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LA SITUAZIONE DELLA GERMANIA:
a cominciare da dopo il Congresso di Vienna (1815), considerando che Marx nasce nel 1818. Dobbiamo innanzi tutto
toglierci dalla mente l’idea che la Germania fosse una grande potenza industriale: la Germania non è neanche un paese
unitario ma formato appunto da una confederazione di stati (circa 40), di cui alcuni piccoli, che si limitavano ad
inglobare una sola città (è questo il caso di Amburgo), altri medi e altri – essenzialmente due - grandi, ossia la Prussia e
l’Austria. In particolare, questi due stati concorreranno per garantirsi la supremazia sugli altri stati: la situazione si
risolverà a fine ‘800 con il prevalere della Prussia e l’espulsione dell’Austria dalla confederazione.
La Prussia poi è divisa in due parti, diverse non solo territorialmente, ma anche e soprattutto dal punto di vista
economico. Abbiamo così:
a. La Prussia orientale – con Berlino come capitale. Nella Prussia orientale predomina un’economia agraria con il dominio
dell’aristocrazia fondiaria. I nobili sono ricchi possidenti di terreni, coltivati per loro dal contado. Il re è un “prius inter
pares”. C’è poca borghesia, formata da un certo numero di artigiani e pochi commercianti, ma che non ha potere.
b. La Prussia occidentale, detta altrimenti Renania – con capitale Bonn. È la parte della Prussia più sviluppata: più
sviluppato il commercio, comincia a esserci un po’ di industria tessile. Il predominio è sempre della nobiltà, anche se
c’è una borghesia un po’ più vivace che comincia a fare delle rivendicazioni. Le loro rivendicazioni sono simili a quelle
che troviamo in Italia: hanno valore sia simbolico, sia pratico, e sono essenzialmente due.
• Unità: si vuole un ampio mercato unitario interno, senza mercato interno non si può sviluppare
l’industria.
• Costituzione: significato immediatamente pratico; partecipare alla stesura delle leggi, vuol dire far
valere anche i propri interessi. Avere partecipanti al parlamento, significa partecipare al potere, ossia
controllare in una certa misura il governo.
Una data importante è il 1834, data in cui un certo numero di Stati interni fondano l’unione doganale (zoll
verein), di cui fanno parte anche gli Stati intermedi: primo abbozzo di un mercato abbastanza ampio, stimolo per la
borghesia a muovere altre richieste.
Ci soffermiamo maggiormente sulla Renania perché qui nasce Karl Marx.
nacque a Treviri, in Renania, nel 1818 da una famiglia borghese ebrea. La tradizione culturale ebraica non
KARL MARX
ebbe però influenze sulla formazione di Marx, così come qualsiasi altro spirito confessionale. Il padre, avvocato di
origine ebraica, si converte al cristianesimo luterano per evitare gli ostacoli che gli ebrei trovavano sulla via delle
professioni: aveva idee liberali, l’ammirazione per la cultura illuministica e il tollerante razionalismo, tipici della
borghesia renana.
Altre le su Marx:
INFLUENZE
• l’economia politica inglese
• la filosofia tedesca da Hegel a Feuerbach
• il pensiero socialista
Queste coordinate culturali costituiscono un orizzonte teorico entro il quale Marx si colloca, ma prima di essere
scienziato, è ricordato come rivoluzionario.
viene letto da Marx “da cima a fondo”, quando, dopo gli studi liceali e un anno di giurisprudenza a Bonn, si
HEGEL
trasferisce nel 1837 a Berlino. A Berlino la polemica tra hegeliana intorno ai rapporti tra filosofia
DESTRA E SINISTRA
e religione ha acquistato immediatamente una dimensione politica.
La TESI di laurea, preparata tra il 39 e il 41, sulla DIFFERENZA TRA LA FILOSOFIA DELLA NATURA DI
, si muove all’interno dell’avvicinamento tra filosofie post-aristoteliche,
DEMICRITO E QUELLA DI EPICURO
illuminismo e sinistra hegeliana. Epicuro appare al giovane Marx come “il più grande illuminista greco”, in quanto ha
eliminato ogni trascendenza e ha condotto fino in fondo la critica della religione.
Dopo Hegel, si pone alla filosofia il problema di trovare un nuovo rapporto con la realtà.
Nel 1842, Marx decide di impegnarsi a fondo nel giornalismo politico, divenendo prima redattore, poi direttore della
Gazzetta renana, un quotidiano che iniziava la sua pubblicazione a Colonia esprimendo le istanze della giovane
borghesia renana: amministrazione corretta della finanza pubblica, unificazione economica della Germania, libertà di
stampa.
Su questi temi furono condotti i primi interventi politici di Marx, ispirati a una posizione democratico-radicale.
L’attività di giornalista della Gazzetta renana lo pone per la prima volta dinanzi ai “cosiddetti interessi materiali”. Si
interessa al socialismo e al comunismo francesi e inizia la revisione critica della filosofia del diritto di Hegel.
La censura prussiana sopprime all’inizio del 43 la Gazzetta renana e favorisce il suo ritiro dalla scena pubblica nella
stanza da studio. Nello stesso anno si sposa con Jenny von Westphalen e si trasferisce con lei a Parigi.
Il soggiorno parigino (ottobre 43-febbraio 45) e il primo anno di esilio a Bruxelles, dove si trasferisce quando il
governo di Guizot lo espelle dalla Francia su pressione di quello prussiano, sono uno dei periodi più intensi della
biografia intellettuale di Marx: gli anni della genesi della concezione materialistica della storia e del socialismo
scientifico.
