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III.
Fase di sviluppo industriale, specialmente nel settore pesante (siderurgico,
cantieristico..). Sviluppo trainato dallo Stato e dallo sfruttamento della forza
lavoro nelle terre. Nascono industrie pubbliche.
GIAPPONE
Tra il 1603 e il 1868 è un Paese chiuso, nel senso che era proprio
fisicamente impossibile entrarvi o uscirvi, se non passando da una piccola
isola del Sud.
In questo periodo inizia un processo di apertura, soprattutto dopo il 1853,
quando si presentano a Tokyo delle navi armate americane che chiedono
11
l’apertura dei loro forti, per farle rifornire, e poi del mercato. L’America era
interessata alla Cina.
Il Giappone quindi, non avendo troppe possibilità di scelta, firma i “Trattati
ineguali”, che poi firmeranno anche gli altri Paesi Occidentali. Stabilivano due
condizioni per i Giapponesi:
Abbassamento dei dazi per gli scambio interni, ma mantenimento
1. inalterato di quelli esterni.
Extraterritorialità; i cittadini giapponesi, se colpevoli, non vengono più
2. giudicati dal Giappone.
C’era una sorta di sistema feudale:
Imperatore, considerato quasi come un Dio.
a. Capo militare.
b. Capi governativi.
c. Samurai.
d.
1868: Restaurazione Meiji = l’imperatore assume su di sé tutti i poteri.
Periodo “illuminato”, in cui si esegue una sorta di restaurazione sulla base dei
canoni europei. 2 slogan:
“Tecnica/cultura occidentale, spirito giapponese”. Si studia la flotta
inglese, l’amministrazione tedesca ecc.
“Paese ricco, esercito forte”.
Infine sono due gli eventi storici importanti da segnalare:
1894-1895 Guerra contro la Cina; il Giappone mette un primo piede in
Corea.
190-1905 Guerra contro la Russia; la Russia esce sconfitta
specialmente per ragioni territoriali, climatiche e geografiche.
In pratica il Giappone si rafforza e cresce. La Cina invece crolla; nel 1911
finisce il suo impero.
1896-1914
Confronto tra I e II Rivoluzione Industriale:
Settori industriali trainanti.
a) I: Tessile e meccanico, ad alta intensità di manodopera e bassa
• intensità di capitale.
II: Gli stessi si sviluppano ma ne nascono di nuovi, tipo quello
• chimico, quello elettrico, quello automobilistico.
Natura e dimensione dell’impresa.
b) I: L’impresa è piccola e di natura familiare. Si basa
• sull’autofinanziamento interno.
II: Emerge la grande impresa (big business). Si basa sull’utilizzo e
• l’investimento di capitali = finanziamento esterno. (vedi il sistema
della Banca in Europa e quello della Borsa nei paesi
anglosassoni).
Processo produttivo.
c) II: Inizia la standardizzazione della produzione (Taylorismo e
• Fordismo).
Taylor insisteva sulla standardizzazione dei tempi.
Ford voleva mantenere alti i salari per garantire un mercato più
ampio.
II: Nascono le imprese multinazionali, cioè imprese molto vaste e
• divise per divisioni (per aree geografiche o per prodotto).
Attori del cambiamento.
d) I: 3 livelli:
• Livello macro: EUROPA e USA.
A. Livello meso: ASSOCIAZIONI.
B. Livello micro: PROPRIETARI TERRIERI, OPERAI E
C. CAPITALISTI. A volte anche ARISTOCRATICI e NOBILI.
II: 3 livelli:
• Livello macro: si affacciano i secondo comers, tipo
A. GIAPPONE, ITALIA e RUSSIA.
Livello meso: distinzione tra 2 tipi di associazioni:
B. Nascita dei movimenti del lavoro e sindacali, nonché
di associazioni a favore dei capitalisti.
Nascita di nuovi partiti socialisti e cattolici.
Livello micro: nuovi soggetti:
A. Banchiere, che ha una funzione sociale molto
rilevante.
Azionista.
Manager.
Economista. Nasce la cattedra e il corso di studi
economici. Di conseguenza nasce anche l’economista
di professione. Cambridge è la più importante. In Italia
esistevano degli Istituti Commerciali che formavano
contabili e ragionieri.
In questo periodo nascono proprio le prime facoltà
(1902- Bocconi. 1906-quella che nel 1936 diventerà la
Sapienza).
Dunque il ruolo sociale dell’economista viene
riconosciuto e apprezzato sempre di più. Il più
importante economista italiano fu in quel periodo Luigi
Einaudi, il quale scrisse per 20 anni sui giornali per
l’economia, esercitando un’importantissima funzione
pedagogica paragonabile a quella esercitata dalle 20
università esistenti in quel periodo.
Nuove politiche economiche:
• Industriali. Lo stato inizia ad intervenire per
l’industrializzazione.
13 Sociali e del lavoro. Fondamentale in questo punto è
il cancelliere tedesco Bismark, conservatore che
combatte contro i cattolici (kultur kampf) e contro i
socialisti. Fa approvare una legge importante di
carattere socialista: da questo momento in poi le rate
di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, per
l’invalidità e per la vecchiaia saranno pagate per i 2/3
dai capitalisti e per 1/3 dai lavoratori.
GRAN BRETAGNA
Siamo nei primi 10 anni del ‘900.
Statista importante: David Lloyd George. È liberale e contemporaneo di
Giolitti.
Entrambi operano in un periodo in cui il capitalismo attua in parte una riforma
dall’interno per trovare un equilibrio con i lavoratori.
