Storia dell'Europa orientale
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Nonostante il fatto di non essersi trovato mai in pericolo di attentati, Augusto creò un corpo speciale di
truppe scelte: i PRETORIANI (con i Sultani si chiameranno GIANNIZZERI).
Il Senato era no solo la più alta autorità politica del passato regime repubblicano, ma anche il
rappresentante della ristretta élite dell’impero, che deteneva il massimo potere economico e sociale,
dunque la politica di Ottaviano inizialmente consisteva nel dimostrare al Senato il rispetto verso la
tradizione, avviando al tempo stesso i passi necessari per una drastica riduzione dei suoi poteri. Lo
Stato Romano necessitava di una aristocrazia depositaria dell’esperienza necessaria allo svolgimento
delle massime funzioni politiche e militari.
Occorreva però rifondare le basi dell’aristocrazia, perché divenisse uno dei pilastri del ristabilimento
dell’ordine sociale; perciò Augusto avviò un difficile processo di epurazione per riportare all’antico
numero di 600 il Senato. Ai senatori, l’imperatore garantì il mantenimento delle più alte magistrature
dello Stato e i gradi più alti dell’esercito.
Se il significato delle magistrature era diminuito, ciononostante esse restavano fonte di prestigio, e
tappa necessaria per l’ottenimento del governo delle province: CAVALIERI. Consapevole
dell’importanza sociale ed economica del ceto dei cavalieri (nato come corpo militare, e sviluppatosi
come aristocrazia finanziaria), Ottaviano ne volle diminuire l’influenza politica sottraendo loro gli
appalti per la riscossione delle imposte e riducendone il potere in campo giudiziario. Le decisioni
politiche più delicate venivano prese da un vertice ristretto formatosi attorno ad Augusto al di fuori
delle istituzioni tradizionali: il CONSILIUM PRINCIPIS. Lo stato augusteo fu basato sulla nobiltà
(aristocrazia) e sulla ricchezza (plutocrazia); gli umili erano esclusi dalla gestione pubblica e dai
privilegi che ne derivavano, ad eccezione della plebe romana che per qualche tempo venne chiamata ad
esercitare i propri diritti politici secondo l’antica tradizione repubblicana. Ma le assemblee dove il
popolo eleggeva i magistrati statali e votava le leggi erano ridotte nel periodo augusteo a pure formalità
prive di contenuto politico.
Le entrate dello stato erano costituite principalmente dalle imposte applicate al popolo e ai beni
fondiari nelle province; l’Italia odierna e le colonie di cittadini romani erano esenti da queste imposte.
La distinzione di carattere fiscale rifletteva una complessa divisione politico-amministrativa voluta da
Ottaviano sin dai primi anni del suo potere; la riunione del Senato del 27 a.C. aveva portato a definire 2
gruppi di province: le Senatorie e le Imperiali.
Le Senatorie erano affidate a proconsoli o propretori, massimi esponenti del Senato, si trattava di
territori importanti, ricchi e sostanzialmente pacificati, che non richiedevano una presenza massiccia di
truppe; tali province erano: Sicilia, Sardegna, Corsica, Gallia, Africa, Acacia (Grecia), Asia.
Le province Imperiali erano affidate direttamente ad Augusto che le governava tramite rappresentanti
scelti fra i senatori: LEGATI AUGUSTI, o i Cavalieri: PROCURATORES; si trattava di province di
recente annessione, non completamente sottomesse che richiedevano un controllo militare diretto,
anche per la loro posizione geografica di confine: Gallie, Germania, Tarraconense (Spagna), Lusitania
(Portogallo), Rezia (Svezia), Norico (Austria), Dalmazia, Pannonia (Ungheria e Serbia), Siria.
Su tutte queste province Augusto esercitava un potere supremo, l’Egitto faceva eccezione, era
governato da un PREFETTO alle dirette dipendenze di Augusto, che prese possesso della regione non
in qualità di massimo rappresentane del Senato e del popolo, bensì come legittimo successore della
dinastia dei Faraoni. Fu proprio per controllare la situazione in Egitto, e per sistemare 2
diplomaticamente la contesa che opponeva Roma al Regno dei Parti, che Ottaviano per diversi anni
soggiornò in Oriente, e poi per altri 3 anni risiedette a Lione (dal 16 a.C. al 13 a.C.).
LE FRONTIERE
Le FRONTIERE dell’impero si estendevano dai fiumi Danubio e Reno in Germania, per abbracciare la
Britannia (esclusa la Scozia), fino al fiume Eufrate (Turchia) dove continuava con il Regno Dei Parti
situato a nord-est della Persia (Iran), comprendendo la Mesopotamia (Iraq). Il confine orientale
dell’impero fu garantito dalla Siria; l’Armenia divenne lo stato cuscinetto il cui governo fu affidato ad
un Re voluto dai Parti accettato da Roma.
