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Sono decenni decisivi per la vita politica di Atene, che segnano una svolta nella scultura, con un nuovo linguaggio, non arcaico: è un

cambiamento non immediato, ma legato ad artigiani e committenti; p.e. la stele di Aristion del 520 di Aristokles indica un soldato,

non un kouros, ma è ancora tardoarcaico; anche i kouroi sono meno rigidi, e alcune basi mostrano atleti che giocano. Anche nelle

korai si ritrova un nuovo gusto, perdendo il sorriso arcaico; l’efebo biondo è esempio delle nuove idee, con maggiore vitalità; la

nuova maniera di disegnare il corpo umano emerge nell’efebo di Kritios (poco prima del 480).

3.6 Le sculture del tempio di Atena Aphaia a Egina, fra tradizione arcaica e stile severo

Fra VII e VI Egina è potente, e famosa per i bronzisti. A fine VI viene ristrutturato il santuario di Aphaia; i frontoni raffigurano scene

della guerra di Troia, in cui la figura principale è Atena, uno risalente al 510-00, l’altro al 490-80, con due stili diversi.

3.7 Scultura e artigianato in bronzo e avorio

3.7.1 Rhoikos e Theodoros e la fusione cava Inizialmente si producevano statue di bronzo con la tecnica della cera persa, ma

andava bene solo per quelle piccole, per quelle grandi si usavano le lamine negli sphyrelata. Invece, nel secondo VI, Rhoikos e

Theodoros di Samo, forse prendendo spunto dagli Egizi, sperimentarono una nuova tecnica, la fusione cava, di cui esempi sono un

frammento di statua di kouros e una testa di Zeus ad Olimpia e lo Zeus di Ugento.

3.7.2 Il vaso più grande La fusione a cera persa è anche per le opere di artigianato. Emblematico è il cratere di Vix, creato intorno al

530 in Magna Grecia.

3.7.3 L’avorio e le statue crisoelefantine In epoca arcaica dall’avorio si ricavano piccoli oggetti di cosmesi, ma anche statue

crisoelefantine, con armatura interna in legno e metallo, che dato la fragilità sono quasi del tutto scomparse.

3.8 Il santuario di Delfi

I primi oggetti votivi risalgono al IX, ma l’importanza del santuario è evidente dal VII, quando nasce l’Anfizionia. Dopo la prima

guerra sacra (600-590) e la sconfitta dei Focidesi, vengono istituiti i Giochi Pitici (596, ma solo nel 592 il certame coronario): il

santuario diventa panellenico, con numerose offerte anche da Lidia ed Etruria. Il santuario si articola in due settori ai lati della fonte

Castalia, con ad est il santuario di Atena Pronaia e il Ginnasio e ad ovest il temenos di Apollo alla fine della via sacra; a sinistra

dell’entrata i monumenti in dono dopo vittorie, e i thesauroi a oikos rettangolare distili in antis. A ricordare il luogo dell’uccisione di

Pitone una colonna eretta dai Nassii sormontata da una sfinge, davanti alla quale vi è un’area circolare detta Halos, su cui si affaccia

il portico degli Ateniesi. Il tempio di Apollo venne ricostruito più volte: distrutto nel 548 da un incendio, venne ricostruito nel 510

dagli Alcmeonidi, distrutto e ricostruito dopo il terremoto del 373. Di fronte al tempio e al grande altare dei Chioti sorge un area

affollata di monumenti dedicatori.

3.8.1 … e i cicli decorativi dei tesori Come edifici di rappresentanza, i tesori potevano essere completati da una raffinata

decorazione scultorea: il Tesoro di Sicione (ca 560), il Tesoro dei Sifni (530), il Tesoro degli Ateniesi (ca. 490).

