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La mercanzia tratta di un amore mercenario nel senso che non è un amore dedito esclusivamente ad una

persona. Abbiamo una coppia, dama e cavaliere che però si distrae ballando talvolta con altri cavalieri. In

ambiente popolare la mercanzia aveva delle valenze sessuali e spesso si tramutava in un orgia collettiva.

Questa è una danza, insieme alla sobria che prevedevano dei determinati canoni rappresentativi. Si tratta in

generale di momenti di divertimento che venivano accompagnati da strumenti. Gli strumenti principali erano

l'arpa e il liuto e talvolta le percussioni per le danze più movimentate. I cembali erano fondamentali per dare

una cadenza processionale alla danza.

Le danze di corte in particolare la danza bassa, erano danze molto complesse presupponevano all'interno

della corte una figura come un maestro di danze. Questo era colui che componeva le coreografie e soprattutto

insegnava la danza a tutti i membri della famiglia per cui lavorava. Era una figura piuttosto stanziale ed era

molto importante perché fin da piccoli i bambini erano educati alla danza. Solitamente sono figure che

appartengono al nucleo basso della società e in tutti i modi cerca di salvaguardare la sua nicchia di lavoro

creando composizioni coreutiche che necessitano di un insegnante. Quindi la musica e la danza di quel

periodo erano molto complesse e confuse perché altrimenti non ci sarebbe stata la necessità di avere un

insegnante che spiegasse anche praticamente. Oltre a questo c'è il discorso che la danza non è fine a sé stessa

ma serve per innalzare l'animo, quini l'insegnante farà fare degli esercizi di tipo spirituale. La danza dunque

ha sempre un codice di comportamento morale.

Dalla fine del 300 e nel corso del 400 abbiamo una produzione fondamentale di trattati sulla danza. Il 400,

l'umanesimo, è il secolo dei trattati e si cerca di recuperare tutta la tradizione e si ha una ricerca del classico

greco e romano che erano stati conservati nei monasteri e nelle collezioni private. Si ha bisogno di

raccogliere tutto il materiale e di fissarlo con dei codici. A tutti i livelli del sapere dunque si cerca di fissare

delle regole scritte. La danza non si sottrae a questo. La danza nobiliare ha bisogno appunto di fissare la sua

ragione d'essere. Ci sono tre importanti trattati sulla danza, a opera di altrettanti maestri di danza attivi nelle

principali corti italiane.

Quando si scrive, chi scrive si auto nobilita, quindi la stesura di trattare era fondamentale a questo scopo.

Domenico da Piacenza che è il capostipite e il maestro per eccellenza. Guglielmo Ebreo da Pesaro allievo di

Domenico. Antonio Cornazano che era un nobile che si dedicava alla danze e che scrive il trattato in onore di

una figlia della famiglia Visconti.

Giovedì 15 Novembre

Il 400 è un secolo in cui tutte le arti relative alla vita umana, vengono codificate attraverso la scrittura perché

appunto si ha la necessità di scrivere e documentare qualsiasi cosa. Per noi è fondamentale perché da qui

diamo l'avvio alla codificazione della storia della danza, soprattutto grazie alla successiva diffusione della

stampa. Quindi inizialmente i manoscritti erano destinati ad un pubblico elitario. Normalmente sono dedicati

ad un signore, ad un protettore, sperando nella sua protezione e comunque è un modo per nobilitare l'opera.

Il 400 ha questa doppia valenza, ossia il senso dell'auto rappresentazione e il senso dello spettacolo

rappresentativo che quindi presuppone che ci sia un pubblico che osserva, destinatario di un messaggio.

Inoltre la società è molto più sviluppata e complessa, ed esce dai valori medievali e si ritrova nelle città, con

caratteristica signorile con una o più famiglie che anche in maniera ufficiosa assumono il controllo politico

della città, come ad esempio la famiglia Medici a Firenze. Lo spettacolo serve a glorificare le varie fasi

fondamentali della famiglia regnante. Quindi gli spettacoli avranno una cadenza precisa e la stagione teatrale

sarà subordinata e seguirà l'andamento della società. Matrimoni, battesimi, nascite degli eredi e gli arrivi in

città di persone importante accolte dalla famiglia, sono tutte occasioni di spettacolarità offerta, nell'ultimo

caso anche all'esterno della corte. I funerali sono momento di esternazione di potenza della famiglia a cui

apparteneva il defunto. I funerali d'effige sono occasione per celebrare personaggi esterni alla città, come

successe a Firenze in occasione del funerale di Michelangelo.

Elementi fondamentali del '400:

maestro di danza

• primi trattati sulla danza

• balli spettacolari all'interno della festa signorile

Lo spettacolo diventa veicolo di propaganda e rappresentazione, infatti proprio da qui lo spettacolo

rappresentativo comincia ad avere una funzione totalmente diversa dalla danza sociale. I professionisti

avranno un ambito dedicato a loro che ci fa capire quanto siano stati importante in quegli anni. I maestri di

danza si trovano all'interno delle corti e sono fondamentali perché mantengono la valenza educativa ed

elitaria della danza all'interno della corte. Quindi il maestro è importante per mantenere la tradizione

medievale e per dare rilevanza alla famiglia. Le famiglie più importanti hanno un maestro stipendiato. I

maestri più importanti del 400 furono:

Domenico da Piacenza: De arte saltandi et choreas ducendi (1455 ca.)