LA SOCIETA’
Deciso ad ottenere dalle classi più elevate un comportamento pubblico e privato, più consono alla
tradizione, Ottaviano cercò di regolamentare i matrimoni tra membri di classi diverse; così proibì ai
Senatori di sposare le liberte (schiave liberate). Un liberto, nell’antica Roma era uno schiavo reso
libero che continuava a vivere nella casa del Patronus, e aveva nei suoi confronti doveri di rispetto e
obblighi economici. Ottaviano ostacolò il divorzio, punì l’adulterio, combatté contro la limitazione
delle nascite, offrì vantaggi alle famiglie numerose, e limitò il diritto di percepire eredità da parte di chi
non aveva figli o non era sposato.
CENSIMETO
Ottaviano Augusto censì i cittadini dell’impero nell’anno 8 a.C., secondo il quale, il numero dei censiti
era di 4 milioni e 233 mila; il secondo censimento coincide con la nascita di Cristo come scrive Luca
evangelista: “In quel tempo uscì un decreto da parte di Cesare Augusto, che ordinava il censimento di
tutto l’Impero. Questo fu il primo censimento fatto quando Quirinio (PUBLIUS SULPICIUS
QUIRINIUS nato a Lanuvio nel 45 a.C. e morto nel 21 a.C.) era governatore della Siria. Tutti andavano
a farsi registrare, ciascuno nella propria città natale; da Nazareth in Galilea, anche Giuseppe partì per
Betlemme, poiché egli apparteneva alla famiglia di Davide; e partì per farsi registrare con Maria
incinta”. Le strutture dell’impero romano definite da Ottaviano subirono cambiamenti significativi
durante il regno di Diocleziano.
ANNO 268 d.C.: INIZIA LA DIARCHIA
DIARCHIA:
• DIOCLEZIANO (244-313) abdica nel 305 co-imperatore Augusto;
• MASSIMILIANO (250-310) co-imperatore Augusto.
TETRARCHIA:
• DIOCLEZIANO, MASSIMILIANO;
• GALERIO (250-311) Cesare dal 293-311, Augusto dal 305-311;
• COSTANZO CLORO (250-306) Cesare dal 293-306, Augusto dal 306.
Diocleziano volle resuscitare l’immagine e il prestigio tradizionale dell’impero, perseguendo
l’obiettivo dell’unificazione culturale; egli impose l’uso del latino a tutte le province, anche a quelle
3
greche, e cambiò il suo nome greco in quello latinizzato. Al tempo stesso Diocleziano tolse per la
prima volta l’onore della sede imperiale, fissando la propria dimora ufficiale a Nicomedia, situata in
Anatolia. Il decentramento della capitale acquista un significato politico del tutto nuovo; la nuova sede
consentiva il controllo dei confini danubiani e di quelli orientali. La scelta dell’Oriente come sede
dell’impero permetteva di forzare i tempi per l’instaurazione di una monarchia autocratica, più consona
alle tradizioni culturali di quelle regioni che restavano le più solide economicamente. Lo
sbilanciamento del centro dell’impero ad Oriente fu seguito dall’affidamento dell’Occidente ad un
compagno d’armi di Diocleziano: Massimiliano, che fu associato all’impero con il titolo di Cesare e
poi di Augusto.
Nasceva così una formula di governo a due, che verrà confermata e definita a Milano in un solenne
incontro tra i due Augusti. Diocleziano si impegnò sul fronte orientale dove ristabilì il controllo
sull’Armenia, mentre Massimiliano respingeva in Gallia le incursioni germaniche (Alemanni e
Franchi).
Nel 293 la DIARCHIA fu tramutata in TETRARCHIA mediante l’associazione all’impero dei due
Cesari: Galerio al quale fu affidata l’Illiria (Balcani) pose la sua residenza a Sirmium (tra Serbia e
Ungheria), Costanzo Cloro ebbe la Britannia e la Gallia, egli pose la sua residenza a Treviri
(Germania). Nasceva in tal modo un assetto istituzionale completamente nuovo; l’accordo tra Augusti
(Diocleziano e Massimiliano) e Cesari (Galerio e Costanzo Cloro) prevedeva tra l’altro che dopo
vent’anni del regno, Diocleziano e Massimiliano si sarebbero ritirati dal governo in favore dei due
Cesari. Risorgeva in tal modo l’antico principio della scelta del migliore, interpretato anche in termini
dinastici mediante una serie di legami di parentela che vincolarono l’un l’altro i quattro tetrarchi, il cui
potere appariva ormai libero da condizionamenti dell’esercito e del Senato.
