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III.
Le truppe imperiali raggiunsero circa il mezzo milione di effettivi, si istituzionalizzarono i corpi scelti
destinati ad accompagnare l’imperatore. Erano milizie facili da spostare, di solito stanziate nei pressi
delle sedi imperiali.
L’apparato amministrativo fu riformato in modo tale da risaldare la gerarchia dei funzionari, destinati a
divenire una vera e propria casta nell’ordinamento sociale. Diocleziano avviò una ristrutturazione
globale delle province, esse furono aumentate di numero e ridotte per estensione, ma accorpate in
diocesi e a loro volta riunite in prefetture.
In questo radicale riordinamento l’Italia (settima Diocesi) veniva posta per la prima volta sullo stesso
piano delle altre province dell’impero, e perdeva definitivamente ogni privilegio: sia politico che
fiscale, ad eccezione di Roma, anche le città italiane da quel momento cominciano ad essere sottoposte
al pagamento delle imposte; Sicilia, Sardegna e Corsica vengono per la prima volta riunite
amministrativamente alla penisola.
POLITICA RELIGIOSA DI DIOCLEZIANO
Persuaso dal fatto che il cristianesimo sia una nuova forma religiosa, Diocleziano decretò nel 303 una
campagna contro il cristianesimo, le cui strutture ecclesiastiche in alcune regioni erano ormai divenute
centri autonomi di potere. L’adesione alla religione cristiana fu considerata causa di esclusione dai
pubblici uffici e da cariche di ogni ordine e grado. Ai cristiani veniva tolta la possibilità di utilizzare le
vie della giustizia in propria difesa, le chiese furono chiuse. Nel 305 Diocleziano si ritirò e costrinse
Massimiliano a fare lo stesso; Diocleziano non tornò a Roma.
Quando nel 306 Costanzo Cloro morì, l’esercito proclamò imperatore suo figlio Costantino, ma la
popolazione di Roma proclamava a sua volta Massenzio; seguirono anni drammatici che videro la
morte di molti Augusti e Cesari, fino a che il controllo dell’occidente si ridusse a Massenzio che venne
sconfitto da Costantino sul Ponte Milvio nel 312 d.C.
Costantino si spostò a Milano, lì emanò nel 313 un Editto, con il quale legittimava tutte le religioni
professate nell’impero, affermando il diritto della LIBERTA’ di coscienza e la LIBERTA’ RELIGIOSA. I
cittadini per la prima volta trovarono piena legittimazione e sostegno politico per la massima autorità
dello Stato. Il testo dell’Editto è conservato grazie alla lettera che Costantino scrisse al governatore
della Bitinia (Asia Minore): “Quando felicemente tanto io Costantino Augusto quanto Licinio Augusto
ci fummo incontrati a Milano e trattammo di tutte le questioni riguardanti l’utilità e la sicurezza
pubblica, fra le altre disposizioni che sapevamo avrebbero giovato alla maggioranza degli uomini,
abbiamo creduto necessario emanare in primo luogo queste su cui si fonda il rispetto della divinità, di
dare sia ai cittadini sia a tutti gli altri la libera facoltà di seguire ciascuno la religione che ha scelto,
affinché tutto ciò che vi è di divino nella sede celeste, sia ben disposto e propizio verso di noi e verso
tutti quelli che sono posti sotto il nostro potere perciò con ragionamento salutare e giustissimo
abbiamo creduto di dover prendere questa decisione di non negare a nessuno la facoltà di dedicare la
sua mente al culto cristiano o a quella religione che sente più adatta a sé, affinché la somma divinità
possa mostrarci il suo favore e benevolenza, conviene perciò che la tua eccellenza sappia che è stato
da noi deciso che, eliminando tutte le restrizioni contenute negli scritti precedenti circa i cristiani,
siano revocate le disposizioni inaugurate e contrarie alla vostra clemenza e che ciascuno di coloro che
nutre la volontà di osservare la religione cristiana ora lo faccia liberamente.” 5
Galerio è nato nel 250 nella Bulgaria di oggi è morto nel 311 Sardica (Sofia di oggi Bulgaria), dal 293
lui è Cesare dal 305 Augusto governa in Illirico e risiede in Sirio. Era sposato con la figlia di
Diocleziano
Costanzo Cloro anche lui nato nell' Illirico nel 250 e morto nel 306 in Britannia nella citta di York dal
293 Cesare dal 306 Augusto. governa in Britannia e Gallia, risiede a Tremiri e padre di Costantino il
grande
• TETRARCHIA
Massimino Daia + 313
1 AUGUSTI
Severo +307
2 Massenzio +312
3 CESARI
Costantino +337
4 Massimino nato nell'illirico e morto a Tarso nel 313. è figlio della sorella di Galerio. dal 305 è cesare
nel 309 si autoproclama Augusto. governa in oriente e Egitto.
Severo nato nell'illirico morto nel 307 dal 305 è Cesare governa in Italia, Rezia(svizzera)
norico(Austria) e africa
Massenzio nato nel 278 morto nel 312 durante la battaglia sul ponte Milvio. figlio di Massimiano. dal
306 Massenzio è stato proclamato augusto dal popolo e dal senato di Roma, governa in Italia e in
Africa. all'età di 15 anni sposa la figlia di Galerio che si chiamava Valeria Massimilla
Costantino nato Nel 280 nell'Illirico (Balcani) nella città di Nissa(Serbia) morto nel 337.dal 306 è
augusto proclamato dall'esercito stanziato in Britannia dopo la morte del padre. nel 312 dopo la vittoria
ottenuta sul ponte Milvio è stato riconosciuto Augusto dal senato di Roma.
