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Storia della danza e del mimo
La storia della danza è una disciplina accessoria rispetto alla musica e al teatro. Solo dal 1900 comincia a diventare una disciplina totalmente autonoma. In Italia, a differenza della Francia e dell'Inghilterra, la danza è una disciplina che da poco viene insegnata nelle università. Le fonti più importanti della danza sono conservate in molte importanti biblioteche americane, come la Biblioteca del Congresso di Washington; e nella Biblioteca Nazionale di Parigi, nella British Library di Londra e nell'archivio di Stato di Firenze. La danza non nasce come "danza", ma nasce e si crea con il termine "rappresentazione". Essa si sviluppa insieme all'uomo diventando, via via sempre più complessa. I primi studi sulla danza furono di tipo antropologico. Infatti, la necessità di danzare e di usare il corpo per comunicare nasce insieme all'uomo. Il primo testo sulla storia della danza.è di Kurt Sachs, del 1933, "Storia della Danza". La prima parte del testo indaga le origini e la natura della danza, la seconda parte classifica i vari tipi di danza succedutisi nei secoli. La danza nasce dal desiderio primordiale dell'uomo di una comunicazione immediata, caratteristica che rimarrà peculiare nella danza e nel teatro della commedia dell'arte. Con il linguaggio del corpo si raggiunge, infatti, qualsiasi livello di comprensione. Kurt Sachs, così, individua nella società primitiva la prima differenziazione nel modo di usare il corpo. Il movimento si individua sotto due prospettive diverse: 1) la capacità narrativa rappresentativa del movimento corporeo - si utilizza il corpo per dare una micro-rappresentazione di qualcosa. L'idea era connaturata con l'uomo primitivo, a causa del bisogno di relazionarsi con qualcosa (es. prima della caccia si usava fare riti propiziatori nei quali la danza era rappresentava di quello.che si sviluppò in Grecia era un'importante forma di intrattenimento e di espressione artistica. La danza greca era spesso associata alle celebrazioni religiose e ai riti sacri. Era una danza molto stilizzata e formale, con movimenti precisi e simbolici. I greci credevano che la danza potesse connetterli con gli dei e che potesse avere un effetto purificatore e curativo. La danza era considerata un'arte sacra e veniva eseguita da sacerdoti e sacerdotesse nei templi. La danza greca era caratterizzata da movimenti eleganti e armoniosi, con un'enfasi sulle linee del corpo e sulla grazia dei movimenti. I ballerini utilizzavano anche accessori come veli e corone di fiori per arricchire le loro performance. La danza greca era spesso accompagnata da musica, suonata con strumenti come la lira e il flauto. La musica e la danza erano strettamente legate e si influenzavano reciprocamente. La danza greca ha avuto un'enorme influenza sulla cultura occidentale e ha contribuito allo sviluppo della danza come forma d'arte. Ancora oggi, molti dei principi e delle tecniche della danza greca sono presenti nella danza moderna e contemporanea.come intrattenimento infatti non esisteva, era solamente educativo e socialmente utile, era un momento importante per la vita sociale del cittadino. La visione dello spettacolo voleva dire prepararsi ad un insegnamento e lavorare all'interno del teatro che si trovava al di fuori dell'assetto urbano, a sottolineare il cammino di purificazione e preparazione che ci voleva per raggiungerlo, completamente immerso nella natura, e per questo sublimato. La danza ha una funzione molto importante fin dalle origini del teatro greco. Il coro entrava in scena con dei movimenti danzanti, che avevano connotati sia fisici che psicologici (es. in "Medea" di Euripide, il coro era molto sviluppato, e lo stato d'animo del personaggio era personificato dal coro stesso che si esprimeva autonomamente ma interloquendo anche con lei, rappresentando quasi il suo inconscio; il suo movimento acuisce le sensazioni della tragedia incombente, muovendosi velocemente e vorticosamente). Il coro, quindi,operava dei movimenti che da un punto di vista registico aumentavano la percezione della catarsi. Questo fu il primo nucleo in cui intravedere una funzione drammaturgica della danza. "Ne "Le Baccanti" di Euripide vediamo bene come la cultura greca sia un tutt'uno con il filone della danza astratta. L'uso degli elementi esterni caratterizza questa danza cultuale (vino, stupefacenti), e ne migliorava il contatto con la divinità. Il movimento creava un legame con una dimensione ultraterrena, dava la possibilità di andare oltre la natura umana, di rifugiarsi in un mondo onirico. Questa visione astratta la ritroviamo in uno dei balletti di Marius Petipa, "La danza del faraone", tema molto ricorrente nel 1800. ROMANI La società romana elabora, invece, un sistema sociale e spettacolare molto diverso. Il teatro è inserito all'interno della città ed è il punto di riferimento politico. Il teatro, quindi, a differenza della Grecia,non era più educativo e sociale, ma simbolo dell'Imperatore. Il teatro assume un valore storico, sociale e politico per l'impero romano. Esso è un intrattenimento quotidiano del popolo romano. Lo spettacolo era fondamentale all'impero per ottenere il favore del popolo. Doveva stimolare i sensi visivi e non quelli intellettuali; la catarsi si raggiungeva attraverso la visione di spettacoli crudi e primitivi. All'interno di tutto ciò troviamo la figura dell'istrione (histryo), il primo professionista teatrale. Attraverso l'arte corporea sale in scene usando l'espressività del volto per poter comunicare col pubblico. L'uso del corpo per guadagno ne fa il primo professionista della teatralità occidentale. L'istrione si spostava spesso nelle varie città dell'impero, composto da moltissime etnie. Per comunicare usava il linguaggio del corpo, travalicando con la mimica le barriere linguistiche. Il mestiere eraAdibito anche alle donne. La veste della Baccante era infatti una veste dagiullaressa, alla quale appartenevano gli stessi movimenti scomposti e innaturali. Il performer dacui viene fuori il ballerino professionista fu proprio l'istrione, fra il 1400 e il 1500, anche perchél'istrione utilizza al 100 % le sue capacità corporali. Successivamente all'istrione si presenta, conle stesse caratteristiche, il giullare.
