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NEO PITTORIALISMO

in realtà plasticismo, razionalismo, geometria , fotografia non figurativa… e non astratta

molto molto diversi con gli artisti precedenti… se parlavamo di non autorialità dell’autore adesso

invece l’autore si appropria della sua arte

Ansel Adams, paesaggi molto pittorici. Belle immagini

Linea del Pittorialismo alla Ritz e ci spostiamo a New York dove nasce un gruppo di persone

capeggiato da Steichen (1879-1973) che è l’anima di uno spazio/galleria 291 e della rivista

Camera Work. Immagini in b/n per la moda, contaminare la ricerca più sperimentale con l’industria

culturale. Moda di alto livello avanzata perché non si vedeva troppo l’abito (non è sempre

importante che si veda la trama, il tessuto ma che ci sia un concetto di moda e di fashion style)

Paul Strand 1890-1976 è il più giovane del gruppo Stieglitz che quindi si espone e osa di più e

non compromesso dalle generazioni precedenti. Si sgancia dal soggetto per arrivare a qualcosa in

più, operazione trasformativa della realtà, Strand si distacca finalmente dall’idea di fotografia che

rispecchia la realtà per valorizzare l’aspetto interpretativo, tuttavia sempre legato al formalismo

pittorico.

Stieglitz 1864-1946

Dal Gruppo Stieglitz nascono artisti come Edward Weston del Group f 64 (Tina Modotti) questo

gruppo era un’indicazione poetica: la massima chiusura del diaframma e quindi voleva dire

maggiore precisione perché una grande profondità di campo quindi maggiore campo per messa a

fuoco. Più il diaframma sta chiuso massima profondità di campo quindi a tutto a fuoco. Altro

versante legato alla tecnica della fotografia anche dovuta da una maggiore tecnologia. Weston si

lega sempre al pittorialismo per le luci e ombre, ricordiamo la conchiglia o il peperone , dominare

tutto per esercitare la tecnè.

•il soggetto è indifferente

•negazione rapporto privilegiato della fotografia con il reale

•conta il trattamento, la teche, la componente formale

•vale l’immagine in se

tutto ciò porta ad una logica della pittura—> PITTORIALISMO

ogni volta che la fotografia si ri-fa agli schemi della pittura c’è un collegamento con il Pittorialismo,

il pittorialismo storico si fa alla pittura impressionista, il neopittorialismo invece alla pittura astratta.

L’unico problema è che loro stessi non si definivano pittorialisti ovvero non si indentificano in quella

poetica.

“L’ottusità dei fotografi di oggi, cioè dei cosiddetti fotopittori, si vede nel fatto che non hanno

scoperto le qualità fondamentali del loro mezzo” Strand Paul

“Se i fotografi, infatti, avessero realmente esaminato in modo critico la pittura, cioè tutti i dipinti

come un’evoluzione, se non si fossero contentati di fermarsi agli aspetti superficiali degli artisti

semi-impressionisti, avrebbero scoperto che la solidità delle forme la differenziazione delle

strutture, il tratto e il colore sono usati come strumenti significativi in tutti i risultati massimi della

pittura” Questi artisti credono di non stare facendo del pittorialismo e avendolo superato arrivando

alla vera fotografia ma poi dalle fotos e dalle riflessioni a parole si rifanno alla pittura (una pittura

“buona” per loro e per l’epoca).

Un orientamento simile a quello degli autori americani si ha presso alcuni europei vicini alle

poetiche dell’astrazione geometrica (neoplasticismo, sumprematismo)

Florence Henri

“Vorrei far capire che ciò che io voglio innanzi tutto con la fotografia è comporre l’immagine come

faccio coi quadri. Bisogna che i volumi le forme etc etc obbediscano alla mia volontà e dicano ciò

che io voglio far dire loro. Strettissimo controllo della composizione, non voglio né raccontare il

mondo né i miei pensieri. Tutto quello che io conosco e il modo in cui lo conosco è fatto da

elementi strati: sfere, piani griglie le cui linee parallele mi offrono spunti”

Fotografie come astrazione geometrica, inoltre le chiama composizioni (termine tipico dei quadri

plastici o geometrici es Mondrian + tema musicale a-tematico), composizioni di luci, di segni.

Moholy-Nagy

Insegnò alla Bauhaus, *doppio nudo, è quel famoso autore che fa la stessa cosa che fa Man Ray e

Talbot delle impronte fotografiche tuttavia questo autore non è assolutamente figurativo e si iuta a

dei segni di luce.

Nel ‘900 quindi si aprono due grandi strade: la via che prosegue sulla logica della pittoricità (non

riferendosi sempre alla pittura dell’800 ma guardando alla pittura di quel periodo es plasticismo

strutturalismo etc etc che riguardano la struttura geometrica).

FOTOGRAFIA INFORMALE

Fine della seconda guerra mondiale, nelle arti visive troviamo sia in Europa che in America un paio

di etichette diverse ma che si riferiscono alla stessa tipologia di arte: Action Painting e

Impressionismo astratto (in USA) e Arte Informale (in Europa). Ricerche pittoriche molto particolari

legate al corpo, all’azione all’aggressione sulla tela. Opere non figurative, quindi però si passa da

un’astrazione geometrica a una scena tumultuosa. La pittura disordinata era proprio quello di cui

l’arte ha bisogno dopo il disastro della Seconda Guerra Mondiale, la riscoperta della vita.

