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Il periodo Muromachi
Il periodo Muromachi va dal 1336, data dell'ascesa a shōgun di Ashikaga Takauji, fino al 1573 quando l'ultimo shogun Ashikaga fu cacciato da Kyoto. Quest'epoca prende il nome dal quartiere di Kyoto dove gli shogun Ashikaga instaurarono la propria residenza dopo il 1378. Tuttavia il periodo fu caratterizzato ancora da una lunga serie di guerre civili tra i daimyo, tanto da essere conosciuto come sengoku jidai (periodo degli stati combattenti) e il bakufu Ashikaga sopravvisse solo nel nome. Alla fine, uno dei daimyo, Oda Nobunaga, diede nuovamente fuoco alla capitale e scacciò l'ultimo shogun Ashikaga da essa. Nobunaga riuscì ad unificare il padre sotto il suo governo, ma sarebbe stato il suo successore, Toyotomi Hideyoshi, che avrebbe ricostruito la capitale e il palazzo imperiale. Questo periodo della storia giapponese mostra dal punto di vista politico un indebolimento del potere centralizzato, ma si presenta dal punto di vista culturale e artistico come.una delle epoche migliori del Giappone. Gli Ashikaga furono infatti grandi mecenati delle arti, particolarmente di quelle sposate dai maestri zen. Nei termini dell'arte visiva infatti nacque un nuovo soggetto nella pittura di genere, conosciuto come rakuchuu rakugai, cioè scene della capitale e dintorni. L'invenzione di questo tema è attribuita a Tosa Mitsunobu, il pittore in primo piano a corte durante e dopo la guerra Oonin. La scuola Tosa venne fondata alla fine del dodicesimo secolo da Fujiwara Tsunetaka, e divenne la scuola massima della pittura Yamato-e nella corte imperiale fino alla restaurazione Meiji del 1868. Attraverso le convenzioni dello yamato-e viene creato uno stile innovativo, che riguarda la rappresentazione di scene della capitale. La prospettiva è a volo d'uccello, incorniciata da nuvole dorate, e riguarda un ampio panorama della capitale. Solitamente la scena viene rappresentata su paraventi (byōbu) costituiti da sei pannelli, eoffre una visione idealizzata della città attraverso le stagioni. Uno degli esempi più antichi è il paravento Rekihaku, risalente agli anni tra il 1525 e il 1535. Si parte ad ammirare dalla destra sul paravento di destra, con l'estate che progredisce sui sei pannelli verso l'autunno al palazzo imperiale. Il paravento di sinistra porta dunque lo spettatore attraverso l'inverno, fino alla primavera. Un'altra caratteristica di questi paraventi è che essi forniscono una rappresentazione dei differenti festival che si tengono durante l'anno. Il desiderio generale dell'artista è quello di proiettare un'immagine pacifica e gioiosa della città e nulla suggerisce l'idea di una città affranta dalla guerra, mezza distrutta. Tuttavia un secondo sguardo ci fornisce alcuni indizi: ad esempio i campi coltivati di fronte al palazzo imperiale si trovano dove prima della guerra Oonin vi erano le residenze degli alti.Aristocratici di corte; la presenza dei festival stessi, come quello di Gion, istituiti in risposta alle numerose epidemie che piegavano la città durante gli umidi mesi estivi; un altro piccolo dettaglio lo si trova sul fondo del secondo pannello, dove l'entrata di una strada del quartiere è fronteggiata da portale di legno, assenti prima delle guerre del quindicesimo secolo. Per quanto riguarda gli edifici rappresenti in alto al primo pannello del paravento di destra è rappresentato il Tofukuji e sotto di esso il sanjuusangendo. Al centro del quinto e del sesto pannello troviamo il palazzo imperiale, quasi completamente distrutto durante le guerre civili per cui anche l'immagine ridotta del paravento ne è un'idealizzazione.
Nelle arti decorative si determinano alcuni cambiamenti. Non è più la Corte a dettare i gusti e gli artigiani si disperdono nelle varie regioni per seguire i samurai. I samurai danno grande impulso alla produzione di armature.
