Anteprima
Vedrai una selezione di 17 pagine su 79
Storia dell'architettura fra le due guerre in italia Pag. 1 Storia dell'architettura fra le due guerre in italia Pag. 2
Anteprima di 17 pagg. su 79.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura fra le due guerre in italia Pag. 6
Anteprima di 17 pagg. su 79.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura fra le due guerre in italia Pag. 11
Anteprima di 17 pagg. su 79.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura fra le due guerre in italia Pag. 16
Anteprima di 17 pagg. su 79.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura fra le due guerre in italia Pag. 21
Anteprima di 17 pagg. su 79.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura fra le due guerre in italia Pag. 26
Anteprima di 17 pagg. su 79.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura fra le due guerre in italia Pag. 31
Anteprima di 17 pagg. su 79.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura fra le due guerre in italia Pag. 36
Anteprima di 17 pagg. su 79.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura fra le due guerre in italia Pag. 41
Anteprima di 17 pagg. su 79.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura fra le due guerre in italia Pag. 46
Anteprima di 17 pagg. su 79.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura fra le due guerre in italia Pag. 51
Anteprima di 17 pagg. su 79.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura fra le due guerre in italia Pag. 56
Anteprima di 17 pagg. su 79.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura fra le due guerre in italia Pag. 61
Anteprima di 17 pagg. su 79.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura fra le due guerre in italia Pag. 66
Anteprima di 17 pagg. su 79.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura fra le due guerre in italia Pag. 71
Anteprima di 17 pagg. su 79.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura fra le due guerre in italia Pag. 76
1 su 79
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

EDIFICIO DELLE PISCINE

Palestra di Mussolini La retorica del Fascismo ( Mens Sana in Coprore

Sano )

Scala libera che conduce ad una zona superiore

di riposo.

Polo antico

Polo Assolutamente contemporaneo

Case albergo da costruire a Milano L'edificio fa parte di un complesso di

opere che il Comune di Milano programma al termine della seconda guerra

dando il via al piano di ricostruzione della città devastata dai

bombardamenti.

Committente della casa albergo di via Corridoni è il Comune di Milano, per il

quale la Cofimprese realizza tra il 1947 e il 1956 un ampio complesso di opere

pubbliche comprendente case popolari, case unifamiliari a schiera, case

I.N.A., scuole ed asili, opere di fognatura e canalizzazioni.

Un progetto preliminare per la costruzione di residenze a favore di persone

senza tetto a seguito degli eventi bellici è redatto nel 1946 dal Comune che

delibera l'acquisto di gruppi di case albergo o altre costruzioni da edificare

su terreno di proprietà pubblica e da destinare in affitto a basso canone a

piccoli nuclei familiari, a scapoli e nubili, a impiegati, operai e a studenti. Nei

propositi dell'Amministrazione con questo intervento da un lato si contribuirà

alla soluzione del problema della disoccupazione, dall'altro si darà un

notevole apporto al riassetto della vita civile ed al potenziamento efficace

della ripresa economica cittadina. Tipologia proposta da Moretti e da

Fossataro per offrire degli standard

minimi a un gran numero di

persone, per offrire agli utenti

stanze con bagno e la

centralizzazione di servizi comuni

(mensa, lavanderia, ecc.) grandi

attrezzature collettive per

abitazioni. La prima ad essere

realizzata: si trova in via Corridoni a

Milano, in un’area che era stata

devastata dai bombardamenti.

Moretti propone due grandi

stecche unite da una piastra nella

quale sono concentrati gli spazi

comuni. Inserito in un'area

quadrangolare, l'edificio ha una

pianta ad H costituita da due corpi

principali, elevati su sei e

quattordici piani, con struttura

portante in cemento armato e

copertura piana a terrazza.

Allineato al bordo stradale è il fabbricato basso, destinato ad ospiti femminili,

originariamente per "donne laureate", mentre quello alto, riservato ai

maschi, è molto arretrato dal bordo del lotto e preceduto da una

sistemazione a giardino con platani. Di collegamento fra i due fabbricati

lineari è un corpo basso con l'ingresso principale comune per la ricezione

degli ospiti, attraverso il quale sono smistati gli accessi alle due sezioni.

