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La filosofia moderna: Baruch Spinoza

Il dualismo di Cartesio è un dualismo ontologico: esistono due sostanze diverse, la sostanza pensante, l'anima, e la sostanza estesa, il corpo.

Spinoza, quasi contemporaneo a Cartesio, propone un pensiero monista: propone una sola sostanza. Dall'idea stessa di sostanza non può che derivare la sua unicità. La sua posizione è panteista. Tutto ciò che esiste è sostanza perciò è Dio, poiché egli è tutto ciò che esiste.

Può essere considerata anche una posizione atea, poiché se Dio è tutto, Dio può non esistere, poiché non viene considerato un dio della religione. Una delle posizioni più interessanti di Spinoza è l'Ethica. Ha una struttura molto interessante, è un lavoro di filosofia che si propone di svilupparsi con la stessa chiarezza e coerenza di un trattato di geometria. Per questo motivo Spinoza procede per principi, definizioni,

assiomi, teoremi e dimostrazioni diteoremi. In questa opera parte da una serie di definizioni. La prima definizione: Per causa di sé intendo ciò la cui essenza implica l'esistenza, ossia ciò la cui natura non può essere concepita se non come esistente. Questo concetto è importante perché la ricerca dell'ultimo fondamento conduce e ha condotto molti pensatori all'idea di qualche cosa che sia causa di sé stessa. Se io risalgo le cause, ogni cosa è causa di qualcosa, ma io devo arrivare a qualcosa che sia causa di sé stessa, cioè un qualcosa la cui essenza implica l'esistenza. La seconda definizione è legata ad un altro aspetto della limitazione, che però non prenderemo in considerazione. La terza definizione impone l'idea della sostanza: Per sostanza intendo ciò che è in sé ed è concepito per sé: ossia ciò il cui concetto non ha bisogno del

concetto di un'altra cosa dal quale debba essere formato. Ma che cos'è la sostanza intesa in questo modo? Può essere solo Dio, poiché esso si pone come principio unico, non è dipendente da altre cose, esiste da sé.

Spinoza però immette altri principi e definizioni, come:

Per attributo intendo ciò che l'intelletto percepisce della sostanza come costituente la sua stessa essenza.

La sostanza, Dio, nella sua infinita potenza, può manifestarsi in infiniti modi, e questi modi sono gli attributi, ovvero modalità con cui l'intelletto può percepire la sostanza. Come il colore di qualcosa, che è attributo della sostanza, ma non è costituente l'essenza della sostanza. Noi esseri umani possiamo percepire solo alcuni attributi, nonostante gli attributi siano infiniti. Gli attributi che l'essere umano può percepire sono quelli costituenti l'essenza, che sono per Spinoza il

Pensiero e l'estensione. Per Spinoza abbiamo un dualismo delle proprietà, non più della sostanza, poiché unica. Perché allora noi ne conosciamo solo due? Perché gli esseri umani sono fatti di pensiero ed estensione, la nostra mente è un elemento dell'attributo del pensiero, mentre il nostro corpo è un'articolazione dell'estensione. Queste articolazioni della sostanza Spinoza le chiamamo modi, quarta definizione: Per modo intendo le affezioni della sostanza, ossia ciò che è in altro per mezzo del quale è anche concepito. Così Spinoza ha un quadro preciso del mondo. -> Sostanza unica, ovvero Dio, che -> si esprime in infiniti attributi, dei quali noi possiamo concepirne solo 2 (pensiero ed estensione) -> gli esseri umani sono modi di questi attributi, come tutto ciò che vediamo di fisico è attributo dell'estensione, mentre le idee sono attributi del pensiero. Tutto è

Riconducibile a una sola sostanza. Arriva allora l'ultima delle definizioni fondamentali: Per Dio intendo l'ente assolutamente infinito, cioè la sostanza che consta di infiniti attributi, ognuno dei quali esprime un'essenza eterna e infinita.

Nel secondo libro, che parla della natura della mente, Spinoza afferma che il pensiero sia uno degli attributi di Dio, che esprime l'infinita essenza di Dio, quindi egli è cosa pensante; l'estensione attributo di Dio, quindi egli è cosa estesa.

A differenza di Cartesio, Spinoza considera la cosa pensante e la cosa estesa come espressioni diverse della stessa sostanza, Dio. Pensiero ed estensione sono autonomi e indipendenti, poiché diversi, cioè: Ogni attributo è concepito per sé senza bisogno d'altro. Perciò i modi di ogni attributo implicano il concetto del loro attributo ma non quello di un altro; quindi, hanno per causa Dio in quanto è considerato solo.

sotto quell'attributo del quale sono modi e non sottoalcun altro.

Se io sollevo un oggetto significa che un modo dell'estensione solleva un altro modo dell'estensione, cioè, tutto ciò che accade e considero dal punto di vista dell'estensione, si spiega all'interno dell'attributo dell'estensione, non può cercare una spiegazione su un altro livello o un altro attributo, ugualmente accade per il pensiero: se si ragiona in termini di pensiero, un'idea che causa un'altra idea, essa si manifesta esclusivamente in termini dell'attributo del pensiero.