Sedurante il periodoHeian c'era statagrande differenzatra le armi d'uso equelle cerimoniali,con il periodoKamakura siiniziano a decorareanche le armi48"vere". Gli armaioli giapponesi erano molto abili nelle leghe (usavano oro, argento, bronzo epiombo) e riuscivano a forgiare lame forti e durature, conosciute in tutta l'Asia per la loro eleganzae la loro forza. Si crea un'estetica lussuosa e maschile, soprattutto nelle armature (yoroi), il cuicorpo centrale è un'imbottitura woren di metallo laccato e cuoio con decorazioni in seta, bronzodorato e pelle di daino. Le lacche mostrano paesaggi, ma le forme si fanno sempre più raffinate, cosìcome i metodi di decorazione. A volte si usano stile kara-e (rappresentando ad esempio il monteHōrai), altre volte la decorazione consiste di paesaggi poetici in stile makie. Sia la Cina che laCorea iniziano a produrre ceramica raffinata. I nuovi materialivengono cotti con smalto trasparente o scuro.verde-bluastro. Vengono usati anche nuovi forni, che, permettendo l'entrata di aria, rendevano possibile il controllo della fiamma. Il sito più importante è Seto, tanto che la ceramica è detta setomono, creato dal famoso Tōshirō (forse l'inventore del metodo di invetriatura). Lo stile vecchio, Ko Seto, vuole una forma raffinata e una tecnica perfetta; la decorazione è più elegante rispetto agli altri forni. Lo stile di queste ceramiche derivava da quello della ceramica cinese di epoca Song, molto popolare in Giappone durante il periodo Kamakura. La forma dei vasi, con ampia spalla, derivava infatti da una tipologia di bottiglie popolari in Cina. Le decorazioni, incise o talvolta stampate, erano libere e piene di forza. La corte, spogliata del potere politico, diventa centro culturale e lo fece aggrappandosi soprattutto alla calligrafia e alla poesia. La calligrafia viene considerata importante anche da samurai e monaci Zen. Il tredicesimo secolo fuun periodo particolarmente vivace per la produzione di emakimono nella corte imperiale. Nella prima fase del periodo Kamakura, l'interesse per il Genji monogatari emaki rimase vivo, e addirittura aumentò quello nei confronti dell'autrice, Murasaki Shikibu. Fu quindi progettato di fare nuovi emaki del Genji e una versione illustrata del Murasaki Shikibu nikki (di cui rimangono solo quattro rotoli). Il diario di Murasaki narra la vita di corte della donna ed è caratterizzato dal sentimento di solitudine dell'autrice e dall'essere assoggettata dal volere di persone di rango più alto: ad esempio, in una scena la donna vuole vedere la luna, ma due cortigiani ubriachi cercano di entrare nelle sue stanze, costringendola a chiudere le finestre. Le composizioni pittoriche adottate in queste due scene sono simili a quelle delle illustrazioni del Genji monogatari del periodo Heian, ma in questo caso il paesaggio non è una metafora delleemozionidei protagonisti, le figure esprimono direttamente ciò che provano, e il paesaggio diventa un elemento pittorico fine a se stesso. Viene adoperata la tecnica tsukuri-e, come nei rotoli del periodo Heian, ma senza la stessa cura per i dettagli. Un altro set di rotoli illustrati orizzontali è lo Heijimonogatari emaki, risalente alla seconda metà del tredicesimo secolo, tratto dal poema epico "Heijimonogatari", capolavoro letterario del periodo Kamakura, narra delle brutali battaglie che furono combattute durante l'insurrezione Heiji. Le pitture raffigurano scene movimentate di battaglie, con uno stile pittorico più dinamico e travolgente. Si pensa che questi rotoli siano stati commissionati da un membro della famiglia Minamoto, poiché racconta la storia dalla parte dei vincitori. Una delle scene più drammatiche è quella dell'incendio appiccato al palazzo dell'imperatore Go Shirakawa, fatto prigioniero. La scena siSvolge a notte fonda, mentre il fuoco divora l'abitazione e dame di compagnia e serve tentano la fuga gettandosi dalle finestre, morendo divorate dalle fiamme o schiacciate dai cavalli dei Minamoto. Insolitamente lunga e non interrotta da alcun testo, l'autore ha concentrato le fiamme nella parte superiore del rotolo, continuando lo svolgimento della scena nella parte inferiore. Lo stile pittorico prevede pigmenti brillanti per le armature, le vesti e le fiamme.
Dopo la guerra Genpei si sviluppa anche una pittura grottesca e scioccante, chiamata Rokudo-e, il cui soggetto sono i sei tipi di esistenza che spettano a chi non ha raggiunto la salvezza (creature celesti non illuminate, umani, animali, demoni, spiriti affamati, inferno). In particolare un set di quindici rotoli da appendere è costituito da piccoli rettangoli, ognuno dei quali illustra un estratto dall'Ōjō Yōshū. Il trattamento dei corpi in decomposizione, mostra in alto il corpo di una donna da poco morta su
un materasso, con icapelli spettinati e la veste bianca in disordine. A destra, sotto unalbero in fiore, la stessa figura non ha più la veste e il corpo è gonfio. Oltre uno strato di nebbia, sotto un albero autunnale, il corpo è in due ulteriori stati di decomposizione. La scena si chiude con due scheletri e un corpo femminile fresco mangiato da animali.
Il paesaggio è in stile yamato-e, mentre gli altri dipinti del set si avvicinano più al gusto cinese. Il Jigoku Zoshi invece (rotoli dell'inferno) ritraggono le otto sezioni in cui è diviso l'inferno buddista, con grande senso di sofferenza. La pena inflitta a chi ha ingannato i clienti sul peso, consiste ad esempio nel raccogliere a mani nude carboni ardenti per pesarli, sotto la vigilanza di un mostro femminile a tre occhi e dai capelli bianchi. I condannati sono pallidi e nudi, consumati dalla loro tortura.
20. KINKAKUJI
Il Kinkaku-ji, il cui nome significa "Tempio del Padiglione d'Oro",
venne costruito nel 1397 a Kitayama per volere dello shogun Ashikaga Yoshimitsu, che inizialmente ne fece la sua villa privata e solo dopo la sua morte venne convertito in tempio. Il tempio venne danneggiato più volte dal fuoco e l'attuale è una ricostruzione del 1955, sulla base di quello originale. È un perfetto esempio dello stile architettonico ibrido che caratterizza i templi di questo periodo, somma dello stile karayo desunto dalla dinastia Song e di quello tradizionale giapponese. Il Kinkakuji è una struttura a tre piani sul bordo di un ampio lago artificiale. I primi piani di Kinkaku-ji, di dimensioni uguali, erano destinati a fungere da ambienti residenziali. La parte superiore della struttura, di dimensioni minori rispetto ai sottostanti due piani, veniva usata invece per scopi religiosi ed è stata adibita a reliquario, ragion per cui aderisce al più formale stile zen. Sotterranei a parte, l'intero padiglione è ricoperto in
fogliad'oro puro, dato che