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USA
Gli USA anticipano l’Europa perché non hanno memoria (speculazione sui tulipani) e perché in Europa la
concessione dev’essere approvata dallo Stato (difficile, lenta e costosa). Dal 1807 si nota come gli stati
federali emettevano atti per la costituzione delle società, in Europa il processo è molto più lento. In Usa si
accompagnano anche tutte le normative sui bilanci per ottenere trasparenza informativa, in Europa quasi un
secolo dopo.
In Giappone
Il Giappone si adegua rapidamente al vincitore delle guerre:
- Metà dell’800 rivoluzione megi, vengono aboliti samurai (shagunato) e loro
costituiranno la prima schiera di manager (elite) che si
occuperà del successo. Accompagnato da una cultura
militaresca.
- Seconda guerra mondiale si adeguano agli USA, conglomerati che si modificano per
avere un’ottica più internazionale.
Istituzioni finanziarie
I mercati dei capitali sono diversi dagli altri mercati: il denaro viene scambiato non con un altro bene o servizio
immediatamente disponibile, ma contro una promessa di futuri introiti: garantire questa promessa verrà
rispettata è il problema principale di questi mercati, risolvere il quale sono sorte le istituzioni finanziarie.
Sono mercati che maneggiano un bene prezioso (denaro) e delicato che ha conseguenze perniciose sul
mercato; il denaro contiene la fiducia e le informazioni. Si sono delineati almeno due modelli.
Specializzati - Mark Oriented – Anglosassoni
Nasce nelle caratteristiche della rivoluzione inglese. Piccole imprese che si autofinanziano e si rivolgono agli
istituti per esigenze di breve periodo (stipendi, materie prime). Le country bank amministrano capitali a breve
periodo e le merchand bank che sono banche ad investimenti nel lungo periodo (servizi marittimi, 11
assicurazioni e stati).
Le merchand bank operano su certe tipologie di investimento che privilegiano il mercato; negli USA si
costituisce uno stretto legame tra investitore ed utilizzatore. Nasce il mercato borsistico e nasce Wall Street
nel quale venivano fatte tutte le operazioni di fusione, scorporo, ecc.
Despecializzati - Bank oriented - Continentale
Nasce dal modello tedesco che ha fretta di recuperare il ritardo che ha nei confronti della Gran Bretagna.
Gestione diretta delle poche risorse disponibili a quattro banche (es. Deutsche Bank) universali (tutti i bisogni
delle imprese. Si cercava di evitare i fallimenti, tutelando gli investimenti, le banche hanno dipendenti
all’interno delle imprese alle quali fornivano i prestiti (legame strategico impresa banca - alla lunga
degenera). Quest’esperienza ebbe ripercussioni in Europa e in Giappone. In Italia ci si dotò di due banche
miste che ripetevano questo modello.
Questi due sistemi si confrontarono anche nel 900.
Antitrust
Come regolamentare la concorrenza diventa fondamentale. Anche qui ci sono due modelli:
- Americano regolamentazione finalizzata la formazione di monopoli, oligopoli. Il
presupposto è mantenere la libertà ed è considerata in pericolo
dall’emergere delle grandi imprese. A volte avveniva con violenza. La
reazione è quella di approvare leggi antitrust orientate ad ostacolare
l’avvento di accordi fra imprese.
o Clayton act
o Sherman act impone lo scorporo
Si concentrarono contro due monopoli: Rockfeller (petrolio), American
Tabacco.
Ancora oggi si è attivi per combattere il trust, poiché vi è un continuo
conflitto.
- Europa il mercato è piccolo, il problema è far nascere qualche impresa per
contrastare la concorrenza estera. Veniva favorita la cooperazione, a volte
con l’obbligo di cartelli (volontari – che poi divenne obbligatoria).
Diametralmente opposta rispetto ad USA. In Germania, nel 1875 c’erano 4
cartelli, nel 1930 c’erano 2100 cartelli.
La storia d’impresa si è a lungo identificata con la storia della grande impresa; sia per ragioni pratiche sia nel
prevalere nella storia economica e nella storia d’impresa di un approccio funzional – determinista. Gli Stati
Uniti erano quelli che avevano raggiunto i maggiori successi e le imprese che avevano dominato erano le
grandi imprese manageriali.
Dagli anni 70 in poi si è iniziato a verificare uno scollamento, ovvero la distanza tra economia europea e
l’economia statunitense si era ridotta; le imprese americane iniziarono a mostrare i loro limiti. Si passò quindi
ad un approccio descrittivo che descriveva una pluralità di imprese che sussistono a mantenere competitività.
Le grandi imprese venivano studiate perché solo loro lasciavano traccia; periodicamente le grandi imprese si
specchiano, riflettono e producono del materiale come per esempio il budget, il rendiconto e le statistiche.
Le piccole e medie imprese non hanno bisogno di formalizzare tutte queste informazioni e quindi sono 12
sempre sfuggite alle indagini degli storici.
Chandler ha cercato di capire quali sono le performance delle imprese nel lungo periodo. La grande impresa
è divenuta nel corso del novecento l’elemento portante dei sistemi produttivi americano e tedesco, mentre
quello britannico, sarebbe rimasto a lungo condizionato da un pregiudizio in favore delle operazioni su scala
limitata ed alla conduzione personale da parte dei proprietari. Secondo la sua teoria, afferma che i migliori
indicatori per valutare il successo delle imprese sono la longevità e la sua permanenza ai vertici del sistema
economico.