• Guglielmo Ebreo da Pesaro: De pratica seu arte tripudii (1463)

• Antonio Cornazano: Libro dell'arte del danzare (1465)

Il trattato di Domenico da Piacenza è il padre di tutti i trattati ed è diviso in due parti: nella prima si spiega il

valore dell'arte della danza inteso come metafisico ed intellettuale. Si giustifica l'importanza della danza in

questo senso, e si reputa fondamentale per i nobili per distinguersi dalla massa. La danza è l'esternazione

materiale e microcosmica dell'armonia delle sfere. La seconda parte (choreas ducendi) si dedica alla

spiegazione di come queste danze debbano essere eseguite.

Guglielmo Ebreo fu allievo di Domenico, evidenzia già con il titolo del suo trattato il termine “pratica”,

fondamentale per quel secolo. Il manoscritto è composto in due parti, anche qui si spiega nella prima parte la

valenza filosofica della danza e nella seconda si danno delle nozioni sul come applicarsi nella danza.

Il trattato di Cornazano è un po' atipico: è una sintesi dei trattati precedenti anche se l'autore non è un

maestro di danza come gli altri due ma è un nobile segretario alla corte milanese che si diletta in maniera

molto intendente di danza. La sua passione lo porta a fare questo compendio dei trattati precedenti anche per

semplificare la scrittura e con la finalità di semplificare e far capire meglio il tema della danza alla sua amata

Camilla, della famiglia Sforza.

Siamo in presenza di trattati che non rispecchiano il termine che ci aspettiamo: i maestri scrivevano i trattati

non per divulgare l'arte ma per mantenere questa nicchia. Gli esempi pratici sono scarsi e sono difficili da

comprendere. Hanno una struttura con un discorso che non trova punti di riferimento all'interno del trattato.

Questi saggi ci danno l'idea della volontà di nobilitazione di questa materia, appunto per darle prestigio ma di

pratico c'è veramente poco perché se io sono troppo chiaro ed esplicito, tutti lo possono comprendere e

quindi se tutti imparano a danzare da soli, il maestro perde la sua funzione in quanto tale.

Danze di genere:

Bassa danza/Basse danse: nel 400 è una danza di corte ma nel 500 sarà abbandonata. Non è di tipo

• rappresentativo.

Saltarello/Pas de brabant: danza vivace. Molto spesso associata alla bassa danza

• Quaternaria/Nachtanz/saltarello tedesco: il ritmo era un 4/4

• Piva: danza piuttosto vivace

• Caròla/Carole: mutuata dalla danza circolare collettiva cortese e medievale.

• Ballata/Balade: deriva dalla ballata medievale. Poteva essere eseguita a coppie e aveva una struttura

• musicale elementare con la presenza del ritornello con valenza ripetitiva sia dal punto di vista

musicale che coreutica.

Rondò/Rondeau:

• Brando/Branle: è una delle danze che avrà maggior successo nel 500 600 e verrà utilizzato nella

• danza rappresentativa. Il Branle è una danza collettiva.

I generi di ballo teatrale si riferiscono a delle particolari situazioni: il momento fondamentale dell'evento

spettacolare in generale è la festa signorile a corte. In queste occasioni per celebrare al meglio e per far

vedere il prestigio della famiglia, lo spettacolo diventa mezzo di propaganda. Il ballo all'interno di questi

spettacoli diventa veicolo duplice sia perché si offre qualcosa a chi osserva e sia perché è momento di auto

celebrazione. Il ballo teatrale si basa quasi totalmente su rappresentazioni allegoriche, figure di riferimento in

cui la famiglia si rispecchia. Lo spettacolo di corte è a sé stante, dedicato a persone invitate, persone in grado

di recepire il messaggio dello spettacolo. Comunque il ballo teatrale, rappresentato per essere visto, deve

avere un minimo di drammaturgia anche se talvolta sottende a messaggi allegorici o politici.

I balli che si usano sulla scena comprendono le danze di genere ma ci rimandano ad un preciso messaggio

attraverso la rappresentazione.

Danze di genere a uso imitativo e teatrale: danze usate sulla scena durante i balli teatrali ossia una scena vera

e propria con valenza drammaturgica. Si deve pensare a balli rappresentativi sempre eseguiti dai nobili della

corte, quindi anche questi balli dovranno sottostare ai codici delle danze di genere. Talvolta intervenivano dei

professionisti che eseguivano una scena o un ballo più ambito, difficile o atletico, non alla portata di tutti. I

balli demandati all'ambito rappresentativo erano:

Moresca: nel 500 e nel 600, è una delle danze teatrali di maggior fortuna. Il termine ci indica che è

• una danza di successo perché nel 400 assume la valenza rappresentativa dello scontro tra le forze del

male e del bene, tra Cristiani e i Mori, visti come estranei ed entità negativa contro la quale il

cristiano va a combattere. Quindi la moresca descriveva questa battaglia. Quindi una danza

rappresentativa ma anche per come è strutturata sulla scena, si presta ad una rappresentazione fisica:

è una danza collettiva eseguita in schieramenti avversi che si fronteggiano sulla scena e si scontrano

con dei passi precisi e caratteristici ed arrivano allo scontro fisico con strumenti di scena. I costumi

stessi sono chiaramente dedicati ad una rappresentazione. I danzatori dello schieramento negativo

sono spesso dipinti di nero in faccia. La Moresca t

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
18 pagine
7 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/05 Discipline dello spettacolo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher balconi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della danza e del mimo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Pagnini Caterina.