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COSMÈ TURA
(1430-1495)
responsabile di tutta l'opera.
1451 – attestato a Ferrara poi non più.
Forse viaggi per studiare Donatello, le prime prove di Mantegna e forse nelle
Fiandre per imparare i segreti della pittura a olio.
Frutti evidenti nella
1458-63 – Musa
olio e tempera su tavola; non per tutti gli studiosi viene da Belfiore
punto di vista ribassato così la figura troneggia imponente e solenne.
• Unione monumentalità con fantasia decorativa che conduce a effetti quasi
• surreali
conchiglia classica
• accartocciarsi dei panneggi
• la linea nervosa racchiude i colori e
• stabilisce netti confini a
• una materia tanto brillante e tersa da parere di pietra dura.
•
Il Donatello espressionista di Padova è calato in esuberanza decorativa che ha
pochi eguali con effetti di
eleganza sofisticata gradita dalla cultura intellettualistica
• di corte
combinazione tra realismo superfici, di ascendenza fiamminga
• e restituzione tridimensionalità, possibile grazie al dominio
• della tecnica a olio.
1469 – decorazione ante dell'organo del Duomo di Ferrara. Se chiuse abbiamo
Annunciazione
si staglia contro arconi scorciati di sotto in su che rammentano le scenografie
della Cappella Orvetari. Esempi padovani anche
panneggi scheggiati
• rocce stratificate
•
Gusto araldico della corte:
gusto archeologico
• astrologia
•
Nelle opere della maturità:tensione e energia quasi innaturali.
San Giorgio
patrono della città
contorni taglienti
• lumeggiature sottilissime che ribadiscono i profili in luce segnando i più
• minuti snodi della forma → funzionali ad una
interpretazione dove dinamicità e dramma risultano strettamente legati.
• Muso del cavallo: deformato con accenti espressivi quasi umani → si
• mescolano sforzo fisico e paura per il mostro che gli sta davanti.
Nelle opere successive Tura va alla ricerca di maggior
monumentalità
• compostezza
• senza tradire la sostanza del suo linguaggio
•
1474 - Polittico Roverella
Madonna con bambino
per commemorare il vescovo di Ferrara morto quell'anno Lorenzo Roverella
tavola centrale è prospetticamente ineccepibile
• ma l'impressione complessiva
• per l'uso di rosa intensi e verdi acidi è di totale artificio
• scorcio violento dell'organo lo rende di primo acchito irriconoscibile
•
Pietà iconograficamente ispirata a modelli nordici assume per contrasto un forte
• risalto
semioscurità di una volta a botte scorciata dal basso
• che riecheggia ritmo semicircolare dell'arco di chiusura del sottostante
• trono della Madonna
le figure si sbilanciano attorno all'asse centrale: Vergine
• tagliato dalla diagonale del corpo di Cristo
• inerte
• luce da radente da dx che scava ombre scure nei manti e dà evidenza
• statuaria al gruppo
FRANCESCO DEL COSSA
(1436-78 ca)
Seconda personalità importante di quegli anni.
Elementi in comune che permettono di parlare di scuola ferrarese
Differenze con Tura
Paggio visto di spalle
colto nell'atto di salire
maniche agitate al vento che grazie ad una geometrizzazione decorativa
• diventano una invenzione fantastica.
La stessa linea che ferma la loro forma irreale segue l'anatomia precisa
• della figura
rendendone anche l'affondare nello spazio
• capacità di cogliere concretezza e naturalezza di gesti e corpi
•
Per questo fu importante l'arte fiorentina conosciuta in patria attraverso
l'arte dello scultore Antonio Rossellino e direttamente
1462-67 – viaggio in Toscana. Esito di questa esperienza si coglie
1467-69 – Annunciazione
Pala dell'Osservanza, per Bologna
La raffigurazione è in uno spazio unitario reso persuasivo dalla successione
delle architetture.
Applicazione norme prospettiche (copricapo dell'angelo)
• attenzione alle variazioni luminose che danno verità percettiva alla
• scena.
1467-69 - Ma la resa dello spazio è all'apice nei riquadri eseguiti per il
Salone dei Mesi di Schifanoia.
Volumi nettamente definiti e sintetici
• colore luminoso
• prospettiva impeccabile dà ordine geometrico anche alle stratificazioni
• rocciose.
- se ripensiamo alle forme minerali del Tura, all'esasperazione delle
espressioni è diversa la partecipazione alla vicenda umana.
1470 – Bologna, città più borghese e mercantile, retta dai Bentivoglio realizza
opere importanti (affreschi Cappella Garganelli, Pala della Mercanzia, Polittico
Griffoni) con accanto Ercole de Roberti.
Muore a Bologna quarantaduenne.
ERCOLE DE' ROBERTI
(1450-1496 ca)
Terzo protagonista pittura ferrarese.
Suoi esordi nel Salone dei Mesi
Settembre
già stile originale.
Movimento esagitato Ciclopi che battono il metallo nella fucina di
• Vulcano, le loro gambe si piegano frementi, i corpi si torcono, le vesti
si accartocciano
mentre il dio sfila su carro trainato da bertucce.
• Semplificazione geometrica e scheggiata delle forme
• dinamismo teso dei contorni che arriva all'espressionismo violento e ad
• una plastica innaturalistica
Nella Predella con
I Miracoli di S. Vincenzo Ferrer
che conclude il polittico Griffoni di Cossa
la narrazione continua è scandita dalle architetture.
• Ma paesaggi desertici
• figurine fantasmatiche
•