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CLAUDE MONET
Claude Monet è l'altra grande figura dell'impressionismo. Questa è una foto fatta dal fotografo
Nadar. Dalla foto si nota una profonda differenza tra i due artisti e su come vogliono essere visti.
Manet viene considerato il precursore dell'impressionismo perché lui tende a lavorare moltissimo
in studio e quindi il contatto diretto con la natura e il lavoro all'aria aperta è abbastanza lontano
dalla sua prospettiva mentre per altri soprattutto per Monet, lo studio dal vero è fondamentale.
Manet, inoltre, non partecipa a nessuna delle mostre impressioniste, mentre Monet è quasi sempre
presente.
DONNE IN GIARDINO - Monet, 1867, Musée d'Orsay
Il legame che unisce gli esordi dell'impressionismo nella versione di Monet è legata all'esperienza
di Manet, soprattutto per l'aspetto tecnico di pittura: la pittura fatta di stesure molto compatte, a
macchie larghe (da non confondere con la macchia macchiaiola); è una stesura a plat, stesura
piatta. La stesura piatta serve a creare l'aspetto che più interessa e che caratterizza in maniera
maggiore Monet, ovvero lo studio della traduzione della luce sulla tela. Inoltre se mettiamo a
confronto questo quadro con quello di Silvestro Lega si vede come Monet non solo ha
un'attenzione particolare sulla questione illuministica ( e questo si vede per esempio dal taglio
della luce sul sentiero del giardino) ma anche il senso del movimento, della sospensione del gesto,
la capacità dell'artista di cogliere un istante di trascorrenza. Questo è un punto fondamentale
perché nelle varie ricerche che lui fa nel corso degli anni successivi, lui già è orientato in questa
direzione.
IMPRESSIONE SUL SOLE NASCENTE - Monet, 1873, Musèe Marmotton
Questo è il quadro fondante dell'impressionismo, che venne presentato alla prima mostra
impressionista del 1874 nella galleria dello studio del fotografo Nadar. Questo quadro l'abbiamo
messo a confronto con Turner e con l'interesse che un certo filone della cultura romantica ha avuto
per la rappresentazione del paesaggio all'interno del quale viene inserita la fonte luminosa; quindi
il sole nascente o calante che batte su uno specchio d'acqua che crea degli effetti di vibrazione
luminosa. Monet qui recupera questo tema e questo quadro fornirà l'occasione ad un giornalista
che rimane un pò scandalizzato da questo quadro è da lì nasce il termine impressionismo.
Rispetto a Turner il dipinto di Monet fa un passo avanti: se in Turner non c'era l'idea di cancellare
la struttura prospettica (si intravede una linea dell'orizzonte o degli elementi prospettici, come il
ponte o le barche; Turner mantiene la scatola prospettica anche se la offusca con le nebbie), qui
invece scompare la scatola prospettica; non scompare del tutto il senso di profondità anche se
mantenere la scatola prospettica, in questo caso, era il riflesso della scatola prospettica del Sole
sull'acqua perché la linea del riflesso sull'acqua serviva da elemento prospettico; Monet immette il
riflesso del sole sull'acqua ma non si traduce in una struttura prospettica, non c'è la convergenza
dal primo piano verso l'orizzonte delle linee del riflesso, il riflesso si traduce in una sorta di
dissolvimento della pennellata. Infatti le pennellate che stanno più sul primo piano dovrebbero
essere più grandi di quelle che stanno sullo sfondo per creare quell'effetto di profondità mentre qui
i riferissi in lontananza hanno le stesse caratteristiche cromatiche e le dimensioni di quelle in primo
piano. Non interessa la struttura prospettica del dipinto ma il senso atmosferico e la sensazione
visiva che l'artista prova di fronte a questa immagine. Si può sottolineare la scelta di un tema
contemporaneo, perché non è una veduta di un paesaggio di fantasia o ideale, ma il paesaggio di
una veduta di un porto contemporaneo. Questo fu il motivo per cui furono presi in giro gli
impressionisti. Infatti vennero create delle vignette buffe: "la nuova scuola di pittura indipendente
(loro si erano organizzati con la mostra del 1874 come indipendenti dalle mostre ufficiali dei
Salon), indipendente per loro volontà e, almeno per loro, speriamo che sia così". Questo tipo di
ironia andrà avanti per tutto il '900 fino ad oggi sopratutto nell'arte concettuale ed astratta.
PARIGI, 1860
Parigi già 150 anni fa era una metropoli e si può capire come il tema della contemporaneità passi
più agevolmente e rapidamente presso una sensibilità di artista che vive in questo mondo piuttosto
che per i Macchiaioli che vivono a Castiglioncello. Questa città offre una serie di temi innovativi che
attraggono moltissimo gli artisti per varie ragioni.
