Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
PROPRIETà E CONTROLLO IN EUROPA
Fattore determinante nella struttura delle grande impresa europea fu sicuramente la struttura del
mercato dei capitali.
In GB, mentre le banche regionali e locali finanziavano la gran parte delle piccole e medie imprese,
le grandi corporation erano solite ricorrere al mercato azionario. Alla vigilia della seconda guerra
mondiale la GB contava ben 1700 società quotate e nel periodo infraguerre molteplici colossi si
erano venuti a creare mediante fusioni. Un caso tipo è quello della DUNLOP che a partire dagli
anni 20 aveva impostato una struttura multidivisionale in vista di progressive acquisizioni e processi
di diversificazione.
Non tutte le imprese in GB avevano tuttavia proseguito lo sviluppo allo stesso modo. Molteplici
erano ancora le realtà aziendali di grandi dimensioni ove il Cda era composto da membri della
famiglia del fondatore.
Queste imprese, più tradizionali, gestivano il processo di crescita attraverso la creazione di
federazioni di imprese con a capo una holding.
In questo caso, una società finanziaria controllava una serie di consociate sviluppatesi in forma
piramidale ed impiegava dense reti di governo, formate dai cda delle diverse imprese ( interlocking
directors ).
Le holding britanniche non erano quindi M-FORM, ma un sistema federativo che esprimeva il
capitalismo inglese di fine ottocento. Molte fusioni non erano altro che cartelli nei quali si
realizzava una divisione collusiva del mercato
LE RELAZIONI INDUSTRIALI
Altra differenza tra Europa e Usa riguardava la differente relazioni instauratasi all'interno delle
corporation tra capitale e lavoro.
In Europa larga era la partecipazione dei lavoratori alle scelte di governo dell'impresa; in Paesi
come la Francia e la Germania si diffusero gli organismi di fabbrica attraverso i quali i dipendenti
potevano ottenere info circa le politiche dell'impresa e comprendere gli obiettivi che questa avrebbe
potuto raggiungere.
In altri Paesi invece come l'Italia, ove vigeva il regime fascista, il confronto formale tra dipendenti e
dirigenti era di natura formale ed era indispensabile per mantenere il controllo su eventuali conflitti
di classe.
Negli anni 30 in Italia vengono quindi istituite le corporazioni, istituzione che mirava ad evitare
conflitti di classe e che in caso di controversia interveniva trattando dirigenti e lavoratori in modo
equivalente.
I lavoratori americani, ben pagati, erano invece meno attenti alle vicende aziendali ed alla
sindacalizzazione.
Altra differenza sostanziale concerne la composizione del gruppo dirigente.
Mentre negli Usa esistevano istituti ad hoc per la creazione di classi manageriali, quali le business
school, in Europa queste mancavano o erano pochissimi i corsi previsti per la formazione dei futuri
dirigenti. Fra le due guerre
• Imprese europee piu piccole di dimensione
̀
• Meno interessate a promuovere separazione fra proprieta e controllo e meno diversificate
̀
• Potere meno concentrato
• Societa meno disposte ad assumere manager professionali e ad adottare sistemi formali di
̀
decentramento del potere e delle responsabilita ̀
• Progressiva diffusione della H-FORM o cosiddetta struttura ad holding che si dimostrava
flessibile e adatta a diverse situazioni. Nel caso britannico fu lo strumento per realizzare le
fusioni mantenendo in vita il sistema di federazione inglese. La H-FORM consentiva quindi
la crescita, con processi di integrazione verticale o orizzontale, senza perdere la posizione di
potere nell'impresa e nelle consociate.
CAPITOLO XIV
EGEMONIA AMERICANA E SUO DECLINO
LA “SFIDA” AMERICANA
La supremazia americana viene rafforzata dalla seconda guerra mondiale.
L'industria americana, a differenza di quella europea campo di battaglia del conflitto, non aveva
subito alcun danno ma anzì potè beneficiare di finanziamenti statali senza precedentia sostegno
della difesa nazionale, che stimolavano la produzione e si trasformavano in risorse per la ricerca
nell'ambito del trasporto aereo, dell'elettronica, dei materiali sintetici e dei farmaci. Si trattava di
produzioni in cui sarebbero potuti anche essere impiegati i soldati tornati dal conflitto per i quali lo
Stato aveva previsto corsi di formazione ed abilitazione professionale.
Durante gli anni 50, 60, 70, spinto anche dalla competizione con l'Urss lo Stato americano continuò
ad investire nella ricerca a rafforzare un sistema di istruzione già all'avanguardia.
Molto avanzata si presentava la rete delle infrastrutture, delle telecomunicazioni e della
distribuzione di energia.
In questo trentennio si sviluppano inoltre nuovi canali di distribuzione come il self service o il fast
food. In definitiva negli anni 60 erano pochi i settori in cui gli Usa non risultassero primi.
Nonostante un dinamismo del mercato interno molto forte dovuto anche alla costante crescita della
popolazione grazie all'immigrazione, le imprese statunitensi trovano all'estero ed in particolare nella
ricostruzione dell'Europa e del Giappone i maggiori profitti; per tale motivo volsero gran parte dei
propri eccessi di capitali proprio verso l'estero. Questi investimenti raggiunsero l'apice nel 1960, per
questo si parla di “sfida americana”.
