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EPICUREISMO
Nel XVII secolo si ha un recupero di Epicuro, in sostituzione dell’insegnamento scolastico-
medievale.
L’epicureismo – fondato sulla concezione atomistica – fu una corrente filosofica distinta dal
cartesianesimo (sostenitori dell’atomismo = Gassendi e Boyle).
Epicuro:
1. Non vedeva un disegno preordinato nell’universo;
2. Spiegava l’aspetto delle cose con un incontro tra piccole particelle (atomi);
3. Aveva una concezione atomistica della realtà e questo si legava
all’interpretazione meccanicistica della natura (tipica del ‘600);
4. Negava l’immortalità dell’anima;
5. Riconosceva che la conoscenza sia legata alla sensazione.
Il suo pensiero quindi presentava grosse difficoltà dal punto di vista religioso, difficoltà che
doveva essere superate.
Gassendi – oppositore di Aristotele – abbracciò la filosofia di Epicuro (e l’atomismo)
proprio in contrapposizione con la tradizione scolastica (la scolastica medievale si rifaceva
ad Aristotele).
Boyle iniziatore della chimica moderna e sostenitore dell’atomismo.
Da Galileo – oltre che dall’atomismo di Gassendi, di cui conosceva le opere su Epicuro –
aveva imparato l’importanza della distinzione tra qualità oggettive (insite nella natura) e
qualità soggettive (dipendono dalla percezione dell’uomo) Boyle per distinguerle
introdusse i termini di qualità primarie e qualità secondarie (che ebbero larga fortuna con
Locke).
Capì che la scienza deve occuparsi esclusivamente delle proprietà oggettive, per questo
deve neutralizzare qualsiasi influenza esercitata dalla percezione del soggetto.
Rifacendosi a Democrito (ripreso a sua volta da Epicuro), Boyle sosteneva l’esistenza di
una materia universale, comune a tutti i corpi, estesa, divisibile e penetrabile, formata da
innumerevoli particelle (atomi). 12
GASSENDI
Sacerdote, scienziato e filosofo francese, contemporaneo di Cartesio.
Pubblicò le Quinte Obiezioni alle Meditazioni di Cartesio nelle quali – pur condividendo
alcune conclusioni di Cartesio (come l’esistenza di Dio e l’immortalità dell’anima) – critica il
metodo con cui Cartesio giunge a quelle conclusioni [critica la pretesa di costruire una
metafisica come scienza chiara e distinta].
Critica soprattutto l’adozione del concetto di evidenza (un’idea è evidente quando è chiara
e distinta) nota che manca un criterio oggettivo per stabilire quando un’idea è chiara e
distinta, quindi anche ciò che ci appare evidente potrebbe essere frutto di un’illusione.
Critica l’idea che l’uomo ha coscienza di sé solo come spirito e che l’uomo è solo una
sostanza pensante (res cogitans).
Critica l’idea innata di Dio l’idea di Dio non è né evidente né innata.
Le idee innate non esistono = tutte le nostre idee derivano dall’esperienza sensibile (le
idee derivano dai sensi)
Critica la separazione tra anima (res cogitans) e corpo (res extensa) ritiene che l’anima
non sia diversa dal corpo, quindi è errato distinguere le due sostanze.
Anzi lo stesso concetto di sostanza deve essere evitato perché non è conoscibile
dall’uomo.
Non nega l’esistenza della sostanza però essa non può essere conosciuta dall’uomo la
sostanza è conoscibile solo da Dio.
Si rifà alla tradizione scettica (soprattutto a Montaigne) e critica l’aristotelismo .
SCETTICISMO caratteristica dominante della corrente libertina. Gassendi se ne serve per
limitare le pretese della ragione e per ricongiungere religione e ragione Gassendi
assume un atteggiamento scettico e critico nei confronti di tutte le correnti filosofiche del
tempo (come quella aristotelica-scolastica e il cartesianesimo), si ispira così a Charron.
Gassendi si rifà all’empirismo (la conoscenza deriva dall’esperienza sensibile).
Al metodo razionalistico aristotelico contrappone l’osservazione empirica della realtà
l’uomo può conoscere solo i fenomeni l’uomo può conoscere pienamente solo ciò che fa
egli stesso (nel caso degli oggetti artificiali) o di ciò che può scomporre e ricostruire
mentalmente, per coglierne la costruzione interna (nel caso della realtà naturale).
Negli ultimi decenni della sua vita si avvicina all’epicureismo (alla filosofia di Democrito ed
Epicuro) gli atomi di Democrito e di Epicuro consentono di spiegare il processo
conoscitivo = esso è provocato dal fatto che alcuni atomi si staccano dall’oggetto
conosciuto per colpire i nostri sensi.
Però apporta delle correzioni alla tradizione epicurea per renderla compatibile col
cristianesimo:
sostiene che gli atomi (eterni per Epicuro) sono creati da Dio e da lui possono
essere eliminati;
sostiene che l’atomismo non esclude il carattere finalistico della natura, voluto da
Dio; 13
sostiene che gli uomini – oltre all’anima sensitiva – posseggono un’anima
immortale (distaccandosi così dall’epicureismo che considerava l’anima mortale
alla pari del corpo).
