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RANCIAI - 7 17 48 - -TALIAR U 5 13(6) 30 (22) 72 (74) 89 89EGNO NITO-
dato non disponibile
Fonti: Hannah, 1999, tab. 7.4; per i dati in parentesi, Whittington e Mayer, 2002, tab. 6.1; 6.2, 6.3.
La diffusione della struttura divisionale ha rappresentato una componente di rilievo nel processo di americanizzazione delle economie europee del secondo dopoguerra; quando, nei primi anni Sessanta, l'egemonia politica ed economica degli USA cominciò ad affievolirsi, subentrarono le società di consulenza americane con la loro opera di promozione delle tecniche manageriali d'oltreoceano. Tuttavia, con la M-form hanno continuato a convivere, con discreto successo, altri modelli di organizzazione.
c) Holding, reti e gruppi
Nella dottrina di Harvard, la forma divisionale viene spiegata in termini di necessario adeguamento della struttura alle strategie di crescita dell'impresa moderna.
- nel
Nascono imprese che possono essere confrontabili con quelle americane. 56→ Per queste ragioni la holding viene liquidata dalla scuola americana come un retaggio del passato, la cui performance non è in grado di reggere quella della moderna M-form:- questa viene ritenuta superiore in tutto: per la sua visione strategica complessiva, per la chiara struttura proprietaria delle sue divisioni, per la razionale combinazione delle sue unità operative, per la netta separazione tra strategia ed attività operativa.-> soluzione criticata da società di consulenza americane: inefficienza, non c'è controllo diretto su impresa controllata -> duplicità tra autonomia e dipendenza non era efficiente: pluralità di centri decisionali distribuiti in tutta l'impresa Tuttavia, la holding è a lungo rimasta la forma preferita di organizzazione delle grandi imprese europee, delle quali a fine '900 circa ¼ ancora
manteneva questa struttura;♦ inoltre le varie forme assunte dai gruppi di imprese extraeuropei - dai keiretsu giapponesi ai grupossudamericani – possono essere viste come declinazioni della H-form.-> forma che comunque ha persistito nel corso del tempo, probabilmente perché il fattore del contesto èimportante
Attraverso la holding si è riusciti a coniugare controllo dell’impresa e la famiglia: si è preferito avereuna catena societaria che di passaggio in passaggio consente di mantenere controllo sull’impresa
In America ci affida ad altre forme: anche perché il management propagandava come soluzione migliorequella di affidare la gestione al management. -> non è in gioco efficienza dell’impresa ma il governodell’impresa.
Queste due forme continuano a misurarsi a lungo.
La forma famigliare/ del gruppo si è rivelata più elastica/flessibile, adatta ai cambiamenti derivanti dallaglobalizzazione:
facilità di cambiamento della struttura organizzativa a seconda delle necessità, si è dimostrata più efficace a rispondere ad esigenze economiche.-> forma replicata in Giappone, Corea, America Latina Come si spiega allora il duraturo successo di un'organizzazione (apparentemente) così poco efficiente? La spiegazione rinvia ancora una volta a fattori esogeni all'impresa, cioè alla storia e al contesto istituzionale delle singole realtà nazionali: 1. negli USA stessi non solo l'efficienza è stata la causa della crescita delle gerarchie manageriali e dell'integrazione organizzativa della grande impresa, ma anche fattori quali l'evoluzione della legislazione, la bramosia "capitalista" di manager e imprenditori, le connessioni politiche, l'emergere delle business schools e la sete di imitazione 2. al di fuori degli USA l'importanza che hanno assunto i gruppi di imprese è ilfattore che, pur nel rispetto delle specificità territoriali, spiega la larga diffusione della H-form.- In Europa, ma soprattutto in Francia e in Italia, il big business è risultato a lungo dominato da un sistema di piramidi societarie e di scatole cinesi che ha consentito all'azionista di riferimento di controllare l'intera catena delle imprese del gruppo con un impegno finanziario ridotto, concentrato nella holding di famiglia al vertice della piramide, e con scarso rischio di take-over ostili.