Diocleziano rafforzò l’immagine divina dell’imperatore DOMINUS ET DEUS (Signore e Dio),
fondando un potere assolutistico di carattere teocratico; definendosi “Signore e Dio” dell’impero,
l’imperatore accentuò nelle sue mani il supremo potere politico e religioso. Una tale identificazione
dell’imperatore con la divinità, si riflette anche nell’immagine esteriore del sovrano: nella sua corona.
Il mondo romano conosceva l’uso della corona fin dai tempi più antichi; a conclusione di una grande
guerra vittoriosa, il generale trionfatore aveva il diritto di porsi sul capo una corona di foglie di alloro
(albero sacro), la corona era conferita dal Senato e veniva indossata in occasione delle cerimonie. Sul
finire della repubblica, fu permesso prima a Pompeo, poi a Giulio Cesare ed infine ad Ottaviano
Augusto, di portare la corona d’oro dei trionfatori anche al teatro o in occasione dell’unzione imperiale,
dei giochi e in seguito sempre, senza distinzione di luogo e tempo. Fu stabilita una rigida cerimonia
imperiale, con lo scopo di creare intorno all’imperatore un’aura di sacralità, accentuata dalla rarità delle
sue apparizioni, circondato dal fasto e dal silenzio religioso. Il rispetto sacrale dell’imperatore fu
sottolineato dall’adozione della prostrazione al suo cospetto e dall’attribuzione degli appellativi di
Iovis (Giovio); tutto concorreva a risaldare il concetto di maestà divina del principe, l’origine del cui
potere doveva apparire svincolata dal potere degli uomini.
LA RIFORMA AMMINISTRATIVA
PREFETTURE: 15 Diocesi, 100 Province:
OCCIDENTE: Gallie, Britannia, Spagna
I. CENTRO: Italia, Africa, Illirico
II. 4
EST: Oriente
III.
Le truppe imperiali raggiunsero circa il mezzo milione di effettivi, si istituzionalizzarono i corpi scelti
destinati ad accompagnare l’imperatore. Erano milizie facili da spostare, di solito stanziate nei pressi
delle sedi imperiali.
L’apparato amministrativo fu riformato in modo tale da risaldare la gerarchia dei funzionari, destinati a
divenire una vera e propria casta nell’ordinamento sociale. Diocleziano avviò una ristrutturazione
globale delle province, esse furono aumentate di numero e ridotte per estensione, ma accorpate in
diocesi e a loro volta riunite in prefetture.
In questo radicale riordinamento l’Italia (settima Diocesi) veniva posta per la prima volta sullo stesso
piano delle altre province dell’impero, e perdeva definitivamente ogni privilegio: sia politico che
fiscale, ad eccezione di Roma, anche le città italiane da quel momento cominciano ad essere sottoposte
al pagamento delle imposte; Sicilia, Sardegna e Corsica vengono per la prima volta riunite
amministrativamente alla penisola.
POLITICA RELIGIOSA DI DIOCLEZIANO
Persuaso dal fatto che il cristianesimo sia una nuova forma religiosa, Diocleziano decretò nel 303 una
campagna contro il cristianesimo, le cui strutture ecclesiastiche in alcune regioni erano ormai divenute
centri autonomi di potere. L’adesione alla religione cristiana fu considerata causa di esclusione dai
pubblici uffici e da cariche di ogni ordine e grado. Ai cristiani veniva tolta la possibilità di utilizzare le
vie della giustizia in propria difesa, le chiese furono chiuse. Nel 305 Diocleziano si ritirò e costrinse
Massimiliano a fare lo stesso; Diocleziano non tornò a Roma.
Quando nel 306 Costanzo Cloro morì, l’esercito proclamò imperatore suo figlio Costantino, ma la
popolazione di Roma proclamava a sua volta Massenzio; seguirono anni drammatici che videro la
morte di molti Augusti e Cesari, fino a che il controllo dell’occidente si ridusse a Massenzio che venne
sconfitto da Costantino sul Ponte Milvio nel 312 d.C.
