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BATTISTERO DI SAN GIOVANNI ALLE FONTI
Risale al 378 e dagli scavi in prossimità del Duomo si può vedere il Battistero di San Giovanni e
anche una parte dell'abside della grande chiesa a cinque navate di Santa Tecla, che venne
scavata negli anni '60 del 900, ma poi completamente distrutta dagli scavi della metropolitana.
Recentemente si è trovata un'aula unica con tre absidi aggregata al Battistero, ma forse più tarda.
C'è un altro elemento ancora conservato: è una seconda vasca battesimale ottagonale che si trova
al di sotto di una delle sagrestie del Duomo. Uno è il battistero di Santo Stefano e l'altro di San
Giovanni, molto lontani l'uno dell'altro tra cui esisteva un'altra chiesa dedicata a Santa Maria.
E' stata formulata un'ipotesi secondo la quale il battistero di Santo Stefano fosse più antico e lo
conferma il fatto che si trova ad un livello più basso: dove le quote sono più basse l'antichità è
maggiore perché col tempo i livelli si alzavano.
Quindi è possibile che questo battistero appartenesse ad un primitivo gruppo episcopale milanese:
si ipotizza che questo tipo sia simile a quello di Aquileia: due chiese con un battistero intermedio.
Non c'è solo la vasca, ma anche fondazioni che si vedono e sembrano disegnare un complesso
che sta attorno al battistero. E' plausibile che in quel punto, corrispondente alla zona absidale del
duomo tardogotico, potesse sorgere la cattedrale più antica, magari doppia.
La pianta ottagonale ospitava una fonte altrettanto ottagonale. Tra le nicchie c'erano delle aperture
quindi si poteva accedere al battistero da quattro direzioni diverse che conducevano a diverse
strutture. I fedeli entravano da Ovest e uscivano da Est.
Le nicchie probabilmente erano il guardaroba dei battezzandi: siccome dovevano immergersi
dovevano spogliarsi. La testa del battezzando veniva immersa 3 volte in simbolo dei 3 giorni che
Cristo rimase nella tomba e simboleggia il passaggio dall'uomo vecchio all'uomo nuovo e spiega
perchè i battisteri fossero costruiti su pianta ottagonale: era una planimetria che riguardava anche i
mausolei di Milano, che presentano anche loro le nicchie intradossate (dentro il muro perimetrale).
Il numero 8 è un numero simbolico perchè rappresenta gli otto giorni della Passione di Cristo in cui
risorse, l’otto è anche il numero del Nuovo Testamento e il battesimo è la resurrezione dell'uomo
nuovo. Non è stato, però l'unico impianto per i battisteri tantè che alcuni non presentavano il
deambulatorio, che si arriva ad avere nel V secolo, sul quale si imposta il tamburo e la volta a otto
spicchi detta volta a padiglione. In questo modo si viene a creare un doppia struttura: nucleo
centrale strutturale e circuito deambulatorio; viene chiamata anche struttura a doppio guscio.
BASILICA DI SANT’AMBROGIO
La chiesa viene fondata nel 379 sulla necropoli martirale di Porta Vercellina e da questo prende il
nome.
Nel IX secolo Angilberto II fece aggiungere l’abside e la fece decorare con il mosaico su fondo oro
del Redentore in trono tra i martiri Gervasio e Protasio e episodi della vita di Sant’Ambrogio.
Nell’XI secolo vi furono delle aggiunte romaniche quali: il quadriportico, i 2 campanili, 2 absidi
nelle navate laterali e la facciata a capanna alleggerita dagli archi in progressione.
Sulla planimetria si vedono i basamenti delle colonne paleocristiane e si constatò che era una
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basilica a colonne con tre navate, senza transetto. La navata maggiore è più alta rispetto alle altre
per permettere una illuminazione diretta.
La chiesa paleocristiana è stata costruita con dei moduli: la lunghezza della chiesa era il doppio
della larghezza e la navata centrale era larga il doppio di quelle secondarie; è scandita da rapporti
1:2 perché ad una campata della navata centrale ne corrispondono 2 della navata laterale.
La navata centrale si articola in quattro campate quadrate, che nelle navatelle diventano 8 e
scaricano il peso sul perimetro esterno in corrispondenza dei contrafforti. Analoga funzione
svolgono i matronei.
Secondo le fonti Ambrogio non aveva pensato di collocare delle reliquie, voleva solo destinare la
chiesa alla propria sepoltura, ma non apparve normale che in una chiesa fuori dalle mura un
vescovo non si facesse seppellire insieme a delle reliquie, quindi cambiò la funzione della chiesa
decidendo di cercare reliquie di martiri da conservare nella chiesa. Ha trovato quelle dei martiri
Gervasio e Protasio che decide di posizionare nella parte destra rispetto all'altare, perchè lui vuole
farsi seppellire sotto l'altare e quindi a sinistra.
Non la fa con pianta a croce perchè non era destinata alle reliquie e veniva concepita una
corrispondenza fra la funzione della chiesa e il suo impianto.
Ha 3 campate e la quarta con volta a padiglione; c'era un coro davanti all'altare che oggi non c'è più
ma ci sono delle tracce.
BASILICA DI SAN NAZARO
Ambrogio fece costruire la basilica degli Apostoli nel 380 collegandola ad una lunga via trionfale
porticata che era della via romana perchè veniva dalla direzione di Roma. Era l'arteria che sfociava
nel cardo massimo e portava dall'esterno verso una porta urbica (nel circuito delle mura erano
aperte delle porte, in alcuni casi erano degli archi onorari veri e propri che introducevano all'interno
della cinta muraria). La Basilica Apostolorum era stata volutamente collegata a questa via porticata
trionfale in modo che fosse più visibile e più facilmente accessibile.
