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DADA

Il protodadaismo nasce a Zurigo, con un manifesto, nel 1916, nonostante avesse origini in

ambito americano; siamo nel periodo della Prima Guerra Mondiale, quindi un momento di

grande crisi. Tutto ciò sfocerà nel liberty, in cui si ripone la positività del Moderno. Gli artisti

di questo movimento hanno formazioni diverse, per lo più quasi espressioniste; ambito

Dada: concezione nichilista.

“Avant Ma Naissance”, Jean Arp.

Casualità, concetto della negazione dell’intenzionalità dell’artista e all’af-

fidamento al caso. Concetto molto importante per l’arte del Novecento.

“Ruota di bicicletta”, Duchamp.

L’opera d’arte è semplicemente contenuto, l’oggetto è opera d’arte, in-

tenzionalità dell’artista. Colpo al sistema artistico, non si sa più chi sceglie

cos’è e qual è un’opera d’arte. L’idea diventa predominante.

“Masque”, Janco.

Segna un movimento di rottura rispetto al Futurismo: il Dada ha un rigetto e

una totale rifondazione di ciò che era precedente; avanguardia più radicata.

LA METAFISICA

La Metafisica nasce dalla figura di De Chirico, artista che inizialmente prende parte al Sim-

bolismo: tutto ciò che è figurato si fa allegoria; il surrealismo nasce da questo movimento.

Livello di estraniamento (Nietzsche). Gli oggetti rappresentati non hanno nulla in comune,

ma c’è un salto al livello della Metafisica; recupero della cultura visiva tradizionale. Primo

passo involutivo dell’avanguardia: dopo aver distrutto c’è una necessità di voler ricostruire,

riallacciare un filo che si era rotto in una realtà completamente cambiata. Momento di rottura

con la fine della seconda guerra mondiale: Picasso ritorna al periodo classico. La stessa

cosa capita con la metafisica.

“Natura morta”, Morandi, 1918, Milano, Collezione Jesi

Ritorno alla tradizione.

IL SURREALISMO

Nasce dal Dada, come costola, e gli artisti più importanti di questa corrente sono Magritte,

Dalì e Mirò. Esprime l’inconscio: siamo nel periodo di Freud e dei suoi studi sulla psicanalisi.

Caratteri: eliminare il controllo razionale e liberare la componente dell’inconscio; unire og-

getti che non hanno niente a che fare in un contesto totalmente al di fuori, che crea spae-

samento. L’oggetto surrealista è un oggetto comune su cui viene fatto un intervento.

“Uso della parola”, Magritte, 1928-29, Los Angeles, County Mu-

seum

Percezione delle cose.

“Il carnevale di Arlecchino”, Mirò, 1924.25, Albright-Knox Art

Gallery, Buffalo

Surrealismo astratto, dimensione surrealista e pittura astratta;

non c’è la volontà di essere non figurativi.

L’ARTE DEGENERATA

Anni ’30, depurazione artistica: vennero bruciate queste opere. Opere gradite al Nazismo:

culto della bellezza ariana, eroismo, cultura antica, muscolarità, dignità ariana, famiglie la-

voratrici, purezza della razza. In Italia c’è un ritorno all’ordine con una nuova oggettività e

recupero dei valori tradizionali; rivista Novecento e rivista Figure Plastiche. Tutti gli artisti si

iscrivono al partito Fascista: affermazione di uno stile unitario.

“L’allieva”, Sironi, 1924 “Silvana Cenni”, Casorati.

Recupero della tradizione già dagli anni ’10, diver-

samente dall’arte nazista. 5/10/17

ARTI DECORATIVE

Oggetti che contengono una volontà artistica e vanno al di là di una semplice esecuzione,

ma che hanno una funzione concreta, e non prettamente estetica (diversamente dalla pit-

tura). Le arti decorative riescono a tener conto dell’aspetto artistico e funzionale, sono og-

getti sia belli che utili. All’origine queste opere erano progettate da un’unica persona: l’arti-

giano, e partire dall’Ottocento, con la produzione industriale, vengono considerate alla pari

delle arti figurative; la distinzione tra arti minori e arti maggiori non esiste più. Ornamentale=

serve a dare un decoro all’ambiente, che non è causale. L’ornamento è la caratterizzazione

delle arti decorative. Nel Settecento la distinzione tra chi crea arti figurative e chi crea arti

decorative si fa molto netta, a causa dell’industria. Il prodotto industriale risulta, però, di

qualità inferiore ed eclettica: la proliferazione dei riferimenti del passato creano una perdita

di identità. Ai nuovi materiali e nuove forme John Ruskin si oppone, e riprende il lavoro della

bottega artigianale; William Morris ne dà invece una connotazione socialista e capitalista,

tendendo verso un modello medievale, e riprendendo alcuni stilemi del tempo: acquistano

valore le arti decorative. Questo perché aderiscono alla quotidianità, al contrario dell’arte

figurativa che acquisisce un carattere più elitario. Se la produzione industriale è il frutto della

modernità, essa porta però con sé la perdita del “piacere del costruire”, e disperde la crea-

tività. Morris rivendica le arti decorative e nasce il movimento Art and Crafts, che si pone

accanto ai movimenti socialisti; nasce il disegnatore professionista, a fine Ottocento, o l’in-

dustrial designer= progettista di forme, che abbina inclinazioni artistiche alle moderne

competenze nel campo della produzione industriale (nasceranno anche scuole e musei ap-

posta). Grande dibattito del Modernismo o Art Nouveau: conferma dell’importanza delle arti

decorative, con al centro della questione arte e architettura. Esposizioni internazionali in cui

le arti decorative sono protagoniste: 1851 esposizione a Londra. Si rinnovano i motivi orna-

mentali, creando forme nuove che imitano la natura: questa ricerca di motivi particolari è

concepita armonicamente con l’oggetto, e porta spesso ad una semplificazione delle forme,

rendendole congruenti all’elemento decorativo; oggetto e forma diventano una cosa unica.

