresa della conquista greca, dopo aver eliminato tutti i
tiranni nelle poleis asiatiche e aver soggiogato il regno di Alessandro I di Macedonia; il
tentativo tuttavia fallì a causa di una terribile tempesta scatenatasi presso il monte Athos,
nella penisola calcidica, che distrusse la flotta. Nonostante l'insuccesso, nel 490 a.C. la
spedizione fu ritentata sotto il comando dei generali Dati e Artaferne. La flotta persiana
passò per Samo, espugnò Nasso, sottomise il resto delle isole Cicladi, proseguì verso
Eretria e la distrusse. Atene a quel punto si ritrovò da sola a fronteggiare l'esercito
persiano: l'unico aiuto che ricevette fu quello della città beotica di Platea, che inviò un
contingente di mille opliti. Grazie alle capacità militari di Milziade riuscì a resistere alle
truppe guidate da Dati e i Persiani furono sconfitti nella battaglia di Maratona (settembre
490 a.C.) e respinti sulle navi. A quel punto, il resto delle truppe persiane capitanato da
Artaferne e pronto per un attacco via mare, pensò di sfruttare l'occasione: la flotta mosse
verso Atene, doppiando Capo Sunio, con la sicurezza di poter sbarcare incontrastata al
Pireo e trovare Atene indifesa, visto che tutto l'esercito si trovava a Maratona. Milziade,
però, intuito il piano nemico, ricondusse i suoi uomini a marce forzate verso la costa
occidentale, cosicché, quando i Persiani arrivarono in vista del Pireo, trovarono l'esercito
ateniese già schierato e rinunciarono all'impresa, tornando in Persia.
La polis decise allora di intraprendere nel 489 a.C. una spedizione per liberare le isole
Cicladi dai Persiani, ma con esito negativo, poiché l'isola di Paros, alleata dei Persiani,
resistette all'attacco.
La sconfitta costò a Milziade la carriera; fu anche accusato di complicità con il nemico e di
aspirare alla tirannide, e subito dopo morì, a causa di una ferita alla gamba riportata
durante la battaglia, non curata e degenerata in cancrena.
La seconda guerra persiana
Nell'autunno del 481 i greci avevano pensato di unirsi al l'istmo di Corinto in una lega
ellenica, per decidere come prepararsi all'imminente invasione persiana, la Lega ellenica.
Si ripropone il discorso, da parte di Serse, di chiedere terra e acqua, oltre alla
sottomissione dei greci. Al rifiuto di questi il Grande Re dichiarò guerra. Dove fermare la
massa di persiani? I Peloponnesi decisero di arroccarsi nel Peloponneso e fortificare
l'istmo. Ma ciò voleva dire abbandonare gli stati principali dell'Eubea. Per Tucitide non era
la soluzione in quanto inutile perchè raggirabile via mare. Altra idea è di cercare un punto
stretto. Viene trovata una zona detta Termopili, "zone calde", nelle quali la pianura si
assottiglia e dove la catena montuosa si ferma al mare. Inoltre si decise di attuare un
blocco marittimo ad Artemisio. Ciò fu inutile: locresi, focesi, beoti, e spartani, che
detenevano il comando della guerra costringendo i beoti a combattere a loro fianco,
composti dai 300 di Leonida. Altri non inviarono eserciti perchè ritenevano inutile la difesa
di quei luoghi. La flotta pan greca era potente ed in grado di bloccare quella persiana. Alle
Termopili restano solo gli spartani e i tebani. Resistenza di tre giorni, poi sconfitta totale
per cause di accerchiamento. Efialte rivelò ai persiani un sentiero che avrebbe permesso
l'accerchiamento. I focesi che dovevano difenderlo lo avevano abbandonato. Nel
frattempo le 324 navi greche, governate dal navarco spartano Mardonio, resistevano. La
battaglia di Artemisio durò anch'essa 3 giorni e fu prevalente la fazione greca. Vinse
temistocle che riuscì ad affondare molte navi persiane. Nell'agosto del 480 giunse la
notizia della sconfitta alle Termopili. La Grecia centrale fu immediatamente occupata. I
persiani cercano di arrivare ad Atene via mare passando per lo stretto di Salamina. I
persiani dilagano: occupano la focide, non vanno a Delfi, risparmiano la focide xk prima
loro alleata, e saccheggiano l'attica. Ad Atene temistocle tenta di far reagire la popolazione
e nel settembre la città venne evacuata. Molti non vollero lasciare la città ma Temistocle,
convincendoli tramite il responso della Pizia, riuscì nel suo intento. La popolazione fu
ospitata a Egina, città della costa del Peloponneso. I persiani arrivano e distruggono la
città.
Il campo delle Termopili è stato scavato e indagato a livello archeologico. Decreto di
Temistocle: testo molto dettagliato dell'evaquazione di Atene con la composizione delle
navi per la fuga. Si notano però anacronismi: Atene non viene evacuata mandando 100
navi ad Artemisio e 100 di evacuazione, non sarebbe stato possibile fare questo.
