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L'architettura neoclassica

L'architettura neoclassica presenta un taglio rispetto al barocco: via frivolezze e ornamenti, l'architettura deve trovare il suo valore nei rapporti. Emerge una coppia nuova tra forma e funzione. Cambia il modo di disegnare: il disegno è più semplice, viene abbandonato il chiaroscuro.

Robert Adam

Kedleston Hall

Un lavoro che non è stato portato a termine. Il progetto prevede un corpo centrale di partito dal quale partono quattro corridoi curvilinei che portano ad alte ali (le due anteriori non sono state costruite). Viene ripreso pari pari dalla tradizione romana-fiorentina, ma l'ispirazione viene anche da Palladio. La parte inferiore è a bugnato (lezione fiorentina). In alto, le finestre sono timpanate, mentre il timpano è alternato a curva e triangolo. La parte centrale è evidenziata dalla citazione dell'arco di trionfo. Le colonne sono corinzie. In alto, una sorta di attico.

La pianta rettangolare è divisa in tre parti:

quella centrale è la più importante. C'è l'utilizzo della volta aschifo, ossia metà della volta a padiglione. Nel salone, la nicchia ricorda la Cappella. È simile allo schema palladiano, con la differenza che la sala si completa in alto con la volta emisferica.

Leo von Klenze – Walhalla Tempio dedicato ai caduti tedeschi. Questo autore bavarese ricostruisce il Partenone in alto, sulle rive del Danubio. È realizzato su commissione dei Bavaresi per celebrare le vittime del 1813 a Lipsia contro Napoleone. Misura 32mx90m.

Piermarini – La scala Pianta semplice, scala a forma di ferro di cavallo – una soluzione ottima dal punto di vista acustico. La facciata è più complessa: ha un portico che definisce la parte centrale, la quale termina in alto col timpano; la parte basamentale è a bugnato. Il piano superiore è ritmato da coppie di lesene nella parte centrale e paraste nella parte arretrata e ai lati.

Una sorta di mezzanino chiude tutto in alto; è presente l'andamento ritmato anche con le finestre.

Canova reinterpreta il canone classico, la scultura con sensibilità pittorica. Il suo è un linguaggio sensuale: da un lato si adegua agli imperativi neoclassici, ma questi non soffocano la sua personalità. I riferimenti sono Michelangelo e Bernini. La sua è una scultura che sa reinventarsi a partire dal modello classico; rende contemporanea la scultura, un po' come fece Bernini. Canova fa ciò tramite artifizi: affronta pittoricamente la scultura, tanto è che egli arriva a trattare con morbidezza le sue levigatissime superfici bianche, perché così richiedeva lo stesso linguaggio neoclassico, che si riferiva alla ragione; introduce note realistiche nelle sue opere, quasi a farle parlare; le superfici sono ricoperte da una sorta di crema dorata o rosa: così quella materia non era più quella fredda del marmo.

ma era carne viva; usava anche parti colorate, ad esempio per le labbra, e introduceva l'oggettistica come bracciali e collane, al fine dei rendere la scultura realistica e contemporanea. Canova si scontra con Winckelmann: quest'ultimo era a favore della monocromia. Il tema centrale è la grazia, più che la bellezza. Grazia che va intesa non come frivola piacevolezza rococò, ma come qualità interiore. Grazia è bellezza controllata, armonia, sentimento controllato dalla ragione; insomma, equilibrio tra intelletto e passionalità. Ebe è la coppiera degli dei, mostrata nell'atto in cui avanza, leggera come una danzatrice in perfetto equilibrio tra braccia e gambe; la figura è dinamica, sciolta. È sensuale: la tunica è morbidamente arricciata sui fianchi e rende visibili le modulazioni del seno, ed è spinta all'indietro da una sorta di vento. La pelle ha un chiaro risvolto di morbidezza.venticello crea giochi chiaroscurali sulla tunica, fa vedere le nudità al di là della tunica stessa. È sostenuta quasi da una sorta di nuvola. Ebe è l'ideale canoviano, con prerogativa principale la grazia: è l'intelletto che guida i canoni della bellezza. Ebe con la mano destra sorregge l'anfora, con la mano sinistra la coppa. È una scultura senza tempo: rappresenta una bellezza ideale, anche se alcuni elementi rendono la figura realistica. Insomma, bellezza ideale come parvenze di vita. Paolina Borghese come Venere vincitrice Paolina Borghese è sorella di Napoleone Bonaparte e moglie di Camillo B. È rappresentata nei panni classicheggianti di Venere, la quale riceve da Paride il pomo d'oro come premio per essere la più bella tra tutte le dee. È appoggiata su un fianco (come i defunti etruschi); sono dosati sapientemente i particolari realistici: ad esempio il braccio destro, il bracciale, l'acconciatura.

La piega dei cuscini e dei materassi. I particolari pertanto, partecipano al realismo d'insieme. Ma Paolina è fuori d'ogni tempo: la sua è un'immagine idealizzata, una divinità classica anche per come è mostrata, è una divinità austera ma al tempo stesso serena. Lo sguardo è sereno e imperturbabile, la sensualità è data dalla nudità appena accennata dalla superficie levigata; è presente un rosa pallido che tempera e smussa l'atteggiamento della dea in forme idealizzate. Il letto permette di vedere la donna da diverse angolazioni.

