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II MODULO
13 LEZIONE
18/10/2017
La centralità della conoscenza dal nostro punto di vista cambia
L'universo mentale sembra diverso ma restano alcuni problemi declinati in maniera diversa. Uno di
questi è il problema della conoscenza, l'idea di una universalità della conoscenza che abbia i
requisiti della scienza. Conoscenza secondo universalità e necessita, e quindi resta costantemente
presente il problema della verità.
Ha scritto varie cose. Noi lo prendiamo in considerazione per due testi: il discorso sul metodo e le
meditazioni di filosofia prima in cui si dimostra l'esistenza di dio e l'immortalità dell'anima. Escono
in due versioni, la prima in latino nel 1641 e 1642. Due anni dopo escono in edizione francese. Se
leggo il titolo vedo che affronta le stesse questioni di Ficino. Qualcuno ha sostenuto che ci sono
problemi di censura. Quando i libri escono vengono sottoposti a controllo. C'è la censura che decide
se un libro va in stampa. Molti pubblicano fuori dalla Francia oppure in forma anonima. Questo
problema c'è a partire dal tribunale dell'inquisizione che decide cosa è ortodosso e cosa no. Può
essere che questo tema sia stato influenzato dalla situazione della censura. L'anno successivo
ripubblica il testo con una variazione significativa: in cui si dimostra l'esistenza e dell'anima umana
distinta dal corpo. Qui l'attenzione va sulla distinzione dell'anima dal corpo. Dio c'è, l'anima c'è ed è
distinta dal corpo. La metafisica si fonda su questo assunto universale. Definisce in maniera più
adeguata quello che è il suo pensiero. I termini, i concetti, sono quelli di primi, ma viene scandito
diversamente a seconda del contesto, dalla sua filosofia. C'è una continuità, ma nello stesso tempo
una variazione significativa che cambia il quadro mentale: la conoscenza in un piano metafisico,
cioè in una visione complessiva della realtà, che ritiene fondamentale il concetto di Dio e anche
insieme la distinzione dell'anima dal corpo. Conoscenza si sostiene su questi due presupposti
fondamentali.
Chi è Cartesio? Dove siamo? In che contesto siamo? Prendiamo Descartes dal vivo, da quello che
lui racconta di se stesso prima del discorso sul metodo, quando è ancora un giovane di 22 anni.
Siamo agli inizi del '600, 1618, e abbiamo un riscontro autobiografico della sua riflessione, del suo
stato esistenziale. È lui che parla di sé stesso. Mi riferisco a Olimpica. Siamo in Germania.
Descartes è nato nel 1596 in Francia e muore alla metà esatta del secolo (1650). Nel 1600 c'era stata
la condanna a morte di Bruno da parte del tribunale dell'inquisizione. Cosa ci fa Cartesio in
Germania. Si era arruolato, con funzioni ingegneristiche, all'inizio della guerra dei Trent'anni.
Cartesio ha studiato in un collegio locale, inizialmente, e poi in un altro collegio molto famoso,
quello di La Fleche. Si trova in una zona della Loria. È un collegio gesuitico molto importante per
la formazione. I gesuiti sono un ordine religioso istituito in seguito alla riforma della chiesa
cattolica. I gesuiti sono molto importanti nella formazione, sul terreno culturale. Il gesuita secondo
il modello cattolico ritiene che la religione non debba essere vissuta in alternativa al mondo, ma che
proprio perché la grazia viene da dio ma ha bisogno dell'operare umano, secondo un modello
rinascimentale (l'uomo faber, che si costituisce le sue sorti) allora è bene che ci sia un dialogo tra la
cultura, la filosofia e la religione, una conciliazione con il mondo. Non una distanza critica dal
mondo in quanto segnato dal peccato. Siamo in un contesto tipicamente romano-francese che aveva
mantenuto l'adesione alla religione cattolica. I protestanti erano soprattutto in Germania e nel Nord-
Europa. A La Fleche studia giurisprudenza e quando finisce ha due prospettive, e qua si vede subito
l'uomo Descartes cosa fa: dedicarsi alla professione oppure insegnare, ma non vuole fare né l'uno né
l'altro. Lascia la Francia e va in Germania in seguito alle vicende della guerra dei trent'anni che si
concluderà con la pace di Westfalia. Siamo in una zona che non è francese. Lui è molto legato alla
Francia, ma vivrà la maggior parte della sua vita in Olanda. Nei suoi anni di studio, si è occupato di
musica, nel senso di ricerca dell'armonia. Sta cercando la ratio dei numeri, ma non ha scritto altre
cose significative. Dopo farà tutto quello che lo costituisce come Descartes. In Germania va per un
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certo periodo in Francia, anche a Parigi. Ha contatti lì con un centro intellettuale, che è un salotto di
un padre Marcein. Era un religioso che aveva un salotto culturale. Li ci vanno tutti gli intellettuali
più importanti dell'epoca. Decide però di non stare in Francia e si reca in Olanda, perché qui lui dice
è più tranquillo. Non è frastornato dal mondo francese dei salotti che lo distoglie dai suoi interessi
più profondi. L'Olanda poi era un paese libero, più libero rispetto alla Francia. È un paese riformato
dove c'è maggiore libertà di pensiero. I libri circolano e arrivano anche dall'estero. La censura è
meno severa. Hanno una maggiore tolleranza e rispetto delle posizioni di altrui. C'è un motivo che
ha a che fare con l'inquisizione e c'è anche una presa di distanza da quello che sta accadendo in
Francia. Ha vissuto anch'essa i conflitti religiosi. Alla fine pur avendo vinto la fazione protestante
rispetto ai cattolici, il re abiura dal protestantesimo e si fa cattolico. Accetta però la tolleranza nei
confronti dei non cattolici. Questo accade alla fine del '500. Il re muore e regna per un certo periodo
la moglie Maria de' Medici. Era un'italiana. La Francia negli anni di Descartes sta diventando una
potenza. Anche Pascal vive questo ambiente. Entrambi tengono un atteggiamento di distanza.
