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HERAKLEOS,
altare, con inciso il nome che tradotto in italiano è il celebre Ercole, il
guerriero per eccellenza.
In secondo piano, si può vedere anche un uomo con dei cavalli che si sta allontanando,
rivolgendo lo sguardo al tempio ancor più in lontananza. David concentra tutta
l’adrenalina, la concentrazione e la tensione prima della battaglia in questo quadro. Altri
pittori hanno preferito dipingere Leonida ed i suoi impegnati nel combattimento, ma
questa versione, è senza dubbio più interessante e riflessiva.
HIPPOLYTE FLANDRIN
Vita:
Allievo dapprima di Pierre Révoil e in seguito di Ingres, la sua opera si situa nel solco
del Neoclassicismo e della pittura accademica. Vinse il Prix de Rome nel 1832 e trascorse
due anni a Roma. Tornato in Francia si stabilì a Parigi dedicandosi alla pittura storica e poi
ai temi dell'arte religiosa, ma fu, sulla scia di Ingres, un grande e sensibilissimo
ritrattista.
Eseguì affreschi nell'Abbazia di Saint-Germain-des-Prés e nella chiesa di Saint-Vincent-de-
Giovane nudo seduto sulla riva del mare
Paul a Parigi. Il suo quadro , dipinto a Roma
nel 1836, è una delle sue opere più rinomate e si trova oggi al Museo del Louvre.
dell’Académie des beaux-arts.
Nel 1853 fu eletto membro Nel 1863 la sua salute divenne
sempre più precaria e lo costrinse a trasferirsi di nuovo in Italia. Ma a Roma contrasse
il vaiolo e nel 1864 ne morì. Fu sepolto a Parigi, nel cimitero del Père Lachaise.
Il giudizio dell'epoca vide in Flandrin un seguace spiritualista di Ingres, colui che
trasformò l'ideale pagano del Maestro in ideale cristiano:
... più preoccupato dell'idealizzazione del pensiero che dell'idealizzazione della forma,
«
più innamorato del senso che della lettera, più preso dal sentimento psicologico che dal
senso materiale, diede a vaghe ispirazioni mistiche un'anima cristiana, la cui legge
estetica si trova nei più profondi e segreti abissi della loro fede »
Giovane uomo nudo seduto in riva al mare
Il soggetto è un giovane maschio non identificato, presumibilmente un efebo dell'antica
Grecia, che siede nudo assiso sulla cima di una roccia con le braccia avvolte attorno alle
gambe e la testa china.
La scena enigmatica non fornisce neppure alcuna spiegazione per la posa assunta
dall'adolescente: Théophile Gautier (1811-1872) ha commentato che il giovane potrebbe
essere naufragato su un'isola deserta, oppure essere un pastorello che ha appena
perduto il gregge. In definitiva, qualsiasi spiegazione per questa scena viene lasciata alla
.
fantasia, il che riconduce ad un confronto con l'arte surrealista del '900
Nell'esaminare l'influenza della teoria estetica di matrice tedesca nell'arte francese di
quei decenni, la critica e storica dell'arte Elizabeth Prettejohn ritiene che la rotondità
della forma e la modellazione impeccabile della carne della figura del giovane nudo
avrebbe sicuramente incontrato l'approvazione del teorico estetico Johann Joachim
Winckelmann in quanto esemplificazione perfetta del proprio concetto di "Bello". La
storica statunitense ne confronta poi la posa quasi esattamente circolare e raccolta con
dell'uomo vitruviano
quella totalmente aperta del maestro Leonardo da Vinci.
Vitale per la diffusione del dipinto sono state le riproduzioni basate su un'incisione del
1887 di Jean-Baptiste Danguin, che gli era stata commissionata dallo stato. Come la
consapevolezza della qualità e del valore del lavoro crebbe, la raffigurazione del ragazzo
nudo abbandonato e sconsolato sopra una pietra finì col diventare una delle maggiori
icone della cultura omosessuale del XX secolo, anche se in nessun caso l'opera è stata
creata per evocare una tale tematica: la scena è intima, ma la figura è in definitiva -
questo secondo un'autrice contemporanea - "egocentrica, passiva e troppo alienata, il
che ha contribuito senza dubbio anche alla persistenza di certi cliché omofobici"
FRANCOIS GERARD
Nato a Roma, si trasferì con la famiglia a Parigi nel 1782, dove iniziò ad esercitarsi nel
disegno prima presso lo scultore Augustin Pajou, poi, nel 1784, presso il pittore Nicolas-
Guy Brenet. Nel 1786 entrò nello studio di Jacques-Louis David, collaborando
sicuramente alla realizzazione di molti quadri del maestro, anche se da questi non
erediterà la tensione morale, preferendo utilizzare temi antichi per realizzare
composizioni galanti e aneddotiche.
Amore e Psiche.
Al Salon del 1798 espose In quest'opera famosa Gérard si ispirò alla
composizione del Canova, ma trasformò la grazia della scultura canoviana in gelida
purezza, dando al tema uno tono da aneddoto galante, carico di erotismo. Di questo
La Révellière-Lépeaux Contessa Regnault de Saint-Jean-
periodo sono anche i ritratti: e la
d'Angély, che si rifanno, nella posa, ai ritratti del Rinascimento italiano.
Nel 1817 divenne primo pittore di Luigi XVIII. Il principe Augusto di Prussia gli
Corinna a Capo Miseno,
commissionò nel 1819 la tela con esposta al Salon del 1822 e
ora conservata al Musée des Beaux-Arts di Lione. L'opera, ispirata al romanzo di Madame
de Staël, è animata da uno spirito preromantico, dato dall'aspetto selvaggio e tormentato
del paesaggio.
