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ANTONIO MANTEGAZZA
PIETA': linguaggio allotrio rispetto alla norma della zona padana. Realizzato per la Certosa di Pavia in collaborazione con
Amadeo. Ora è esposta al castello Sforzesco di Milano. AMADEO
FACCIATA DELLA CERTOSA DI PAVIA: La facciata, realizzata sovrapponendo semplici rettangoli, è rivestita da decorazioni,
tipico procedimento dell'architettura lombarda. Il portale è opera di collaborazione tra l'Amadeo e il suo allievo Benedetto Briosco
(1501) ed è caratterizzato da colonne binate e bassorilievi con Storie della Certosa. Fra gli scultori attivi sulla facciata Cristoforo
Mantegazza e Giovanni Antonio Amadeo. IL FOPPA (1430-1515)
CAPPELLA PORTINARI IN SANT'EUSTORCIO (1464 1468): l'assunzione nell'arco di un contro facciata. Essa ha un ruolo
primario nella qualificazione dell'interno della cappella poiché l'artista cura con particolare attenzione il legame con l'architettura,
fornendo prova di adesione ai principi prospettici dell'Alberti e, nello stesso tempo, un saggio esemplare di come egli intendesse la
prospettiva. Maria poggia i piedi sulle nuvole, è attorniata da Angeli che la sorreggono, immersa in una mandorla luminosa.
ANDREA MANTEGNA (1430/1506)
CAMERA DEGLI SPOSI IN PALAZZO DUCALE A MANTOVA(1465-1474): chiamato anche in camera PICTA, la stanza, che
serviva da sala di rappresentanza, è quadrata, con una cupola di due pareti contigue sono affrescate, mentre le altre due dovevano
avere un paramento di cuoio come sullo sfondo delle pitture. Ludovico Gonzaga è rappresentato insieme alla sua corte, mentre sta
dicendo qualcosa ad un balletto (forse che il figlio Francesco è diventato cardinale?). Nella seconda scena Ludovico va ad
incontrare il figlio con la corte in campagna. Mantegna studiò una decorazione ad affresco che investiva tutte le pareti e le volte
del soffitto, adeguandosi ai limiti architettonici dell'ambiente, ma al tempo stesso sfondando illusionisticamente le pareti con la
pittura, che crea uno spazio dilatato ben oltre i limiti fisici della stanza. Motivo di raccordo tra le scene sulle pareti è il finto
zoccolo marmoreo che gira tutt'intorno nella fascia inferiore, sul quale poggiano i pilastri che suddividono le scene. Alcuni
tendaggi di broccato affrescati svelano le scene principali, che sembrano svolgersi oltre un loggiato. La volta è affrescata come se
fosse sferoidale e presenta centralmente un oculo, da cui si sporgono fanciulle, putti, un pavone ed un vaso, stagliati sul cielo
azzurro. Il tema generale è una straordinaria celebrazione politico-dinastica dell'intera famiglia Gonzaga, con l'occasione della
celebrazione dell'elezione a cardinale di Francesco Gonzaga. Sulla parete nord è ritratto il momento in cui Ludovico riceve la
notizia dell'elezione: grande è l'attenzione ai particolari, alla verosimiglianza, all'esaltazione del lusso della corte. Sulla parete
ovest è rappresentato l'incontro, avvenuto nei pressi della città di Bozzolo, tra il marchese e il figlio cardinale; la scena ha una
certa fissità, determinata dalla staticità dei personaggi ritratti di profilo o di tre quarti per enfatizzare l'importanza del momento;
sullo sfondo è presente una Roma idealizzata, come augurio per il Cardinale. I personaggi, veri e proprî penetranti ritratti, si
dispiegano con ritmo solenne su uno sfondo di paesaggio aperto, e nel soffitto nuovo è l'effetto del sottinsù ottenuto fingendo
aperta la volta nel mezzo, da un occhio protetto da una balaustrata, dalla quale sporgono dame, pavoni e vasi, e fra cui
occhieggiano curiosi i genietti, mentre al centro si apre il cielo azzurro. Ancora da ricordare la discussa attività di M. nel campo
della scultura, testimoniata soprattutto da alcune terracotte (statue di santi e un'annunciazione nel Palazzo Ducale di Mantova), e
nel campo dell'architettura con la propria casa a Mantova e alcuni disegni per monumenti e architetture.
