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IMPRESSIONI IDEE
non presenti ma ricordati). Secondo Hume si può parlare di solo mettendo in relazione impressioni ed
CONOSCENZA
idee, dando loro un ordine. Uno dei modi fondamentali per fare ciò è considerare le une cause delle altre > è il principio
di causalità a generare/stare alla base della conoscenza.
Esistono ragioni logiche per sostenere che ogni evento sia causato da un altro evento? Secondo Hume no: l’unica
ragione logica, infatti, dovrebbe essere la contraddittorietà nell’immaginare un evento senza pensarne anche la causa,
ma questo lo possiamo fare senza cadere in alcuna contraddittorietà (es: posso pensare una palla in movimento senza
dover pensare anche a qualcosa che la abbia mossa). Così facendo Hume mette in discussione il principio della
metafisica tradizionale.
Ciò che di questa argomentazione sconvolge Kant è che Hume la estende anche alla scienza di Newton, affermando che
anche queste leggi potrebbero cambiare. Per Kant questo significa distruggere il sapere e la scienza, la quale – secondo
Kant – produce un sapere universale e necessario.
Una delle critiche che Kant rivolge a Hume, inoltre, è quella di aver mantenuto la validità di alcune forme di sapere
senza accorgersi che, secondo il suo ragionamento, anche queste (es: matematica; principio di mantenimento della
materia) avrebbero dovuto essere criticate come egli aveva criticato il principio di causalità. Secondo Kant, Hume è uno
(≠ ). In mezzo a scetticismo e dogmatismo sta il .
SCETTICO DOGMATICO CRITICISMO KANTIANO
* La Critica della ragion pura si può ritenere la risposta ai dubbi di Hume.
* Nella prefazione alla prima Critica Kant si dice “innamorato da sempre della metafisica”. L’opera infatti è un
tentativo di dare alla metafisica fondamenta più solide.
* L’opera Forma e principi del mondo sensibile ed intellegibile costituisce la prima parte della Dissertazione, che
porterà poi alla Critica della ragion pura
La Critica della ragion pura.
In questa opera Kant parte da una serie di assunzioni: la scienza / il sapere è tale solo se si trova di fronte a
(che Kant chiama giudizi, parola da intendere in modo non tradizionale, ma come sinonimo di
PROPOSIZIONI
“proposizione”) e conoscere significa giudicare, ossia mettere in relazione le cose.
UNIVERSALI NECESSARIE;
* Universalità e necessità non possono ovviamente derivare dall’esperienza.
Nell’opera Kant distingue tra (= in cui il predicato viene ricavato per analisi/scomposizione del
GIUDIZI ANALITICI
soggetto, dunque non fecondi in quanto non dicono nulla di nuovo sul soggetto, sono tautologici) e GIUDIZI SINTETICI
(= in cui il predicato mi fa conoscere qualcosa che non è presente nel soggetto).
I GIUDIZI ANALITICI
* Kant è convinto che ci sia una certa immutabilità del soggetto. Con un giudizio analitico ricavo delle determinazioni
che ineriscono immediatamente all’oggetto, ma analizzando il concetto di soggetto. Proprio perché analizzo il concetto
del soggetto e non l’oggetto, per Kant non ho bisogno di esperienza.
! Obiezione a Kant: il concetto di “cane” mi deriva dall’esperienza. Chi ha visto solo un bassotto, associa “cane” ad un
bassotto.
! Risposta di Kant: i giudizi analitici sono tali anche per chi nella vita ha visto solo un bassotto. Kant infatti non è
interessato a spiegare come sorgono i giudizi, ma solo a dire che essi esistono.
Ora, per verificare la veridicità di un’analisi è necessario che essa segua il principio di non contraddizione (es: il
concetto di estensione non contraddice il concetto di corpo). Se tale principio viene rispettato allora si ha un giudizio
vero, universale e necessario.
I giudizi analitici sono detti quando non fanno riferimento all’esperienza. Attenzione: la definizione “a priori”
A PRIORI
non ha alcun valore temporale. Essi non vengono prima dell’esperienza, ma a prescindere da essa.
I giudizi analitici a priori sono anche universali e necessari, dunque potrebbero costituire la scienza. Tuttavia, hanno un
problema: non sono fecondi, ossia non estendono la nostra conoscenza, andando così contro il nostro concetto di
scienza.
I GIUDIZI SINTETICI
I giudizi sintetici invece, che sono quei giudizi in cui il predicato non è contenuto nel soggetto, si dividono in giudizi
sintetici e giudizi sintetici Questi ultimi si fondano sull’esperienza e dunque non sono in
A PRIORI A POSTERIORI.
grado di produrre una conoscenza universale e necessaria; sono utili al sapere empirico, ma non a quello metafisico. I
giudizi sintetici a priori, invece, non fanno alcun riferimento all’esperienza; sono fondamento ideale della scienza, in
quanto sono universali e necessari e, in più, estendono la nostra conoscenza. Un giudizio sintetico a priori, secondo
Kant, è anche il principio di causalità (che invece Hume considerava a posteriori). Le scienze che si fondano su questi
principi sono l’aritmetica, la geometria e la fisica nei suoi principi fondamentali.
Kant deve ora rispondere alla domanda: come sono possibili i giudizi sintetici a priori? Essi non possono derivare
dall’esperienza, ma dal soggetto. Il soggetto, per Kant, è la ragione intesa come facoltà universale uguale per tutti. Il
principio di non contraddizione, secondo Kant, è soggettivo, anche se siamo abituati a considerarlo come qualcosa sovra
individuale.