Ma se io voglio alzare un oggetto e lo alzo, non si sta effettuando un'interazione tra corpo e mente? Per Spinoza ciò non accade, ma avviene la stessa sequenza sia ad opera del pensiero che ad opera dell'estensione:

L'ordine e la connessione delle idee è uguale all'ordine e alla connessione delle cose.

Ciò perché esse sono

modi della stessa sostanza, mente e corpo sono la stessa cosa, poiché articolazioni specifiche della sostanza che io considero ora dal punto di vista dell'attributo dell'estensione come corpo, ora dal punto di vista dell'attributo del pensiero come mente.

THOMAS HOBBES

Egli riporta il materialismo al centro dell'attenzione. Hobbes partecipa alle obiezioni a Cartesio: "io sono una cosa che pensa. Ben detto, poiché dal fatto che penso o dal fatto che ho un'idea, sia vegliando, sia dormendo, s'inferisce che io sono pensante; poiché queste due cose: 'io penso' ed 'io sono pensante' significano la stessa cosa."

Con questa affermazione dà ragione a Cartesio, ha ragione di dire che io sono pensante "dal fatto che io sono pensante segue 'che io sono' poiché quel che pensa non è un niente."

Il problema viene successivamente "ma dove il nostro autore aggiunge:

“cioè uno spirito, un’anima, un intelletto, unaragione” là nasce un dubbio. Poiché non mi sembra un ragionamento ben dedotto dire “io sono pensante” dunque “io sono un pensiero” oppure “io sono intelligente”, dunque “io sono intelletto”.”

Cartesio prende una funzione e la trasforma in una sostanza.“poiché nella stessa guisa potrei dire “io sono passeggiante” dunque “io sono una passeggiata”. (…)”

è ovviamente assurdo, questo è particolarmente grave perché se pensiamo che “tutti i filosofi distinguono il soggetto dalle sue facoltà e dai suoi atti, cioè dalle sue proprietà e dalle sue essenze; poiché altro è la cosa stessa che è, ed altro la sua essenza. Può, dunque, darsi che una cosa che pensa sia il soggetto dello spirito, della ragione o dell’intelletto, e pertanto,

di qualcosa che non ha una forma fisica o materiale. Cartesio, secondo Hobbes, commette un errore nel separare il pensiero dal corpo e considerarlo come una sostanza a sé stante. Hobbes sostiene che tutto ciò che esiste è corpo, e quindi negare che il corpo possa pensare è assurdo perché non è stato provato. Questa critica è molto forte nei confronti di Cartesio, che cercava di trovare una verità che potesse resistere al dubbio. Hobbes parte dal principio che tutto è corpo, intendendo con ciò che tutto ciò che esiste è materia, sostanza, che sono sinonimi di corpo. Parlare di una sostanza incorporea significa parlare di qualcosa che non ha una forma fisica o materiale.di un corpo incorporeo che è una contraddizione. Il problema è che quando prendiamo una affermazione falsa e combiniamo i due nomi di cui è formata (il corpo è incorporeo, uniamo i due elemento come se si trattasse di un concetto unico) arriviamo a dire qualcosa che è un puro suono della nostra voce ma non significa nulla. Così, quindi, il corpo incorporeo è come dire quadrilatero rotondo. Il corpo quindi esiste come materia, come ciò che occupa spazio. Quindi qualsiasi affermazione che rievochi un corpo incorporeo è falsa. TUTTO È CORPO. L'unica certezza che abbiamo è il corpo che è fonte della nostra conoscenza, attraverso i sensi. L'origine dei nostri pensieri è ciò che chiamiamo senso; non si dà nessuna concezione della mente umana che non sia generata inizialmente, in tutto o in parte, dagli organi di senso. Il resto si sviluppa a partire da questa origine. Tutto vienecostruito a partire dalle sensazioni corporee. È la base dell'EMPIRISMO. Noi mettiamo questa etichetta al pensiero di Hobbes, ma non possiamo dire che egli sia empirista: egli prima ha pensato a certe cose in modo coerente e a quel punto siamo noi ad attribuirgli l'etichetta di empirista. I nostri sensi sono funzione del nostro corpo, il nostro pensiero funziona a partire dall'esperienza combinando tra loro elementi che derivano dall'esperienza. Pensare per Hobbes significa mettere in correlazione tra loro elementi che derivano dall'esperienza. Ciò non significa che noi non possiamo pensare in modo astratto, ma lo facciamo solo grazie all'esperienza. L'idea di anima viene introdotta per spiegare la sensazione e il movimento. Hobbes propone una teoria materialista, la mente è funzione del corpo. Secondo Hobbes la sensazione nasce grazie all'interazione tra il mio corpo, organi di senso, e un oggetto esterno. La causa della sensazione.

è il corpo esterno, o l’oggetto , che agisce sull’organo propri

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
74 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Rori21 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Steila Daniela.