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Barilli caldo del corpo e freddo della tecnologia.
1. un gruppo di artisti che mostrano interesse verso metamorfosi e travestitismo
2. un gruppo di artisti che mostrano autolesionismo, aggressività spiccata.
Il primo ambito sono da ricercare nel lavoro di Douchamp.
Nella body art si trova un'altra dimensione, quella dei quadri viventi, l’artista svela un
narcisismo, lavora sempre sulla propria immagine, la propria fisicità, lavorando
sempre su se stesso.
L’altro fronte (masochistico) puntava sul coinvolgimento del pubblico in modo
provocatorio e violento puntando sulla sofferenza; mettere in scena delle esperienze
violente, il bombardamento di emozioni che la comunicazione di massa ci propone
costantemente che la televisione offriva.
Gina Pane apriva delle case, organizzava eventi e convocava il pubblico che si
convocava intorno a lei sempre vestita di buanco e prendeva delle rose e lo
abbracciava in modo che le spine si conficcassero nelle braccia, oppure spina per
spina, la rosa aveva una simbologia legata alla passione, all’amore, una provocazione
sull’amore.
Il sangue di animali uccisi che veniva versato su corpi nudi, legati.. bleah!!!
Opere:
Gina Pane, body art masochistica e autopunitiva
- “scalata non anestetizzata” 1970 Gina Pane su cui Gina aveva posto delle
lamette che le ferivano i piedi.
- “Azione sentimentale” 1974, lei vestita di bianco che poi si macchia di sorro,
spine conficcate nel braccio, lamette.
Vincenzo Agnetti
- Artista dell’arte concettuale, Agnetti compie un’azione che è una riflessione
sull’incomunicabilità, sul linguaggio, una performance provocatoria; il pubblico è
stato convocato per un convegno; lui entra con una tela bianca in mano, con delle
buste, cade e lascia cadere queste buste nello spazio centrale della sala e se ne va. La
performance costituisce il tempo che il pubblico capisce che è finito tutto.
Herman Nitsch
- “Azione” esorcizzare la violenza del sacrificio utilizzando carcasse di animali
e il corpo nudo bendato legato degli attori, corpi crocifissi sottoposti a movimenti
trascinati mescolati al sangue degli animali in modo provocatorio per suscitare azioni
forti.
- Più avanti inizierà ad usare della vernice per via degli animalisti e gli scandali
dei nudi.
Janin Antoni dipingeva con i capelli.
Ulay e Abramovic
- “Imponderabilia” presentata nella rassegna bolognese alla galleria d’arte
moderna nel 1976; avevano pensato a compiere un’azione ponendosi nudi all’ingresso
della galleria d’arte; il pubblico per entrare doveva passare tra i loro due corpi per
entrare, i visitatori dovevano girarsi per passare in mezzo e toccare i corpi per via
dello spazio ridotto; componente masochistica, dopo ore i corpi registrano quindi
graffi.
- “Relation in time” si fanno legare i capelli, metafora della coppia, resistere
uno legato all’altro, autocontrollo, fusione della coppia; tutto questo per 17 ore.
- “Artist is present” lei tiene l’arco teso e lui la freccia, si prendono a schiaffi; la
loro relazione finisce con un progetto riguardante la muraglia cinese, partono per
incontrarsi. E la loro unione finisce con quella performance “the lovers”
- “AAAAAA” 1978 alla Biennale di Venezia, tema dell’incomunicabilità della
coppia, chi urla più forte, l’impossibilità di capirsi.
- “Ritmo 10” 1973 Abramovic che passa un coltello tra le mani sempre più
velocemente.
- Abramovic si frusta nuda su un telo bianco, la schiena si arrossa e si riempie di
sangue.
- “Ritratto con scorpione”
- “cucina” 2009 omaggio all’estasi di Santa Teresa in cui Marina Abramovic va
ad indagare sul ruolo della donna, quindi questa cucina, questo ambiente domestico
che si rivela, l’espressione depressa, malinconica di questa gabbia che viene a crearsi.
- Performance al MoMA di New York nel 2010 in cui abbraccia uno scheletro,
come tutti siamo destinati a diventare.
Vito Acconci
Lavorava sul corpo in cui lui nudo iniziava a mordersi e annotava delle riflessioni su
denti, sul modo di incidere, sulla pelle.
Chris Burden
- “performance su maggiolino”
Urs Lüthi
Lavora sempre sulla propria immagine, visione narcicistica tramite la fotografia per
realizzare i propri autoritratti. Legato a metamorfosi e travestitismo
Johan Joanson,
Utilizza il movimento del corpo, crea un’azione e più modalità espressive, suoni,
odori, parole, coinvolgimento temporale, scultura del tempo.
Rebecca Horn.
Lavora sulla metamorfosi del corpo, “dita guanti” del 1972 crea delle attrezzature che
costituiscono un’appendice del corpo a partire dalla propria fisicità e gestualità