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I SISTEMI “BANK ORIENTED” E “MARKET ORIENTED”
La storiografia ha elaborato diversi indicatori per descrivere e distinguere i sistemi di finanziamento nei diversi paesi
con il decorso del tempo sulla base della prevalenza dei banche o dei mercati: si può vedere come i paesi anglosassoni
come (UK e USA) abbiano una tendenza nel ricorrere al mercato borsistico mentre Europa ed Oriente mostrano la
prevalenza bancaria → l'indicatore è espresso come quota percentuale dello stock azionario sulle attività finanziarie
complessive e rappresenta il rapporto tra tra struttura e attività: maggiore è il pesi della Borsa nel sistema, maggiore
sara l'indice.
La golden age ( fino al 1965) mostra una convergenza delle imprese verso il modello “market oriented”.
Dal 1988 al 2010, l'indice per valutare il peso delle attività in Borsa, è espresso dal rapporto del valore totale delle azioni
scambiate in Borsa, e il credito erogato dalle banche → l'uso di questo indicatore conferma le differenze tra paesi
europei ad anglosassoni.
In Italia il perso delle attività in Borsa, rispetto al credito al settore privato, è modesto con una rapida convergenza
attorno al XXI secolo, infatti avrà un ruolo determinante anche se variabile, con tre fasi di maggiore entità
nell'eta giolittiana (1896-1914)
negli anni '60 questa caratteristica si riflette nel notevole
ultima parte degli anni '90 fino alla crisi 2008-2009 indebitamento in particolare nel secondo dopoguerra
LA COMPOSIZIONE DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO
La struttura italiana, è composta storicamente da due tipologie di istituti:
banche di dimensioni medio-grandi, private o pubbliche
istituti di risparmio di dimensioni anche piccole ma costituiti senza fini di lucro e su base solidaristica come le
casse di risparmio, le banche popolari, le casse rurali
Le banche ordinarie si basano sulla centralizzazione del credito ed hanno la loro fase di maggiore presenza nel
finanziamento delle imprese tra fine Ottocento e crisi del 1933 attraverso quegli istituti privati chiamati banche
universali o miste.
Nel secondo dopoguerra, sono le banche pubbliche a rappresentare questo segmento del sistema creditizio con la
novità dell'esplicito divieto introdotto dalla legge bancaria del 1936 di detenere le partecipazioni di imprese: questa
disposizione è collegata alla crescita dell'esposizione a breve termine verso le banche. Dal 1992, la privatizzazione delle
banche ha fatto tornare indietro queste ad essere operatnti nel finanziamento diretto delle imprese in una fase rapida
di internazionalizzazione della finanza.
La banca universale ha la sua motivazioen strategica originaria nel sostegno all'industri considerata necessaria
per la crescita economica moderna, che richiede forti investimenti per perseguire eocnomie di scale.
Gli strumenti di questo tipo sono rappresentati dalle aperture di credito, anticipazioni, investimento diretto in azioni e
partecipazioni e anche dallo sconto delle cambiali.
il secondo tipo di banca privilegia una logica di rete, essendo decentrata articolandosi in una molteplicità di
banche di piccole dimensioni, diffuse sul territorio legate a piccole e medie imprese. Non richiede il
coordinamento con la politica monetaria e la stabilità dei cambi; i tassi di interesse sono in genere bassi e
regolati dalla domanda locale : gli strumenti usati soino le semplici transazioni commerciali, cambiali, avalli e
sconti
LE GRANDI BANCHE E LE GRANDI IMPRESE
In Italia, nel XIX secolo , il credito era esercitato da poche Banche :
il banco di Roma, la Banca Commerciale Italiana, il Credito Italiano e la società Bancaria Italiana: esse sono banche
universali, per il fatto che esercitavano ogni forma di raccolta e di prestito: cambiali, avalli, sconti ma anche aperture di
credito, partecipazioni, collocamento di azioni.
Erano impegnate nel sostegno di attività industriali private legate all'importanza delle economie di scala in questi settori
ed in un paese così poco sviluppato, facevano ricorso al finanziamento bancario per sostenere gli investimenti
necessari. Le banche gestivano una vasta gamma di operazioni,come trasformazioni bancaarie, societarie,
ristrutturazioni interne etc.. anche se nella maggior parte dei casi finanziavano lo svluppo di imprese solide, per avere
un minor rischio di investimento.
Per finanziare gli investimenti rilevanti come quelli richiesti dia mercati moderni, era necessario un adeguato mercato
mobiliare in grado di far fronte a questi impegni di investimento.questo compito era affidato alla Borda che svolgeva
questo in maniera efficiente fino al 1907 : fino a questa data il sistema italiano pur privilegiando il credito bancario,
vantava un numero notevole di operazioni tenendo conto che erano le stesse banche a collocare i titoli mobiliari.
Crebbe infati poi la tendenza di società anonime costituite da banche miste medesime, inoltre aiutate da partener
tedeschi e svizzeri che aiutavano a smobilitare i capitali , partecipazioni etc senza ricorre alla Banca d'Italia. Questo
meccanismo si inceppò con la crisi della Borsa nel 1907 quando non potè più trasferire ad altri operatori una
percentuale dei rischi assunti per la limitatezza del mercato finanziario: la crisi quindi ridusse la possibilità di
finanziamento alle imprese accresciuta inoltre anche dal contorno delle caratteristiche del lungo periodo delle imprese
italiane, ossia la conduzioni familaire o comunque la ristretta presenza di soci di maggioranza che temeva di perdere il
controllo qualora ci fosse stata la quotazione in Borsa.
