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LOGICA
Fine della logica: spiegare i principi della ragione e la natura delle idee. Rifiuto della tesi Locke-
Berkeley di identificare come idee tutte le percezioni (divisione impressioni-idee), il carattere
doppio delle percezioni e la corrispondenza tra idee e impressioni.
Impressioni innate, istinti naturali derivati dalla costituzione della mente, hanno il compito di
rendere chiara e precisa l'idea oscura [dottrina della derivazione delle idee dalle impressioni].
Esperienza: criterio di verificazione.
Percezioni semplici e complesse.
La derivazione delle idee dalle impressioni vale solo per le percezioni semplici.
Impressioni di sensazione (esterne e originarie) e impressioni di riflessione (interne e derivate). La
sensazione esterna viene prima della passione anche se entrambe solo impressioni.
Hobbes: le percezioni derivano dal movimento della materia.
Cartesio: dal potere creativo dello spirito.
Malebranche: dal potere creativo di Dio.
Memoria: l'impressione riappare nello spirito di un'impressione sotto forma di idea, non può operare
cambiamenti, le idee della memoria sono forti e vivaci, solidità.
Immaginazione: facoltà riproduttrice più fiacca e languida della memoria, attività di analisi e
sintesi, libertà di trasporre, cambiare, mescolare, comporre le idee, i legami che instaura tra le idee
non hanno fondamento obbligato nella sensibilità. E' guidata dal principio di regolarità (gentle force
che induce la mente a congiungere una determinata idea ad un'altra: associazione/connessione delle
idee). Il principio della mente è una forza istintiva, non razionale. L'associazione delle passione è
legata direttamente all'associazione delle idee.
I principi di associazione: somiglianza (fonte di errori perchè tende a confondere un'idea con quella
somigliante), contiguità nel tempo e nello spazio, causalità.
Idee complesse (o copie di impressioni complesse o risultati dell'unione di idee semplici da parte
dell'immaginazione) raccolte in 3 classi: idee di relazioni (somiglianza, spazio e tempo, causa ed
effetto scoperte con l'esperienza, identitò, quantità o numero, gradi di proprietà, contrarietà), di
sostanza, di modi.
Relazioni di idee: conoscenza formale e tautologica, astrazione, no dipendenza dalla realtà.
Materie di fatto: raggiunge grado (maggiore o minore) di probabilità.
LA NATURA DELLE IDEE: posizione nominalistica (Berkeley), quando si trova una somiglianza
tra molti oggetti si applica a tutti lo stesso nome.
Conoscenza certa e scienza matematica
La teoria dell'infinita divisibilità di spazio e tempo è assurda; le idee di spazio e tempo non esistono
nel mondo sensibile ma sono idee della maniera in cui esistono gli oggetti. Impossibilità mentale ed
empirica di dividere infinitamente sia il contenuto delle sensazione che quello delle idee. Stabilire la
natura dell'estensione significa trovare le impressioni sensibili che corrispondono all'idea di
estensione (vista e tatto): i punti dell'estensione devono essere riempiti di colore e tangibilità per
concepire idea di esensione. stabilire la natura del tempo significa individuare un rapporto di
successione, di ordine degli oggetti. Estensione: proprietà della coesistenza delle parti. Tempo: non
coesistenza e successione delle parti.
La dottrina della possibilità: è possibile tutto ciò che la mente concepisce chiaramente o tutto ciò
che possiamo immaginare. Possibilità = pensabilità.
Conoscenza probabile e scienza sperimentale
La percezione è l'accettazione passiva delle impressioni senza attività del pensiero, la quale
caratterizza il ragionamento. La distinzione percezione-ragionamento è in campo pratico
l'equivalente della distinzione intuizione-dimostrazione nel campo astratto.
Le relazioni di identità e contiguità spaziale e temporale vengono comprese tramite l'intuizione
sensibile (percezione) mentre la relazione di causalità dà luogo al ragionamento sperimentale.
Studiare la scienza sperimentale significa studiare la relazione di causalità, a sua volta caratterizzata
da tre circostanze: contiguità nel tempo e nello spazio di causa ed effetto, priorità della causa
rispetto all'effetto e il congiungimento costante tra essi. Oltre a queste tre circostanze si aggiunge il
rapporto di connessione necessaria, il quale (come il congiungimento costante) non deriva dalle
impressioni immediate.
La credenza dell'idea di connessione necessaria deriva dall'esperienza che dalla causa deriva un
effetto e dalla ripetizione costante nel tempo di questo rapporto: c'è quindi la supposizione che ci sia
conformità tra futuro e passato. Gli effetti non possono essere desunti a priori: nè ragione nè
percezione possono fondare l'inferenza causale dal passato al futuro.
L'esistenza del mondo esterno
Non si può sostenere con alcun argomento filosofico l'effettiva realtà del mondo.
2 questioni fondamentali: l'esistenza continuata degli oggetti (esistono anche quando non sono
presenti ai sensi) e l'esistenza distinta degli oggetti dalla mente e dalla percezione.
