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Il Commercio tra la Spagna e l'America era basato sull'esportazione verso il nuovo mondo di
prodotti necessari ai coloni.
Nel contempo venivano importati prodotti agricoli e quantità enormi di oro, de tesaurizzando così i
popoli indigeni, e grandi quantità di argento provenienti dalle miniere del Messico e del Perù.
Si profilò così un primo sistema di interscambio a livello mondiale e quindi un primo processo di
globalizzazione.
Il crescente arrivo di risorse in Europa ebbe però conseguenze economico-sociali. L'importazione di
metalli preziosi, di cui l'Europa era scarsa, fu all'origine della “rivoluzione dei prezzi”, ossia un
processo di inflazione e quindi di aumento vertiginoso dei prezzi.
I metalli infatti venivano trasformati in monete che servivano per pagare: i manufatti che la Spagna
importava dall'estero come generi alimentari e materie prime, far fronte a spese statali e saldare i
conti coi creditori dello Stato (il debito pubblico era crescente perché Carlo V voleva creare un
impero cattolico in Europa).
Le monete uscivano dai confini aumentando la circolazione monetaria in Europa, inoltre ci fu una
dilatazione della domanda per l'aumento demografico e l'aumento dei salari (che stava già
provocando un aumento dei prezzi fin dalla fine del '400).
L'aumento della disponibilità monetaria catalizzò il fenomeno della crescita dei prezzi provocando
un processo inflattivo rilevante e prolungato. Le monete acquisivano meno potere di acquisto e
quindi un minor valore e una minore quantità di fino → Inflazione cinquecentesca
Con l'analisi di questo periodo storico Jean Bodin teorizzò la teoria quantitativa della moneta,
secondo la quale c'è un rapporto diretto tra l'aumento della moneta in circolazione e l'aumento dei
prezzi. La formula è la seguente
massa monetaria• velocità di circolazione
Prezzi= numero di transazioni
L'aumento dei prezzi rimase costante per tutto il secolo (crescita da 3 a 4 volte) sui beni di prima
necessità e sulle materie prime e quindi anche sui manufatti.
Seguirono conseguenze economico-sociali come il processo di redistribuzione dei redditi tra coloro
che avevano redditi fissi, non adeguabili al nuovo aumento dei prezzi, e tra altri a redditi variabili,
producendo una polarizzazione della ricchezza in mano a pochi.
Vinti: I grandi proprietari terrieri che avevano affittato i terreni a lungo termine (anche 20/30 anni)
con canoni fissi.
I lavoratori urbani che perdevano potere d'acquisto e potere commerciale per grande disponibilità di
manodopera.
Vincitori: Coloro che avevano attività mercantili, i mercanti-imprenditori e i mercanti-banchieri,
che potevano permettersi di adeguare i prezzi all'aumento. Usarono addirittura una parte dei propri
redditi per comprate terre dai vecchi proprietari terrieri.
Vennero incentivate soprattutto le attività manifatturiere e tessili per l'aumento consistente dei
prezzi e la diminuzione del costo del lavoro per maggiore disponibilità di manodopera.
Nella seconda metà del '500 e poi nel '600 aumentò anche la pressione fiscale sui ceti più deboli
dimostrando un sistema fiscale sperequato.
Pauperismo: (pauper=povero) è il fenomeno tipico di questo periodo in cui ci fu un grande aumento
della povertà a partire dalla seconda metà del '500 favorendo situazioni di devianza sociale
(criminalità, brigantaggio). Era valutato come insidia all'equilibrio e alla stabilità dell'ordine
politico.
Emanarono così norme apposite che obbligavano i poveri al lavoro cercando di isolare il fenomeno
(Elisabetta I 1563 → Statuto degli artefici e dei mestieri) ciò nonostante il problema era troppo
vasto e raggiungeva quasi l'80% della popolazione suddivisa in:
• Poveri strutturali: 4-8% erano coloro che dipendevano dalla carità
• Poveri congiunturali: 20% resi poveri dalla crisi e con un equilibrio precario legato ai prezzi
dei beni primari e alimentari
• Poveri rispettabili: 50% ceto medio provvisto di qualche mezzo (es. gli artigiani) in grado di
risparmiare ma tuttavia potenziali oggetti della crisi causa eventuali periodi di inattività o di
malattia.
Nel '600 organizzarono poi delle forme di assistenza alle classi, non erano altro che associazioni
antecedenti agli enti no-profit e istituti assistenziali alla difesa delle categorie come ospizi,
orfanotrofi ecc..
Si può racchiudere in queste innovazioni istituzionali alla difesa delle classi inferiori anche il
Welfare Inglese con le Poor Laws (1598-1601) e le Workhouses nate in questo periodo e attive
per quasi 250 anni in cui venivano internati i poveri.
Le Workhouses vennero poi imitate anche in Olanda, a Lione e a Parigi in Francia con gli Ospedali
Generali.
Si era creata una centralizzazione dell'assistenza e una sua specializzazione per le diverse necessità,
inoltre una successiva laicizzazione dei servizi prima quasi tutti regolati dal clero.
Tutto ciò aveva l'obiettivo di contenere il fenomeno del pauperismo e di disciplinarlo per dar vita a
una ben regolata economia.
Contemporaneamente in Europa si diffondevano in tutti gli Stati Territoriali le politiche
mercantilistiche inizialmente adottate in Spagna e Portogallo.