LA STAZIONE SANT LOZARE - Monet, 1877, Musée d'Orsay (Parigi)
Monet è attratto in modo particolare dalla via ferrata, da tutto ciò che gira interno alla via ferrata e
dalle stazioni e per questo dedica una serie di dipinti all'interno della stazione Sant Lozare, per un
motivo che è interessante: la gabbia prospettica qui viene tenuta in piedi perché la scelta di
inquadrare la stazione da dentro con la tettoia ordina il dipinto. È vero, però, che sono presenti la
locomotiva, i vagoni, i binari, la pensilina, e quindi c'è un minimo di attenzione per la componente
modernista ma alla fine ci si rende conto che su questo aspetto, cioè sull'attenzione per il
progresso, non prevale in Monet ma prevale un aspetto più vicino a Turner: aver scoperto che quel
luogo, proprio sotto la tettoia, si può verificare una sorta di condensazione di vapori, gli sbuffi delle
locomotive, nebbie, che creano una situazione atmosferica incerta, una di sorta di incertezza
visiva, di qualcosa che un attimo si modifica e il dipinto infondo corrisponde ad un instante della
percezione. C'è l'interesse nel coglier l'istante e concepire la pittura come qualcosa che riesce a
catturare quell'istante che da un momento all'altro potrebbe essere diverso.
LA STAZIONE DI SANT LOZARE - Monet, 1877, Hannoves Niedersachsicher Landesmuseum
Negli stessi anni, fissa con la stessa apparente rapidità un'altra inquadratura e altri movimenti della
stazione.È uno studio di nubi e di vapori e l'aspetto meccanico e metallurgico del treno non è
quello che gli interessa.
SERIE DELLA CATTEDRALE DI ROUEN - Monet, 1892-1894, Parigi
Monet dedica particolare attenzione a questo soggetto. Si può sottolineare uno dei punti più
importanti della produzione di Monet. È sempre la stessa inquadratura e lo stesso soggetto, quindi
il vero soggetto è un altro. L'idea di aver ideato un sistema di rappresentazione che nella
prospettiva di riuscire a descrivere il mutamento di un oggetto nell'arco del tempo e della giornata
obbliga l'artista a inventare una nuova concezione del dipinto perché il dipinto non è più uno solo
ma il dipinto è una serie (Monet organizza una mostra esclusivamente con le vedute delle facciata
delle cattedrale). Se vediamo tutti questi quadri a sé, come spesso succede visto che non si
trovavano negli stessi musei, notiamo che il dipinto può essere anche autosufficiente ma uno solo
fa perdere la nozione d'insieme, perché in realtà l'opera finita si compone di 5/6/8 opere. È
un'opera unica divisa in tante parti. L'idea della serialità e ripetere costantemente le stesse
immagini insieme verrà ripresa nel '900. Se io entro in una serie museale o espositiva e trovo una
parete o una stanza che mi propone sempre la stessa immagine con la stessa inquadratura, non
porto più attenzione all'architettura, io salto il passaggio del contenuto dell'immagine ma il soggetto
sta nel mondo in cui l'artista ha realizzato i suoi dipinti, differenziandosi di quadro in quadro, mi
porta a concentrarmi sulla nozione di luce, di atmosfera di sensibilità visiva da parte degli artisti in
certe condizioni piuttosto che in altre. Un'impresa di questo tipo funziona bene su una facciata
gotica perché ha una struttura e un volume particolarmente frammentato che reagisce alla luce in
modo particolare, diverso da una superficie rinascimentale che reagisce alla luce in maniera
neoplatonica; si crea un gioco di chiaro scuri che agevola l'opera dell'artista che nell'arco della
giornata registra cosa accade di momento in momento. Monet introduce in questo modo un altro
aspetto che è la nozione di tempo: la sequenza di Monet è una sequenza che ti fa percepire il
variare luministico e cromatico, ma lo fa nell'arco del tempo e questo è un altro punto importante
su cui poi differisce il lavoro che farà Degas, che è più astratta. La nozione di tempo sarà
fondamentale anche per le primissime avanguardie del '900.
SERIE DELLE NINFEE - 1898-1926
Il percorso di Monet si spinge fino ai limiti estremi della dissoluzione. Il dipinto di Monet è ormai
nell'ultimo percorso della sua vita (ha una carriera artistica lunghissima, lavorerà fini agli ultimi anni
della sua vita) ed è arrivato al punto in cui, scegliendo un altro tema che è quello di ninfee, mette
insieme una serie di dipinti che non hanno più nessuna osservanza della struttura prospettica per
questo si dissolve in una sorta di esercizio di studio cromatico e di materia. Lui era un grande
appassionato di giardini e si costruisce questo giardino giapponese nella sua residenza di
campagna a Giverny a Parigi, ed è questo giardino orientale con ponticelli, ninfee, specchi
d'acqua.
NINFEE - Monet, 1926, Musée d'Orangerie
Il suo ultimo capolavoro è questa stanza ovale dove interamente scorrono sulle pareti senza
interruzione queste grandi tele che rappresentano le ninfee; ha qualcosa che ci sposta
dall'attenzione naturalista che aveva Monet nei primi anni della sua pittura, e ci porta verso
qualcosa che sfiora il simbolismo: la suggestione, la visione soprannaturale. Messo Manet come
capostipite dell'impressionismo, avremo una diramazione dell'eredita di Manet: da un lato avremo il
polo Monettiano (di Monet) e dall'altro un polo più razionalista che ha come capofila Degas e come
punto di arrivo Cezanne.
PIERRE-AUGUSTE RENOIR
È un personaggio importante che ha una carriera lunghissima (fino circa agli anni '20) e anche lui
inizia negli stessi anni di Monet (seconda metà anni '60).
RAGAZZO CON GATTO - Renoir, 1868, Musée d'Orsay
Anche lui parte da Manet e ripete le sue caratteristiche come la pittura piatta e il contrasto bianco/
nero (caratteristica tipica di Manet) e questo è un quadro che segue anche le strategie di Manet: è