La fotografia dialogo con questo clima in due maniere. La scarica organica sulla tela e l’artista

vuole ributtare le sue energie che il periodo storico aveva tenuto chiuse, la tela quindi rappresenta

la vita e il mondo (caotico). Il piacere dell’immersione nel flusso della vita in modo disordinato e

vitalistico.

la prima più scontata è quella di Giacomelli o di Nino Migliori che riprende nelle sue fotografie di

confusione quindi la fotografia è come quei quadri, natura già bella e pronta simile all’arte

informale, è scontata perché si basa su un processo solo visivo e non di poetica intrinseca. I temi

erano quelli dei muri scrostati, asfalto rotto, ruggine etc etc quindi fotografie che imitano i risultati

della pittura non figurativa/informale

L’altra strada di rapporto con la fotografia era quello di basarsi sulla poetica stessa e non più al

risultato finale, cioè all’idea che ha prodotto quel lavoro, l’idea precedente al prodotto finale, poi i

risultati possono essere diversi ma non importa perché sono due mezzi diversi. Queste fotografie

potevano essere figurative. Soprattutto lo troviamo in un certo reportagismo degli anni ’50 come

l’autore Robert Frank o di William Klein. Era un reportage confusionario, il reportage era quindi il

buttarsi nella vita e incontrare il mondo e il caos del mondo. Foto dinamiche, scorrette, fuori fuoco,

non si pone i problemi di una qualità di immagine, coglie i momenti (es Klein non usava la messa a

fuoco). L’invenzione di un reportagismo dissonante con quello classico perché il linea con il flusso

caotico, non classico però legato al fatto che il mondo è disordinato e non bisogna trovare la

perfezione del mondo, esiste un flusso, un caos e l’unico modo di vivere è immergersi nelle cose.

Anche Cartier-Bresson era un foto reporter legato a queste idee ma le sue composizioni/

fotografie erano tuttavia ben curate (ci stava ore a fare uno scatto, poi lo scatto poteva cogliere

un’azione immediata ma erano comunque ben pensate e scelte) Teorico dell’istante decisivo = il

momento in cui il tutto era al massimo dell’essenza, il momento dove tutto è in regola, portare

ordine nel mondo. Keruac on the road.

POP ART

La Pop Art investì il mondo durante gli anni ’70

*Blow up è ispirato a Cortàzar La bava del diavolo + David Bailey fotografo di moda della Pop Art.

Popular art—> arte di massa—> cultura di massa—> forme di comunicazione e più in generale di

vita massificata: abitudini, comportamenti, cibi, abiti, oggetti. Gli artisti della PA erano contenti di

una cultura livellata e di massa.

Possiamo parlare di Marshall McLuhan in particolare Understanding Media 1964 tradotto con gli

strumenti del comunicare, i mezzi ci plasmano e cambiano (villaggio globale, cioè il mondo ridotto

ad un posto piccolo). La fotografia nella cultura pop è oggetto fra gli oggetti come tale viene

utilizzata dagli artisti ma evidentemente la sua influenza e il suo ruolo sulla pop art vanno

considerati in modo più profondo —> pop art influenzata dai media, influenzata dalla fotografia.

Cioè la fotografia essendo un media contribuisce alla cultura di massa.

Siamo schiacciati dalle immagini, cultura pop è quella dei supermarket e della merce e quantità

“Più estroversa che introversa l’arte pop arriva al dunque istantaneamente” Lucy Lippard (scrittrice

di un libro sulla PA) La fotografia implica una necessità di relazione Soggetto-oggetto

“ Io posso dipingere un albero stando chiuso dentro una stanza senza finestre ma non posso

fotografarlo” R. Krauss

Quindi la fotografia come gli altri media plasma la nostra sensibilità, gli artisti pop quindi ne

assorbono i caratteri e li traducono simbolicamente nei linguaggi dell’opera. “la fotograficità

implicita della Pop Art” poiché la PA c’è l’estroversione, l’ingrandimento, isolamento e ripetizione

(meccanica).

Lichtenstein e i suoi fumetti (che dovevano essere di serie b) li ingrandisce e li isola e li porta in

alto.

Lo stesso lo fa Claes Oldenburg (1929) che monumentalizza cibi e oggetti, celebrare il cibo di

massa e eccessività degli elementi. entrambi riportano certi oggetti (fumetti ma anche oggetti fisici)

in maniera molto fotografica, la foto è presente come filosofia e spirito. La serialità, l’ingrandimento.

A. Warhol stesso anche quando non tratta di fotografia la tratta in maniera filosofica, il negativo

ripetitivo—> serialità e riproducibilità e ripetizione. Più ami le cose più le ripeti.

“La pop art è amare le cose —> essere come una macchina, solo così si può continuamente fare

la stessa cosa”

la macchina come valore positivo: automaticità, ripetizione, esaurimento

“voglio essere una macchina, vorrei tanto avere una memoria fotografica, darei qualunque cosa

per averla”

la normalizzazione e anche quindi l’apertura dell’arte al popolo.

Marylin in confezione da sei

Edward Rusha 66 anonime foto sulla strada per casa di sua madre

Diane Arbus 1923-1971 segna la storia dell’arte. Fotografi di “mostri” non solo uomini deformati

etc etc ma anche di mostri sociali ovvero kitsch pomposi etc etc

Abbiamo un richiamo a Sander per lo sguardo anonimo,

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
16 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher calusa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della Fotografia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Marra Claudio.