Erano politiche commerciali che avevano a che vedere con l'estero che tramite una politica
protezionistica.
Doveva essere un gioco a somma zero secondo il quale si può crescere solo se l'altro perde e veniva
attivato tramite:
• barriere e dazi elevati all'entrata verso l'importazione per privilegiare il proprio Stato verso
la concorrenza, non venivano addottati verso il commercio delle materie prime in quanto
indispensabili.
• Esportazioni libere e anche sovvenzionate con premi statali
• Espansione coloniale per ottenere materie prime a basso costo e prodotti ad alto valore
aggiunto da esportare all'estero.
• Privilegi e monopoli delle grandi compagnie commerciali nazionali in cambio di diritti di
concessioni che allargavano i confini del commercio
• Obiettivi più produttivi sostenendo le attività tramite provvedimenti
La Spagna e il Portogallo in questo periodo subirono le conseguenze delle politiche sbagliate del
secolo precedente, erano entrambe in declino economicamente e inoltre ci furono casi di
discriminazione verso i moriscos e le minoranze ebraiche che erano classi molto esperte
commercialmente.
Non avendo consolidato il loro apparato produttivo interno perchè ritenevano di essere già
abbastanza ricche c'era sempre un flusso di importazioni dall'estero, nonostante i dazi, di beni che
non riuscivano a produrre.
Le provincie spagnole in Olanda in questo periodo ottennero l'indipendenza formando la
Repubblica delle 7 Provincie Unite.
Olanda (Repubblica delle 7 Provincie Unite)
Si sostituì alla Spagna come primato economico europeo, primato basato sul mercantilismo e
un'economia fondata su una agricoltura specializzata, manifatture tessili e cantieri navali.
Grazie al suo vantaggio geografico tra l'Atlantico e il Mare del Nord in poco tempo si affermò come
potenza marittima e commerciale.
L'Olanda investì sul commercio di intermediazione e di transito tanto in Europa quanto Nelle Indie
Orientali dove alla fine del '500 si impossessano delle basi Portoghesi. Intuirono come controllare ii
mercati tramite l'incetta, la produzione e lo sbocco valutando che potesse consentire una
massimizzazione dei profitti commerciali.
Fondarono colonie di scali commerciali nelle Indie Orientali, Cina, Giappone, Nuova Zelanda e nel
1652 fondarono Città del Capo.
Nelle Indie Occidentali invece occuparono le isole Antille e le coste atlantiche dell'America del
Nord.
Intraprendevano dei commerci di importazione e riesportazione che presupponeva un alto grado di
libertà commerciale tendenzialmente liberista senza l'imposizione di dazi creando, come lo
chiamavano i giuristi Olandesi il mare liberum, in opposizione al mare clausum inglese.
Francia
In quel periodo Colbert era ministro delle finanze del Re Sole e derivò proprio da lui il termine
“Colbertismo” che indica una variante francese delle politiche mercantilistiche che ha come punto
di forza il fatto di avere una politica economica con forte intervento dello Stato avente pieno
controllo economico.
• Rigida disciplina del commercio con l'estero : nel 1667 I codice organico del diritto
commerciale che imponeva:
◦ l'imposizione di dazi elevati per le importazioni dall'estero
◦ la riduzione dei dazi per le materie prime
◦ la riduzione dei dazi per l'esportazione
• Il Controllo della produzione manifatturiera attraverso stanziamenti pubblici. Venivano
create manifatture reali per la produzione di beni di lusso al fine di combattere la
concorrenza con l'estero sostituendo i prodotti importati con quelli prodotti in Francia
La politica economica francese è rimasta sempre orientata in questo senso al punto di nominare un
neo-mercantilismo o neo-colbertismo. Lezione 5 11/10/2011
Inghilterra
Nel corso del '600 ebbe un ruolo centrale il Parlamento inglese.
Grazie alla rivoluzione Cromwelliana e successivamente la gloriosa rivoluzione, dal 1688 venne
deposta la dinastia degli Stuart, di stampo cattolico, per lasciare il posto al protestantesimo di
Guglielmo d'Orange.
Venne emanata in questo periodo la Carta dei diritti (Bills of Right) che distingueva il potere
esecutivo del monarca rispetto a quello legislativo del parlamento.
Ciò diede vita alla prima monarchia costituzionale europea che sanciva:
• tolleranza religiosa
• libertà personale ai cittadini
• l'approvazione dei tributi con il solo consenso parlamentare
• la progressiva deregolamentazione del lavoro artigianale dando così un ridimensionamento
al potere delle corporazioni
Per quanto riguarda ai provvedimenti economici di questo periodo, già da Cromwell, nel 165, venne
redatto dal parlamento l'Atto di navigazione secondo il quale:
• le merci importate dall'Europa continentale dovevano essere trasportate solo dalle navi
Inglesi o da quelle dei paesi produttori
• le merci importate dal resto del mondo dovevano essere trasportate solo da navi inglesi o da
navi delle colonie inglese
Il precedente provvedimento fu criticato da Smith perché opposto a ciò che era la libertà di
commercio.
L'obiettivo di fondo era quello di combattere il commercio di intermediazione Olandese e ciò fece
in modo successivamente che l'Inghilterra acquisisse la supremazia sui mari.
Causa l'ostilità commerciale tra Inghilterra e Olanda si susseguirono tre guerre tra i due stati, g