Pascal esce in maniera aperta nella condanna della società contemporanea. Descartes non lo fa. Ma
per pensare in libertà va in Olanda.
Certo, in Olanda non è tutto bene, ma perlomeno c'è del latte. Non si tratta di un atto eversivo, ma
lo fa per riflettere bene.
Dopo c'è tutto Descartes che noi conosciamo. Scrive le regole per la direzione dell'ingegno. Scrive
degli altri trattati e comincia a scrivere delle opere di argomento scientifico, che sono: la geometria
(geometria analitica, applicazione della matematica alla geometria). Ogni figura può essere
analiticamente scomposta in questi punti. Studia l'ottica e la studia in termini matematici e
soprattutto studia la fisica. Era la vecchia filosofia naturale. È una fisica entro cui c'era anche una
descrizione dell'uomo, ma soprattutto era una fiisca al passo con i tempi. C'è stata la rivoluzione
copernicana che aveva scritto nel 1543. Le ripercussioni di quello scritto all'inizio era passata quasi
inosservata. Galileo scrive un'opera che ha un'influenza su Cartesio. Nel 1533 circa c'è la condanna
e l'abiura di Galileo. Si ritira, si isola, cerca di difendersi e Cartesio che sa della condanna di
Galilelo e non vuole assumere mai posizioni eversive. Decide quindi di non pubblicare questo
trattato. Pubbicherà nel 1637 la geometria e premette un discorso sul metodo.
Trattato delle passioni: scritto per la sovrana
La sua vita terminerà in svezia, quando invitato dalla regina di Svezia che vuole lezioni di filosofia.
Lo sottopone a un tour de force pesantissimo e per non essere disturbata negli affari pubblici chiede
di fare lezione alle 5 di mattino. Cartesio non era abituato ed era di salute cagionevole. L'11
febbraio del 1650 muore.
Questo è il contesto in cui vive Descartes.
Il punto in cui stiamo prendendo Descartes è il punto iniziale. Vediamo come questo Descartes
22enne vive la cultura contemporanea. Descartes è un autore che è un continuo riferimento.
Rivendica continuamente il suo punto di vista. Lo vediamo in preda a una crisi esistenziale che lo
sconvolge e che lo fa parlare di sé in termini che sembrano essere molto vicini per alcuni aspetti a
quelli rinascimentali che già conosciamo.
II ora
Stiamo parlando di un giovane di 22 anni che si trova in Germania. È appena iniziata la guerra dei
trent'anni e si descrive in uno stato di forte agitazione, di forte tensione spirituale. Il problema della
conoscenza lo attraverso esistenzialmente. Lui se ne è andato, poteva avere una professione sicura
in università. Ma lui ha la convinzione che tutto quello che la gente dice sia immerso nel
pregiudizio e quindi lontano dalla verità. Se tutto è pieno di pregiudizio, cosa si fa quando una cosa
non funzione? La si distrugge e si ricomincia da capo. Ma il sapere non è come una casa, è più
complesso, non dipende solo da me, è un'opera collettiva. Ma lui là dentro non è soddisfatto. E va a
dormire con queste idee nella testa e dorme in maniera agitata e fa tre sogni e li racconta. Il sogno
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era un luogo comune della manifestazione di potenze più forte, aveva un valore preditivo. Il primo
sogno è a p. 19. questo è il Descartes delle origini. Nel sogno c'è dentro il suo mondo: cerca rifugio
nella chiesa, incontra un amico e non lo saluta (l'ossequio). Quello che viene fuori è il suo stato di
turbamento. Si svegli agitato e con un dolore effettivo al fianco e pensa che questo dolore sia
conseguenza dei suoi peccati. Durante il sogno tutto si ingigantisce. Si riaddormenta e però sente
improvvisamente un colpo secco fortissimo come di un grande tuono e si risveglia immediatamente.
Nel suo risveglio ha delle allucinazioni. Ci sono delle analogie con alcuni racconti rinascimentali.
Cartesio non aveva delle visioni ma delle specie di immagini scintillanti. Si ritranquillizza e si
riaddormenta. Fa un altro sogno. Si trova in uno stato ancora confuso ma ha davanti a sé un libro,
un dizionario e lo apre casualmente in una pagina dove è citato un verso di un poeta latino: quale
strada intraprenderò, quale cammino intraprenderò? Questa è secondo lui la rivelazione del suo
sogno. Il sogno gli pone davanti una questione. Il problema del sapere contemporaneo, di tutto ciò
che la cultura ha accumulato lo lascia insoddisfatto e lui lì dentro si trova estremamente agitato. In
questo sogno lui ha sognato di fatto la via che doveva prendere. Il sogno gli dice che era lui che
doveva cercarsi il cammino. Lì ha avuto inizio la sua riflessione filosofica.
Descartes è a contatto con uno scienziato contemporaneo, Deckam (?), che è vicino al gruppo dei
Rosa croce, con inclinazioni esoteriche. Egli