3.9 Le ceramiche corinzie: sviluppo e tramonto

Nel VI progrediscono le ricerche pittoriche, nella gara fra corinzie e attiche, uscite dal torpore geometrico: le seconde vincono,

mentre le prime, che non riescono a rinnovare il ripetitivo repertorio orientalizzante, vengono relegate ad un ambito locale. La

ricchezza delle decorazioni solleva la questione sul rapporto fra pittura su ceramica e su altri supporti, come i pinakes scoperti nel

1879 a Penteskouphia, doni votivi per Poseidone e Anfitrite, e la pittura su legno del frammento di Pitsà. La cesura fra protocorinzio

e corinzio si colloca intorno al 630-20 (Transizionale), con un grande aumento della produzione: tali ceramiche ereditano le qualità

tecniche e gli schemi figurati, mutano invece la dimensione e la forma dei vasi, e soprattutto il livello artistico (data la serialità);

lavoravano molti pittori, ma in pochi ergasteria. La scansione è: TR 630-20, CA 620-590, CM 590-70, CT 570-50; dopo il Tardo si

passa ad una produzione locale. Nel CA si ritrovano ancora le tematiche orientalizzanti, per passare poi ai comasti. Nel CM i

contenitori diventano monumentali, forse defunzionalizzati, e prende piede il Gruppo della Chimera, ma anche Timonidas. Nel CT i

ceramisti non riescono ad affrancarsi dalla tradizione del fregio animalistico; i maggiori acquirenti sono etruschi.

3.10 Le ceramiche attiche: il trionfo del mito e degli eroi

3.10.1 I precursori delle figure nere (prima metà del VI) A fine VII gli Ateniesi assumono dimestichezza con la tecnica pittorica a

figure nere, prendendo spunto da Corinto. Importante è il Pittore di Nesso, attivo fra 620 e 600. Sophilos sarà poi il primo pittore

definibile, fra 580 e 70; appartiene al periodo anche la produzione di coppe con comasti. Grande fortuna avranno nel secondo VI le

coppe di Siana. Pittore e vasai fu anche Nearchos. La tecnica a figure nere viene padroneggiata, staccandosi dalla tradizione corinzia

e divenendo forte sul mercato: emblematico è il Cratere François, scoperto nel 1845, opera di Ergotimos e Kleitias, pittore anche di

alcune coppe di Siana; questi dipinge scene legate al paradigma eroico.

3.10.2 Pittori e vasai all’ombra dei Pisistratidi (seconda metà del VI) Coi Pisistratidi coincide un grande fervore artistico,

espresso dalle numerose firme dei vasai, e dalle rappresentazioni di scene lavorative; la posizione economica e sociale degli artisti

sale (Nikosthenes, Sostrato di Egina). È una fase di grande sperimentazione, i maestri del Ceramico si lanciano in esperimenti tecnici.

Grande è la ricchezza iconografica. Il culmine è rappresentato da tre personalità, fra 560 e 525, sempre legati alla vecchia tecnica:

Lydos, Amasis ed Exechias.

3.10.3 Una trovata rivoluzionaria: la tecnica a figure rosse Intorno al 530 viene inventata ad Atene la nuova tecnica, che

inizialmente non riscosse successo: l’idea è di dipingere tutto tranne le figure, al contrario di prima, con una resa più

particolareggiata. Il primo a cimentarsi è il Pittore di Andokides, che lavora in coppia col Pittore di Lysippides, a figure nere, forse la

stessa persona.

3.10.4 I Pionieri delle figure rosse (520-500) In questo ventennio la ceramica attica raggiunge un altissimo livello, difficilmente

superato: si inseriscono qui i Pionieri, gruppo molto coerente, formato da Euphronios, Euthymides, Smikròs, ma importanti furono

anche Oltos, Phintias ed Epiktetos.

4. L’età dello stile severo (480-450 a.C.)

4.1 Una generazione di passaggio

Sono gli anni della grande ascesa di Atene dopo le guerre persiane, con la fondazione della Lega delio-attica, nonostante le vittorie

spartane, meno decisive. Atene riesce ad estendere la propria egemonia a tutta la Grecia centrale, fino alla Guerra del Peloponneso.

Sono anni decisivi anche per le città siciliane, con il trionfo dei tiranni di Siracusa ed Agrigento.

