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progettato da Piero Bottoni per l'Ottava Triennale di Milano (1947)
Soft Power americano: Esportazione dei costumi e ideali americani attraverso la diffusione
di modelli culturali e prodotti come musica, film, riviste, attori, controcultura ecc (Marlon
Brando, James Dean, il disagio psicologico che si manifestava nel modo di vestirsi –
T-shirt, Jeans, giubbotto in pelle- e fare)
La Chiesa ci ha sempre condizionati nelle scelte di modificare la cultura e produzione
italiane, e in questo periodo non è diverso.
Dopo la 2 guerra mondiale il problema dei trasporti e gravoso: la Vespa (Piaggio,
Corradino d'Ascanio) e la Lambretta hanno una diffusione pazzesca.
Il Design Italiano dell'immediato postbellico è al 100% concentrato sul dovere sociale
(come lo chiama Vico Magistretti) di colmare le diseguaglianze che la guerra ha portato. Si
producono arredi prettamente funzionale, molte volte anche multifunzionali, economici,
durevoli, essenziali, a volte ancora in legno grezzo, e ovviamente economici.
Il Design italiano degli anni '50
Organizzazione culturale della disciplina: rivista 'Stile Industria':
Compasso d'Oro (delLa Rinascente); Congresso del 1954; ADI 1956.
('Professionalizzazione del mestiere). Personaggio piuttosto importante: Alberto Rosselli,
architetto che in svizzera conosce Ernesto Nathan Rogers. Rosselli si sposa con la figlia di
Ponti e lavora nel suo studio. Ponti diventando redattore della Domus da a Rosselli una
rubrica sul disegno industriale. L'editore della Domus vede che questa rubrica ha molto
successo e crea una nuova revista chiamata 'Stile Industria' attiva fino al 62.
Accredito dell'Industria design e della figura del designer. Presenza di designer-architetti.
Il ruolo dell'impresa (nuova impostazione delle aziende esistenti; creazioni di nuove
aziende) che vuole sperimentare. L'imprenditore/proprietario orienta la produzione.
Capacità e voglia di rischio. Nessun calcolo programmatico o di politica produttiva, ma
sperimentazione random di prodotti con presenza di designer. Tecno, Cassina, Arteluce,
Arflex, Kartell. L'elettrodomestico. (Problemi di mercato, poca diffusione del design. Il
design era un 'movimento' esclusivamente milanese). Queste aziende negli anni 50
producono molti oggetti, perché vogliono appunto capire 'cosa piace al consumatore'.
1959: primo tentativo di affrancarsi dal peso del movimento moderno.
Primo supermercato a Milano nel 57 (Esselunga di viale Regina Giovanna). La mentalità
era ancora quella di fare la spesa ogni giorno.
Negli anni 50 si era ancora 'formali'.
L'Olivetti (lettera 22) era la macchina per scrivere per eccellenza, dei giornalisti, scrittori
ecc...
Marco Zanuso: primo progettista dell'Arflex.
L'ambizione della borghesia che sta 'nascendo' (nuova borghesia) è avere una poltrona o
divano. Zanuso è borghese, fa prodotti borghesi.
1957, Ponti, Superleggera (chiavarina revisited)
saturn 1958 rinaldi (very interesting)
1950, Carlo Barassi, Roberto Menghi, portaski K101, legabagagli, Kartell.
Kartell inizia il suo lavoro con il polietilene, trovando in Gino Colombini un ottimo 'partner'.
Gino Sarfatti, luci varie...
Alessi: metallico, per cucina.
Elettrodomestico bianco: va in cucina; elettrodomestico bruno: va in salotto
Eriberto Carboni: piu famoso packager della Barilla.