Verso il 1835 la sua già precaria salute cedette rapidamente e Gérard si spense a Parigi,
all'età di 67 anni, colpito da una malattia che ne stroncò in pochi giorni il fisico ormai
fragile.
Amore e Psiche
Dipinto a olio di François Gérard esposto per la prima volta al Salon del 1798.
Attualmente viene conservato al museo del Louvre.
La giovane principessa Psiche viene raffigurata mentre rimane alquanto sorpresa dal
primo bacio che sta ricevendo da Cupido, il quale rimane invisibile ai suoi occhi. L'antico
mito qui raccontato è una storia d'amore, ma anche una allegoria appartenente
alla metafisica: Psiche è difatti la personificazione dell'anima umana, rapportata alla
passione travolgente, alla libido.
prodotta dal pittore francese che era stato allievo di Jacques-Louis
L'opera
David, testimonia dell'evoluzione della corrente artistica
denominata neoclassicismo all’espressione di più profonda sensualità, in combinazione
con una certa astrazione formale.
Il rapporto tra Amore e Psiche era un soggetto che ha ispirato a più riprese gli artisti
neoclassici tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo, sia pittori, che scultori e scrittori. I
gesti di Eros, rimangono misurati, privi quasi del tutto di passione e impegno. Le linee del
corpo riflettono l'accurata attenzione rivolta all'anatomia. L'espressione di Psiche denota
un rilassamento sereno ma distante, come gli sforzi per nascondere i suoi sentimenti. La
capacità dell'artista si vede inoltre anche nella realizzazione della veste trasparente che
copre le gambe della giovane.
ANNE-LOUIS GIRODET DE ROUSSY-TRIOSON
Il sonno di Endimione
Il Sonno di Endimione (Le
Particolarmente interessante per lo scalpore suscitato è
Sommeil d’Endymion), dipinto nel 1791. Il Sonno di Endimione
Palesemente sovversivo, volontariamente provocatorio, è un’opera
che segna il tramite tra la classicità arcaica, ormai prossima al declino, e la modernità
dirompente dell’Ottocento, che si avvale di una nuova tavolozza cromo-tematica di
sentimento e oscurità. Girodet, fra gli alunni più dotati del grande Jacques-Louis David,
si cimenta dunque nella rappresentazione di un tema classico, quale il mito del
fanciullo Endimione, sfruttando però una nuova tecnica di raffigurazione efebica che
effemina e raffina la figura del fanciullo addormentato. Infatti, mentre il movimento
classicista rendeva le figure mitiche possenti e michelangiolesche, Girodet tramuta
Endimione in una figura androgina, estremamente delicata e in una posa così
languida da rammentare il sonno di giovani fanciulle pastorali. Cogliendo l’istante in cui
l’argentea Selene si congiunge all’amato sotto forma di pallidi raggi lunari, Girodet
scolpisce a tratti di contrasto il corpo di Endimione, plasmato da luminosità opposte che
ne cesellano il busto, gli arti e il viso estaticamente reclinato, fino a all’ondulata e
riccioluta capigliatura, lunga e scarmigliata come dopo un amplesso amoroso.
La presenza di un piccolo zefiro, il quale presenta le caratteristiche spesso attribuite
alla metafisica Psiche (come le ali di farfalla), permette l’incontro dei due amanti,
permettendo il passaggio del flusso divino fra le fitte fronde. Mantenendo gli elementi
della simbologia tradizionale, come gli utensili da pastore di Endimione quali la
pelliccia e il bastone, nonché la presenza di un segugio dormiente ai suoi piedi, Girodet,
con un giro di vite significativo e simbolico di un passaggio da antico a moderno, dona
vita ad un’opera che gioca sull’opposizione, sul contrasto, che si congiungono
nell’essenzialità del doppio.
Complementare o antitetico che sia, il doppio, l’allusione, sono il centro focale del
dipinto, e rende possibile interpretazioni e analisi sempre nuove. Culmine del periodo
Il sonno di Endimione
romano del pittore, (oggi conservato al Louvres) fu motivo di
scherno e spesso grevi insulti da parte di altri artisti dell’epoca, che in taverne come
nelle accademie si scagliarono contro il pittore francese definendolo la vergogna del suo
immenso maestro, senza contare accuse e offese personali riguardanti l’ambigua
sessualità di Girodet. Ciò nonostante, il dipinto di Girodet rimane il precursore di un
movimento, il primo slancio creativo verso un’estetica dell’incertezza, la
reinterpretazione di principi e temi ormai usurati, il primo esempio di una nuova
JEAN-AUGUSTE-DOMINIQUE INGRES
-Vita:
Nato a Montauban il 29-08-1780; morto a Parigi 14-01-1867
Fra i più importanti direttori dell’Accademia di Francia che diresse dal 1834-41. Arrivò a
Roma dopo la vittoria del Premio di Roma e vi rimane fino al 1820. Dal 1820-24 sta a
Firenze.
Dopo i primi studi a Tolosa si trasferisce a Parigi dove lavora nella bottega di David. Dopo
la parentesi romana, vissuta come un esilio a causa dell’insuccesso, il suo successo non
subisce ulteriori rallentamenti. Di lì a poco dovette fronteggiarsi con l’avvento della
pittura romantica di Delacroix e il realismo di Coubert.
-disegno:
La fama di questo autore è motivata soprattutto dalla sua incredibile capacità nel
disegno i quali non sembrano necessi