Solo tramite l’oggetto utilizzato da tutti si può cambiare forma, che è legata ad un certo

momento storico: il decoro è frutto dell’Ottocento. Funzionalismo= la forma dipende dalla

funzione, e il decoro è una parte di essa; concetto importante in architettura. Essendo un

oggetto di uso quotidiano acquista ancora più importanza; forme tradizionali abbandonate

per una ricerca di un nuovo stile che dia nuova identità. Ci si ribella anche all’arte delle

Accademie. Architetto disegnatore= disegna solo oggetti di uso comune, abbandonando il

progetto di edifici; opera d’arte totale: progetto di edificio + arredo + suppellettili.

ART NOUVEAU – Precedenti e sviluppo in Europa

Elementi comuni del Modernismo internazionale (“Liberty in Italia”, Rossana Bossaglia):

• Utilizzo della linea curva;

• Presenza della figura femminile come elemento mitico e conforme che la mettono in

evidenza;

• Periodo 1890-1915;

• Diffusione internazionale;

• Opera d’arte totale, l’artista deve occuparsi di tutto l’ambiente vivibile;

• Opposizione all’ecclettismo e all’accademismo;

• Ispirazione formale e simbolica alla natura, vista non come nell’Ottocento, ma si tra-

sfigura in qualcosa di simbolico, prendendone l’energia vivente; non è quasi mai la

forma reale, ma un’interpretazione e sintesi. Dietro tutto ciò c’è uno spirito scientifico:

gli elementi di novità, diventano motivo di ispirazione (scoperte scientifiche);

• Recupero di tradizioni locali non appartenenti al repertorio aulico o accademico;

• Carattere borghese, la borghesia è una classe che sta emergendo e vuole un’identità.

Aspetto sociale evidente;

• Accenti insieme democratici ed elitari;

• Aspetti artigianali e industriali;

• Aspetti cosmopoliti e vernacolari.

Siegfried Bing, entrata del negozio L’Art Nouveau, inaugurato a

Parigi nel 1895, arredato da Henry Van de Velde.

Alfhonse Mucha, Job, manifesto, stampa litografica a colori, 1897,

collezione privata.

Lucien Lévy-Dhurmer, Wisteria Room, 1910-1914, The

Metropolitan Museum of Art, New York.

L’INFLUENZA DEL MOVIMENTO ART AND CRAFTS

“Ladro di fragole”, William Morris, 1883, Victoria & Albert Museum,

Londra

Joy and Labour: figura importante del progettista che disegna, indi-

rizza l’artigiano, crea un laboratorio e lo stampa. La fonte è il Me-

dioevo, che verrà superato con l’Art Nouveu; uno dei criteri di

quest’ultima è il Giapponesismo. Un’altra caratteristica è la natura,

che presenta un ritmo, una simmetria e un uso diverso del colore,

diversamente da come era rappresentata nell’Ottocento. Conven-

zionalizzazione delle forme= non c’è un realismo di stampo positi-

vista, modalità espressiva.

Christal Palace, Joseph Paxton, Esosizione Universale

,

1851.

Palazzo costruito in ghisa e vetro.

“Credenza”, Edward William Godwin, 1867.

Elimina l’eccesso dell’ornamento. Principi fondamentali della

scuola del Design:

• La decorazione è secondaria rispetto alla forma;

• La forma è dettata dalla funzione e dal materiale utilizzati;

• Il progetto deve derivare sia dalle tradizioni storiche in-

glesi, sia da quelle non Europee.

Criteri scientifici -> igiene: l’arredamento troppo articolato accumula polvere, rendendo l’am-

biente poco salutare. “Sedia”, Arthur Heygate Mackmurdo, 1882; “Saliera”, Char-

les Robert Ashbee, 1901; “Zuppiera”, Christopher Dresser,

1880.

Anticipano Art Nouveau e Movimento Moderno.

“La Bella addormentata”, Edward Burne-Jo-

nes, 1860, Victoria & Albert Museum, Londra

Medioevo trasfigurato, la natura è geometrica

e non realistica; ricorda la pittura pre – raffael-

lita. “Iris”, Walter Crane, tessuto d’arredamento.

Noto illustratore di libri e riviste, esponente del movimento Arts and

Crafts, contribuì alla diffusione di questi temi in Europa.

Primo numero della rivista “The Studio”, illustra-

zioni di Aubrey Beardsley, 1893. L’Art Nouveau

per alcuni nasce con il primo numero di questa

rivista; natura inquietante che caratterizza l’Art

Nouveau. “Giuditta” e “Salome”, Gustav Klimt, 1900-1909.

Prende avvio quell’immagine di donna seducente e diabolica,

elegante e inquietante che sarà uno dei leit motiv dell’Art Nou-

veau.

“L’Apparition”, Gustave Moreau, 1876, Musée Gustave Moreau,

Parigi

Raffigurazione della Salo

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
60 pagine
5 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/02 Storia dell'arte moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Valenina_Poli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Poli Stefano.