I sensi sono incapaci di dar luogo all'idea di esistenza continuata, la quale invece è data
dall'inferenza della ragione o immaginazione. L'esistenza esteriore dei corpi non viene dai sensi
poichè è la mente che attribuisce loro un'esistenza corporea (non percepiamo propriamente il nostro
corpo e i 5 sensi non esistono nello spazio esterno).
Gli antichi risolvevano la questione tramite le finzioni delle forme sostanziali sottostanti ai corpi. La
filosofia moderna, pur distinguendo percezioni da oggetti, non riesce a dimostrare il passaggio
dall'esistenza della percezione a quella dell'oggetto. La ragione non può mai dare la certezza
dell'esistenza dei corpi.
L'opinione dell'esistenza del mondo è data dalla costanza delle percezioni: noi crediamo
all'esistenza dei corpi grazie alla finzione dell'esistenza continuata che conserva la perfetta identità
delle percezioni.
OPINIONE DELLA DOPPIA ESISTENZA: le percezioni sono intermittenti mentre gli oggetti sono
ininterrotti e dotati di identità ed esistenza continua. Hume la critica.
Riassunto della logica humiana
Viene proposto un nuovo modello di conoscenza basata sul principio della verifica fattuale delle
idee e sul principio dell'inferenza causale fondato sulla funzione abituale dell'istinto.
Viene proposto un nuovo concetto di realtà, la quale non comprende il concetto di sostanza (nè
materiale nè spirituale nè infinita/Dio). La realtà consiste nell'insieme delle operazioni che formano
la natura umana: percezione, ragionamento ed immaginazione. Ruolo primario hanno l'istinto e le
passioni.
MORALE
Morale = studio dell'azione umana e del suo svolgimento.
L'intento è dimostrare il regolare meccanismo nel modo di operare delle passioni attraverso il loro
studio sperimentale e psicologico. Distingue una statica delle passioni (la loro nascita) e una
dinamica delle passioni (il modo in cui operano).
Le passioni
Passione = impressione di riflessione. Viene intesa come percezione, ovvero ciò che è presente allo
spirito. Come la sensazione è una percezione forte ma diversamente da essa è un'impressione
interna. E' un impulso, la spinta da cui scaturisce l'azione: per questo è innata e originaria, in quanto
non derva dalla conoscenza. E' un impressione semplice ed uniforme.
Distinzione tra passione tranquilla (senso del bello) e violenta (amore, odio, gioia, dolore).
Distinzione tra passione ed emozione (più calma ma non copia della passione).
Le passioni dirette derivano dalla sensazione e sgorgano direttamente dal bene e male sensibili,
mentre quelle indirette pur derivando da essi si svolgono in rapporto all'intervento di altri principi
(orgoglio, umiltà, amore e odio). Altre passioni non derivano dalla sensazione ma da un istinto
originario inesplicabile: queste si identificano con bisogni corporei e mentali che ci portano
direttamente a cercare il possesso di un determinato piacere a loro congiunto.
Amore e odio sono passioni semplici: dalla loro mescolanza con altre emozioni derivano le passioni
complesse.
Distinte dalle semplici emozioni sono le passioni che possono divenire moventi delle azioni, che
sono in grado di spingere la volontà: la realtà pratica delle passioni è quella di tradursi in impulso,
ovvero generare desiderio o avversione.
Passione, volontà, ragione
La ragione non può mai essere il solo movente dell'atto volontario e non può mai combattere la
passione senza la volontà. La ragione si riferisce solo al mondo delle idee mentre la volontà ci pone
nel mondo della realtà. Senza sentimenti e passioni non esisterebbero azioni: il ragionamento
sperimentale dirige l'azione ma non la genera. La ragione scopre solo i rapporti negli oggetti.
Sia le passioni calme che violente influenzano la volontà: il comportamento ragionevole non è altro
che la prevalenza delle calme. La ragione è schiava della passione in quanto comporta dei giudizi
che sono influenzati dalle passioni. La ragione ha una natura inattiva: riguardo alle azioni, da sola, è
impotente. Può solo informarci dell'esistenza di una realtà alla quale è legata una passione o può
chiarire una connessione causa-effetto.
Movente e valutazione morale
L'azione va distinta dal suo movente. L'azione un segno esterno che si riferisce ad un'interiorità
ovvero il movente, il quale ha una natura pratica (è un impulso) ed è più importante dell'azione
stessa poichè non si valuta l'azione in sè ma il suo movente. Movente = impulso attivo non
derivante dalla ragione. Perciò che l'azione sia virtuosa dev'essere virtuoso il movente. Le regole e i
principi astratti razionali non spiegano l'azione ma intervengono dopo: bisogna indagare i moventi
naturali (bisogni concreti, interessi, passioni). La coscienza e il senso morale non sono originari ma
derivati.
La valutazione morale si riferisce a una questione di fatto quindi viene studiata dal metodo
sperimentale in quanto non prescinde dalle percezioni. Contro il razionalismo etico che afferma che
la morale si dimostra perchp la ragione può scoprire la virtuosità o viziosità dell'azione, afferma che
nessuna scoperta delle relazioni tra idee può cogliere il carattere morale dell'azione.
La valutazione morale è un'impressione: avere il senso della virtù è un sentire. E' l'esperienza che
unisce virt&ugr