Oggi la chiesa si presenta in stile romanico (rifacimento del XII secolo). La muratura del transetto
ha inglobato quelle precedenti di stile paleocristiano e probabilmente invece che un arco solo, ne
aveva tre minori che costituiva un filtro.
Si presenta con una doppia facciata: quella che dà sulla piazza è della cappella Trivulzio costruita
dove una volta c’era il quadriportico, a pianta ottagonale e con funzione di mausoleo; e quella
interna di origine romanica
I due bracci del transetto erano separati dalla navata, che era continua: non era divisa ne
verticalmente ne orizzontalmente, ne in altezza. La separazione dei bracci significa che non è un
vero transetto, perchè dovrebbe essere delimitato l'incrocio. Sono dei vani aggregati comunicanti
con la navata e viene chiamato transetto a celle. Questi avevano delle nicchie, quindi è probabile
che avesse una funzione cimiteriale e contenesse tombe privilegiate perchè vicine all'abside. I vani
probabilmente erano dedicati a gruppi di fedeli importanti.
L'abside forse nella prima costruzione non era prevista infatti la chiesa finiva con un muro, non con
l'abside, ma quando si trovarono le reliquie nel 395 si fece costruire.
Ambrogio ha progettato la chiesa per porvi le reliquie degli apostoli Andrea, Tommaso e Giovanni
forse anche di Pietro e Paolo (apostoli romani)
Nel 1579 Carlo Borromeo ha fatto scavare al centro della navata in corrispondenza dell'incrocio con
i due vani e ha trovato uno scrigno di reliquie, dove sul coperchio mostra il collegio degli apostoli.
Intorno alla capsella di Nazaro vennero trovate anche tombe di vescovi milanesi che fece supporre
che il posto delle reliquie era quello e che i vani servivano come luogo di preghiera verso le
reliquie.
Le fondamenta sono costruite con la tecnica a spina pesce e venivano utilizzati materiali di scarto,
tecnica tipica paleocristiana. Ambrogio consacrò la chiesa al Signore con le reliquie degli apostoli e
assume la forma di croce perchè deve alludere al trionfo di Cristo. Probabilmente Ambrogio aveva
previsto le reliquie di San Nazaro all'interno della chiesa nella parte più orientale. All'esterno sono
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state trovate delle tombe e sono statale lasciate li.
BASILICA DI SAN LORENZO
Nata quando Milano era la capitale dell'impero, entro quindi il IV secolo, fuori dalle mura cittadine.
Alcuni credono che sia un santuario per il martire Lorenzo, altri che sia una chiesa di committenza
imperiale o addirittura una chiesa di palazzo.
Tra l’XI e XII secolo per via di incendi e terremoti la chiesa fu restaurata parecchie volte. E nel
1573 la cupola crollò improvvisamente.
Ha subito molte modifiche, ma l'impianto dovrebbero essere originale. Gli unici elementi rimasti
dopo la distruzione, e appartenenti al progetto originario o poco dopo sono i sacelli ottagonali di
Sant'Aquilino, San Sisto e San Ippolito.
Il quadriportico era tipico delle cattedrali ed è preceduto dal propileo (fila di colonne che
costituisce un'introduzione all'atrio).
È un tetraconco: formato da 4 conche a due piani che identificano la costruzione a doppio guscio.
Le quattro conche erano divise da quattro torri che avevano la funzione di sorreggere la cupola e
contenere le scale che portavano al matroneo.
Il vano centrale originario era un quadrato, per questo alcuni pensavano che la volta fosse a
crociera, che attraverso le nervature scarica il peso e giustifica la presenza delle torri agli angoli.
Il tetraconco lo ritroviamo in Siria nella cattedrale di Apamea o nella cattedrale di Seleucia, ma
sono leggermente posteriori alla costruzioni di San Lorenzo, quindi è probabile che abbia fatto da
modello. L'ottagono d'oro di Antiochia era la cattedrale di Antiochia commissionata da Costantino
che precede la costruzione di San Lorenzo. Quindi San Lorenzo deriva dall'ottagono d'oro e le
basiliche siriane derivano da San Lorenzo.
I sacelli diventarono dei mausolei imperiali, quello di Aquilino è del 410 ca. e conserva molti
mosaici. In una delle absidi di Sant'Aquilino è rappresentato in un mosaico Cristo in trono e gli
Apostoli che tengono in mano dei rotoli che simboleggiano il permesso di Cristo a divulgare il
Cristianesimo. Le nicchie ricavate nelle pareti consentono la collocazione dei sarcofagi.
C’è un forte contrasto tra l’essenzialità dell’esterno e lo sfarzo dell’interno che allude alla
materialità terrena che si oppone allo spazio paradisiaco. L’oro dei mosaici simboleggia il mondo
celeste di cui Cristo è l’imperatore (Macrocosmo), mentre il mondo terreno (microcosmo) è guidato
dall’imperatore terreno.
Si ricollega alla basilica costantiniana dell’Anastasi a Gerusalemme e di Santa Sofia a
Costantinopoli perché propone allo spettatore uno spazio accentrato di cui non riesce a cogliere
l’unità perché immenso.
Nella corte è posta una statua bronzea di Costantino il Grande copia di un’originale tardo antico
conservato a Roma in San Giovanni in Laterano.
Età LONGOBARDA
GLI ORNAMENTI ECCLESIAE
Teodolinda, regina dei longobardi (589-625), fa costruire a