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Estratto del documento

IX.

Posa del buddha dainiji in meditazione, lo stile è tang. È pieno di gioielli,

corona e aureola ricchissime come le vesti, siede su piccolo trono a forma

di fiore di loto.

- Tazokai mandala, tratti diversi, nel toji, le figure sono più energiche con

contorni sottili a fili di ferro precisi in rosso, manca la tridimensionalità che

c’è nel takao mandala. Aspetto decorativo che prevale, movimento nelle

mani di tutte le figurine che esprimono i mudra, ma i corpi sono

rappresentati senza movimento e mostrano questo cambiamento dei primi

anni 800 in cui si fa takao e metà IX del tazokai.

- Mandara taizokai che appartiene alla coppia di mandala che si trova nel

toji all’epoca kyohokoghuji, su seta con pigmenti colorati e dorati, seconda

metà del IX, taizokai = mandala del mondo del grembo. Descrive

l’apparenza fenomenica degli aspetti della natura del buddha,

rappresentazioni simboliche come tante teste e braccia e immagini

terrifiche per il male. Composto di 12 aree da un fiore centrale iscritto in

un quadrato rosso e poi aree più larghe nei due lati esterni, poi una serie

di quadrati esterni poi il bordo della seta, forma del rotolo verticale. Dal

centro si allargano le aree e aumentano le figurine in ogni area, il fuclro

con buddha dainiji al centro con le sue emanazioni, 8 petali poi sempre più

figure più piccole. Sono 12 aree o corti, disposti in ordine concentrico per

le varie nature del buddha e della natura umana, visto dal punto di vista

della compassione del buddha dainiji, l’area al centro degli 8 petali, c’è

l’area del buddha dainiji circondati da altre figurine assise su loto con

aureola alle spalle, assisi con gambe incrocate e mani in diversi mudra.

Il buddha tiene le mani nel grembo con i palmi uno sopra l’altro e pollici

uniti nella posizione della meditazione. Figure di buddha e mano mano che

usciamo ci sono tra i petali figure di bodhisatva insieme ai buddha, nei

rettangoli intorno all’area centrale ci sono 4 manifestazioni: forze che

incanalano le emozioni, re della saggezza, conoscenza e il sapere

universale. A racchiudere queste aree ci sono i reggitori di bashra, una

sorta di scettro con impugnatura centrale e tre ganci sopra e sotto, scettro

del potere e intelletto che distrugge emozioni umane. Ci sono i reggitori di

loto per la purezza. Nelle aree esterne abbiamo figure che vengono

dall’induismo con più braccia dentro fiamme rosse (protezione figure

buddhiste), figure di bodhisatva più piccole, fughenbosatsu insieme a

elefante bianco ( diventerà parte del culto popolare), assistenti che

accompagnano che ricordano i danzatori per le vesti svolazzanti, le figure

del buddha. I guardiani nelle parti più esterne e come simbolo il fior di loto

sempre associato a questo mandala.

- Kongokai mandala, conformazione a 9 aree quadrate che dividono l’intera

superifice e ognuno di questi hanno dentro un’ulteriore divisione con

cerchio al centro. Il mondo del diamante, realizzata con colori vari su seta,

della seconda metà del IX, nel toji, buddha dainiji al centro insieme ai

buddha fenomenici, che sono apparsi nei vari templi e posti.

9 aree corrispondono ai mondi del buddha, specchio che rinfrange come

diamante e simboleggia luce dell’universo. Tutte le divinità sono esseri

illuminati, al centro assemblea ottenimento della buddità. Mudra del

pugno della saggezza con palmo che tiene indice chiuso dentro ed è il

mudra che contraddistingue il buddha dainiji. Dal rosso all’oro al bianco,

azzurro lapislazzuli, colorazione che si è conservata bene.

- Alcuni dipinti nel toji, stessi anni, dipinto su rotolo verticale con inchiostro

nero e pigmenti, con sviluppo di 2 m e 13 cm, rappresenta uno dei

monaci, che venivano rappresentati in ritratto come essere che

intraprendono percorso verso il buddhismo e quini esempio da seguire.

Una parte di questi dipinti sono fatti in cina, 7 dipinti, patriarchi della

scuola shingon, anche questo tipo di pittura era un’insegnamento non

verbale e sottolineava importanza dell’allievo maestro. Questo set di

dipinti venne date a kukai, prima del suo ritorno in giappone, ma kukai

fece rifare due dipinti a un pittore cinese nel 821. Quelli in cine hanno

realismo e tutti rappresentano monaci in meditazione. Riuchi è il quarto

patriarca, allieva di nagariuma e secondo patriarca, questi due ritratti sono

quelli rifatti in giappone. Riuchi rappresenta il patriarca che diventa

simbolo di tutti i successori che rappresentano l’esempio da seguire. Capo

rasato, sopracciglia folte ben delinate, occhi grandi neri, bocca con labbra

rosse, braffi leggeri e tonaca con fasce nere e pigmento rosso, lasciata

cadere e tenuta con un lembo sorretto dalla mano sinistra. Seduto su

piedistallo, nella mano dx ha un piccolo libro, simbolo dell’insegnamento.

Uso della tecnica a fil di ferro con contorni in pigmento rosso, non c’è uso

di sfumature, differenza dei dipinti cinesi che sono più realistici.

TOJI

Kodo: sala di lettura. Padiglione costruito su un spazio di pianura, e kukai

prevede un mandala anche scultoreo, realizza un altare centrale dove sono

posizionate 21 figure scultoree che ricordano lo stesso tipo di

rappresentazione simbolica nei mandala, lo rende tridimensionale sull’altare.