"Business groups are broadly defined as the amalgamation of legally independent companies through various formal and informal ties." - Andrea Colli, Asli M. Colpan, Corporate Governance: An International Review, May 2016, Vol. 24 Issue 3, p. 276L'intervento intende interrogarsi sulla affermazione di imprese italiane nel mercato internazionale. Affermazione solitamente valutata criticamente per il suo limitato rilievo nella
comparazione con altre economie, nella quale l'Italia risulta giungere in ritardo e con risultati minori 1 .merito ad una rinnovata attenzione all'esperienza nazionale, provengono dallaSuggestioni inrilevanza assunta nella riflessione sulle forma d'impresa dall'architettura dei gruppi d'impresa.Modalità questa che lungi dall'essere una soluzione subottimale si è rilevata essere una opportunità assai efficace ed efficiente, oltre ad avere uno spettro di applicazioni assai duttili e presenti in. Proprio l'esperienza italiana ha indotto alcuni studiosi a condurre approfonditi2molteplici economie , che ne hanno rilevato la portata e l'incidenza nel lungo periodo.3studi, prevalentemente quantitativiNe consegue la necessità di focalizzare la conoscenza sulle dinamiche interne di imprese pioniere che già nei cruciali decenni del secondo Ottocento seppero cogliere positivamente integrarsi nella
La prima globalizzazione dei scambi internazionali divenendo leader in ambiti produttivi tipici dell'industria leggera, orientata alla soddisfazione dei consumi di massa quali quelli alimentari e nello specifico delle bevande alcoliche. L'approfondimento di alcuni dei più famosi marchi italiani di successo nel settore delle bevande alcoliche consentirà a alcuni lungimiranti imprenditori di affermarsi sul mercato interno, quale viatico per la loro espansione oltre confine, permise loro di sperimentare forme originali di organizzazione in grado di consolidare nei primi decenni del XX secolo il loro successo commerciale. Saranno analizzati e confrontati alcuni di questi casi, la Campari e il Martini & Rossi, con un breve accenno finale al Fernet Branca.
Business Group: una prospettiva storiografica
L'espansione economica perseguita da molteplici imprese dal XIX secolo induce a comprendere come la loro architettura istituzionale abbia potuto permettere loro di
Gestire con efficacia il crescere della complessità. La nota riflessione di Granovetter ha dischiuso ad una più approfondita ricerca e derivante comprensione di come le imprese "cooperino" tra loro in forme differentemente strutturate entro un ampio spettro di soluzione formali e informali. Il fattore distintivo rispetto agli antipodi della gerarchia e del mercato si pone nell'adozione dei legami cooperativi, la cui intensità caratterizza la qualità stessa del gruppo d'imprese.
Esso nel suo divenire opera nel rispetto dell'autonomia delle singole componenti il cui grado di indipendenza scaturisce da una pluralità di fattori, quali i legami proprietari, cui corrisponde un altrettanto complesso riconoscimento della condivisione delle finalità saldato dalla reciproca fiducia. Il comando che può assumere diverse tipologie porta a distinguere il disciplinamento.
Vedi L'Italia di Toniolo, Banca.
d'Italia e altri1 Letteratura storica internazionale2 Colli Vasta3 Industria alimentre in italia4 M. Granovetter, Coase revisited: Business groups in the modern economy, in Industrial and Corporate5Change, 4, 1995, p. 93-130.
M. Granovetter, Business group and social organization, in N. J. Smeiser, R. Swedberg (eds) Handbook of6economic sociology, Princeton, Princeton University Press, 429-450 58dell'intera configurazione riassumibile nelle via occidentale o piramidale, prevalentementeaffidata, nella sua veste più diffusa, alla famiglia proprietaria, oppure al gruppo diversificato7tipicamente giapponese, orientale .La necessità di formulare adeguate ipotesi interpretative alla complessità della crescita pose alleimprese la ricerca di soluzioni ibride rispetto alla polarizzazione tra mercato e gerarchia, tanto da8indurre analitiche ricerche sulle modalità adottate nel corso del tempo .Il risalire all'origine ha portato ad indagare
l'esperienza inglese fin dai suoi esordi nel XIX secolo el'esistenza di "many similitarities in termnella sua evoluzione nel secolo successivo, riconoscendoadopted business models between Brirish and the Dutch, Danish, French and other Europeantrading companies of this area" 9 .L'evidenza storica permette non solo di smentire la presunta novità di gruppi ma anche diapprendere più correttamente "explanations of their determinants" (p.2).La prima globalizzazione dischiuse ampie opportunità di espansione in ampie aree mercantili enella diversificazione settoriale ponendo urgenti interrogativi sulla gestione ottimale da partedell'unità centrale nella madre patria e sempre più dispersi terminali dell'impresa operanti nelleicombinato tra la debolezza della infrastrutture, la scarsa presenza di "localcolonie. Inoltre ilentrepreneurship" e le profittevoli attività, specie nellosfruttamento delle risorse naturali, creando un impatto negativo sull'ambiente e sulla biodiversità. È importante adottare misure di tutela e conservazione per preservare le risorse naturali per le generazioni future.