Costantino si spostò a Milano, lì emanò nel 313 un Editto, con il quale legittimava tutte le religioni
professate nell’impero, affermando il diritto della LIBERTA’ di coscienza e la LIBERTA’ RELIGIOSA. I
cittadini per la prima volta trovarono piena legittimazione e sostegno politico per la massima autorità
dello Stato. Il testo dell’Editto è conservato grazie alla lettera che Costantino scrisse al governatore
della Bitinia (Asia Minore): “Quando felicemente tanto io Costantino Augusto quanto Licinio Augusto
ci fummo incontrati a Milano e trattammo di tutte le questioni riguardanti l’utilità e la sicurezza
pubblica, fra le altre disposizioni che sapevamo avrebbero giovato alla maggioranza degli uomini,
abbiamo creduto necessario emanare in primo luogo queste su cui si fonda il rispetto della divinità, di
dare sia ai cittadini sia a tutti gli altri la libera facoltà di seguire ciascuno la religione che ha scelto,
affinché tutto ciò che vi è di divino nella sede celeste, sia ben disposto e propizio verso di noi e verso
tutti quelli che sono posti sotto il nostro potere perciò con ragionamento salutare e giustissimo
abbiamo creduto di dover prendere questa decisione di non negare a nessuno la facoltà di dedicare la
sua mente al culto cristiano o a quella religione che sente più adatta a sé, affinché la somma divinità
possa mostrarci il suo favore e benevolenza, conviene perciò che la tua eccellenza sappia che è stato
da noi deciso che, eliminando tutte le restrizioni contenute negli scritti precedenti circa i cristiani,
siano revocate le disposizioni inaugurate e contrarie alla vostra clemenza e che ciascuno di coloro che
nutre la volontà di osservare la religione cristiana ora lo faccia liberamente.” 5
Galerio è nato nel 250 nella Bulgaria di oggi è morto nel 311 Sardica (Sofia di oggi Bulgaria), dal 293
lui è Cesare dal 305 Augusto governa in Illirico e risiede in Sirio. Era sposato con la figlia di
Diocleziano
Costanzo Cloro anche lui nato nell' Illirico nel 250 e morto nel 306 in Britannia nella citta di York dal
293 Cesare dal 306 Augusto. governa in Britannia e Gallia, risiede a Tremiri e padre di Costantino il
grande
• TETRARCHIA
Massimino Daia + 313
1 AUGUSTI
Severo +307
2 Massenzio +312
3 CESARI
Costantino +337
4 Massimino nato nell'illirico e morto a Tarso nel 313. è figlio della sorella di Galerio. dal 305 è cesare
nel 309 si autoproclama Augusto. governa in oriente e Egitto.
Severo nato nell'illirico morto nel 307 dal 305 è Cesare governa in Italia, Rezia(svizzera)
norico(Austria) e africa
Massenzio nato nel 278 morto nel 312 durante la battaglia sul ponte Milvio. figlio di Massimiano. dal
306 Massenzio è stato proclamato augusto dal popolo e dal senato di Roma, governa in Italia e in
Africa. all'età di 15 anni sposa la figlia di Galerio che si chiamava Valeria Massimilla
Costantino nato Nel 280 nell'Illirico (Balcani) nella città di Nissa(Serbia) morto nel 337.dal 306 è
augusto proclamato dall'esercito stanziato in Britannia dopo la morte del padre. nel 312 dopo la vittoria
ottenuta sul ponte Milvio è stato riconosciuto Augusto dal senato di Roma.
Nel 307 dopo la morte di severo la tetrarchia diventa triarchia composta da massimino Daia, Costantino
e Licinio. nel 312 dopo la morte Massenzio la triarchia diventa diarchia ed è composta da Costantino e
Licinio.
Licinio nato nel 265 a Tessalonicchi e morto nel 325.
nel 308 Licinio viene elevato da Galerio a grado di Augusto nel 311 muore Galerio e Licinio diventa
suo successore. era sposato con costanza sorella di Costantino. 312 insieme a Costantino combatte
contro Massenzio, nel 313 Costantino e Licinio firmano l'editto di Milano. viene giustiziato nel 324
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quando entra in vita la MONARCHIA e rimarrà tale sia nell'ambito dell'impero romano(Cristiano) sia
nell'impero romano(islam).
L'alleanza tra Costantino e Licinio indusse in cesare Massimino Daia di autoproclamarsi unico augusto
(Imperatore) che viene acclamato anche dalle truppe stanziate in Siria da dove marciò verso il Bosforo.
viene però sconfitto il 30 aprile 313 da Licinio. quest'ultimo deciso di impossessarsi anche della parte
occidentale del' impero, prima di marciare contro Costantino, diede ordine di uccidere diversi membri
delle famiglie dei tetrarchi di una volta:
1) figlio di Galerio
2) figlio di Flavio severo
figli di 8 e 7 di Massimino
3) Prisca (moglie di Diocleziano)
4) Nello scontro armato con Costantino Licinio rimase sconfitto e il trattato di pace concluso nel 317 fu
rispettato fino al 324 quando Licinio fu fatto prigioniero. L'anno successivo fu giustiziato per aver
tentato di organizzare gli slavi contro Costantino.