La cerimonia dell’apertura dell’occhio avviene nel 839, dopo la sua morte

(835). Tutte le sculture sono a dimensione umana e rappresentano buddha

dainiji al centro con due bodhisatva, figure di myo conoscenza suprema, e i 4

shitenno, i re guardiani + bonten e taishakuten.

La figura di fudo myo, doveva essere circondata dagli altri 4 re in origine,

produttore di tesoro, colui che genere timore, il demone diamante, sono tutti

myo, re che devono incutere timore e circondare fudo. Da una parte risultano

più uniti, drappeggi abiti ricchi nei dettagli e molto accentuati in confronto a

fudo che fa la parte di buddha con i suoi bodhisatva.

Fudo tiene in mano un laccio nella sx e nella dx una spada con impugnatura

forma di bashra, simbolo dello shingon, scettro.

Ha bracciali alla maniera indiana, volto un po indiano, capelli raccolti in una

treccia laterale, i denti sono aguzzi che escono dalle labbra, occhi con

sopracciglia corrucciate al centro, senso di forza e incutono timore, sono

aperti rivolti al basso.

10/04/18

Byodoin ricalca dal punto di vista architettonica l’architettura di tpo shinden

zukuri della nobiltà di corte con un padiglione centrale dei padiglioni a est e a

ovest. Uno di questi nasce grazie al mecenato michinaka che si fa costruire

questa residenza come estiva, si trova fuori kyoto in questa zona famosa per

le piantagioni di tè.

La sua morta, la sua residenza viene convertito a tempio dedicato ad Amida

con la sua scultura al centro della sala della fenice, hooodo. Questo culto è

legato al culto della rinascita nella terra pura: buddhismo legato ad amida.

Residenza ereditata dal figlio quando muore, la conversione al tempio ha

trasformato la sala della fenice in spazio tridimensionale che rappresenta il

raigo di Amida (1052).

La scultura di Amida fatta da jocho, maestro di scultura buddhista innovativo,

a lui si attribuisce nuovo schema e proporzione legata alla scultura, e questa

ne rappresenta la novità. A jocho furono commissionata quasi tutte le sculture

dell hojoji.

Ebbe due titoli onorifici e sono hokkyo: maestro del ponte della legge ed è un

titolo che rientra nei ranghi della gerarchia buddhista raramente attribuito a

scultori. L’altro è hogen: maestro dell’occhio della legge. Legge è

insegnamento del budda.

Ci rimane di jocho solo il budda Amida nyorai nel byodoin, l’altezza dalla testa

dal mento ai capelli: il volto, diventa l’unità di misura usata per tutto il corpo.

L’ampiezza è identica alla sua altezza e cio si rivela in una sensazione di

stabilità e compattezza. La tecnica usata, essendo sculturaa lignea è lo

yoseghi zukuri, tecnica di assemblaggio di più parti. In questo caso abbiamo

53 blocchi di legni usati. I difetti della tecnica: non si poteva scolpire i dettagli

in modo profondo e incisivo, questo da anche un senso di leggerezza ed

eleganza e permette un certo dinamismo, anche se in questo caso non è

dinamico ma massiccio e imponente. La tecnica permetteva la realizzazione

delle sculture in botteghe con aiuto di apprendisti ai quali viene affidata la

scolpitura iniziale e una volta fatte le diverse parti queste venivano

trasportate e montate in loco.

Il budda amida è situato su un alto piedistallo a loro con le mani sopra i piedi

incrociati nel mutra della meditazione, lo sguardo semichiuso abbassato,

assente o proiettato interiormente, stato meditativo. Alle spalle aureola a

giorno, forata, coperta d’oro e con motivo di fiamma a cui si aggiungono

riccioli di fiamma che vanno verso alto con forma a mandorla la cui punta

entra in un oggetto decorativo che è un ombrello rotondo con baldacchino

quadrato e simboli legati ai principi indiani. L’aureola e baldacchino hanno

decorazioni molto elaborate, forme di fiammella o riccioli che salgono e che

contrastano con la figura del budda che è semplice, con il torso liscio tranne

due scolpiture per la piega del ventre e del torace, anche quelle del collo sono

superficiali e il volto è rotondo, a luna piena. Sull’aureola figurine di

bodhisatva seduti su predelle con foulard e sete che si ripetono intorno al

budda e intorno alle pareti. Sono in piedi o assise su nuvole e suonano

strumenti o danzatori, in contemplazione e che si rifanno a un modello

indiana degli absara, figure di ninfe celesti che danzano coperte di sete, con

la posizione tribanka in accompagnamento al budda. Tutto coperto in oro.

Baffo dipinto che si rifà all’estetica indiana, pieghe della veste piccole e poche

onde rotonde leggere senza profondità. A completamento della sala dell hoodo ci

sono dei dipinti che in origine coprivano le superfici delle porte interne e

rappresentano i 9 tipi di accoglienza. In ogni dipinto vi era una lunga iscrizione di

cui rimane qualche traccia e sono quasi tutti perduti. Sono frasi con caratteri

molto piccoli tratti dal sutra del buddha della vita infinita. Oggi sono stati rimossi

e vengono mostrate sul tempio delle copie su rotolo. Temi di amida che scende

ad accogliere il morente, immagini del paesaggio, per questo primo esempio di

pittura yamatoe: nome antico del giappone e indica la pittura (e), pittura

autoctona giapponese che nasce in questo periodo e non ha influenze cinesi.

Combinata a temi buddhisti quindi con scopo educativo.

Altri esempi di raigo che mostra come il genere si diffuse in epoca heian, presso

l’hokkeji c’è un set di tre pitture su rotolo verticale e un altro nel tempio sul

monte koya.

I

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
65 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-OR/20 Archeologia, storia dell'arte e filosofie dell'asia orientale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher verdena6 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte dell'Asia orientale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Menegazzo Rossella.