Innanzitutto, approfondisce i risultati del pensiero di , l’unico che, secondo Marx, aveva rappresentato
FEUERBACH
un effettivo progresso rispetto a Hegel: infatti, Feuerbach aveva dimostrato che la religione è una proiezione dei
desideri dell’uomo, e che l’Idea della filosofia speculativa di Hegel non è che un travestimento del Dio della religione.
Marx negli Annali franco-tedeschi traccia le linee essenziali dell’utilizzazione e del superamento della critica di
Feuerbach (“la critica della religione è il presupposto di ogni critica”). Feuerbach rimane un materialista di vecchio
stampo, metafisico, contemplativo perché mentre contrappone all’Idea gli uomini concreti, li riduce naturalisticamente
alla “specie”, togliendo loro la dimensione specifica che li costituisce: la storia dei rapporti sociali nei quali gli uomini
producono le loro condizioni materiali di esistenza. Marx ha allargato il concetto feuerbachiano di alienazione, fino a
comprendervi, oltre alla religione, tutti i rapporti politici e sociali, nei quali gli uomini sono degradati e asserviti a una
potenza estranea.
L’alienazione religiosa rimanda a quella politica e questa ai rapporti economici e sociali, alla divisione della società
in classi antagonistiche.
Nel 1843 Marx è approdato al comunismo. Ma leggendo i testi del 43-44, è bene ricordare che siamo soltanto alle
soglie della concezione materialistica della storia e del socialismo scientifico.
L’evoluzione scientifica e politica avvenne a Parigi e a Bruxelles attraverso lo studio di economisti e critici di
economia politica. L’amico di Marx, Friedrich Engels, contrapponeva la difesa della proprietà privata e gli effetti
tangibili della proprietà privata dei mezzi di produzione. La soluzione dell’antitesi era indicata nella soppressione della
proprietà privata, nel comunismo. Questo è il filo conduttore che tiene presente anche Marx leggendo gli economisti
(Smith e Ricardo) e i critici dell’economia politica liberale. Marx scopre le leggi dell’economia capitalistica e insieme,
attraverso i dati delle statistiche e delle inchieste, la realtà terribile della classe operaia.
I “ ” sono l’opera di Marx sulla quale si sono concentrati negli
MANOSCRITTI ECONOMICO-FILOSOFICI DEL 1844
ultimi decenni innumerevoli commenti, che si dividono tra recensioni che vogliono l’opera come il nocciolo essenziale
del marxismo, a cui dev’essere ricondotto tutto Marx, e recensioni di chi considera i Manoscritti uno scritto di impronta
completamente ancora idealistica.
Nella primavera del 1845, Engels raggiunge l’amico a Bruxelles e le linee di fondo del materialismo storico sono
ormai chiare a Marx, che nel frattempo ha approfondito lo studio degli economisti e dei socialisti e, nel marzo 45, ha già
fissato i punti essenziali del suo distacco da Feuerbach con le .
XI TESI
La teoria materialistica dello sviluppo storico è per Marx, nello stesso tempo, una teoria scientifica della rivoluzione
nel mondo moderno: la società borghese è strutturalmente fondata sull’antagonismo tra capitale e lavoro; la società
socialista non può essere il frutto di riforme sociali illuminate ma nascerà dalla socializzazione dei mezzi di produzione
come sbocco obbligato della lotta di classe rivoluzionaria.
Già a Parigi, nel 44, frequenta le riunioni degli operai francesi. Nell’estate del 45, Marx ed Engels, durante un
soggiorno in Inghilterra, incontrano alcuni cartisti inglesi e operai tedeschi emigrati. Engels ha appena terminato “La
situazione della classe operaia in Inghilterra”, frutto del precedente soggiorno di 21 mesi nel quale ha stretto contatti
diretti con gli operai inglesi e ha vagliato attentamente le inchieste ufficiali sulle fabbriche.
Nella primavera del 46, Marx lavora a Bruxelles per la creazione di comitati di corrispondenza che avrebbero
dovuto mettere in contatto i socialisti tedeschi con i socialisti francesi e inglesi, stringere rapporti organizzativi tra i
diversi gruppi rivoluzionari e provocare un confronto critico tra le diverse concezioni socialiste in essi presenti.
Nell’anno successivo, Marx e il comitato di corrispondenza di Bruxelles si affiliano alla più importante organizzazione
di lavoratori tedeschi emigrati, la “Lega dei Giusti”.
Il primo articolo del nuovo statuto afferma che “scopo della lega è l’abbattimento della borghesia, il dominio del
proletariato, la liquidazione della vecchia società borghese e la fondazione di una nuova società senza classi e senza
proprietà privata”. Nel secondo congresso, tenuto a Londra nel novembre del 47, Marx ed Engels hanno l’incarico di
redigere i principi teorici e il programma pratico del partito: nasce il ,
MANIFESTO DEL PARTITO COMUNISTA
pubblicato a Londra, in lingua tedesca, nel febbraio del 1848.
Negli anni 46-47, Marx conduce due battaglie: la prima contro le posizioni utopistiche e settarie diffuse nella Lega
dalla frazione guidata da Weitling; la seconda, di più ampia portata, ripresa poi all’epoca della prima Internazionale,
contro il riformismo di Proudhon. Per Marx il sistema capitalistico è fondato sullo sfruttamento: la società borghese è
l’ultima forma di uno sviluppo storico millenario in cui le forze produttive sono cresciute all’interno di rapporti sociali
antagonistici.