4.2 Lo “stile severo”

Sono anni decisivi per il mondo greco: Atene primeggia e si dà un ordinamento più democratico, mentre la sconfitta dei barbari pone

in un altro piano le poleis. Ciò si evince anche nella produzione artistica: il tardoarcaico evolve nello stile severo, termine usato da

Winckelmann come streng, per definire la scultura che precede Fidia, che perde il sorriso arcaico; è un nuovo linguaggio figurativo

che guarda all’uomo, con i primi tentativi di introspezione, l’uomo è essere pensante (nasce infatti la tragedia). Nella statuaria si

abbandona l’assialità arcaica, tutte le membra si muovono assecondando la diversa distribuzione del peso corporeo, e una nuova

armonia tende alla semplicità e alla rappresentazione degli stati d’animo.

4.3 L’architettura sacra: rinnovamento, armonia e rigore geometrico

Dopo la vittoria di Platea gli Ateniesi decidono di non ricostruire nulla sull’Acropoli, perciò gli ex voto sacri vengono seppelliti

ritualmente; inizia la parziale ricostruzione del vecchio tempo pisistratide, ma il programma architettonico resterà fermo fino al 447,

quando Pericle ricostruirà l’Acropoli. Temistocle ricostruisce frettolosamente le mura (479), mentre dal 460 al 45 vengono costruite

le Lunghe Mura; il sepolcro comune per i caduti in guerra nel Ceramico vanifica l’ostentazione di status aristocratica. Fermi i lavori

ad Atene, l’architettura sacra del periodo è rappresentata dal tempio di Zeus ad Olimpia, uno dei più grandi, costruito col bottino della

vittoria degli Elei su Pisa del 472 e terminato prima del 457. Nel 460 a Poseidonia venne costruito un tempio simile, poco inferiore, il

tempio di Nettuno, dedicato in realtà ad Apollo o Zeus. Aderisce al nuovo canone anche il tempio di Era a Selinunte. I templi

d’Occidente permettono di cogliere immediatamente le nuove norme dell’ordine dorico: la perfetta simmetria della cella, con

l’opistodomo che corrisponde al pronao, la cadenza regolare delle colonne della peristasi, con capitello più rigido, il conflitto

angolare. Ciò avviene anche nel tempio della Concordia di Agrigento; tutti i templi presentano unità aritmetica.

4.4 Il santuario di Olimpia

Era un santuario panellenico, collegato dalle vicende di Pelope ed Eracle, fondatore delle Olimpiadi che in realtà cominciarono nel

776. Il santuario ha una monumentalizzazione che culmina nei secoli V e IV per riprendere in età romana. La fase più antica è

testimoniata dalle offerte ceramiche, mentre il primo edificio monumentale è l’Heraion, di fine VII. Nel VI vengono costruiti i

thesauroi delle città alleate. Solo nel 472 viene costruito il tempio di Zeus, che ospita il ciclo figurativo più importante, e la statua

crisoelefantina di Fidia; la sua officina si conserva ancora. Nel IV viene costruito davanti ai tesori il Metroon, insieme alla stoà di

Eco, e il grande albergo del Leonidaion. In età ellenistica vengono sistemati gli impianti sportivi, e costruito il Philippeion. La ripresa

edilizia si avrà in età romana con il ninfeo di Erode Attico e una fontana. Il santuario verrà chiuso da Teodosio nel 394.

4.4.1 … e il ciclo figurativo del tempio di Zeus Esso era famoso per il ciclo scultoreo: sono decorate le metope della cella, lisce

quelle della peristasi, risalenti ca. al 460. Benchè divise, le metope hanno il solo tema delle dodici fatiche: Eracle ed Atena subiscono

un’evoluzione psicologica e formale. Il frontone est raffigurava la saga di Pelope: i nudi sono essenziali, il panneggio sottolineato da

poche pieghe. Sul frontone occidentale è rappresentata la lotta fra Centauri e Lapiti, in netto contrasto col precedente perché in atto.

Lo scultore viene genericamente indicato come Maestro d

Dettagli
A.A. 2014-2015
11 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/07 Archeologia classica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Gneo Giulio Agricola di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia e storia del'arte greca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Bejor Giorgio.