CYRANO DE BERGERAC
Filosofo della prima metà del ‘600.
Si ispira a Campanella da lui trae il principio dell’universale animazione delle cose
l’universo è un grande animale e tutte le sue parti sono a loro volta animali composti da
animali più piccoli i più piccoli di questi animali sono gli atomi.
Il suo atomismo è diverso da quello di Gassendi = non è infatti corretto per renderlo
compatibile col cristianesimo.
– Gli atomi sono eterni;
– La loro disposizione è dovuta alle forze che li animano e non ubbidisce ad un
disegno provvidenziale;
– L’anima è composta di atomi, conosce attraverso i sensi ed è mortale.
Si rifà al libertinismo sostiene che Dio non esiste la religione è solo un’invenzione per
controllare gli uomini.
Quindi Cyrano giunge a un profondo ateismo nega l’esistenza della provvidenza e dei
miracoli.
Sostiene il copernicanesimo sostiene inoltre la pluralità dei mondi e l’infinità
dell’universo (andando dunque contro alle credenze religiose).
CRITICA A CARTESIO
Cartesio aveva ridotto la materia ad estensione, ed aveva ammesso che le parti di una
materia agissero sulle altre meccanicamente. Ma la pura estensione non può possedere un
effetto d’urto. L’occasionalismo aveva tentato di risolvere il problema con l’intervento di
Dio.
Molti filosofi rifiutarono il cartesianesimo:
Superando la dualità di estensione e pensiero, riconoscendo un’unica res (Dio) e
riconoscendo estensione e pensiero suoi attributi (Spinoza).
Reintroducendo nella materia alcune proprietà distinte dell’estensione, che
permettono ai corpi di agire – se non metafisicamente sugli spiriti – almeno
fisicamente su altri corpi (Leibniz).
Negando ogni realtà alla materia, incapace di agire (Berkeley). 14
Ammettendo che i collegamenti tra i fenomeni (che noi imputiamo a un rapporto di
causa-effetto) sono nessi soggettivi, dovuti all’abitudine di vedere tali fenomeni
associati (Hume).
Queste dottrine furono stimolate dall’impossibilità – evidenziata dall’occasionalismo – di
attribuire sostanzialità e causalità a una materia concepita da Cartesio come estensione.
THOMAS HOBBES
La filosofia di Hobbes matura nel contesto della guerra civile inglese degli anni 40 del ‘600
la distinzione tra Hobbes e l’altro grande pensatore politico inglese del ‘600 – Locke –
deriva soprattutto dal diverso periodo storico in cui sono vissuti Hobbes scrive durante
la prima rivoluzione inglese del ‘600 (anni 40) mentre Locke durante la secondo rivoluzione
(la “gloriosa” rivoluzione degli anni ’80) la prima fu una vera e propria guerra civile
mentre la seconda segnò il passaggio da una monarchia oppressiva a una monarchia
costituzionale proprio per questo diversi sono gli obiettivi politici dei due pensatori: per
Hobbes bisogna evitare la guerra civile, per Locke la perdita di libertà.
Hobbes è uno dei grandi teorici dello stato assoluto egli è fautore di un assolutismo
regio di matrice laica nello stato assoluto il potere non deriva dall’alto (Dio) ma dal
basso (popolo) gli uomini – guidati dalla loro ragione – decidono di associarsi e di
rinunciare a porzioni della propria libertà in favore di un’istanza superiore: il sovrano.
Hobbes, Spinoza, Locke e Rousseau sono concordi sul fatto che non è Dio ad attribuire il
potere al sovrano (concezione medievale) ma è il popolo stesso guidato dalla propria
ragione quindi il potere non deriva dall’alto ma dal basso.
Hobbes ha una concezione riduzionistica (ridurre tutto le scienze ad una sola: la fisica)
ritiene che tutto (politica, etica ecc) può essere spiegato secondo le leggi della fisica
matematizzata.
Hobbes si rifà all’empirismo la conoscenza deriva dall’esperienza e non esistono idee
innate la conoscenza deriva dai sensi.
Anche Hobbes affronta il problema lasciato in eredità da Cartesio: il rapporto tra le due res
(res cogitans e res extensa) risolve il problema eliminando la res cogitans (la spiritualità)
e mantenendo solo la res extensa.
La res cogitans non esiste tutto ciò che esiste è materiale, anche quello che ci sembra
spirituale (coscienza, sensazione, memoria) non è altro che una manifestazione della res
extensa (materia) esiste solo la materia riconducibile ad estensione e movimento.
Nello studio della realtà parte da una definizione data da Platone (nel Sofista) Platone
diceva che esiste tutto ciò che compie o subisce un’azione.
Gli stoici avevano ripreso questa definizione dicendo che a subire e a compiere azioni
sono solo le cose materiali.
Hobbes si rifà agli stoici egli afferma che esiste solo ciò che può fare o subire un’azione.
15
Arriva a dire che esiste solo la realtà corporea (realtà che è un insieme di corpi e di
movimenti di corpi) esiste solo la res extensa: tutto è riconducibile a materia (a