Egli prese le 100 imprese più importanti nei diversi paesi e guardò il loro peso sul mercato fino agli anni ’70:
fino a questi anni i dati gli danno ragione, ma il problema sorge quando estendiamo il periodo (fino agli anni
90) e aggiungiamo le altre nazioni (Germania, Francia e Gran Bretagna). Emerge un cambio di regime
organizzativo:
- negli Stati Uniti rimane costante.
- In Germania diminuisce.
- In Giappone prima cresce e poi diminuisce.
- In Gran Bretagna avrebbe dovuto diminuire e invece diventa leader con il 36%.
Non è forse così vero il dominio della grande impresa.
A questo punto viene utilizzata anche come indicatore la quota di occupazione assorbita da ciascuna di
esse: 13
La struttura dimensionale dell’impresa dipende poi dalla storia e dalle specificità del contesto istituzionale.
Un altro dato è l’occupazione dagli anni del boom economico agli anni 90 confrontando i paesi, ci sono
analogie che colpiscono: stretta somiglianza tra Italia e Giappone, che sono agli antipodi culturalmente, ma
che a livello aziendale sono molto simili. In Italia crolla maggiormente la grande impresa.
Indicatori di performance
La performance è un concetto sfuggente e complesso impossibile da ricondurre ad una singola definizione,
tra gli indicatori troviamo:
Longevità
Ovvero quanto le imprese riescono a mantenersi sul mercato nel lungo periodo. Vengono misurate le imprese
nel corso del tempo per capire se sono sempre le stesse. Secondo Chandler dovrebbe essere così. 14
- Solo il 19% è sopravvissuta nel corso del secolo.
- Il 29% è fallita o andata in bancarotta.
- Il 52% ha mantenuti indipendenza.
- Il 48% è cessata.
Queste imprese vengono soprattutto dagli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna e dalla Germania. Le
capitalizzazioni sono un indicatore e le maggiori sono della Gran Bretagna. Gli Stati Uniti sono quelle che
hanno perso il maggior numero di imprese. La storia dice che le grandi imprese falliscono.
Redditività
Le imprese di grandi dimensioni sono le più redditizie? 15
Non c’è una grande redditività ed estendendo campione con la Spagna (che era un’economia isolata), le
imprese spagnole hanno una redditività più elevata.
Anche la redditività non indica la potenza della grande impresa.
Forme di impresa
Familiare
A lungo non ha attratto gli studiosi perché veniva considerata:
- Un’impresa al primo stadio.
- Di dimensioni ridotte.
- Con bassi tassi di crescita (aspetti finanziari - risorse umane).
- Ritrosi tranne ricorrere alle tipiche forme di crescita rapida (fusioni).
Solitamente veniva considerata espressione della prima rivoluzione industriale inglese, ma l’impresa
familiare è stata sempre presente nelle economie ed era numericamente superiore all’80 o 90%. È riuscita a
raggiungere livelli alti di espansione simili a quelli dell’impresa manageriale ed hanno dominato il mercato.
Soprattutto in Europa, ma emerse anche negli stati come la Corea Giappone che erano dei conglomerati
costituiti intorno a famiglie potenti.
L’impresa familiare ha saputo adattarsi riuscendo a soddisfare esigenze come per esempio la fiducia che in
alcuni settori vale moltissimo.
Manageriale
L’impresa manageriale ha origine negli USA (fine ‘800) ed ha una duplice origine con le imprese ferroviarie
hanno avuto un doppio effetto sull’economia americana:
- Da un lato sviluppa tutte le attività connesse.
- Dall’altro alimenta anche i grandi mercati (mette in contatto le grandi città).
Nel contempo le ferrovie erano grandi imprese (gestite come un’impresa – sviluppo di budget, rendiconti)
che erano soggette a fusioni, scissioni. In Francia la Chemin de Fer du Nord impiegava a fine secolo più di
50.000 addetti, in USA era già il doppio.
Paradigma Chandleriano
Si sviluppa l’american system of manufacturing (semplificare al massimo i prodotti) che consiste nello
standardizzare gli strumenti (pochi pezzi facili da assemblare) e coniugare insieme i fattori produttivi in base
alla loro scarsità (in America era manodopera – opposto all’Europa).
Investimento produttivo
Taylor studia i modelli dei processi produttivi e definisce principi basati sull’esigenza di organizzare il miglior
modo di lavorare (spacchettare il lavoro - semplificarlo). In America la manodopera è scarsa, Ford aveva la
manodopera, ma era di bassa qualità e parlavano lingue diverse (difficili da assemblare). Ford sfruttò queste
teorie ed implementò la catena di montaggio. Tutto questo rende possibile la tendenza all’ internalizzazione
di produzioni che prima erano processati dal mercato (vengono fatte all’interno molte attività che prima 16
erano coordinate dall’esterno). Il mercato non è più in grado di raggiungere livelli di efficienza tali.
Investimento nel mercato
Il problema di Ford era quello di crearsi un mercato; deve vendere le automobili che produce. Egli si creò un
mercato, pagò ulteriormente (5 dollari al giorno) i suoi dipendenti per far sì che essi potessero diventare suoi
principali clienti.
Investimento nel management
L’ultimo tassello che gli manca è l’investimento nelle gerarchie manageriali, strutture adatte a mantenere
competitiva l’impresa. Il «coord