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Estratto del documento

Nell'ambito della storia, Marx contraddistingue due elementi di fondo: le forze produttive e i

rapporti di produzione.

Per forze produttive Marx intende gli elementi necessari al processo di produzione:

1. Gli uomini che producono, la forza-lavoro;

2. I mezzi utilizzati per produrre;

3. Le conoscenze tecniche e scientifiche.

Per rapporti di produzione Marx intende i rapporti che si instaurano tra gli uomini nel corso della

produzione. Essi trovano la propria espressione giuridica nei rapporti di proprietà.

Insieme costituiscono il modo di produzione. L'insieme dei rapporti di produzione costituisce la

struttura, nonché lo "scheletro economico della società". Invece, con il termine sovrastruttura si

intende che i rapporti giuridici, le forze politiche, le dottrine etiche, artistiche, filosofiche e religiose non

sono realtà a sé stanti, ma come espressioni dei rapporti che definiscono la struttura di una società

storica.

Di conseguenza, per Marx non sono le leggi o lo Stato a determinare la struttura economica della

società, ma sono loro ad essere determinati da essa. Con il termine "materialismo storico", non si

deve pensare alla classica interpretazione di materialismo come materia che è alla base di tutte le

cose, ma al convincimento secondo cui le vere forze motrici della storia non sono di natura spirituale,

ma di natura socioeconomica.

-​ Il rapporto struttura-sovrastruttura

Riguardo a questo rapporto, è opportuno fare alcune osservazioni:

●​ Quando Marx utilizza il termine "sovrastruttura" vuole sottolineare la dipendenza dei fenomeni

politici e culturali dalla base economica, ma senza considerarli futili o superflui;

●​ Per parlare del rapporto che c'è tra struttura e sovrastruttura utilizza due verbi: determinare

(un rapporto immediato e forte) e condizionare (un rapporto meno immediato e più debole).

L'utilizzo di questi due verbi è probabilmente dovuto al fatto che egli voleva alludere alla

dipendenza della sovrastruttura dalla struttura, ma senza concepirla in modo meccanico e

immediato;

●​ Marx non nega che le idee possano influire sugli avvenimenti storici, proprio perché secondo

il suo punto di vista esse esprimono una situazione già esistente. Ad esempio, le idee

rivoluzionarie in Francia effettivamente influenzarono le vicende francesi, ma questo solo

perché rispecchiavano una situazione che era già di per sé rivoluzionaria. L'unico elemento

veramente determinante della storia è quindi la struttura economica, mentre la sovrastruttura,

e tutto ciò che ne fa parte, ne è solamente il riflesso;

●​ A tal proposito, alcuni anni dopo Engels spiegherà che l'unico fattore determinante della

storia è la produzione e la riproduzione della vita reale.

-​ La dialettica della storia

Le forze produttive e i rapporti di produzione rappresentano la legge della storia. Marx riteneva che ad

una determinata forza produttiva corrispondessero dei rapporti di produzione, ad esempio ad una

forza produttiva agricola corrisponde un rapporto di produzione di tipo feudale. Tuttavia, i rapporti si

mantengono solo nel momento in cui vadano a favorire le forze produttive, in caso contrario vengono

distrutti. Poiché le forze produttive si sviluppano più rapidamente rispetto ai rapporti, ne seguirà una

situazione di tensione dialettica tra i due elementi che darà vita alle classi sociali. Le nuove forze

produttive sono rappresentate da una classe in ascesa, mentre i vecchi rapporti di proprietà sono

incarnati da una classe non più tanto dominante. Inevitabilmente ci sarà uno scontro, che verrà vinto

dalle forze produttive, la cui classe riuscirà a diffondere la propria ricchezza e la propria maniera di

produrre. Questo modello teorico si incarna perfettamente nella Rivoluzione francese, guidata da una

lotta tra la borghesia e l'aristocrazia.

Analogamente per il capitalismo, il quale produce solo grazie ad un gruppo di operai, e per Marx se la

produzione della ricchezza è sociale, allora dovrà esserlo anche la sua distribuzione. Questo dice che

il capitalismo, anche se assurdo, ha una necessità del socialismo.

Nell'opera Per la critica dell'economia politica, Marx contraddistingue cinque epoche caratterizzate da

differenti formazioni economiche:

1. La comunità primitiva (la comunità a stampo comunista di cui parlavano Marx ed Engels);

2. La società asiatica;

3. La società antica;

4. La società feudale;

5. La futura società socialista.

Questo processo è la dimostrazione che l'epoca del comunismo sia inevitabile. Possiamo porre delle

differenze sostanziali tra la dialettica hegeliana e quella marxiana:

1. Il soggetto della dialettica non è più lo spirito, ma è rappresentato dalla struttura economica e dalle

classi sociali;

2. La dialettica del processo storico è concepita come empiricamente e scientificamente osservabile

attraverso i fatti;

3. Le opposizioni che muovono la storia non sono astratte, ma concrete e determinate, e sono tutte

riconducibili alla dialettica tra le forze produttive e i rapporti di produzione.