GIOVANNI BELLINI (1430/1516)
PIETA' (1470): molto patetica, riprende la concezione volumetrica di Mantegna. Sembra che Gesù si appoggi al sepolcro con due
angeli che lo sorreggono . I grafismi ispirati a Mantegna sono ancora presenti: i capelli disegnati uno ad uno, il percorso delle vene
lungo il braccio di Gesù, ma sono come disciolti da una particolare stesura della tempera a minuscoli segni ravvicinati, che fa
quasi fermentare la materia cromatica, imbevendola di luce. La conoscenza dei fiamminghi è la responsabile dell'intenso
patetismo del gruppo, portato vicinissimo allo spettatore tramite l'espediente del parapetto che consente un taglio a mezza figura,
anch'essa di matrice nordica.
PALA DI SAN GIOBBE: lo sguardo sfugge verso l'architettura, è rappresentata una sacra conversazione. Si può vedere
l'ispirazione epicurea e cristiana dell'artista, il quale rappresenta il piacere del parlare di Dio. Secondo il sicuro, infatti, il concetto
di divinità è impresso alle persone dalla natura. La luce dà pace e nel catino absidale è presente un mosaico, che allude allo
splendore della divinità.
ESTASI DI SAN FRANCESCO (1480): l soggetto del dipinto è la ricezione delle stimmate da parte di san Francesco, che è
raffigurato al centro, esile e immerso nella natura. Le ferite miracolose sono appena accennate sulle palme distese, ma non c'è
traccia del tipico Crocifisso in cielo che le invia. Il miracolo avviene piuttosto attraverso la luce trascendentale che proviene
dall'alto a sinistra e inonda il santo gettando profonde ombre dietro di lui. Si tratta di un'evoluzione del connettivo luminoso dorato
portato a Venezia dall'esempio di Antonello da Messina verso il 1475.
DESIDERIO DA SETTIGNANO (1430-1464)
MONUMENTO MARSUPPINI (1455): situato nella chiesa di Santa Croce, la cassa sepolcrale è posta fra due lesene, incorniciata
da un festone. Si ispira a Donatello e al monumento di Bruni, oratore il cui simbolo era un leone rappresentato sia vivo che morto,
fatto da Bernardo Rossellino. Il monumento è di un segretario, e si ispira più al concetto di bene donatelliano. Simile
interpretazione fra Bernardo e Desiderio del tema della morte e della glorificazione laica del defunto, e in entrambi vediamo il
crescere dell'importanza degli elementi decorativi: ad esempio la massiccia vasca rettangolare ove campeggiano le vittorie alate
che reggono l'epigrafe in capitali romane si trasforma in un sarcofago dai profili curvilinei, la cui massa è alleggerita dalla
copertura molto sporgente che ne interrompe il volume e movimentata dai raffinati digitali che partono dalle zampe leonine. Il
defunto, disteso, sopra il sarcofago, è inquadrato in un arco trionfale retto da paraste, dove nel lunettone è il tondo la Madonna con
il Bambino. Desiderio introduce, a differenza del Rossellino, ritmi curvilinei in modo da romperne il rigido schema: il sarcofago
ha angoli smussati, i putti porta-stemma sono spostati alla conclusione delle pareste in modo da farne una base animata, il festone
retto da geni, cade ai lati dell'arco trionfale, aumentando lo spazio percepito invece di chiuderlo tutto entro l'arco trionfale.
BUSTO DI BIMBO : desiderio toglie peso al corpo, facendolo diventare un velo trasparente sulle pieghe dell'anima.