Le facciate sono prevalentemente rivestite da tesserine a mosaico bianche,

con finitura ad intonaco nelle parti inferiori, e contraddistinte da aperture

ripetute in serie, con tagli verticali sulle testate per illuminare i lunghi corridoi.

Il fabbricato più alto, dalla cui fronte ad est emergono due volumi in

corrispondenza dei collegamenti verticali, è diviso nettamente da una

profonda fenditura centrale, con ponticelli al settimo e all'ultimo piano, cui

corrisponde un ingresso di servizio.

Lo spazio dei singoli piani è suddiviso con alloggi minimi con camera singola

e bagno, con cucina comune, serviti da due blocchi di scale con

ascensore. Completano la razionale organizzazione per funzioni alcune

attrezzature collettive: bar ristorante, sale di soggiorno e lettura con

biblioteca, una palestra al piano seminterrato e un salone per bagni termali

e sauna.

Il passare del tempo non ha causato seri problemi di degrado all'edificio; le

facciate sono in discreto stato di conservazione e il problema principale

riguarda l'esteso distacco del rivestimento a mosaico. Con alcuni interventi

di adeguamento il complesso ha mantenuto nel tempo la destinazione

alberghiera; oggi è occupato dal Daniel's Hotel che ospita prevalentemente

studenti che partecipano ai progetti internazionali Erasmus e docenti

stranieri. La residenza, gestita direttamente dal Politecnico, attualmente è

occupata solo in una parte del corpo più alto, la cosiddetta Torre A.

Quello che appare a prima vista sembra semplice ma non lo è. Il taglio

sembra semplicemente un arretramento con una finestra continua che

illumina un corridoio, ma in realtà c’è una tensione di Moretti l’edificio è

parallelo alla via, ma la finestra continua non è parallela, è inclinata. Artificio

che ha delle regole interne che non sono così banali come sembra al primo

sguardo. Si vede il fronte laterale bucato da aperture quadrate che non

sono distribuite secondo una griglia. La lunga stecca longitudinale è

interrotta da un taglio, che divide in due la stecca: si vede il cielo.

Moretti era molto legato alla casa albergo di via Corridoni, per la quale si

compiaceva di un risultato così appagante raggiunto con mezzi limitati.

Riconosciuto il valore, l'opera è ufficialmente considerata bene artistico di

particolare interesse e dal 1998 sottoposta a tutela da parte del Ministero per

i Beni Culturali e Ambientali.

Casa albergo, (un’altra) ora hotel Ibis: Coronamento: trave sospesa che si

interrompe. Inquadra nel suo prospetti degli scorci di quel luogo specifico:

volontà dell’architetto di far in modo che anche il contesto entri nella

tensione dell’edificio, come le tensioni di far entrare la testata nell’orditura

della via, in modo da far in modo che questo elemento astratto entri nel

contesto. Anche qui abbiamo le due lame di vetro per le attrezzature

collettive.

In altri esempi di case albergo ritroviamo gli stessi elementi che risolvono in

maniera molto simile gli affacci, come per esempio le lame di vetro per i

servizi che Moretti recupera nel dopoguerra, sono tipici di Libera.

Moretti negli stessi anni dà vita a una galleria d’arte (spazio)e a una rivista

con lo stesso nome “spazio” della quale usciranno solo 9 numeri. Moretti

teorizza che una serie di elementi barocchi presenti nei suoi edifici potevano

essere ritrovati nella spazialità, ma si pensa che sia una serie di

legittimazione. L’attività teorica di Moretti vuole stabilire un nesso tra il suo

lavoro e l’arte barocca e il manierismo. Vuole rendere tale un legame che

non è mai così definito, ma era propria di questo architetto. Volontà di

rendere l’opera costruita legata a una serie di riflessioni, per legittimare la

propria opera.

Moretti come Pica come Sironi , continuerà a dichiararsi tale ,e non

cambierà mai la sua fede politica , continuerà ad avere un grandissimo

rilievo dal punto di vista professionale , ma la critica storica lo annegherà in

un oblio proprio per questa sua ideologia.