Temistocle si trova davanti al problema di dare un ultima battaglia con tutti i greci. La
battaglia avviene nelle acque di Salamina immediatamente. Il consiglio dei greci discusse
a lungo ma Temistocle, con una minaccia, riuscì a far votare la battaglia, affermando che
gli ateniesi se ne sarebbero andati via per il fatto che erano già colpiti dalla distruzione di
Atene ed erano già sulle navi. Sarebbero dunque scappati in magna Grecia. A Salamina i
persiani attaccano per primi e i greci risposero. I greci si fanno accerchiare ma grazie alle
triremi, nave estremamente veloci e innovative, poco pesanti e trasportanti pochi soldati
rispetto alle navi persiane, più pesanti e con composizione etnica differente, ribaltarono il
risultato. Verso sera con la brezza di terra le triremi fanno ammassare le navi persiane e le
distrussero. Serse dalla riva osservò la battaglia e fece ritirare il grosso della flotta. Parte
dell'esercito spartano di Mardonio, genero di Leonida, non combatteva ancora è svernava
a nord. Egli come re doveva rimanere nelle retrovie xk perdere il re significava perdere il
favore degli dei. Mentre per mare i greci si liberavano dei persiani. Gli spartani, spronati
dai greci, ripresero a combattere. Il conflitto di ripresa avvenne a Platea, a nord dell'istmo,
avvenuta nell'agosto del 479. I greci accorsero sotto comando spartano dall'istmo. Gli
spartani compiono sacrifici sul campo di battaglia: dopo molte perdite, grazie al l'uccisione
di Mardonio, Pausania, prendendo il comando, attua una controffensiva che sbaraglia i
persiani. La zona venne santificata e glorificata a Zeus. Pausania era un uomo molto
ambizioso e consapevole delle sue capacità. Gli ultimi successi avvengono in mare,
liberando una ad una le coste dell'egeo. Nel 479 con la battaglia di Micale, gli ioni,
ribellandosi nuovamente, liberarono il passaggio al Mar nero. Defezione di Avido, e rientro
della flotta peloponnesiaca in patria. Pausania, magistrato di Sparta, non volle tornare a
Sparta. Ma tornando finì male. Nella primavera del 478 gli ateniesi e gli ioni liberano
Sesto. Con questo si concludono le storie di Erodoto. Rimase tuttavia la lega di Delo in cui
mancò Sparta.
Proporzioni del conflitto e ruolo di Atene
I greci neutrali erano tanti tea i quali la parte nord, Argo (per rivalità con Sparta), la
Macedonia, la Tracia, la Beozia, la Tessaglia, l'isola di Corcila, Creta (isole erano state
conquistate dai persiani), Siracusa, altro stato con una grande flotta. Il tiranno Gerone di
Siracusa, alla richiesta di navi da parte dei greci, volle in cambio il comando (argo aveva
fatto na richiesta simile). Alla negazione degli ateniesi e degli spartani, egli non partecipa.
I contingenti a Maratona: 7000 greci, 20000 persiani. A Salamina: Sparta 16 navi, Atene
180, Corinto 40. A Platea: 10 000 opliti di Sparta, 5000 di Corinto, 8000 di Atene. 447:
ricostruzione dell'acropoli. Essendo stata rasa al suolo nel 479, gli ateniesi crearono una
grande fossa dove seppellirono statue sacre e vecchi monumenti, a motivo di rito in
quanto non potevano essere gettate. La zona antica dell'acropoli tuttavia non venne mai
più edificata in quanto simbolo delle ferite della guerra. Era un monito: grazie alla
decisione collettiva, si voleva riservare un ricordo sempre vivo.