Nel 321 Costantino riconosce l'autorità dei tribunali ecclesiastici nelle cause di natura civile,
rinunciando ad una delle prerogative fondamentali dell'impero cioè alla gestione della giustizia, almeno
nel caso in cui entrambe le parti in causa avessero accettato di comune accordo il giudice ecclesiastico.
CONCILI ECUMENICI
Il primo concilio ecumenico si è tenuto a Nicea (Iznik, Turchia) nella grande sala del palazzo
Imperiale dal 20 maggio al 25 luglio 325. Il concilio è stato convocato dall'imperatore Costantino che
apre i lavori con un discorso in latino.
Eusebio di Cesarea testimone oculare parla di 250 vescovi provenienti da ogni parte dell'impero.
Secondo Attanasio di Alessandria, allora diacono, futuro vescovo, anche lui presente a Nicea, riporta il
numero di 318 partecipanti tra i quali 250 vescovi. Pare che il numero di 318 sia esatto in quanto il
concilio viene chiamato ''Il Grande e Santo Concilio dei 318'', che corrisponde al numero dei servi di
Abramo (se ne parla nel libro della Genesi 14,14). Il vescovo di Roma, Silvestro (314-335), era
rappresentato da due preti.
Perché questo concilio si è riunito? Perché un prete, Ario, in Alessandria di Egitto, ha contestato la
dottrina della chiesa. Ario diceva che Gesù Cristo sarebbe la prima e la più alta delle creature, ma
sempre solo una creatura e ci sarebbe stato un tempo in cui egli non sarebbe esistito; per questo motivo
il figlio sarebbe inferiore al padre. Di conseguenza si nega l'unicità di Dio nelle tre persone della Santa
Trinità, uguali e distinte tra di loro. Il Concilio condanna la dottrina di Ario come eresia. Il concilio
riconosce la consustanzialità del figlio con il padre, dottrina definita nei primi sette articoli del credo,
scritti da Attanasio il Grande, allora diacono di Alessandria.
Il Concilio di Nicea aveva anche rafforzato la posizione di Costantino che nel 330 stabilisce la propria
sede nella città da lui costruita sulle rovine dell'antico villaggio dei pescatori di Visantion. La nuova
creatura di Costantino porta il suo nome che si conserva anche sotto il dominio dei sultani fino al XX
sec. Infatti in tutti gli atti firmati dai sultani portano il nome di Costantinopoli Turchigizato Costantine
e mai quello di Istanbul, anche questa espressione greca che significa ''andare in città. È da precisare 7
che Costantino fissa la sua dimora a Costantinopoli ma la Sede dell'impero comunque rimane a Roma
fino al 381 quando in vigore del terzo canone del secondo Concilio Ecumenico viene ufficialmente
trasferita a Costantinopoli. Già durante il regno di Costantino a Costantinopoli fu istituito un secondo
senato composto esclusivamente da quegli esponenti dei ceti dirigenti che avevano abbracciato la fede
cristiana. Lasciando alla chiesa piena libertà di risolvere tutti i problemi riguardanti la dottrina cristiana,
Costantino concentrò la sua attenzione sulla questione economica dell'impero. Come prima riforma
economica istituisce una nuova moneta d'oro chiamata SOLIDUS, che diviene l'unica moneta
universalmente riconosciuta e accettata tanto negli scambi interni che in quelli internazionali. Va
sottolineato che non fu una riforma soltanto di natura tecnica, la moneta d'oro infatti favorì con loro che
già possedevano il metallo prezioso.
Coloro che invece avevano fino a quel momento fatto uso della sola moneta di bronzo si trovò ancora
più povero al punto tale che le vecchie monete persero anche il loro valore nominale e cominciarono ad
essere pesate piuttosto che contate. La riforma monetaria di Costantino colpì in definitiva i ceti più
poveri dell'impero e rese più ricchi i ceti dominanti, contribuendo ad aggravare gli squilibri sociali, la
crisi delle classi medie che avevano prosperato nelle città dell'impero, giunse a compimento. Nella
società Romana del IV sec. ad un’élite di ricche famiglie detentrici del potere economico e politico si
contrapponeva la stragrande maggioranza della popolazione in via di progressivo impoverimento.
I latifondi cominciano a trasformarsi in centri di potere in grado di contrapporsi o comunque di
fronteggiare i rappresentanti dell'amministrazione dello Stato. A questo ceto di latifondisti si andò
affiancando anche la chiesa che cominciò ad accumulare ricchezze specialmente attraverso donazioni a
mano a mano che il suo potere nella società civile nella politica e nell'economia andava aumentando.
Tra i grandi proprietari e la popolazione impoverita si poneva un ceto sociale formato dagli impiegati e
funzionari statali di diverso livello presenti nei centri dell'impero o nelle province cui era affidato il
funzionamento della complessa macchina dello stato. La burocrazia andò così acquistando potere, i
suoi massimi rappresentanti entrarono a far parte della nuova aristocrazia dell'impero.