Monumento funebre a Maria Cristina d'Austria. Monumento a forma di piramide: era già in voga l'egittologia, la passione per l'antico Egitto, ma la piramide era presente anche nella Roma antica. Il tema è quello della morte, molto sentito in quell'epoca da attori ma anche da scrittori come Foscolo, che viene affrontato attraverso la

processione; ci sono anche il tema del mistero, dell'individuo dopo la vita, dei valori, del legame tra vivi e morti - ossia quello che avviene attraverso la tomba. La defunta Maria Cristina è ricordata attraverso l'effigie che si trova in una posizione alta grazie ad un angelo. Il tema della morte è affrontato quasi più in senso classico che cristiano. Il monumento è impostato su un alto podio a tre livelli, che diventano i gradini di una scalinata lungo la quale si collocano i personaggi. A destra, un genio funerario alato con un leone disteso, che contrappongono le loro masse a quelle della funebre processione; sul lato opposto, un vecchio accompagnato da una fanciulla con un serto di fiori; in mezzo, ma con un incedere da sinistra verso destra, una giovane donna che sorregge l'urna delle ceneri, avviata a capo chino verso l'ingresso della piramide, fiancheggiata da due bambine, sempre con il motivo della ghirlanda floreale. PuntoLa focale della composizione è la bassa porta posta al centro della piramide, soglia oscura che divide il mondo dei viventi dal regno delle tenebre. Canova ha accentuato il contrasto attraverso la contrapposizione fra il candore del marmo e il buio profondo della camera sepolcrale. I due sentimenti contrapposti (la struggente intensità della bellezza naturale e l'inesorabile incedere della storia e del tempo) trovano un punto di equilibrio sottile nel monumento di Maria Cristina. Simbolo e sintesi di questa poetica è il telo che scivola lungo i gradini della parte sinistra, e sembra quasi scorrere sotto i piedi dei personaggi: ai panneggi gonfi e tempestosi delle tombe berniniane si sostituisce la precarietà di questo drappo silenzioso e leggero, realizzato con impressionante virtuosismo mimetico; analogamente, dalla drammaticità barocca, ancora presente nelle prime opere di Canova, si passa a un'immagine meditata, carica di interiorità. Amore e

psiche che si abbracciano Immagine struggente. Amore/Eros sta per baciarePsiche. È un momento straordinario. Grupposcultoreo compositivamente interessante, inquanto pieni e vuoti compartecipano all'immaginecomplessiva. Quest'opera ha come carattereprincipale la pluridirezionalità, ossia deve essereesperita nella sua totalità: solo così si apprezzal'equilibrio a livello compositivo tra pieni e vuoti.Risaltano le due diagonali determinate dagliandamenti del corpo. L'opera si integra con lospazio circostante.

Francisco Goya

La famiglia reale di Carlo IV

Ritratto della famiglia. È un dipinto che rivela il taglio ironico-critico dell'autore e la sua capacità diintrospezione psicologica. Un po' a destra c'è il re con le sue medaglie. Guardando il pavimento, ilmovimento forma una sorta di S. A sinistra c'è Ferdinando VII, l'erede al trono. Tutti i personaggi sonoilluminati, tranne

quello a sinistra, che è lo stesso Goya che è nel mentre di realizzare un altro dipinto. Losfondo è forse un po' troppo modesto per il ritratto: ci si trova difatti in un angolo di un salone, con allespalle due tele anonime. La scena è illuminata da un raggio di luce che mette in risalto gioielli e abiti deiregnanti. Si può notare il legame sempre più stretto tra l'artista e il nuovo clima culturale, suggestionatoanche dall'Illuminismo; nell'opera, infatti, alla luce, che è l'elemento unificante del dipinto, viene assegnatoil duplice compito di sottolineare il lusso degli abiti e il brillio dei gioielli e delle decorazioni, ma anche di farrisaltare la bruttezza, la follia e la presunzione degli illustri effigiati. Ma la luce esclude solo i bambini chenon hanno niente a che fare con la società ormai corrotta. Le fucilazioni del 3 Maggio1808Questo dipinto viene eseguito da Goya alfine di farsi perdonare ilfatto di non aver aderito alla ribellione per l'invasione napoleonica. La scena riguarda l'esecuzione di un gruppo di partigiani. A sinistra troviamo i buoni, a destra i cattivi. La luce viene soltanto dalla lampada, che illumina principalmente il condannato. La straordinarietà di questo dipinto sta nel valore cromatico, più precisamente nel taglio (è un taglio fotografico, ci si sofferma in un preciso, determinato istante) e nella pennellata, definita veloce; il valore cromatico dà immediatezza e maggiore realismo. Il colore costruisce l'intera scena, è impastato, terroso. Lo studio prospettico è un po' lacunoso, la luce non è uniforme. Al colore viene lasciata la forza espressiva: il dipinto si esprime attraverso il colore diretto sulla tela. Romanticismo Gericault È il primo autore del Romanticismo, il primo che si mostra attraverso un'immagine che diventerà tipica dell'800, ossia quella.dell'artista un po' rifiutato, che non vede la sua opera capita e giudicata.
Dettagli
A.A. 2012-2013
13 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/03 Storia dell'arte contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher patriziostella di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Bianchi Giovanni.