Risultati storici, politici, culturali
L'esplosione del nome collettivo ellenes avviene con le guerre persiane, con la prima lega
ellenica alla difesa dell'istmo. Testimonianze della poesia dopo le guerre persiane come gli
epigrammi di Simonide per i caduti della guerra. I protagonisti sono gli elleni, i comuni
nemici sono gli abitanti dell'Asia, parallelismo tra le guerre persiane e al guerra di Troia. I
troiani non erano visti come barbari, nemmeno da Omero, ma in seguito si sviluppano
metafore politico ideologiche sul conflitto e ciò viene sfruttato come un antagonismo. In
questa guerre fu sfruttata iconograficamente come conflitto tra Grecia ed Asia, anche
come conflitto culturale di due mondi diversi. 472, eco culturale a teatro in Atene con i
Persiani di Eschilo: vi è idea panellenica, con metafore di donne (una Asia, una Europa),
dalla parte degli elleni grandi virtù, dalla parte dei persiani schiavitù e oppressione. Essere
greci vuol dire mantenere un appartenenza ad una comunità estesa con stesse
caratteristiche culturali. Dal 470 si diffonde un idea che non riguarda solo l'Oriente ma
anche l'occidente con Gerone. Nello stesso giorno di salamina, i greci di Sicilia vincono
contro i cartaginesi ad Imera. Tuttavia le battaglie non sono contemporanee ma vogliono
esserlo poichè Gerone non aveva partecipato alla guerra persiana. Tucitide focalizza le
conseguenze di Salamina e del l'atteggiamento successivo della lega ellenica: Atene sul
mare, Sparta sulla terra (Storie, 1, 18, 1-2). Tucitide vede le immediate conseguenze di
Atene e Sparta sulla dominazione dei mari e delle terre. Fa in altra osservazione: la
strategia ateniese nn è stata utile solo x se, ma anche per il Peloponneso, quindi ha dato
più frutti delle operazioni di terra (1, 73). Il dominio di Atene sul mare diventa compiuto con
la lega Delio-Attica, costituendo il suo impero. Cimone voleva una duplice egemonia
perché Sparta non doveva essere troppo sottomessa alla potenza di Atene, in quanto
altrimenti l'egemonia sarebbe stata zoppa e avrebbe portato ad una guerra interna in
Grecia. Vi era paura per la potenza bellica marittima di Atene, uno sviluppo pericoloso e
inarrestabile. Riflesso iconografico: opere a destinazione pubblica, il bottino delle guerre
viene usato con opere importanti a livello propagandistico. Tesoro degli ateniesi a Delfi,
ben decorato, rappresentava le storie di Teseo. Racchiudeva i tesori delle guerre persiane
quali le armi più belle tolte all'invasore ed altro. Con il bottino anche gli spartani costruirono
molto. Nel privato vediamo oggetti meno legati al mito: disegni sui vasi testimoniano le
realtà sociali come gli Sciti e gli Opliti che ad Atene rappresentavano la polizia locale. I
graffiti su ceramica sono indicativi della composizione effettiva dell'esercito e dei metodi di
combattimento. Non solo, indica anche le caratteristiche del combattimento nemico, del
persiano, talvolta vestito come un animale.
Erodoto, la visione della realtà persiana non era dominata dall'antagonismo politico (vedi
PDF). Afferma inoltre che le opere grandi le hanno fatte anche i persiani, non solo i greci.
La polarità elleni/barbari non va considerata come specchio metodologico attraverso quale
il greco scopre la propria identità, non si può ignorare la strumentalizzazione politica. Per
Aristotele il dispotismo si adatta al barbaro in quanto esso, essendo inferiore, può essere o
dominatore violento o basso schiavo. Questa idea dello schiavo naturale prosegue nel
corso della storia nella tradizione occidentale. "Scontro di civiltà" per indicare le guerre
persiane non è concetto Erodoto ma fa comparsa solo dopo l'11 settembre 2001 per
giustificare gli attentati.
Pentecontentia e Lega delio-attica
La pentecontentia, definizione tucitidea (1,18) indica i 50 anni dalla fine delle guerre
persiane allo scoppio della guerra del Peloponneso. È un periodo pieno di conflitti e
guerre, in cui Atene si ricostruisce da 0 e divente potenza marittima. Essa ha uno
strumento principe quale la lega di Delo. È un momento in cui all'egemonia ateniese si
affianca quella spartana che porterà, per paura della stessa Sparta, alla guerra del
Peloponneso. Fino a Cimone vi è una certa tranquillità. Si sviluppano nuove forma di
colonizzazione, tipicamente ateniesi, di tipo militare, le kleroukie, sulle coste ioniche della
Calabria.
Temistocle, artefice della vittoria, alla conclusione delle guerre persiane passa un periodo
negativo in quanto intrattiene rapporti difficili con gli spartani perchè voleva costruire delle
mura e il collegamento fortificato del Pireo e ciò nn era ben visto da Sparta. La costruzione
andrà avanti per 10 anni e sarà utile al massimo per Atene. Vi era il problema dei traditori
durante le guerre: Sparta
propone l'espulsione dei
traditori da Delfi e di sostituirli
coi tessali, tebani e argivi.
Sparta avrebbe così detenuto
la maggioranza del consiglio
delfico circa la spartizione dei
bottini e territori. Atene rifiuta.
La lega ellenica sopravviveva
nonostante Sparta si fosse
tirata indietro. Gli spartani
avevano proposto inoltre di
cacciare dagli empori i traditori
e sostituirli con gli ioni, ma
nemmeno questa proposta
ebbe seguito. In questa
occasione, per motivi di ordine
interno, Sparta richiamò la
flotta in patria ritirandosi dalla
lega. Essa, per una politica
cauta, punta a obiettivi più
cauti. La decisione non passò più tra le loro mani, e la lega si trasformò nella lega di Delo
capitanata da Atene che coglie il testimone. 478-7. Nelle fonti la troviamo indicata con "gli
ateniesi e i loro alleati", indicante un alleanza militare difensiva, con l'intento di continuare
la guerra contro la Persia, obiettivo non condiviso dagli spartani. Tucitide afferma che gli
spartani non si opposero alla formazione della lega. Gli ateniesi, ricevuto il comando,
stabilirono le direttive per un idea di vendetta contro i persiani per la distruzione di Atene.
Sorse la magistratura dei cassieri degli elleni che si occupavano della riscossione del
tributo agli alleati, pari a 460 talenti, con adunanze al tempio di Delo. Essi erano scelti tra i
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