Nel 307 dopo la morte di severo la tetrarchia diventa triarchia composta da massimino Daia, Costantino
e Licinio. nel 312 dopo la morte Massenzio la triarchia diventa diarchia ed è composta da Costantino e
Licinio.
Licinio nato nel 265 a Tessalonicchi e morto nel 325.
nel 308 Licinio viene elevato da Galerio a grado di Augusto nel 311 muore Galerio e Licinio diventa
suo successore. era sposato con costanza sorella di Costantino. 312 insieme a Costantino combatte
contro Massenzio, nel 313 Costantino e Licinio firmano l'editto di Milano. viene giustiziato nel 324
6
quando entra in vita la MONARCHIA e rimarrà tale sia nell'ambito dell'impero romano(Cristiano) sia
nell'impero romano(islam).
L'alleanza tra Costantino e Licinio indusse in cesare Massimino Daia di autoproclamarsi unico augusto
(Imperatore) che viene acclamato anche dalle truppe stanziate in Siria da dove marciò verso il Bosforo.
viene però sconfitto il 30 aprile 313 da Licinio. quest'ultimo deciso di impossessarsi anche della parte
occidentale del' impero, prima di marciare contro Costantino, diede ordine di uccidere diversi membri
delle famiglie dei tetrarchi di una volta:
1) figlio di Galerio
2) figlio di Flavio severo
figli di 8 e 7 di Massimino
3) Prisca (moglie di Diocleziano)
4) Nello scontro armato con Costantino Licinio rimase sconfitto e il trattato di pace concluso nel 317 fu
rispettato fino al 324 quando Licinio fu fatto prigioniero. L'anno successivo fu giustiziato per aver
tentato di organizzare gli slavi contro Costantino.
Nel 321 Costantino riconosce l'autorità dei tribunali ecclesiastici nelle cause di natura civile,
rinunciando ad una delle prerogative fondamentali dell'impero cioè alla gestione della giustizia, almeno
nel caso in cui entrambe le parti in causa avessero accettato di comune accordo il giudice ecclesiastico.
CONCILI ECUMENICI
Il primo concilio ecumenico si è tenuto a Nicea (Iznik, Turchia) nella grande sala del palazzo
Imperiale dal 20 maggio al 25 luglio 325. Il concilio è stato convocato dall'imperatore Costantino che
apre i lavori con un discorso in latino.
Eusebio di Cesarea testimone oculare parla di 250 vescovi provenienti da ogni parte dell'impero.
Secondo Attanasio di Alessandria, allora diacono, futuro vescovo, anche lui presente a Nicea, riporta il
numero di 318 partecipanti tra i quali 250 vescovi. Pare che il numero di 318 sia esatto in quanto il
concilio viene chiamato ''Il Grande e Santo Concilio dei 318'', che corrisponde al numero dei servi di
Abramo (se ne parla nel libro della Genesi 14,14). Il vescovo di Roma, Silvestro (314-335), era
rappresentato da due preti.
Perché questo concilio si è riunito? Perché un prete, Ario, in Alessandria di Egitto, ha contestato la
dottrina della chiesa. Ario diceva che Gesù Cristo sarebbe la prima e la più alta delle creature, ma
sempre solo una creatura e ci sarebbe stato un tempo in cui egli non sarebbe esistito; per questo motivo
il figlio sarebbe inferiore al padre. Di conseguenza si nega l'unicità di Dio nelle tre persone della Santa
Trinità, uguali e distinte tra di loro. Il Concilio condanna la dottrina di Ario come eresia. Il concilio
riconosce la consustanzialità del figlio con il padre, dottrina definita nei primi sette articoli del credo,
scritti da Attanasio il Grande, allora diacono di Alessandria.
Il Concilio di Nicea aveva anche rafforzato la posizione di Costantino che nel 330 stabilisce la propria
sede nella città da lui costruita sulle rovine dell'antico villaggio dei pescatori di Visantion. La nuova
creatura di Costantino porta il suo nome che si conserva anche sotto il dominio dei sultani fino al XX
sec. Infatti in tutti gli atti firmati dai sultani portano il nome di Costantinopoli Turchigizato Costantine
e mai quello di Istanbul, anche questa espressione greca che significa ''andare in città. È da precisare 7
che Costantino fissa la sua dimora a Costantinopoli ma la Sede dell'impero comunque rimane a Roma
fino al 381 quando in vigore del terzo canone del secondo Concilio Ecumenico viene ufficialmente
trasferita a Costantinopoli. Già durante il regno di Costantino a Costantinopoli fu istituito un secondo
senato composto esclusivamente da quegli esponenti dei ceti dirigenti che avevano abbracciato la fede
cristiana. Lasciando alla chiesa piena libertà di risolvere tutti i problemi riguardanti la dottrina cristiana,
Costantino concentrò la sua attenzione sulla questione economica dell'impero. Come prima riforma
economica istituisce una nuova moneta d'oro chiamata SOLIDUS, che diviene l'unica moneta
universalmente riconosciuta e accettata tanto negli scambi interni che in quelli internazionali. Va
sottolineato che non fu una riforma soltanto di natura tecnica, la moneta d'oro infatti favorì con loro che
già possedevano il metallo prezioso.
Coloro che invece avevano fino a quel momento fatto uso della sola moneta di bronzo si trovò ancora
più povero al punto tale che le vecchie monete persero anche il loro valore nominale e cominciarono ad
essere pesate piuttosto che contate. La riforma monetaria di Costantino colpì in definitiva i ceti più
poveri dell'impero e rese più ricchi i ceti dominanti, contribuendo ad aggravare gli squilibri sociali, la
crisi delle classi medie che avevano prosperato nelle città dell'impero, giunse a compimento. Nella
società Romana del IV sec. ad un’élite di ricche famiglie deten