BERNARDO ROSSELLINO (1409-1464)
MONUMENTO FUNEBRE DI BRUNI: A Firenze l'artista realizzò il monumento funebre ad arcosolio di Leonardo Bruni in
Santa Croce a Firenze. Il monumento è di datazione incerta; secondo alcuni è stato progettato tra il 1446 e il 1450 ma più
probabilmente viene progettato e realizzato a partire dal 1455. Nella tomba Rossellino fuse insieme scultura e architettura: il
sarcofago, dove due vittorie alate reggono l'epigrafe in caratteri latini Postquam Leonardus e vita migravit/Historia luget,
Eloquentia muta est/ferturque Musas tum Graecas tum/latinas lacrimas tenere non potuisse, e il feretro retto da due aquile su cui è
disteso il defunto, che tiene tra le mani una copia del suo libro: Historia Florentina, sono inseriti in un arco a tutto sesto, con
motivi decorativi classicheggianti; nella lunetta si trova il tondo con la Madonna col Bambino, affiancata da due busti di angeli.
Gli elementi del monumento furono poi ripresi in altre opere fiorentine dello stesso Rossellino, dei collaboratori e degli allievi,
diventando un diffuso modello.
CAPPELLA DEL CARDINALE DI PORTOGALLO (1461, 1466)
Posta nella chiesa di San Miniato al Monte, la cappella è dedicata al figlio del re del Potogallo, Jacopo di Lusitania, tramandato
dalle fonti come un uomo pio, dalla vita semplice. Morì molto giovane e chiese di essere sepolto nella chiesa di un monastero
oribetano, ovvero contemplativo. La cappella, progettata da Antonio Manetti, è a croce greca, la pala d'altare è di pollaiolo, gli
affreschi di Baldovinetti. L'intero spazio è decorato: dal pavimento cosmatesco alla cupola rivestita da piastrelle policrome che
circondano cinque tondi di terracotta invetriata. Nei bracci la decorazione e ogni volta diversa, ma l'unità è assicurata dal fregio
continuo affrescato con le armi dei reali del Portogallo e dal ricorrere del prezioso rivestimento in porfido e serpentino. Il
monumento funebre, realizzato da Antonio Rossellino, sfruttando la scarsa profondità della volta a cassettoni, viene creato uno
spazio scenografico, sottolineata da due angeli in volo, in atto di scostare dalla tomba un tendaggio, quasi fosse un sipario. Negli
ornamenti del sepolcro tutto concorre a mettere in scena il trionfo ultraterrena del cardinale: compaiono soggetti mitologici,, si
aumenta il numero delle figure, atteggiate con sciolta naturalezza a scapito della solidità strutturale, in una ricerca di elegante
animazione ignota ai monumenti precedenti. Il modellato sensibilissimo, ottenuto attraverso il moltiplicarsi dei piani della mimesi
descrittiva puntano l'effetto illusionistico ben lontano dalla razionalità che aveva ispirato la prima generazione del quattrocento.
Anche l'osservazione del repertorio decorativo permette conclusioni affini: prevalgono i simboli funerari tratti dal mondo
ellenistico o tardo antico. C'è una grande varietà di tecniche: pittura su tavola, affresco, terracotta invetriata e scultura. Al centro
della volta è rappresentato lo spirito Santo, come una colomba, affiancato da quattro plutei rappresentanti le virtù cardinali. È
come se la discesa dello spirito Santo riempisse la Madonna, raffigurata su un lato, ed il cardinale. Sopra la tomba c'è un clipeo
che rappresenta la Madonna e il bambino che stanno scendendo sul cardinale, due bassorilievi rappresentano le virtù terrene che
accompagnano il cardinale al cielo: una è su un carro, con le ali, su una biga, l'altra sta domando un toro. Il nudo con le ali
rappresenta l'anima in paradiso, mentre la figura che doma il toro è la forza che domina gli istinti carnali, rappresentati dalle