Il manifesto del partito comunista

L'opera in questione rappresenta un'efficace sintesi della concezione marxista del mondo. I punti

principali sono:

1. L'analisi della funzione storica della borghesia;

2. Il concetto della storia come lotta di classe e il rapporto tra proletari e comunisti;

3. La critica dei socialismi non scientifici

-​ Borghesia, proletariato e lotta di classe

Al contrario delle precedenti classi sociali, le quali tendevano verso una mentalità conservativa,

secondo Marx la borghesia non può esistere senza una rivoluzione continua. Invece, il proletariato,

classe oppressa dalla società borghese, non può fare altro che dare inizio ad una dura lotta di classe

con lo scopo di abbattere il capitalismo.

Se nell'Ideologia tedesca Marx pone il rapporto tra le forze produttive e i rapporti di produzione al

centro dello sviluppo sociale, nel Manifesto individua come soggetto autentico della storia la lotta tra

classi.

-​ La critica ai falsi socialismi

Marx divide i socialismi in tre tendenze di fondo:

1. Il socialismo reazionario;

2. Il socialismo conservatore;

3. Il socialismo e comunismo critico-utopistici.

Il socialismo reazionario attacca la borghesia secondo parametri conservatori piuttosto che

rivoluzionari. Esso si divide in tre forme: feudale, piccolo borghese e tedesca.

Il socialismo feudale mira all'abolizione della società capitalistica moderna per cercare di tornare ad

una realtà prerivoluzionaria e preborghese. Nonostante i feudali cerchino collaborazione da parte dei

proletari, essi vogliono la sostituzione dell'alienazione attuale con una medievale, al contrario dei

proletari che vogliono un'abolizione totale di qualsiasi forma di alienazione.

Il socialismo piccolo borghese esprime il punto di vista della piccola borghesia dopo che essa è stata

rovinata dal capitalismo industriale. Anche questa borghesia vuole ritornare ad una situazione

preborghese.

Il socialismo tedesco è a sua volta di estrazione piccolo-borghese e finisce per sostenere i governi

tedeschi delle reazioni, opponendosi così ai risultati della borghesia liberale.

Il socialismo conservatore è incarnato da degli economisti che ritengono possibile rimediare ai difetti

del capitalismo senza distruggerlo. Essi vorrebbero la borghesia senza proletariato e il lato positivo

sistema borghese senza quello negativo, illudendosi che sia possibile "curare" il capitalismo. Il

principale esponente è Pierre-Joseph Proudhon, che venne accusato da Marx di non essere in grado

di comprendere il meccanismo della dialettica e di voler tollerare la proprietà.

Il socialismo e il comunismo utopistico sono costituiti da una corrente feconda di idee per marxiane

istituite principalmente da Saint-Simon, Fourier e Owen. Marx li accusa di non riconoscere al

proletariato una funzione storica e rivoluzionaria autonoma e di cercare di arrivare ad una pace

tramite riforme arrivando ad una situazione moralistica ed utopistica. A questo tipo di socialismo Marx

contrappone il socialismo scientifico, basato su un'analisi critica dei meccanismi sociali del

capitalismo e sull'individuazione del proletariato come forza rivoluzionaria destinata ad abbattere il

sistema borghese.

Il capitale

-​ Economia e dialettica

In questo saggio Marx si propone di analizzare i meccanismi strutturali della borghesia in modo da

riuscire a determinare la legge economica della società moderna.

Avendo come sottotitolo Critica dell'economia politica, possiamo dedurre che il filosofo fosse

contrapposto all'economia classica. Infatti, a differenza di autori come Ricardo e Smith, egli è convinto

che non esista una legge universale dell'economia, ma che ogni formazione sociale (come il

feudalesimo) abbia dei propri caratteri e delle proprie leggi storiche specifiche.

Egli è convinto che l'economia debba fare uso dello schema dialettico della totalità organica e

studiare il capitalismo come una struttura i cui elementi risultano connessi. Ne Il capitale Marx studia il

capitalismo distinguendone elementi di fondo ed elementi secondari, con lo scopo di mettere in luce

delle caratteristiche e delle tendenze di sviluppo per riuscire a fare delle previsioni.

-​ Tra economia e filosofia

Come già sappiamo, Marx fu particolarmente influenzato dalla dialettica hegeliana. Infatti, nella sua

fase giovanile egli cercò di rovesciarla trasformandola da idealista e materialista, reputandola

comunque indispensabile. Tuttavia, nella fase centrale della sua esistenza possiamo dire che la

accantonò.

Nel capitale invece, il filosofo ha nuovamente bisogno della dialettica, per non far diventare il saggio

un libro che narra la storia dell'economia ma che riesca a cogliere l'essenza del modo di produzione

del capitalismo. Egli si propone di individuare gli elementi strutturali per distinguerli da quelli

accidentali. I concetti di reale e concreto subiscono un mutamento, infatti Marx identifica con astratto

ciò che a prima vista appare concreto, e concreto ciò che a prima vista appare astratto.

Infatti, la scienza non è solo l'identificazione dei fatti, ma anche la ricerca delle leggi che stanno alla

base della loro esistenza. Vi sono delle condizioni generali che devono essere riconosciute, ma che a

differenza di quelle hegeliane non sono a priori, bensì a posteriori.

All'interno del saggio possiamo individuare tre tappe fondamentali:

1. La ricerca della documentazione;

2. L'analisi del materiale raccolto;

3. L'individuazione di un principio generale, il quale potrebbe essere paragonato,

parlando

Dettagli
A.A. 2011-2012
8 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alessia.pergameni di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Banini Tiziana.