I rappresentanti della burocrazia statale si presentavano agli occhi dei cittadini come uomini avidi di
denaro e corrotti, pronti ad usare del proprio potere amministrativo per arricchirsi a spese dei più
deboli. Principale strumento di vessazione del cittadino da parte della burocrazia statale e la principale
causa di corruzione fu la enorme pressione fiscale che l'impero esercitava sui suoi sudditi. La macchina
dello stato doveva auto-finanziarsi per poter sostenere i propri funzionari e per mantenere in piedi un
esercito composto durante il regno di Costantino di circa 500.000 soldati. Questa cifra era appena
sufficiente per difendere le frontiere dell'impero minacciate dai Persiani dagli Slavi e dai Germani.
La nuova religione pur predicando l'uguaglianza di tutti gli uomini di fronte a Dio non giunse mai a
chiedere l'abolizione della schiavitù però se lo schiavo non era sottoposto al pagamento delle tasse né
alla leva, la sua resa nel lavoro era assi minore di quella di un colono libero ma asservito. Nei grandi
latifondi il controllo di numerose masse di schiavi si rivelava troppo impegnativo da rendere poco
redditizia l'utilizzazione degli schiavi come si era verificato nei secoli di massimo sviluppo dell'impero
Romano. La società del IV sec. si presenta come una società assai più rigida di quella dei primi secoli
dell'impero. COSTANTINO +337 : 8
COSTANTINO II +340 COSTANTE +350 COSTANZO II +361
Costantino II, Flavius Claudius Costantinum, è nato dal matrimonio di Costantino (il Grande) e Fausta.
Prima della nascita di Costantino II, nacque il primo genito di Costantino, Crispo. Costantino II è nato
nel 317, e viene nominato dal padre Cesare. Inoltre viene nominato Cesare anche il figlio illegittimo di
Licinio che si chiamava Licignano. Nel 337 quando muore Costantino il Grande, Costantino II viene
chiamato Augusto. Come Cesare, Costantino II, sconfigge i Goti sul Danubio, e dopo il padre gli affida
il governo di Galia, Spagna e Britannia. Dopo la morte del padre gli viene riconosciuto anche il
governo della Tracia (Bulgaria) con sede a Costantinopoli. Nel 340 viene ucciso per ordine del fratello
Costante
Costante, Flavius Iulius Costant, nato nel 320. Nel 333 viene nominato Cesare, governa nell' Oriente,
Illirico ed Italia. Nel 337 viene nominato insieme a Costantino II Augusto. Dal 340, dopo aver fatto
uccidere il fratello, Costante governa anche Gallia, Spagna e Britannia. Combatte contro le tribù
germaniche che confessano l'Arianesimo (eresia di Ario).
Costanzo II, pro-ariano, Flavius Iulius Costanzius, è entrato nella storia come Imperatore, quindi non
Triade, è nato nel 317 nel mese di agosto. Governava Egitto, Acaya (Grecia) e Macedonia. Anche lui
come i fratelli viene nominato Augusto nel 337, imperatore dal 337 al 361. Per la prima volta va a
Roma nel 357. Alla morte di Costantino il Grande avvenuta il 22 maggio 337 furono uccisi i cugini dei
figli di Costantino e tutto il ramo della famiglia discendente dal matrimonio di Costanzo Cloro con
Teodora.
COSTANZO II
GIULIANO
GIOVIANO
VALENTINO
VALENTE
GRAZIANO
Giuliano imperatore dal 361 al 363. Si chiamava Flavius Claudius Iulianus, entrato nella storia come
apostata. Nato nel 331 a Costantinopoli e morto nel 363 in Persia. Il padre e la maggior parte dei suoi
parenti furono uccisi in quanto discendenti collaterali di Costanzo Cloro, mentre Giuliano fu salvato
fuggendo in Persia. Nel 353 si trova a Milano presso la corte di Costanzo II da dove parte per Atene e
studia presso l’accademia dove studiano anche i futuri Santi Basilio e Gregorio. Nel 358 Giuliano sposa
Elena, sorella di Costanzo II, sconfigge i Franchi presso Strasburgo. 360 Giuliano viene proclamato
Augusto a Parigi e si contrappone a Costanzo II. Si dichiara Anti-Cristiano ed emana la legge a favore
del Paganesimo. Viene succeduto da Gioviano che è imperatore dal 363 al 364. E' nato Singindunum
(capitale Serbia di oggi). Pur essendo Cristiano convinto Gioiano non annulla le leggi di Giuliano a
favore del paganesimo ma si limita ad abolire la magia e l'arte divinatoria.