Moretti e Zevi hanno un esperienza simile, studiano nella stessa scuola, vi è

un rapporto di amore odio.

Casa del girasole, Roma 1951:

capolavoro, sempre taglio centrale. Si

chiama così perché nei fianchi le camere

hanno le pareti scardinate dal prospetto

laterale, in modo che le finestre possano

inquadrare il sole sul fronte opposto. In

particolare, i panneggi che increspano le

pareti laterali della palazzina, in

corrispondenza delle camere da letto,

catturano i raggi del sole generando e

accentuando variazioni di luce,

suggerendo così a Moretti il nome

“Girasole”.

Questo edificio sorge nel quartiere Parioli,

attestandosi su un lotto rettangolare

lungo viale Bruno Buozzi. Essendo questo

uno dei quartieri più signorili della città di

Roma, la destinazione d’uso prevede

appartamenti di lusso, un attico e un

superattico con terrazza, quest’ultimo

riservato al committente dell’opera Adolfo

Fossataro.

Inoltre, da un punto di vista topologico,

interagisce felicemente con il terreno, non

imponendo il proprio carattere, ma al

contrario, adeguandosi al terreno stesso.

L’architetto, infatti, per sviluppare l’edificio

prende spunto dal declivio del terreno,

giocando su di un’asimmetria a livello della

facciata d’ingresso, leggibile grazie alla

presenza di elementi dissonanti come ad

esempio una sorta di timpano posto alla

sommità, che risulta avere diverse

angolazioni rispettivamente a sinistra e a

destra dell’asse centrale, o come il

basamento di pietra di ampiezza macroscopicamente diversa nei due lati. Il

blocco centrale della palazzina è costituito da un grosso vuoto, lungo tutta

l’altezza, su cui si snodano i collegamenti verticali: uno ad uso pubblico

verso l’ingresso del viale, uno privato sul retro.

Questa fenditura, che taglia verticalmente la facciata d’ingresso

prospiciente viale B. Buozzi fino all’atrio, viene coperta nei giorni di pioggia

da una volticina mobile di alluminio, che scorre sui telai di ferro sistemati

nella terrazza del superattico, azionata elettricamente dalla portineria.

L’edificio, organizzato intorno ad una corte interna, è costituito da un

basamento arretrato, in travertino di Tivoli, che comprende un piano

seminterrato, un piano rialzato con accesso autonomo dall’atrio semi-

esterno, e l’alloggio del custode. Una grande scala, retta da un enorme

pilastro in cemento, rastremato e aggettante sul cortile, conduce, insieme

all’ascensore, ai cinque piani superiori.

Ogni piano era occupato da un grande appartamento che aveva gli spazi

di rappresentanza sul fronte centrale e le camere poste lateralmente. Pietre

del basamento: montate in modo che sembrino un elemento rustico sul

quale sorge l’edificio. Irregolari. Gli artifici diventano qualcosa che possiamo

percepire, non qualcosa di nascosto. Grande atrio al piano terra, rampa

che porta alle scale, parete rivestita in maiolica. Si percepisce il taglio che si

vede in facciata. L’atrio rispetto alla strada è più basso, si entra e si scende,

poi si sale da una scala che porta a una scala che porta agli appartamenti

e la scala si incunea dove in alto abbiamo il taglio dell’edificio. Il basamento

è di pietra sbozzata di recupero, fatta di reperti: altra caratteristica

Morettiana è quella di evidenziare gli elementi del suo percorso con una

serie di elementi quasi impercettibili che però non lasciano dubbi su questi

modo di fare il moderno con un richiamo all’antico, per esempio una

gamba (apparentemente di una statua antica) inserita in una finestra.

Ha un aspetto rustico anche se è in città. Ripresa di particolari quasi

decontestualizzati dell’antico e trasformarli in elementi astratti. Sono parti

riprese da delle parti, sono elementi plastici ripresi dalle sculture e ingigantiti,

in modo da trasformarli in qualcosa che non ci ricorda più l’originale.

Complesso per

Dettagli
A.A. 2013-2014
79 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher SARA.SCUOLA.NET di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Ingegneria e Architettura Prof.