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L’ISTRUZIONE POPOLARE A BOLOGNA PRIMA DELL’UNITA’
Le scuole Pie: nate verso il 1616 per volontà di uno scolopio, Francesco
- Giannelli che nel suo passaggio tra Firenze e Bologna fondò questa
istituzione, congregazione mista tra laici ed ecclesiastici dipendenti dal
vescovo e che attraversò le vicende napoleoniche (quando diventarono
scuole municipali) per poi rientrare sotto il controllo del vescovo il quale
le riconfigurò fino ad arrivare all’unità di Italia e dopo inglobate nel
comune di Bologna entrando nel patrimonio scolastico educativo. Erano
organizzate in 7 classi di livello di apprendimento e gli insegnamenti
andavano dal compitare le lettere fino alla lettura e scrittura e far di
conto, materia molto importante all’epoca per le attività commerciali.
Aveva dunque utenza popolare, erano gratuite ( lo rimasero fino al
1830),per soli maschi e largamente frequentate dai figli dei commercianti
e del popolo che potevano usare le loro conoscenze nel lavoro. Vi era una
grande capacità didattica dei docenti che si traduceva anche nella
competenza nella composizione dei testi scolastici; i bambini arrivavano
in queste scuole con una minima competenza nel riconoscere le lettere e
questo minimo insegnamento iniziale veniva dato da “maestrine” nei 4
quartieri principali della città. Il loro patrimonio, anche economico con
rendite e sovvenzioni, didattico con tradizioni e libri che venivano scritti
soprattutto dai docenti che si facevano anche autori della loro disciplina e
che trovavano degli stampatori/tipografi (i grandi editori, che avranno
una visione imprenditoriale molto più ampia e macchine per la stampa
molto più complesse, arriveranno più tardi, il capostipite sarà Zanichelli).
Le principali tipografie sono 4 (che continueranno ad esserci anche dopo
l’unità):
Marsigli, Chierici, Nobili, Masi.
- Scuole private Minarelli: fondate da Camillo Minarelli, erano
- specializzate nell’insegnamento dell’aritmetica e stenografia. Tra gli
insegnanti che lavorarono in queste scuole, importante è la figura di
Salvatore Muzzi e della famiglia (fratelli e figli), che scrisse molti libri di
testo (anche dopo per la casa editrice Zanichelli).
Si coglie anche qui l’introduzione del metodo normale di Francesco
Soave
Origini, organizzazione e scopi dal ‘600 all’Unità
-
L’ISTRUZIONE POPOLARE A BOLOGNA DOPO L’UNITA’
I cattolici intransigenti (Acquaderni, Casaroni)
- L’associazionismo di mutuo soccorso tra moderati, democratici e
- progressisti.
La ricerca di autonomia: le proposte di riforma di Pepoli (1867-1868) e
- Panzacchi (1869-’70).
La Bologna prima dell’unità era la seconda città dello Stato pontificio e quindi
una città importante, collocata ai confini dello Stato, che da sempre
riconosceva a se stessa una forma di sua autonomia personale, legata anche
all’università e che fin dal ‘600 aveva avuto prosperità economica legata
all’industria della seta, prodotta in città e commercializzata sul mar adriatico.
Nel corso dell’800, con la Rivoluzione industriale e le fabbriche questo
commercio entrò in declino e Bologna conobbe un periodo di povertà e
pauperismo con percentuali alte di vagabondaggio e accattonaggio, e quindi la
presenza di opere pie che accoglievano e contenevano queste persone. Dopo le
varie vicende storiche da Napoleone alla Restaurazione e il ritorno dello Stato
pontificio, vi è un intervento sul piano dell’accoglienza ai poveri ad opera di un
cardinale Carlo Pizzoni, che guidò il potere politico ecclesiastico durante tutto il
periodo della Restaurazione cercando di ripristinare le strutture per poveri già
esistenti e sul piano educativo favorendo da un lato le scuole private e
dall’altro entrando nel merito disciplinare costituita dalle scuole pie.
IL RISORGIMENTO 1848: figure principali come Mazzini, Marco Minghetti (area
liberale moderata); è un periodo di sfiducia dei ceti dirigenti,nobili e borghesi e
moderati a partire dal ’48 ma anche successivamente. Era contestato
l’immobilismo dello Stato pontificio ed era forte il problema della sicurezza
nelle città. Il 1859 vide la fine dello Stato pontificio e una giunta provvisoria di
governo liberal moderata e dopo il 1861 (proclamazione del Regno) vide un
periodo di governi provvisori che emanarono via via piccole parti della legge
Casati in tutta Italia e anche in Emilia Romagna (fino all’ufficializzazione del
1877); questo significava per le varie realtà locali la possibilità di legiferare in
maniera autonoma. Si ebbe una grossa spaccatura nel mondo cattolico con:
Cattolici intransigenti, legati attorno alla figura di Giovan Battista Casoni
- e altre figure di letterati e giornalisti fedeli al Papa Pio IX contrari all’unità
d’Italia che vedevano come un’espropriazione del potere della Chiesa.
Nascita della società della gioventù cattolica (1865-66), testate
giornalistiche ed editoria di difesa dei Papa con il divieto per i seguaci di
partecipare alla vita politica nazionale e locale, che verrà a sfumarsi più
tardi e cadrà in età giolittiana.
