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GAUGUIN:
perduta, attraverso l‟evasione grazie al mito del buon selvaggio e il trasferimento fisico in terre esotiche,
unico rifugio dalla “civiltà” occidentale. Per l‟artista il mito del selvaggio e del primitivo costituiva una parte
della ricerca affannosa di se stesso,della propria felicità e natura umana, fuori dall‟ipocrisia, dalle
convenzioni, dalle corruzioni. Con ogni linea e con ogni colore l‟artista poteva creare stati d‟animo differenti
in ogni spettatore, agendo sui sensi. Nell‟ultimo periodo il suo universo figurativo diventò più semplice, più
archetipo e monumentale, basato su singole figure e gruppi familiari, su magnifiche nature morte e
paesaggi. Giunse a considerare ogni opera una trasposizione appassionata, “una caricatura” di
coloratissimi
una sensazione ricevuta. La pittura di Gauguin è una sintesi delle principali correnti che attraversano il
variegato e complesso panorama della pittura francese di fine secolo. Egli partì dalle stesse posizioni
impressioniste, comuni a tutti i protagonisti delle nuove ricerche pittoriche di quegli anni. Superò
l‟impressionismo per ricercare una pittura più intensa sul piano espressivo.
Sullo scorcio dell‟Ottocento si impose la ricerca di una dimensione più
IL NEO IMPRESSIONISMO:
intima dell‟essere umano e della natura, che portò gli artisti all‟inevitabile superamento dell‟impressionismo
e all‟affermazione di un nuovo linguaggio che traducesse le incalzanti esigenze espressive della nuova
generazione con tecniche inedite. Il movimento pittorico inizialmente definito del Neoimpressionismo
nacque in Francia attorno al 1884 grazie alle ricerche di un giovane artista, Georges Seurat. Egli elaborò una
pittorica, basata sull‟uso di colori puri (“divisi”) e complementari, applicati a piccoli punti, da
nuova tecnica
ciò derivò la definizione di pointillisme. Poiché per i neo-impressionisti la luce era la risultante della
combinazione di più colori l‟equivalente della luce in pittura non era né un tono unito né ottenuto con
l‟impasto, ma prodotto dall‟accostamento di tanti puntini colorati che, alla percezione, ricomponevano
l‟unità del tono, rendendo così la vibrazione luminosa. Questi artisti supposero inoltre che tale processo
consentisse loro di realizzare colori più luminosi di quelli ottenibili per miscela di tinte sulla tavolozza.
GEORGES SEURAT: I suoi inizi furono decisamente impressionisti, tuttavia il pittore fu da subito anche
lui chiamò “peinture
coinvolto nella ricerca ed applicazione di un metodo scientifico alla pittura, che
optique”. Secondo Seurat ciò che colpiva la retina e ciò che componeva il gioco cromatico della natura erano
i contrasti. Considerava poi l‟arte come prodotto dell‟armonia di questi elementi che vibravano nella luce.
L‟artista, dipingendo, non mescolava più i colori, ma li accosta nella purezza della loro scomposizione; poi
l‟occhio, osservando il quadro, interveniva creando la sintesi nella retina. L‟artista era arrivato a rinnegare il
dato primario dell‟impressione in favore di una pura misura intellettuale, di una pittura completamente
filtrata dall‟intelligenza e dominata dalla regola, ordinata nel contrasto geometrico delle linee che definivano
i volumi dei corpi e seguiva i confini dei contrasti dei tono e delle tinte.
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Una domenica pomeriggio all’isola della Grande Jatte: Questo è
senz‟altro il quadro più famoso di Georges Seurat e quello che compendia
pienamente la novità della sua pittura neo-impressionista. La Grande Jatte è
un‟isola di Parigi che sorge in mezzo al fiume Senna. Su questa isola, fatta
di alberi e prati, i parigini trascorrevano ore serene e spensierate. L‟aria è
luminosa e calda. Vi è un notevole affollamento di figure e persone. Gente
che passeggia, che è seduta a terra, che fuma, che pesca. Sull‟acqua del
fiume si vedono vele che passano, rematori che remano. Il soggetto del
quadro è tipico da pittura impressionista: una scena di vita urbana vissuta
con allegria e spensieratezza. Vi è una aria lieve e rilassata che ispira
sensazioni piacevoli. Ma manca assolutamente quel senso di immediatezza
dei quadri impressionisti. Qui, non solo il tempo non viene colto nella sua
che dà l‟idea che il
estrema variabilità, ma vi è una stasi ed immobilità
tempo si sia del tutto fermato e congelato. Le figure sono assolutamente
immobili anche se colte nell‟atteggiamento di camminare. Ma hanno
soprattutto una identica posa: sono tutti o di profilo o in vista frontale. Ciò
dà loro un carattere quasi irreale. Le figure vengono definite da un contorno
ben evidente; hanno una resa decisamente chiaroscurale; lo spazio appare
del tutto nitido e messo a fuoco. In sostanza, questo quadro è decisamente
agli antipodi rispetto alle tele impressioniste dove tutto è vagamente
indefinito e mobile, dove il chiaroscuro era stato del tutto eliminato per
ricorrere unicamente al contrasto tonale. Il quadro è una tela di notevoli
dimensioni (circa 2 metri per 3) che di certo non poteva essere dipinta en
plain air. Non solo. La miriade infinita di punti necessari a ricoprire una
tela di tali dimensioni ha richiesto oltre due anni di lavoro. Anche in ciò il
pointillisme di Seurat andava in direzione opposta rispetto
all‟impressionismo. Alcuni dei tratti caratteristici della pittura
impressionista erano proprio la velocità di esecuzione.
