Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 7
Storia dell'Europa orientale - l'indipendenza greca Pag. 1 Storia dell'Europa orientale - l'indipendenza greca Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 7.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'Europa orientale - l'indipendenza greca Pag. 6
1 su 7
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Collaborazione stretta col governatore ottomano riscossione delle imposte affidata

all’autorità locale. In quest’area emergono i PRIMATES (collaboratori del governatore),

uno cristiano e uno musulmano, figure altamente odiate dal popolo (fonte: descrizioni dei

viaggiatori) hanno il monopolio della riscossione del tributo. Eletti dall’assemblea dei

capi villaggio a Tripolis.

[1810, Descrizione degli umori del popolo greco da parte di un viaggiatore amico di Byron

Impossibile rivoluzione senza l’aiuto di potenze straniere perché le élite (fanarioti,

primates, ricchi mercanti, clero) sono soddisfatte della situazione: tutti odiati dal popolo

come “amici della tirannia”.]

I tre scenari che producono l’evento insurrezionale

La prima insurrezione della Società degli Amici

1. 1814: A Odessa (città

commerciale e militare creata da Caterina II per l’esportazione del grano russo, con

popolazione immigrata in prevalenza di ebrei, greci, bulgari, russi) tre piccoli

mercanti greci di ideologia giacobina complottano nella “Philiki Hetairia” segreta 

riescono a creare rete di adesioni ovunque nel mondo mercantile greco, sulla scia di

Fereos. Cercano un capo segreto ai vertici della società: prima scelta Kapodistras,

eminente nobile greco residente nell’allora russa Corfù, consigliere dello zar in

politica estera. Partecipa al Congresso di Vienna e cerca di sollevare la questione

greca ma Metternich risponde, sprezzante, che “non conosco greci ma solo sudditi

cristiani del sultano”, rifiutando il principio di nazionalità. Kapodistras declina in

quanto conservatore seconda scelta: principe Ypsilatnis, figlio di un ex

governatore di Valacchia destituito perché collaborava con i russi. Ypsilatis si allea

con la Russia e diventa aiutante di campo dello zar (accompagnatore).

1820: Sotto la guida di Ypsilantis i congiurati delineano primo progetto

insurrezionale, simile nella prima parte a quello di Fereos raccogliere armi a

Trieste e trasportarle via mare nel Peloponneso e intanto dare fuoco ai cantieri navali

ottomani a Istanbul. Alla fine viene scelto piano B: viene raccolto un piccolo esercito

in Russia per poi entrare in Moldavia e Valacchia (si pensava che i rumeni fossero

ospitali in quanto di religione greca e inoltre non c’era controllo militare ottomano

diffuso in quelle aree, anche perché dopo il Trattato di Bucarest del 1812 gli ottomani

non potevano portare eserciti lì senza il consenso russo), passare il Danubio e

arrivare in Grecia.

Primi di marzo 1821: inizia la discesa dell’esercito catastrofe perché si inimica la

popolazione locale contadina in Valacchia (in rivolta). La Russia inoltre sconfessa

l’esercito: sultano riceve carta bianca per eliminare gli insorti. Oltre alla scomunica

politica russa arriva la scomunica religiosa del patriarca.

L’assedio di Alipascià

2. Dal 1808 sul trono ottomano l’ultimo discendente di

Osman riesce ad eliminare tutti i grandi Ayan tranne uno in alta Albania, il pascià

d’Egitto e il visir Alipascià a Jannina (capoluogo dell’Epiro). Alipascià si era formato

una specie di suo principato con assoggettamento del territorio coltivato e riscossione

della decima. Il sultano, deciso ad eliminarlo, gli revoca il titolo e gli ordina di

andare a Istanbul ma lui si rifugia in una fortezza sul lago, dove le truppe ottomane

vengono concentrate per assediarlo (dall’autunno 1820 al gennaio 1822) 

concentrando tutte le forze nell’assedio di Alipascià gli ottomani danno agli insorti di

Ypsilantis quasi un anno di tempo per organizzarsi ed espandersi.

Gli ottomani provocano l’insurrezione

3. Nell’inverno 1820-21 gli assedianti

di Alipascià si convincono che per sfuggire all’assedio il visir abbia incoraggiato i

greci all’insurrezione nel marzo 1821 gli ottomani convocano tutti i capi villaggio

greci: quelli che vanno vengono imprigionati così gli altri organizzano la vera

insurrezione.

Insurrezione

1821: Gli insorti dilagano nel Peloponneso e creano un ampio territorio libero. In autunno

presa di Tripolis ma gli ottomani non inviano corpi militari, impegnati nell’assedio di

Alipascià.

Primavera 1822: Ottomani inviano due spedizioni che restano bloccate nelle montagne della

Grecia settentrionale da squadre di guerriglia capeggiate dal condottiero Kollokotronis

[“guerriglia” = parola inventata dagli spagnoli durante l’occupazione napoleonica 

piccola guerra con formazioni irregolari e numericamente ridotte ma con più mobilità e

conoscenza del territorio].

1823: Nuove spedizioni ottomane decimate dalla peste.

1824: Ottomani bloccati nell’Egeo dalla superiorità della guerriglia greca.

Nel 1824 si crea situazione di stallo gli insorti liberano Morea e Livadia ma non

riescono ad espandersi a nord. Gli ottomani negoziano con il pascià d’Egitto che invia

corpo di spedizione nel Peloponneso (gli viene concessa Creta e per il figlio Ibrahim il

Peloponneso) Ibrahim mette su una flotta che sbarca su Creta, poi nel Peloponneso: presa

ottomana di Tripolis permette spedizioni a raggio che devastano il territorio Inizio 1826:

Gli insorti mantengono solo Atene e una piccola parte di territorio nel nord del Peloponneso.

