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Dalla società l'uomo attinge da sempre il linguaggio e la precomprensione, dalla quale si trae la
comprensione attraverso il circolo ermeneutico, ovvero quel processo conoscitivo che si configura
come l'articolazione/esplicitazione di una precomprensione originaria.
L'esistenza inautentica
Partendo dal presupposto che l'esistenza è sempre un essere-tra-gli-altri, un'apertura al mondo e alle
persone, il rapporto che intercorre tra l'uomo e gli altri consiste nell'aver cura di essi: questo
rapporto può assumere due forme diverse, ovvero l'essere insieme e il coesistere. Nell'essere
insieme l'uomo, curandosi solo delle cose da procurare agli altri, sottrae loro le loro cure e pertanto
questa è una forma inautentica di coesistenza. Nel coesistere l'uomo aiuta gli altri a essere liberi di
assumersi le proprie cure, realizzarsi e trovare il proprio essere e pertanto questa è una forma
autentica di esistenza.
Come esistono due forme di esistenza, esistono anche due forme di comprensione esistenziale. La
comprensione esistenziale autentica avviene quando l'uomo parte dall'analisi di se stesso, mentre
quella inautentica avviene quando egli parte dall'analisi del mondo in senso impersonale e
convenzionale. La comprensione inautentica costituisce il fondamento dell'esistenza anonima (del
"si"), la quale è caratterizzata dalla chiacchiera, dalla curiosità e dall'equivoco. Questo tipo di
esistenza non viene criticato ma semplicemente riconosciuto come parte della struttura esistenziale
dell'uomo come suo poter essere, alla base di cui c'è la deiezione, ovvero il processo interno che
determina la caduta dell'essere dell'uomo al livello delle cose del mondo ed è parte integrante della
sua natura.
Questa è una delle caratteristiche principali dell'Esserci: l'essere-gettato nel mondo, condizione che
provoca paura ed angoscia.
La struttura fondamentale dell'esistenza è costituita dalla Cura, la quale esprime la condizione di un
ente che, gettato nel mondo, progetta in avanti le proprie possibilità tornando alla situazione iniziale
di essere-gettato nel mondo. Questa struttura circolare e conclusa determina che l'attributo
principale dell'esistenza è il suo essere possibile.
L'esistenza umana, ammette Heidegger, è per la maggior parte inautentica in quanto esistenza
quotidiana anonima. In quest'inautenticità sono compresi anche le norme e i valori poichè non sono
comprensibili al di fuori del rapporto dell'uomo con il mondo.
L'esistenza autentica
All'Esserci manca sempre qualcosa che può essere e sarà, ovvero la morte, che costituisce il fine
dell'Esserci ed è intrinseca al suo essere. Essa rappresenta la possibilità più certa e propria
dell'Esserci, incondizionata in quanto isola l'uomo con se stesso nell'unico momento in cui egli non
è un essere-gettato nel mondo. L'unico modo in cui l'Esserci può comprendere il proprio essere è
riconoscere le possibilità della morte, alla quale segue il sentimento dell'angoscia, ovvero la
situazione che colloca l'uomo davanti al nulla.