GOTI 9
VISIGOTI
OSTROGOTI
GOTI= tribù Germaniche Orientale e si suddividono in 2 gruppi, questo quando i Goti si uniscono con i
Gepidi. Da questa unione nascono Visigoti e Ostrogoti. VISIGOTI= abitavano nei Carpazi e ad ovest
del fiume Dniester. Professavano l'Arianesimo. Nel 410 questi Visigoti saccheggiano Roma durante tre
giorni. Dal 418 i Visigoti s'insediano tra i fiumi Rodano e Loira e l'atlantico, dove creano il proprio
stato chiamato regno di Tolosa che si estenderà più tardi anche sulla Provenza e sulla penisola Iberica.
La popolazione soggiogata professava il Cristianesimo del primo concilio Ecumenico mentre i visigoti
rimasero seguaci dell'eresia di Ario. Nel 507 i Franchi sconfiggono i Visigoti e pongono fine al loro
regno. Ai visigoti rimane soltanto il territorio che si estende tra i Pirenei e la foce del Rodano, nonché i
possedimenti sull’isola Iberica. Nell'anno 711 i visigoti dell'isola Iberica vengono sconfitti dagli Arabi-
Musulmani; mantengono però la propria indipendenza soltanto nelle montagne delle Asturie.
OSTROGOTI= abitavano nella Russia Meridionale tra i fiumi Don e Dniester. Nel V sec. si espandono
sulla Pannonia e Norico e si fondono con i Visigoti, circa 300.000 persone di questa unione si
trasferisce in Italia nella Pianura Padana. nella metà del VI sec. secondo l'ordine dell'Imperatore
Giustiano una parte degli Ostrogoti viene trasportata in oriente mentre gli altri si fondono con altre
stirpi Germaniche, soprattutto alta Germania e Baviera; confessano l'eresia di Ario. Si avvicinano
alla cultura Greca e Latina senza però farle diventare proprie.
Valentiniano I, chiamato Flavius Valentinianus, nato in Pannonia nel 321 ha la Sede a Milano nel 364
viene acclamato Augusto dall'esercito. Governa la parte occidentale dell'impero e in più l'Illirico.
Muore nel 375.
Valente, fratello di Valentiniano I, ed è imperatore dal 364 a 378. Si chiamava Flavio Valente, nato nel
328, a Pannonia, e morto ad Adrianopoli nel 378, combattendo contro Visigoti.
Graziano, figlio di Valentiniano I, chiamato Flavius Grazianus, nato in Pannonia nel 359, morto a Lione
nel 383. Risiede a Milano. Diventa Augusto nel 367. Nel 379 Graziano vendica la morte di Valente e
sconfigge i Visigoti. All'età di 15 anni sposò Costanza figlia di Costanzo II (12anni). Graziano rifiuta
per sé l'autorità di Pontefice Massimo. Inoltre abolisce i privilegi dei collegi sacerdotali antichi e delle
vestali. Inoltre elimina in Senato l'altare della Vittoria sul quale i senatori a partire dal 27a.C.
inauguravano le loro sedute celebrando un sacrificio. Il fratello di Graziano, Valentiniano II, è nato a
Treviri nel 371 e morto a Vienne nel 392. All'età di 4 anni è proclamato Augusto. Governa Italia,
Illirico e Africa.
Teodosio, è nato a Cauca(Spagna) nel 347, e morto a Milano 395. È imperatore dal 379 al 395. Appena
salito sul trono imperiale conclude un trattato di pace con i Visigoti, ai quali permette di insediarsi nei
territori deserti dell'impero della penisola balcanica di oggi, a condizione però di arruolarsi nell'esercito
imperiale. Prevalentemente Teodosio risiede a Milano dove segue i consigli riguardanti la religione
datili da Sant'Ambrogio, vescovo di Milano. Fu proprio sotto l'influsso di Sant'Ambrogio che Teodosio
emanò nel 380 l'editto secondo il quale tutti i cittadini dell'impero dovevano accettare la dottrina della
chiesa formulata nel concilio di Nicea nel 325. L'anno successivo Teodosio convocò il secondo concilio
ecumenico. Il 24 febbraio 391 Teodosio emanò il secondo editto con il quale mise fuori legge il
Paganesimo. Nel 391=Cristianesimo unica religione di Stato. 10
Nessuno deve macchiarsi con il sangue delle vittime, sacrificare un animale innocente, entrare nei
santuari, frequentare i templi e adorare statue scolpite da mano d'uomo sotto pena di sanzione divina e
umana. Questa sanzione deve essere ugualmente applica dai giudici, perché se uno di loro devoto a un
rito pagano, penetra in un tempio per venerare gli dei, ovunque sia in viaggio o in città, sarà
immediatamente obbligato a versare 15 libre d'oro, e il suo ufficio dovrà pagare rapidamente la stessa
somma nel caso non si sia opposto al giudice e non l'abbia subito denunciato con pub. dichiarazione. I
consolari dovranno versare sei libre, e così i loro uffici; i correttori e i presidi 4 libre.'' Milano 24
febbraio 391.