Ulteriore indebolimento fu dettato dallo scaturirsi del primo conflitto mondiale , che porto le imprese a creare dei
gruppi in modo da sostenersi a vicenda e regoladnosi tramite autofinanziamento: ma le pratiche dei gruppi,
indebilorono la possibilità da parte delle banche miste di valutare attentamente i beneficiari dei fondi.
Con la scelta di tornare al gold standard, il cambio lira-sterlina, fissato a “quota 90” nel 1926, le banche si trovarono
ancora più impigliate nel finanziamento delle imprese e nelle difficoltà del mercato mobiliiare di collegate aglie levati
tassi d'interesse per la stabilizzazione dei cambi: fu la crisi 1931-1933 a porre fine alle banche universali private in Italia.
Venne creato un nuovo sistmae di intermediazione, creato da imprese pubbliche le quali emettevano titoli a garanzia
fissa e questo permise di raccogliere le risorse necessarie per finanziare le holding pubbliche dell'Iri.
Nel dopoguerra (1947) il ruolo delle banche nelle attività di investimento, era molt ridimensionato: le grandi imprese
organizzate in holding, si finanziavano con profitti mentre l'investimento dell'attività pubblicaa era eseguito tramite
obbligazioni. Inoltre venne limitato il potere delle banche maggiori, dando più peso a quelle minori che erano molto più
vicine alle realtà imprenditoriale, questo ebbe a breve termine degli effetti:
deterioramento della capacità di raccolta informazioni clientela
allocazione delle risorse basate sul frazionamento del credito , favorendo la copertura dei rischi di tipo
permanenti patrimoniali
il mercato di capitale perse la funzione di ausilio alle imprese cosìcche i gruippo usarono la frammentazione del
capitale, in azioni per organizzare strategie di controllo
Per le banche più grandi si aprì una nuova ottica: la “doppia intermediazione” : la crisi petrolifera del 1973 ridusse e
cambiò al struttura finanziaria delle imprese. La crisi della domanda dell'autofinanziamento si ridusse mentre l'aumento
dei prezzi ampliò il peso del debito corrente rispetto al capitale sociale.
Andò a crescere il finanziamento delle imprese attraverso l'esposizione a breve termine che mire a rischio tutta la
struttura del 1970 e questa condizione spinse Guidoo Carli, il governatore della Banca d'Italia, a proporre di cambiare i
crediti delle imprese industriali in azioni → da qui si apri un sucesso di strumenti finanziari fino alla crisi del 1987:
queste innovazioni nei marcati furono accompagnate da nascita authorities per la sorveglianza dei mercati
finaziari,come:
Consob, vigilanza società quotate
Isvap , istituto vigilanza delle assicurazioni private e di interesse collettivo
Agcm, autorità garante della concorrenza e del mercato
Ulteriori difficoltà di finanziamento furono dettate anche dalla formazioni di un primo embrione di stabilizzazione
moneria, lo Sme → la stabilizzazione del cambio, provocò aumento del tasso di interesse che squqilibrò le imrpese. Le
incertezze del mercato azionario e le difficoltà di finanziare le stesse persone, costrinse le imprese a politiche di
trasfromazione quali, fusioine, decentramento, chiusure di impiati che portarono una riduzione del settore industrile
italiano.
Gli anni Novanta, furono quelli della liberalizzazione finanziaria e dell'integrazione dell'unione monetaria:
liberalizzato il movimento dei capitali → le banche ordinarie poterono esogare il finanziamento diretto delle
impese a svolgere attività anche nel mercato secondario.
Processo di privatizzazione del sistema bancario
esempi migliori: la nascita della Banca Intesa nata dalla Banca commerciale Italiana e cassa di risparmio delle province
lombarde.
Le banche tornarono a comportarsi come durante l'età giolittiana, finanziando liberamente le imprese, specialmente pe
fusioni o acquisizioni, collocamenti in borsa.
L'ultimo decennio è stato ricco di instabilità legata a vari eventi:
crisi della lira e della sterlina
crollo dei titoli paesi emergenti come il Messico
crisi asiatica
la bancarotta dell'Argentina
e fallimento di molte aziende importanti nel paese ( Parmalat, Cirio ) e non (Worldcom)
L'indebitamento delle imprese rimase un nocciolo critico nonostante i tagli dei costi tanto che le banche divenirono
parte della proprietà delle imprese. Ulteriore aggramento è legato alla crisi 2007/2008 legato anche allo scandalo della
Lehman-Brothers: dopo questa fase c'è un totale ristagno del sistema.
LE BANCHE DEI SISTEMI LOCALI DI IMPRESA
Le banche italiane locali sono secolari ed hanno accompagnato la nascita di molti contestii locali della prima
industrializzazione italiana di fine '800. Queste mbilitavano il capitale verso le iniziative locali: l'espressione più
importante era la classe bancaria stanziata nel Centro-Nord seppur gestite dall'aristocrazia locale. Con questi fondi
sostenevano operazioni immobiliari e concedevano prestiti, per lavori dediti ai fini comunali ed erano molto attive nel
mercato di collocamento dei titoli di Stato. A partire dal 1864, iniziarono a nascere le casse di risparmio al fianco delle
banche popolari per stare più vicini all