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Bertillon. Riconoscimento biometrico, foto segnaletica, impronte, misure fisiche e fotografie.

Allan Sekula, 1986

Riflette sulle questioni dell'archivio dai primi anni '60. Analizza le dinamiche archivistiche, cataloghi fotografici della polizia, catalogazione dei criminali e delle devianze. Per lui l'artista intellettuale non è all'interno del sistema e per quello deve prevenire la censura e il dimenticatoio. Fotografa per documentare quegli ambiti volontariamente tralasciati. Si impegna nell'ambito lavorativo, dei diritti e dell'ambiente.

Thomas Demand - Achive - 1995

Riflessione raffinata - fotografia della ricostruzione dell'archivio di Leni Riefensthal - vero o fake? Chiedersi se la fotografia come documento sia affidabile per la memoria e quindi l'archivio come luogo della memoria. Sulle scatole dell'immagine non ci sono etichette di catalogazione, l'archivio è muto, non c'è.

memoria – ricorda la memoria storica problematica che rappresenta. Bill Gates, Archivio Corbis – 1989  Archivio più grande del mondo in Pennsylvania. Gates acquista l'archivio e altri simili detenendone i diritti. Come, per esempio l'immagine di Albert Einstein (1951) o la foto dello studente in piazza Tienanmen (1989). Nel 2016 le sue immagini sono state vendute ad una multinazionale cinese che ne detiene i diritti di distribuzione in Cina. Questo fatto si scontra con la censura e con la memoria storica – potere economico – potere politico. Schieratosi contro il capitalismo che controlla le immagini. Database, archivi di oggi  Archiviazione ed elaborazione digitale di dati (intelligenza artificiale, machine learning/vision). Trevor Paglen, Training Humans, Osservatorio Fondazione Prada, 2019-20  Artista teorico – 1974 La vera rivoluzione digitale – machine vision e machine learning. Le macchine hanno imparato a guardare le immagini in

totale autonomia. Immagini operative o operazionali cambiano l'iconosfera. Capire i cambiamenti, sfidare le eccezionali forme di potere. Immagine digitale - creare una alfabetizzazione. "Non siamo più noi a guardare le immagini, sono loro che guardano noi. Non rappresentano più semplicemente le cose ma intervengono nella vita di tutti i giorni. Dobbiamo cominciare a capire questi cambiamenti se vogliamo sfidare le eccezionali forme di potere che fluiscono in quella cultura visiva invisibile in cui ci troviamo invischiati" Cfr. Trevor Paglen in 'Invisible Images'

Stretta connessione tra archivio e il controllo e potere che nel mondo di oggi è esercitato dalle macchine.

Autoritratto, Selfies e deepfakes

  • Intelligenza artificiale: Deepfake; si parte da un'immagine fissa per creare una sequenza di immagini che creano una sorta di video in movimento. Con questo metodo sono state contraffatte molte celebrità, si possono creare anche fake

artistici ecioè nel dare vita ad opere di artisti.

Selfie: Idea di autoritrarci e condividere in cui ci si fotografa in gruppo come fotoricordo di un’esperienza vissuta in comune.

Robert Cornelius, Autoritratto, 1839, dagherrotipo

Desiderio di ritrarsi, di tramandare un’immagine di se. Da dove nasce > nel rinascimento l’uomo si mette al centro dell’universo, punto di vista nello sguardo umano, prospettiva centrale. Autoritratto > ricavarsi un posto nella memoria.

Andrè Kertèsz, Autoritratto, 1927

Particolare modo in cui è eseguito;in modo negativo. Sagoma di profilo come un’ombra (stretta relazione con la traccia). Si ritrae con la sua macchina fotografica; lo strumento del mestiere. Ricalca la tradizione pittorica dell’artista che si mostra e si ritrae con il mezzo con cui lavora. Fotografare la propria ombra, un errore volontario. Ritratto in negativo, una siluette dove il protagonista è il fotografo-artista.

Il suo strumento, la macchina fotografica. Affermazione del proprio ruolo.

Jeff Wall, Picture for woman, 1979, fotografia

Allarga il campo e la descrizione di sé e del ruolo di fotografo. Fotografia scattata davanti ad uno specchio; ciò che vediamo non è soltanto ciò che vedremo davanti ma anche cosa ci sta dietro. Allargamento di campo; si vede lo studio e il contesto

Man Ray, Ritratto di Marcel Duchamp nei panni di Rose Sélavy, 1921

Identità fluida.

Claude Cahun, Autoritratto, 1928

Andy Warhol, Autoritratto fototessera, 1963

È interprete di un narcisismo contemporaneo, mostrarsi, culto di sé. Celebrità e narcisismo. Crea un diario visivo della propria quotidianità. "Scatto foto per sapere dove mi trovo".

La fotografia autoriflessiva (l'apparato e il fotografo)

Stretta relazione tra apparato e fotografo che esiste sin dalla nascita della fotografia. Fotografia che parla di sé soprattutto concentrandosi su

Due protagonisti principali della fotografia sono l'apparato e il fotografo; attori principali ma poi entrano in gioco altri attori che creano un sistema a cui ruota attorno tutta la fotografia. Questa stretta relazione esiste fin dalla nascita della fotografia. Fondamentale rapporto tra apparato e fotografo mettendo a stretto contatto l'occhio meccanico e occhio naturale; sorta di protesi che aumenta le capacità dell'occhio umano.