Lo "chahut", che da il titolo al quadro, era un ballo in voga nei locali
parigini alla fine del secolo scorso. In questa tela Seurat giunge ad esiti
molto particolari, che sanno più di grafica che di pittura. Appare indubbio
che il suo stile, insieme a quello di Toulouse-Lautrec, abbia fornito spunti
notevoli alla successiva estetica del Liberty.
Questa è l‟ultima tela alla quale stava lavorando Seurat
Il circo:
prima di morire, ed è un quadro che rimane parzialmente
compiuto. Benché completo nel disegno compositivo, manca
probabilmente una compiuta definizione cromatica. Anche in
questa ultima tela si conferma non solo lo stile, ma anche
l‟impianto costruttivo classicheggiante della pittura di Seurat.
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PAUL SIGNAC: Con Signac il puntinismo andrà via via diradandosi e trasformandosi in un
tessuto di tocchi larghi e piatti, veri e propri tasselli di colore, mediante il quale ogni nota cromatica
trovava il proprio timbro in rapporto a quello delle note vicine. NACQUE COSÌ IL
DIVISIONISMO, tecnica pittorica che scelse macchie di colore più grandi, per evitare la fusione
dei colori nell‟occhio. L‟immagine visiva risultante da questo tipo di approccio determinava un
leggero effetto di sfarfallio della luce, che introdusse un aspetto inedito nella pittura en plein air
dell‟impressionismo, dipendente probabilmente dai fenomeni dinamici di contrasto cromatico che si
attivano con i movimenti degli occhi durante l‟osservazione del quadro. Si deve dire, peraltro, che
la tecnica divisionista rese più difficile la leggibilità del quadro, particolarmente a distanza
ravvicinata e ciò portò i divisionisti ad una semplificazione delle forme nel tentativo di compensare
la complessità della tecnica pittorica.
IL SIMBOLISMO: è una corrente artistica che si affermò in Francia a partire dal 1885 circa, come
reazione al naturalismo e all‟impressionismo. L‟arte, in questo movimento, era concepita come
dell‟Idea, momento di incontro e di fusione di elementi della
espressione concreta e analogica
percezione sensoriale ed elementi spirituali. La pittura che ne derivava era estremamente raffinata,
ricca di simbologie mitologiche-religiose, e si proponeva di esplorare quelle suggestive regioni
della coscienza umana all‟affascinante confine tra realtà e sogno che fino ad allora erano rimaste
sempre escluse da qualsiasi indagine artistica. Il simbolismo è una delle componenti fondamentali
dell‟animo umano che spesso traduce solo in immagini concetti ed emozioni che con le parole
necessitano di complesse elaborazioni. Il simbolo, pertanto, ha una sintesi che riesce a racchiudere
solo nella sua forma contenuti anche complessi, per lo più universali o mitici. Il simbolismo, in
pittura, dà immagine a quelle suggestioni culturali molto più vaste che vanno sotto il nome di
Decadentismo e che caratterizzano la fine del XIX secolo. E, al pari del Decadentismo, il
in cui l‟azione è pressoché
simbolismo è caratterizzato da una estetizzazione ultra-raffinata nulla,
mentre tutte le passioni e le tensioni vitali vengono vissute nell‟ambito del sogno. Il simbolismo
non interessò solo la Francia ma conobbe una ampia diffusione in tutta Europa.
GUSTAV KLIMT: La vicenda artistica di Gustav Klimt (1862-1918), coincide quasi per intero
con la storia della Secessione viennese. Gustav Klimt nacque in un sobborgo di Vienna, e in questa
città frequentò la Scuola di arti e mestieri. Giovanissimo, insieme al fratello ed un amico, diede vita
alla prima società artistica, procurandosi commissioni per decorare edifici pubblici. Ne ricavò una
certa notorietà e ulteriori commissioni, quale l‟importante incarico di decorare l‟aula magna
dell‟Università. Nel 1897 fu tra i fondatori e primo presidente della Secessione, partecipando
sempre attivamente alle attività del gruppo da cui si distaccò in polemica nel 1906 per fondare una
nuova formazione: la Kunstschau. Klimt nei suoi primi lavori mostra una precisione di disegno e di
esecuzione assolutamente straordinarie, ponendosi però in un filone di eclettismo storicistico tipico
di una certa cultura del secolo scorso in cui gli elementi della tradizione, in particolare
rinascimentale, vengono ampiamente rivisitati e riutilizzati. La sua personalità comincia ad
acquisire una importante caratteristica intorno al 1890 quando la sua pittura partecipa sempre più
attivamente al clima simbolista europeo. La sua attività si interruppe nel 1918, quando a
cinquantasei anni morì a seguito di un ictus cerebrale.
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Il Bacio: è probabilmente il quadro più famoso di Gustav Klimt, ed
uno di quelli che meglio sintetizza la sua arte. Come altri quadri di
questo periodo ha formato quadrato. In esso le figure presenti sono
un uomo ed una donna inginocchiati nell‟atto di abbracciarsi.
due:
Un prato ricco di fiori colorati funge da indefinibile piano di
giacitura, mentre l‟oro di fondo annulla l‟effetto di profondità
spaziale. Il quadro ha quindi un aspetto decisamente bidimensionale.
Delle due figure, le uniche parti realizzate in maniera naturalistica
sono i volti, le mani e le gambe della donna. Per il resto l‟uomo e la
donna sono interamente coperte da ves