Kant chiama la parte della sua opera in cui parla di tutto questo nome che rimanda all’oggettività. Il
LOGICA,
paradosso qui sta nel fatto che l’oggettività sia garantita dalla soggettività (considerata non come formula conoscitiva di
ogni individuo, ma come facoltà universale). Questa prospettiva soggettivistica è illustrata da Kant con la metafora della
RIVOLUZIONE COPERNICANA.
Nella Logica Kant passa in rassegna tre scienze e in più analizza in modo problematico la metafisica; le tre scienze
prese in considerazione sono e
LOGICA, MATEMATICA (GEOMETRIA) FISICA.
- Aristotele l’ha illustrata in un modo che non è più stato migliorato né modificato, secondo Kant. Si
LOGICA:
potrebbe obbiettare in vario modo, ricordando ad esempio la logica stoica, ma è vero che la logica aristotelica
ha avuto un’importanza fondamentale.
- la geometria euclidea rappresenta un livello di certezza indiscutibile. Essa è diventata tale
GEOMETRIA:
quando il geometra ha iniziato a costruire prescindendo dall’esperienza, ossia razionalmente, la teoria dello
spazio. Razionalità prima, esperienza poi.
- essa si è costituita come tale nel momento in cui il soggetto ha attivamente interrogato la natura
FISICA:
(= ). Non si tratta più di porsi passivamente davanti all’oggetto
METODICA SPERIMENTALE
Per quanto riguarda la conoscenza in generale questo porsi attivamente non si è finora mai verificato e il porsi
passivamente in filosofia non dà risultati. Da qui deriva la rivoluzione copernicana di Kant: il soggetto viene posto al
centro nello studio della teoria della conoscenza, non più l’oggetto. La rivoluzione copernicana vera e propria aveva in
realtà tolto l’uomo (=la terra) dal centro dell’universo. Il lavoro di Kant sta nell’individuare quali siano gli elementi che
ci portino a conoscenze universali e necessarie, come le scienze naturali. Kant chiama tutta questa indagine filosofica
, un concetto che ha una lunghissima tradizione nella filosofia medievale. Secondo la
FILOSOFIA TRASCENDENTALE
prima teoria aristotelica è possibile individuare le caratteristiche dell’essere in quanto essere, ossia le categorie. Poi la
filosofia medievale afferma che, oltre alle categorie, gli oggetti hanno caratteristiche comuni ancor più generali: i
trascendentali (=unum: gli oggetti hanno unità in quanto sono esistenti; verum: hanno verità perché sono accessibili
all’uomo; bonum: hanno bontà perché sono creati da Dio).
Kant riprende il significato di “trascendentale” come era esposto nella filosofia medievale. La nostra conoscenza non
conosce gli oggetti veri e propri, ma solo l’effetto che essi producono sulla nostra facoltà conoscitiva, Kant chiama
questi effetti, queste rappresentazioni fenomeni. Ovviamente, però, si deve immaginare che oltre a ciò che mostrano a
noi gli oggetti abbiano una realtà a sé, quella che Kant chiama la cosa in sé. Solo il fenomeno, secondo Kant, può essere
oggetto di studio.
Il termine noumeno deriva da Platone, che riteneva che esistesse un mondo sensibile e un mondo delle idee, ossia le
cose cogliibili dal noùs senza la mediazione dei sensi. Secondo Kant si può pensare di avere un tipo di conoscenza che
non passa attraverso la sensibilità ma solo attraverso le intuizioni intellettuali, questa è la conoscenza dei noumeni. Per
Kant, in ultima analisi, il noumeno è un concetto limite in quanto è conoscibile, solo che noi non abbiamo la facoltà di
farlo. Questa presunta contraddizione verrà poi presa in esame e criticata da filosofi di poco successivi a Kant, quali
Reinhold, Maimon, Schulze e Beck. Al di là delle posizioni specifiche di questi filosofi, il ragionamento generale che
li accomuna è: come può venire ammessa l’esistenza di una cosa in sé, ossia di una realtà non pensabile e non
rappresentabile? Essa deve configurarsi per forza come concetto impossibile, come, dirà Maimon, una grandezza
matematica quale √-a.
Secondo Kant, nel mostrarsi a noi le cose assumono forme della facoltà sensibile ed intellettuale che poi finiscono per
essere comuni a tutte le cose, è ciò che le accomuna è essere oggetti per noi (gli scolastici, invece, affermavano che ciò
che le accomuna è essere cosa in sé). E’ in questo che la filosofia trascendentale kantiana si differenzia da quella
medievale.
L’elemento materiale ci deriva dall’esperienza, l’elemento formale invece sono le forme con cui percepiamo/filtriamo il
materiale esterno.
La filosofia trascendentale prima distingue gli oggetti e poi li studia attraverso l’intelletto. La novità di Kant, invece, sta
nell’affermare che non ci rapportiamo alle cose in modo passivo ma dando strutture alle cose che vediamo. Kant non è
interessato a sviluppare una teoria della conoscenza in tutti i suoi aspetti, ma solo in quegli aspetti che rendono possibile
una conoscenza sintetica a priori.
La Critica della ragion pura è costituita da (che si occupa della conoscenza sensibile) e
ESTETICA TRASCENDENTALE
, che si divide in e
LOGICA TRASCENDENTALE ANALITICA TRASCENDENTALE DIALETTICA TRASCENDENTALE.
Es