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La ragione
La ragione è vista come una facoltà mentale il cui esercizio è strettamente dipendente dal corpo. La ragione si limita a stabilire rapporti di connessione, di antecedenza, di successione tra le immagini sensibili, concetti e nomi. Anche nel caso di annichilimento del mondo, l'uomo non perde le idee che ha concepito prima dell'annichilimento.
La ragione è una forma di calcolo, di addizione e sottrazione. Quando ragioniamo mettiamo in atto operazioni matematiche che sono applicate ai nomi, quindi una frase è una somma di termini. Un sillogismo è una somma di preposizioni: il sillogismo è un ragionamento logico, concatenato, formato da 3 fasi.
- premessa maggiore = tutti gli uomini sono mortali
- premessa minore = Socrate è un uomo
- conclusione = Socrate è mortale
Questo è un sillogismo deduttivo, si parte dall'universale per arrivare al particolare. Una dimostrazione quindi è una serie...
Di sillogismi la filosofia è il corretto uso del ragionamento, quando possiamo applicare correttamente la nostra ragione? Si può applicare solo per le cause generatrici quindi la filosofia è la scienza delle cause generatrici. Secondo Hobbes abbiamo conoscenza vera soltanto delle cose che noi stessi produciamo o di cui conosciamo le cause generatrici. Si esclude la teologia, per esempio, perché Dio è ingenerato e le sue eventuali cause generatrici ci sono gnote e non dipendono da noi. Gli unici oggetti a cui si può rivolgere la scienza sono i corpi dei quali si può concepire una generazione e possono essere oggetto di ragionamento.
Sulla base della distinzione dei corpi in corpi naturali e corpi civili, Hobbes suddivide l'articolazione del proprio sistema filosofico e sono i 2 ambiti delle cause generatrici che possiamo conoscere:
- filosofia politica = noi possiamo osservare la nascita dei corpi civili (società)
Perché siamo creature degli esseri umani.
La filosofia naturale si occupa di conoscere le cause generatrici dei corpi naturali, osservando la riproduzione dei corpi stessi. Queste due distinzioni sono molto importanti perché permettono di escludere la teologia dall'ambito filosofico. La teologia, in particolare nel Medioevo, era considerata strettamente legata alla filosofia. Tuttavia, la filosofia non può riguardare Dio, poiché studia le cause generatrici e Dio è ingenerato, quindi non ha nulla a che fare con la filosofia. Questo consente di evitare posizioni di tipo religioso, soprattutto considerando che in quel periodo c'era una guerra religiosa e civile in corso.
La filosofia naturale e l'etica:
Hobbes ritiene che nel mondo esterno ci siano due realtà indubitabili: i corpi e i movimenti. I corpi esistono per sé stessi e sono al di fuori del nostro controllo. I movimenti sono gli accidenti delle sostanze corporee, il modo in cui esse causano le
nostre sensazioni e le nostre idee. La realtà oggettiva del corpo è ricavata dai concetti: - spazio: immagine con cui nella mente concepiamo un corpo esclusivamente esterno a noi - tempo: entità mentale. Immagine con cui concepiamo la successione attraverso i movimenti progressivi di un corpo. La filosofia della natura o fisica si occupa del movimento dei corpi. La geometria si occupa del movimento dei corpi in cui esso dà origine a figure nello spazio (deduce a priori); la fisica studia gli effetti prodotti da questo movimento sugli altri corpi (si serve di dimostrazioni a posteriori). Riconoscendo una realtà oggettiva, la metafisica è caratterizzata da un radicale materialismo, in cui il concetto di sostanza coincide con quello di corpo. Se il corpo è sostanza, il movimento è un accidente mediante cui i corpi entrano in contatto tra loro e si modificano reciprocamente. Accanto al materialismo si accompagna un meccanicismo deterministico: larealtà è una successione di cause necessarie prodotte dall’azione meccanica che i corpi esercitano gli uni sugli altri. In questo senso si esclude la presenza di una sostanza non corporea. Dal momento che TUTTO CIO’ CHE ESISTE È CORPO, il soggetto del pensiero deve essere per sua natura un ente materiale e corporeo. Sosterrà, perciò, che Dio per esistere deve avere una natura corporea, anche se infinita.
Il suo pensiero è di tipo materialista e meccanicista. Per H., tutta la realtà si concretizza come un corpo che è dotato di estensione e movimento. H. critica a Cartesio il passaggio dal cogito (attività) alla res cogitans (sostanza), non si può risalire dall’attività alla sostanza. H. rifiuta il dualismo di Cartesio.
ANTROPOLOGIA ED ETICA
L’attività della mente per H. è basata sul moto e questo si può vedere in particolare nell’ambito delle passioni. Per H., esistono 2
Passioni principali: appetito o desiderio = conduce all'amore ● avversione = conduce all'odio ● Queste due sono la conseguenza di quelle sensazioni che riceviamo dal mondo esterno, dalla combinazione di queste due passioni derivano tutte le altre emozioni. I movimenti di avvicinamento o allontanamento si manifestano esteriormente come piacere e dolore (amore e odio) e stanno alla base di tutta la vita emotiva dell'uomo. Hobbes definisce gli oggetti del piacere e dell'avversione rispettivamente il bene e il male. Questi si risolvono nelle percezioni soggettive. - Lui ha una posizione RELATIVISTA ETICA ovvero ogni cosa è buona o cattiva per noi = se io uccido qualcuno per salvarmi è considerata giusta. A proposito di questo Cartesio diceva che la volontà era libera di contrastare gli impulsi derivanti dalla dimensione corporea mentre per H. c'è la negazione della libera volontà e questo lo porta a un radicale determinismo in ambito morale.