Dal 1908 al 1915 è “cancelliere dello scacchiere” cioè ministro del tesoro,
dell’economia. Più in là sarà anche primo ministro.
Il suo obiettivo dichiarato era: “…sradicare la povertà e farne un ricordo
lontano come quello dei lupi..”.
In questo periodo il suo ministro parallelo, cioè quello dello sviluppo (board of
trade = attività produttive) è Winston Churchill. Il primo ministro è invece
Asquith.
Come dicevo, nel 1909 Lloyd e Churchill iniziano una battaglia per il people’s
budjet,
propongono :
Un bilancio a favore del popolo, in particolare una politica di
redistribuzione del reddito. (prelievo fiscale maggiore verso i ceti medio-
alti).
Le tasse non si pagano sulla terra, ma in base al reddito. L’obiettivo è
quello di aumentarle dal 5% al 7%, nonche continuare l’armamento
dell’esercito.
Avviare una legislazione sociale, tipo la Germania. C’era il problema
della disoccupazione da risolvere.
Beveridge, padre fondatore del welfare state, scrive un saggio
sull’argomento.
Egli faceva parte del movimento Fabian Society, che prendeva il nome da
Quinto Fabio Massimo e che voleva l’attuazione graduale delle riforme.
Questo movimento (Beveridge in primis) fonda anche la LSE (London School
of Economy), in cui l’obiettivo era quello di formare la classe dirigente.
Comunque ovviamente la loro proposta venne considerata molto
rivoluzionaria e non approvata specialmente dalla camera dei Lord, che
aveva il diritto di veto. Qual era la soluzione, a questo punto? Togliergli il
diritto di veto!
Così nel 1911-12 promulgano la “legge nazionale sulle assicurazioni”, basata
appunto sulla redistribuzione del reddito e del capitalismo dall’interno.
STATI UNITI
Il vecchio Theodore Roosevelt ha una brutta vita perché lo stesso anni gli
muore la moglie e poi la madre. Quindi è uno tosto.
Nel 1901 era vice-presidente, ma a seguito dell’assassinio del presidente,
Roosevelt gli succede e ne resta in carica fino al 1909.
La sua azione fu molto dinamica e energica:
Dà il voto alle donne.
Crea sussidi di disoccupazione.
Periodo chiamato: Progressive era. Nonostante fosse un conservatore la sua
politica fu molto progressista. È chiamata politica delle 3 C:
Conservation. Azione pubblica. Vuole consegnare intatto alle
1) generazioni successive il patrimonio naturale.
Control (of business corporation). Si tratta del controllo delle imprese, in
2) particolare di quelle grandi. Egli venne anche chiamato trust bluster per
il suo tentativo di distruggere i trust. Quindi è un’azione a favore della
concorrenza.
Consumer (‘s protection). Protezione dei consumatori. Impone dei
3) prezzi più bassi a favore del cittadino medio. Obiettivo: uguaglianza di
opportunità.
Square deal(=giusto accordo): riforma del liberalismo dal suo interno.
Dalla I Guerra Mondiale alla crisi
Prima metà (1896-1918) fase A del ciclo di Kondratieff.
Seconda metà (1918-1938) fase B del ciclo di Konfratieff.
Periodo di grandi mutamenti geo-politici e geo-economici:
Declino della potenza inglese e ascesa degli Stati Uniti, che
• abbandonano la loro posizione isolazionista e intraprendono una
politica imperialista.
Tagliato il canale di Panapa.
• Ascesa del Giappone, che prima combatte e vince la guerra contro la
• Cina, poi contro la Russia (1904-1905), poi colonializza la Corea
(1910).
Lenin dichiara: “L’imperialismo è la fase suprema del capitalismo, è
• uno sbocco inevitabile del capitalismo”.
Guerra
Inizia nel 1914 e finisce nel 1918. L’Italia entra in guerra nel 1915. È una
guerra che scoppia in Europa ma che coinvolge anche le varie colonie, per
questo viene definita: “mondiale”. Non si vedeva una guerra simile da circa 3
secoli, dalla guerra dei 30 anni. Addirittura alcuni storici uniscono I e II guerra
mondiale, paragonandola alla guerra dei 30 anni e considerandole quindi
15
come guerra unica, ma con 20 anni di tregua. Guerra che vede l’opposizione
di due schieramenti:
Imperi centrali: Impero tedesco, e Impero austro-ungarico; è l’Europa
1. centrale.
Intesa: Francia, Gran Bretagna e Russia, a cui poi si aggiunge anche
2. l’Italia.
Quest’ultima ha una storia particolare; all’inizio aveva infatti un accordo
militare difensivo con gli imperi centrali, poi però nel 1915 entra in
guerra al fianco dell’Intesa con il Patto di Londra.
1917 è l’anno della svolta; entrano in guerra gli USA al fianco dell’Intesa, che
fino a quel momento si erano mantenuti neutrali. In realtà Woodrow Wilson
viene eletto come presidente tramite una campagna a favore della neutralità
del suo paese. Cambierà presto idea.
Nello stesso anno la Russia si ritira dalla guerra in quanto al suo interno
avviene la rivoluzione bolscevica (dal russo vuol dire “maggioritario” o “la
parte maggiore”).
Regnava lo zar; la popolazione era divisa in due:
Menscevichi, la parte minoritaria, che non voleva il suo rovesciamento.
• Bolscevichi, che invece volevano rovesciarlo.
•
Nel 1917 i bolscevichi prendono il potere; a capo c’era Lenin. A questo punto
firmano un trattato di