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FILIPPO LIPPI (1406(Fi)-(Spoleto)1469)
Vide Masaccio e Masolino lavorare nella Chiesa del Carmine, nel cui convento prese i voti nel 1421. Si riferì anche a Donatello e Luca della Robbia e al naturlismo della pittura fiamminga, stile personalissimo attento alla forza costruttiva del chiaro-scuro, sapeva mescolare naturalezza e artificio.
1428 - Siena
1434 - Padova Conosce la pittura fiamminga. Prese liberamente, sperimentò, elaborò in modo personalissimo.
1446 - Angelico parte per Roma e lui diventa il pittore più in vista a Firenze, molte commissioni da Medici e affini. Allora organizzò una bottega efficiente → vennero così divulgate le sue invenzioni.
Prime opere influenzate da Masaccio 1430 ca - Madonna dell'Umiltà: commissione carmelitana. Colori stessa corposità e valore plastico di Masaccio, non idealizzato, angeli apteri che paiono ragazzini qualunque. È la luce a modellare le figure disegnando le
Parti più in rilievo delle vesti per perdersi in ombre infinitamente modulate. Volti forza espressiva dei modelli tratti dal vivo e i corpi robusti espansinello spazio. Sono le figure stesse a generare spazio. Donatello e Luca della Robbia → espressività quasi alla caricatura, naturalezza dei gesti immediata come colta dal vero. Si arricchisce il suo linguaggio con note fiamminghe e novità compositive.
1437 – Madonna di Tarquinia: la luce irrompe dalle finestre aperte, rivela la forma, incide il complesso panneggio delle gambe della Vergine, illumina le creature del trono marmoreo. Lo spazio articolato, il paesaggio che fa capolino dalla finestra, il lume che rivela la consistenza delle stoffe e il luccichio dei gioielli sono elementi fiamminghi. Conferma è la presenza di cartellino con firma inventato dai fiamminghi, e il significato simbolico degli oggetti.
Composizione dal punto di vista architettonico spaziale: fuga precipitosa ortogonali prospettiche
del corridoio, visto come attraverso un binocolo rovesciato, e per la piattaforma semicircolare del trono che sembra uscire dal dipinto.
Commissione dell'arcivescovo di Firenze Giovanni Vitelleschi.
La prospettiva ha più di un punto di fuga, per mostrare più visioni simultanee, tipico della pittura nordica.
Sue figure come schiacciate, come da sculture donatelliane realizzate in stiacciato. Le teste sono compresso entro i piani paralleli; tondeggianti, con menti a punta in avanti protesi anche in modo innaturale. Le mani paiono troppo piccole e lo spazio mai abbastanza profondo, anche e soprattutto per l'Incoronazione della Vergine.
1438 – Pala Barbadori crescente importanza alla linea.