I PRIMI SEGNALI DEL DECLINO DEGLI ANNI 60
Già negli anni 50 si potevano notare i segni di un leggero rallentamento; gli investimenti erano
diminuiti, la competizione mondiale si era accesa, e la domanda interna si era stabilizzata. A ciò si
aggiungeva anche uno stop alle innovazioni che durante il periodo bellico avevo raggiunto il loro
apice.
Queste problematiche avevano generato un certo disorientamento nei manager, provenienti da un
istruzione che non aveva abituato gli stessi ad affrontare situazioni di competizione.
Si verificarono quindi fusioni ed acquisizioni prive di ogni senso; in primis per cercare di
stabilizzare i profitti investendo in nuovi settori. Altra motivazione è da ricercare in una normativa
fiscale che risultava essere più benevola per le operazioni di M&A e meno per le integrazioni
orizzontali e verticali. ( CELLER KEFAUVER ACT )-vietava l'acquisto di azioni di altre
compagnie.
Negli anni 60 il numero di queste operazioni salì vertiginosamente; si viene a creare la grande
impresa conglomerata.
LA PARABOLA DELLA CONGLOMERATA
L'impresa conglomerata si distingueva dalla multidivisionale poiché operava in settori tra loro non
correlati. Un esempio tipico è la Textron che aveva iniziato la sua produzione nell tessile nel 1923
ma che nel 1963 operava nei settori più disparati: aerospaziale, chimico, metallurgico e dei prodotti
di consumo.
Cos'è che aveva spinto le imprese americane a diversificare?
Partiamo anzitutto dicendo che, la fascia di popolazione più ricca deteneva gran parte delle azioni
delle grandi imprese. Costoro non erano interessati al raggiungimento di profitti nel breve periodo
bensì alla creazione di valore nel medio-lungo termine.
Per tale motivo molte imprese americane incominciarono ad investire nei mercati esteri, ed in
particolare in europa per la ricostruzione post-bellica.
Tale investimento prometteva buone prospettive di profitti e crescita stabile.
Non tutti i comparti produttivi tuttavia si presentavano con caratteristiche di internazionalizzazione,
basti pensare al tessile; inizia così il processo di diversificazione verso settori non correlati.
Naturalmente esistevano altri fattori strutturali che favorivano lo sviluppo delle conglomerate. Uno
di essi era, ad esempio, l'aumento della pressione fiscale sui profitti d'imprese degli anni 50.
Attraverso l'utilizzo di stratagemmi fiscali, le compagini industriali tendevano ad acquistare imprese
in perdita cosicchè avrebbero potuto compensare gli utili prodotti con le perdite di quest'ultima.
Altro elemento strutturale che ha inciso sull'espansione della grande impresa conglomerata è da
ricollegare allo sviluppo delle scienze manageriali. E in questo periodo che si definiscono i metodi
per la valutazione degli investimenti, la scelta dei finanziamenti, il controllo della produzione e la
gestione del magazzino.
Quali erano i punti di forza della conglomerata?
• Riduzione del rischio (correlazione negativa dei risultati economici delle diverse unita che
̀
permetteva un profitto aggregato piu stabile)
̀
• Minor costo del capitale (poteva raccogliere sia capitale di rischio che di debito a costi
inferiori rispetto a quelli della singola impresa costituente data la grandezza)
• Migliore utilizzazione delle risorse manageriali, sinergie legate al traferimento delle
competenze)
Gli anni 70 furono un periodo di crisi economica per molti Paesi ed in particolare proprio per gli
USA che vivevano un momento di stagflazione, con elevati tassi di interesse e di disoccupazione ed
una produttività calante a causa dell'aumento della competizione.
Risultò in tale fase sempre più difficile riuscire a gestire società operanti in settori tra loro distanti. I
manager nel quartier generale, non riuscivano a prestare la propria attenzione a ciò che accadeva
alle differenti industrie, ma focalizzavano bensì la propria attenzione sull'aspetto finanziario,
trascurando prodotti e mercati da servire.
Si scoprì che gestire società differenti non era poi così semplice; tanto meno la comprensione dei
differenti mercati ove l'impresa operava.
La problematica principale era quindi correlata all'incapacità dei manager di supervisionare le
differenti imprese. Il loro controllo si basava in una mera analisi quantitativa (management by
numbers). Un caso esemplare di conglomerata e del suo declino:
RADIO CORPORATION OF AMERICA (RCA)
Dopo avere assorbito gli impianti della produzione della radio precedente gestiti dai suoi proprietari
diventava societa anonima;
̀
• Integrava le strutture per la produzione la progettazione e ampliava sensibilmente
l’organizzazione per il marketing;
• Investiva in R&S
• Diversificava la produzione con altri tipi di strumentazione elettronica divenendo una first
mover nel mercato della televisione (con la tv bianco e nero e successivamente sviluppando
la prima televisione a colori)
• L’avvento dei transistor e dei computer portava alla rivoluzione elettronica
Con il cambio della direzione nel 1970 viene attuata un cambio con la diversificazione in nuovi
settori anche lontani rispetto a quelli originali dell’elettronica di consumo.
• Fra il 1968 ed il 1974 la RCA acquisi:
̀
1. Hertz (noleggio di autoveicoli)
2. Banquet (cibi congelati)
3. Coronet (tappeti)
4. Casa editrice Random House
5. altre aziende minori
Nella seconda meta degli anni ‘70 a causa di un pesante indebitamento derivante dalle acquisizioni