Oltre all'istrione c'era l'actor, personaggio appartenente alla classe dei patrizi che recitava unteatro scritto per diletto personale, era un dilettante. Andava in scena sempre con la mascheraper non farsi riconoscere e la sua gestualità risultava, così, limitata. La sua agitazione eraespressa attraverso l'arte oratoria.
I più grandi politici della società romana andavano spesso a vedere gli actor, per trarre spuntodalla loro ars oratoria, e creando così anche l'arte della Retorica.
Seneca fu uno dei più avversi critici della teatralità corporea degli istrioni, poiché stimolava le passioni più bestiali nell'uomo, e non i valori dell'intelletto. Seneca fu il primo tragediografo a portare la morte in scena, usando la come compromesso per attrarre maggiormente il pubblico. Il suo fu un compromesso bestialità-intelletto.IL PANTOMIMO: la pantomima ebbe origine dalle rappresentazioni dell'Asia minore, che rimandavano ad una pratica specificatamente gestuale (faccia e corpo), dove la parola non è contemplata. Talvolta il mimo è aiutato dalla musica, che spesso è suonata da lui. Il pantomimo può rappresentare più personaggi e agisce quasi sempre con una maschera. Questo genere di arte venne importata a Roma dalle provincie dell'Asia Minore grazie a Pilade e Batillo, due istrioni che si dedicarono al genere della pantomima con l'idea di diversificare le loro competenze per accaparrarsi
Un grosso guadagno. Pilade si occupava prevalentemente di pantomima tragica, mentre Batillo di pantomima comica. Gli attori che avevano un repertorio stabile da riproporre in varie occasioni (i primi divi della storia del teatro), godevano di sostenitori. Diventando famosi, infatti, partirono le lotte dei patrizi per assumerli nelle loro case private.
"Il trattato dialogico "De saltatione" di Luciano da Samosata, ha come protagonisti Cratone e Licino. Il dialogo inizia con Cratone che afferma che la danza non serve a niente e con Licino che risponde affermando che la danza innalza la sfera corporea e che serve sia al corpo che allo spirito. Nel 1700 i più grandi coreografi che si dedicano a questa disciplina si rifanno alla pantomima romana e alle teorizzazioni di Luciano da Samosata.
MEDIOEVO
Dopo il decadimento dell'Impero Romano, si ebbe la civiltà medievale. Uno dei suoi elementi più importanti fu il decadimento del teatro romano, che perse totalmente la sua funzionalità.
Gli edifici rimasero ma non furono più demandati alla spettacolarità. La spettacolarità medievale era più che altro uno spettacolo rappresentato nelle città e nelle piazze. L'edificio ecclesiastico soppiantò i teatri come punto di riferimento fondamentale per la società medievale. Nella figura del giullare ritroviamo un elemento comune alla società antica: l'istrione, figura professionistica con caratteristiche inalterate rispetto al passaggio storico che sopravvive in una società totalmente senza punti di riferimento. La teatralità della parola antica non esiste più, e il giullare si presenta come il primo professionista moderno della storia della danza. L'idea della specializzazione mimica e attorica nel Medioevo scomparve: diventarono mestieri che sfruttavano la spettacolarità del territorio. Il giullare era un professionista itinerante che si esibiva nei posti dove la popolazione si riuniva.
Per le faccende quotidiane, come il mercato o il sagrato della chiesa. Il tessuto cittadino diventa l'elemento portante della spettacolarità, e l'itineranza determina la non-specializzazione. L'importanza dell'itineranza stava nel non annoiare mai il pubblico proponendo sempre spettacoli di fattura diversa. I giullari si esibivano attraverso le acrobazie, perché questo mezzo di comunicazione eliminava la parola e si affidava totalmente alla mimica. Si trattava di un uso proprio e improprio del corpo, inoltre, chi mercificava il proprio corpo veniva spesso additato come personaggio da evitare, secondo i canoni della chiesa. Essa quando parlava dei giullari li paragonava al demonio, poiché le loro erano posizioni innaturali, e quindi demoniache. Queste credenze si svilupparono soprattutto in area anglosassone, oltre che in Italia. Caratteristiche del giullare erano, perciò, la disarmonia e la deformazione fisica, che ne facevano un personaggio unico.
nel suo genere. La danza di Salomè diventa un cavallo di battaglia delle giullaresse. In un dipinto abbiamo Salomè che si esibisce con grazia e sensualità, attirando l'attenzione di tutti i presenti. La sua danza è un mix di movimenti fluidi e sinuosi, che incantano gli spettatori. La sua figura slanciata e le sue lunghe chiome bionde si muovono con eleganza, creando un'atmosfera magica e seducente. La danza di Salomè è un simbolo di bellezza e potere, e la sua performance lascia tutti senza fiato.