Il secondo concilio ecumenico è tenuto a Costantinopoli nel Palazzo imperiale dal maggio a luglio 381.
il concilio è stato convocato dall'imperatore Teodosio. Sono presenti 150 Vescovi. Il motivo della
convocazione del concilio era l'eresia professata da Macedonio, che negava la divinità dello Spirito
Santo. Lo Spirito Santo sarebbe stato creato e dunque estraneo alla sostanza del padre e del figlio. Il
concilio condanna questa eresia e confessa a Dio uno è Trino, una sostanza tre persone. Questa dottrina
della chiesa è espressa nell'articolo VII del Credo. Gli altri quattro articoli del Credo esprimono la
dottrina della Chiesa riguardante la fede in: una universale e apostolica Chiesa, l'unicità del battesimo e
il perdono dei peccati; l'attesa alla risurrezione dei morti; la vita eterna. Altri 5 articoli sono stati scritti
da San Gregorio di Nissa e sono uniti ai primi sette articoli definiti durante il I concilio ecumenico.
Così nasce il creo chiamato Miceno Costantinopolitano ed è fino ad oggi in vigore. Questo concilio
ufficializza il trasferimento della sede dell'impero da Roma a Costantinopoli (Seconda Roma e Mosca
come terza Roma). L'imperatore Teodosio II (regna 408-450) e sua moglie Eudocia, figlia di un
maestro di retorica, pagano, ad Atene, fondano nel 425 una nuova università Costantinopoli. È in base a
questa che nel 1054 verrà fondata una nuova università di filosofia e di diritto. Secondo il Filosofo
pagano Porfirio, nel III sec. sarebbe esistito un piccolo senato, composto dalle senatrici cristiane,
quando però tutti i membri del senato diventano cristiani, oltre a proclamare, gli imperatori pretende di
partecipare, insieme ai vescovi all'elezione del papa. In effetti Simplicio I (Papa dal 468-483).
Simplicio I quasi morente è costretto dal prefetto del pretorio di riconoscere alle autorità laiche, dunque
anche al Senato, un diritto di intervento nella nomina del suo successore. All'occasione dell'elezione di
Felice III (Papa dal 483-492) le autorità laiche e quelle ecclesiastiche, riunitesi nel mausoleo onorario
presso San Pietro, affermarono il principio che anche in futuro le elezioni del Papa non potrà avvenire
senza il loro consenso. Contestualmente la stessa assemblea aveva approvato un decreto che stabiliva il
divieto per i Papi di alienare beni Ecclesiastici. In questo modo si limita l'autonomia del papa che è
costretto a tener conto non soltanto dell'imperatore con sede a Costantinopoli, ma anche del Senato, che
ha sede a Roma, e dei sovrani Germanici che sono spesso davanti alle porte di Roma e a volte anche
dentro la città stessa. Con il tempo però il lavoro del Senato diminuisce mentre quello del Papa
aumenta. Questo fatto si evidenza in modo particolare nel 525 quando l'ariano Teodorico, re degli
Ostrogoti, non si rivolge al Senato, bensì al Papa, Giovanni I (Papa dal 523-526) chiedendoli di andare
a Costantinopoli per convincere l'imperatore Giustino I (Imperatore da 518-527) di ritirare l'editto
emanato contro gli ariani, ma per dare importanza al Senato Giovanni I viene accompagnato, oltre ai 5
vescovi, anche dai 4 Senatori. Colmando il Papa di onori, Giustino intese anche di onorare il Senato
della vecchia Roma. Anche il Papa Giovanni II (Papa dal 532-535) dà tutta l'importanza al Senato
quando nel 534 sottopone all'esame dei Sacerdoti, del Senato e del popolo la risposta di una lettera del
successore di Giustino, Giustiniano, contenente quesiti circa la Trinità. Anche i Senatori Romani
rimangono fedeli sia al Papa che all'imperatore con sede a Costantinopoli, per questo motivo vengono
fortemente colpiti nel 536 da Vikige, re dei Visigoti. Dieci anni più tardi (546) quando i Goti occupano
Roma, diversi senatori fuggono a Costantinopoli mentre gli altri vengono deportati dai Goti. quando
però nel 547 le truppe imperiali riprendono Roma, portano con sé un certo numero di Senatori a 11
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