Dziga Vertov teorizza la fotografia attraverso la fotografia stessa e non attraverso scritti. Fotografo che parla da sé. Sequenza e montaggio di immagini manifesto cinematografico dedicato alla fotografia. Dziga domina dall'alto Mosca e ritrae la città per 24 ore. Presa diretta della vita moscovita, sorta di appropriazione della vita, sorta di ready made. Macchina da presa e fotografo sono ripresi all'interno del film diventando protagonisti. Fotogramma in cui la cinepresa si anima da sola e fa una sorta di spettacolo.

sopra un palco. "Io sono il cineocchio. Io sono l'occhio meccanico. Io, macchina, vi illustro il mondo come io solo posso vederlo. Io mi libero, da oggi e per sempre, dall'immobilità umana, io sono in continuo movimento, io mi avvicino e mi allontano dagli oggetti, striscio sotto di essi, vi monto sopra, io mi muovo fianco a fianco col muso di un cavallo in corsa, io irrompo, a piena velocità, nella folla io corro davanti ai soldati in corsa, io mi lascio cadere sul dorso, io mi levo in volo con gli aeroplani, precipito e risalgo, in volo, con corpi che precipitano e risalgono".

Kinoki. Perevoròt, [Dziga Vertov, in "Lef", n. 3, 1923, p. 139; trad. it. I kinoki, un rivolgimento in Dziga Vertov, L'occhio della rivoluzione. Scritti dal 1922 al 1942, a cura di P. Montani, Mazzotta, Milano, 1975]

Occhio meccanico che si sovrappone all'occhio umano per potenziarlo; attraverso l'occhio meccanico all'uomo è data una

Possibilità di sguardo fino a poco prima impensabile guardare l'infinitamente piccolo e l'infinitamente grande. Doppio aspetto legato alla fotografia che permette di riprodurre il reale ma anche l'idea che nel processo fotografico e di per sé è un inconscio tecnologico, ovvero nell'apparecchio fotografico c'è una realtà parallela e indipendente e per quanto riguarda l'immagine in sé è qualcosa che rimane enigmatico. László Moholy-Nagy, docente del Bauhaus, quando si trasferisce negli Stati Uniti pubblica un testo "La visione in movimento" proponendo 8 tipi diversi di visione fotografica: 1. Astratta - sperimentazione con il fotogramma, avvio di astrazione e allontanamento dalla figurazione 2. Esatta - tradizionale e documentale, relazione tra foto e realtà, foto di reportage 3. Rapida - evoluzione della macchina fotografica, idea di appropriarsi del momento decisivo, istantanea

LENTA – simile a quella del passato tempi di esposizione lunghi adatti ad uno studio in particolare, fotografia scientifica

INTENSIFICATA – microfotografia filtri particolari o infrarossi, permette una visione microscopica e nel dettaglio

PENETRANTE – radiografia o raggi X, guardare dentro

SIMULTANEA – sovraimpressione di più immagini idea di movimento e sovrapposizione di immagini

DISTORTA – errori ottici o nello sguardo ottenuta con obbiettivi modificati o attraverso la manipolazione meccanica o chimica dei negativi.

Il libro è un bellissimo esempio di impaginazione e montaggio tra parola e immagine. Fotografia che parla di se, è stato scritto ma anche mostrato.-Film und foto, Stoccarda, 1929

1. Storia della fotografia (esempi di dagherrotipi, ferrotipi, albuminee….)

2. Nuova visione (in un grande atlante visivo foto zoologiche, astronomiche, botaniche, aree, mediatiche, industriali, giornalistiche…)

conduttore ovvero l'evoluzione fotografica. La particolarità è che le immagini sono appese senza cornice ma con il passpartout su pannelli in metallo senza soluzione di continuità; accosta fotografie artistiche, scientifiche ecc... Volontà di creare un montaggio cui risultato è una sorta di grande atlante visivo delle meraviglie della fotografia. -Andreas Feininger, Il fotogiornalista, 1951 [ritratto di Dennis Stock] Quell'anno vincitore della competizione amatoriale del "Life Magazine". Rappresentazione tradizionale, ma è qualcosa di più perché nel ritratto entrambi gli occhi hanno una sovrapposizione con la macchina - obiettivo e mirino. Sguardo che non è più indipendente ma si compenetra. Nell'ambito della cultura visuale, le immagini che riflettono su di sé, su come sono fatte, sul proprio medium e/o autore, sull'osservatore/spettatore, sono chiamate metapictures. I primiA formulare questo concetto sono stati il teorico delle immagini americano William J.T. Mitchell e lo storico dell'arte romeno Victor I. Stoichita. Torniamo anche al film manifesto di Antonioni - Blow Up - visione che si affina grazie a una lente che diventa sempre migliore. Il regista è scettico di questa fiducia riposta nella fotografia come documento della realtà. Il mezzo viene messo in dubbio. Arriviamo quindi all'identificazione di una nuova figura nell'ambiente artistico e il ruolo di questo. Michelangelo Antonioni nel 1966 nel film Blow-Up (ingrandimenti) mette una lente di ingrandimenti su quello che a quel tempo è diventato il fotografo. Per Ghirri ('80-'90) il fotografo è diventato una figura polivalente. Con il boom economico e i mass media il fotografo inizia ad avere un ruolo più importante.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
28 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Colusg di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fondamenti di Storia della Fotografia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Baldacci Cristina.