.L'alternanza delle passioni non può essere controllata e condizionata dall'uomo.
Deliberazione: termine con cui si definisce l'alternanza meccanica delle passioni fondamentali al termine della quale una delle due prevarrà sull'altra. La passione che pone fine a questo processo è la volontà, non libera, ma determinata causalmente dalla concatenazione meccanica che governa l'avvicendarsi delle passioni. Hobbes nega quindi il libero arbitrio. L'unico spazio che riserva alla libertà, è la libertà d'azione: intesa come assenza degli impedimenti all'agire esteriore.
GIUSNATURALISMOLa riflessione politica di H. si inserisce all'interno di una corrente filosofica chiamata giusnaturalismo (corrente di pensiero che si interroga su come è nato il diritto di natura e su come questo diritto sia diventato un diritto positivo), in base al quale il diritto ha un fondamento naturale. La convinzione che
La natura sia fonte del diritto era già presente nello stoicismo antico, secondo cui la natura è permeata da una razionalità immanente che ne determina l'ordine necessario. La tradizione cristiana recupera questa nuova concezione in un'altra prospettiva:
- Quello che per gli stoici era il LOGOS, diviene l'ordine che Dio impone alla natura attraverso la creazione. Il fondamento assoluto del diritto naturale risiede nella LEX DIVINA che si rispecchia in: LEX NATURALIS (vige nella natura), LEX RATIONALIS (illumina l'intelletto umano)
Le teorie giusnaturaliste sono caratterizzate da uno schema tripartito dell'evoluzione umana:
- stato di natura: è presente un diritto naturale, che si credeva fosse di origine divina
- patto/contratto sociale: si esce dallo stato di natura e si rinuncia al diritto di natura
- società civile: il diritto di natura diventa un diritto positivo
H. si ispira ai giusnaturalisti moderni come Grozio e Pufendorf
(per loro il patto che conduce all’difuori dello stato di natura si caratterizza in 2 momenti *patto unione=gli individui si mettonod’accordo per uscire dallo stato di natura. *patto assoggettamento= dopo si assoggettano al sovrano).–GROZIO: convinto del fatto che le controversie religiose abbiano indebolito la concezione di unfondamento teologico del diritto, perciò intende ricondurlo a principi universali, validi prescindere.Fonda il diritto sulla RAGIONE UMANA: è giusto ciò che è conforme ad essa, è ingiusto ciò che sidiscosta da essa.–PUFENDORF: perfeziona l’autonomia del diritto dalla teologia. Nel “De jure naturae et gentium”espone sistematicamente le tesi di Grozio affermando l’esigenza di trattare la scienza del diritto comeuna scienza deduttiva.Afferma l’esigenza di emancipare il diritto sia dalla morale sia dalla religione.Diritto e morale sono scienze eterogenee (di diversa
natura): nel diritto è essenziale l'elemento di coazione (non osservanza norma giuridica viene sanzionata); nella morale non si dà nessun tipo di coazione e il rispetto della norma è rimesso alla coscienza. Hobbes qualifica come "diritto imperfetto" la norma morale. Il giusnaturalismo aiuta Hobbes a fondare una scienza politica che mirasse a una conoscenza certa. LO STATO DI NATURA ma H. introduce un elemento di originalità rispetto ai suoi predecessori infatti dirà che lo stato di natura si può riassumere attraverso 3 formule latine ed è inteso come un'ipotesi metodologica su cui fondare la riflessione sulle condizioni politiche attuali: homo homini lupus = l'uomo è un lupo per sopravvivere si oppone agli altri uomini perché ● è mosso dalla necessità della conservazione bellum omnium contra omnes = guerra tutti contro tutti, non ci sono alleanze (stato di ● guerra generale), nel quale vigeil diritto naturale: facoltà di usare tutti i mezzi necessari per garantire la propria conservazione. La minaccia costante della morte di guerra muove l'uomo a cercare di uscire dallo stato di natura. Riferimenti concreti possono essere: guerra civile inglese, condizione popoli indigeni delle Americhe, ambito politica internazionale. RINUNCIA AL DIRITTO NATURALE: via attraverso cui uscire dallo stato di natura e costruire una condizione di pace. Alla base di questa decisione vi sono le passioni: timore nei confronti della morte, speranza di una vita più sicura. Alla libertà illimitata, oppone perciò le "leggi di natura": regole universali che prescrivono cosa fare e cosa evitare al fine dell'autoconservazione. Le prime 3 leggi sono significative: 1. ricercare la pace 2. rinunciare al proprio diritto su tutto 3. mantenere i patti Ius in omnia = l'uomo gode del diritto di tutto, però non può goderne a pieno. Quindi lo stato di natura èossibilità di pace e dialogo tra le parti coinvolte. Inoltre, è fondamentale promuovere la comprensione reciproca e l'empatia, cercando di superare le differenze e i pregiudizi che possono alimentare il conflitto. La diplomazia e la negoziazione sono strumenti essenziali per risolvere le controversie in modo pacifico e raggiungere un accordo che soddisfi entrambe le parti. Inoltre, è importante coinvolgere la comunità internazionale e le organizzazioni internazionali per favorire la mediazione e la risoluzione dei conflitti. La pace non è solo l'assenza di guerra, ma anche la presenza di giustizia, uguaglianza e rispetto reciproco.