La posizione delle potenze europee

1821: All’inizio dell’insurrezione nessuna potenza è disposta ad aiutare i greci linea

politica della Restaurazione contro la rivoluzione.

1826: Caduta di Missolungi attira l’attenzione dell’opinione pubblica europea, che poi si

riflette nelle diplomazie [1827: Delacroix “L’ultimo respiro della Grecia moribonda”].

Aprile 1826: Pubblica impiccagione del patriarca di Costantinopoli e altri ecclesiastici in

quanto ritenuti inefficienti in seguito patriarca elevato a martire della causa nazionale.

1827: Massacro degli abitanti dell’isola di Chios (quasi tutti greci) da parte dei turchi

anatolici sbarcati zar Alessandro I, che ha l’obbligo morale e politico (sancito da trattati

con gli ottomani) di proteggere i sudditi cristiani del sultano, afferma che il governo

ottomano ha il diritto di punire i colpevoli ma deve distinguere tra violenza insurrezionale e

popolazione inerme alla morte dello zar la diplomazia russa è pronta a cooperare per dare

una soluzione politica al caso greco: si creerà la prima collaborazione anglo-russa per

intervenire.

Inghilterra e Francia sono interessate al Mediterraneo le guerre tra greci e turchi

causano danni ingenti al commercio britannico, che invece insiste sul principio della libertà

di navigazione. Prussia e Impero asburgico non hanno interesse diretto (vedi Metternich “Io

non conosco greci, ma solo sudditi cristiani del sultano”).

Inghilterra condivide la filosofia politica conservatrice ma nella élite britannica grande

filoellenismo (presente anche in Francia e nel mondo tedesco) dalla metà del ‘700 era

abitudine delle classi colte di mandare i giovani rampolli in viaggio formativo (grand tour)

nei luoghi dell’antichità classica da due generazioni la Grecia è considerata la culla della

civilizzazione europea.

1825: Ai funerali di Alessandro I primo incontro anglo-russo sulla questione greca.

1826: Incoronazione Nicola I viene discussa l’idea di creare un principato autonomo

greco. In seguito si aggiunge la Francia a creare un “terzetto interventista”.

1827: Le tre potenze optano per una monarchia greca con un principe da scegliere in

ambiente tedesco.

L’intervento anglo-russo-francese

Le tre potenze riconoscono agli insorti lo stato di “parte belligerante”, ovvero soggetti del

negoziato di pace. Poi invitano greci e turchi a inviare delle delegazioni in un’isoletta

dell’Egeo da loro protetta per negoziare una pace ottomani non intendono negoziare, la

considerano una questione interna.

Le tre potenze allora inviano flotte armate a minacciare gli ottomani viene spedita una

flotta congiunta a Navarino (sud Peloponneso) dove in una baia c’è la flotta congiunta

turco-egiziana all’ancora per sbaglio scatta un colpo di cannone e inizia il massacro:

flotta turco-egiziana sconfitta il fatto provoca sconcerto nel Parlamento britannico in

quanto è stato condotta la guerra contro un paese amico ottobre 1827: l’Inghilterra si

ritira dal terzetto interventista.

1828: Seyhülislam emette sentenza di Jihad (pericolo per la stabilità dello Stato e

dell’Islam) ottomani in guerra ufficiale con la Russia.

I russi fanno il solito percorso in discesa passando per Moldavia e Valacchia e puntano a

Istanbul: passano per Edirne (ex capitale ottomana) gli ottomani sono in netto svantaggio

anche se sono stati proprio loro a dichiarare guerra. Gli egiziani tornano a casa mentre

quello che resta della flotta ottomana protegge gli stretti.

Entrano in scena i francesi, in teoria per proteggere i civili. Intanto l’esercito russo arriva ad

Adrianopoli, molto vicina a Istanbul non conquistano Costantinopoli per prudenza della

diplomazia.

I trattati di pace: formazione del regno indipendente greco

PACE DI ADRIANOPOLI

Settembre 1829: imposta dalla Russia agli ottomani

(considerata il capolavoro della diplomazia russa in quanto la formulazione è volta a

recuperare gli anglo-francesi) il governo ottomano rinuncia alla questione greca e la

rimette nelle mani delle tre potenze.

Principati danubiani di Moldavia e Valacchia entrano nell’orbita russa e lo zar ribadisce

posizione di protettorato sui sudditi cristiani del sultano.

Articolo 10: Caso greco sottratto a giurisdizione ottomana riferimento al trattato di

Londra del 1827 tra le tre potenze.

TRATTATO DI LONDRA

Febbraio 1830: tra Inghilterra, Francia e Russia atto di

nascita del regno indipendente greco. Prevale la linea inglese di una Grecia piccola e

indipendente senza legami con Istanbul la devastazione del territorio greco era tale che

era impensabile trasformarla in un principato autonomo che avrebbe dovuto pagare il tributo

agli ottomani.

Non viene scelto un principe greco già dopo le prime conquiste degli insorti è in atto una

guerra civile tra le classi abbienti e le forze armate popolari: il ceto agiato vuole

nazionalizzare la terra liberata e convertirla in patrimonio per finanziare il resto della guerra,

mentre l’ala radicale popolare la vuole dare ai contadini.

La clausola del trattato è che il principe straniero non può essere scelto tra le famiglie

regnanti delle tre pote

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
7 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/03 Storia dell'europa orientale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher elib. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'Europa orientale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trieste o del prof Dogo Marco.