Cattolici transigenti: più disposti invece ad accettare il dato di fatto
- dell’unità e a collaborare all’interno dello Stato, anche in risposta del
diffondersi del socialismo soprattutto nelle campagne e tra i braccianti
che vedevano nel socialismo la difesa dei loro interessi (da qui la nascita
della lega popolare che diventerà più avanti Democrazia Cristiana)
Altro punto saliente è lo scoppio forte e radicato legato all’associazionismo di
mutuo soccorso, sviluppatasi in mondo potente dopo l’unità con matrice da un
lato conservatrice e dall’altro progressista mazziniano e con matrice
massonica.
LA GIUNTA PEPOLI (1866)
Inizialmente c’è un governo liberale e moderato fino alle elezioni nel 1866 che
videro alla giunta la figura di Pepoli, imparentato con Napoleone e Napoleone
III, quindi appartenente ad un gruppo elitario e che quindi difendeva una fascia
ristretta di popolazione. Nel ’67 elaborò una proposta che non venne neanche
discussa per la caduta della giunta: qui viene scritto qual’era la funzione della
scuola, ovvero quella di “non creare pericolose illusioni, a disperdere le nostre
forze e a distogliere i figli dell’operaio dal mestiere a cui la condizione delle
loro famiglie li destina”, una scuola cioè che dovesse dare solo gli strumenti del
leggere e scrivere ma senza creare ulteriori idee di cultura per i ceti più bassi,
una visione quindi altamente statica e classista. Venne fortemente osteggiata
poiché non in linea neanche con la legge Casati.
Era distinta in scuola elementare inferiore o popolare e scuola elementare
superiore o primaria.
La legge non verrà mai attuata e nel ’68 cade la giunta.
Nelle nuove elezioni vengono scelti medici, tecnici e mondo borghese
progressista e massonica. Entra anche Giosuè Carducci
LA GIUNTA CASARINI – LA PROPOSTA DI PANZACCHI (1868-69)
“i discenti dopo 2 o 3 anni di studio abbandonano la scuola perché costretti
dalla condizione estremamente bisognosa delle loro famiglie a dedicarsi fin dai
primi anni dell’adolescenza all’apprendimento di un mestiere”. Si sottolinea qui
la condizione di impossibilità di frequenza a scuola.
PUNTI SALIENTI: corso elementare inferiore o popolare di 3 anni gratuita, con
eventuale proseguimento nel lavoro anche con scuole serali o festive o
elementare superiore primario di 2 anni inizialmente con l’introduzione di una
piccola tassa di ammissione, poi eliminata. Ingresso a 7 anni.
Assessorato all’istruzione coadiuvato da società operaia e società artigiana per
il controllo dell’obbligo scolastico (Belluzzi e Bignami). Nuovi programmi
didattici, assenza di catechismo, introduzione di diritti/doveri. La riforma, dopo
la modifica della tassa e la sua abolizione, fu approvata nel 1870 (anno della
Breccia di Porta Pia per l’annessione di Roma all’Italia con la caduta dello Stato
Pontificio). Riforma più progressiva e aperta al mondo universitario, legata
anche alle istituzioni con un intreccio virtuoso di cui fa parte Carducci e
Capellini.
ASSCIAZIONISMO DI MUTUO SOCCORSO EDUCAZIONE E SCUOLA
La missione principale di queste associazioni era quella dell’educazione dei
propri soci ed erano formate in generale da assessori, ispettori della pubblica
istruzione e professori universitari, oltre che da maestri e maestre. 3 gli
orientamenti principali:
SOCIETA’ OPERAIA: 1860 esponenti principali Filopanti (presidente); altri
esponenti Bignami, Belluzzi, Belletti, tutti nomi di punta dell’assessorato
all’istruzione. Aspetti salienti; interclassismo mazziniano, unità nazionale,
sovranità popolare, abolizione della pena di morte, suffragio universale,
emancipazione femminile, lotta all’analfabetismo con istruzione obbligatoria.
Visione organicistica che aspira alla solidarietà e all’uguaglianza della società.
SOCIETA’ ARTIGIANA 1864:presidente Gioacchino Napoleone Pepoli;
orientamento moderato e monarchico. Da questa società nel 1881 nasce l’asilo
per bambini lattanti entro i 3 anni di età, per i figli delle madri lavoratrici.
SOCIETA’ DEGLI INSEGNANTI: per insegnanti elementari di Bologna e provincia;
nata prima di questa data, dal 1870 ebbe un importante ruolo, ebbe tra i
presidenti assessori all’istruzione (Berti, Dallolio, Santoni), o ispettori scolastici
(Bignami),o professori universitari (Pietro Siciliani). orientamento moderato;
rinnovamento all’insegna del Positivismo pedagogico e didattico. Non si
trattava solo di presidente onorarie, ma avevano anche poteri decisionali. La
società era formata da maestri e maestre che avevano diritto di voto come gli
uomini nelle commissioni per la revisione dei libri di testo e dei programmi
didattici. Il ruolo delle commissioni era quello di organizzare i programmi
esistenti,valutando anche i libri da utilizzare o meno, presentando poi le loro
proposte all’assessorato (sempre formato da loro componenti, quindi senza
ostacoli nell’approvazione);attraverso questa modalità venne introdotto il
metodo fonico-sillabico per leggere e scrivere geografia locale, insegnamento
della storia da Roma in poi, diritti/doveri, abaco, sviluppo dei musei didattici,
quindi metodo oggettivo.
SOCIETA’ DI GINNASTICA VIRTUS 1870: nasce per opera di Emilio Bauman; di
fatto a Torino nacque una scuola di ginnastica di stampo militare da cui si
formavano i maestri. Si introdusse il paradigma g