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Storia dell'architettura - Land Art e Arte nella Natura Pag. 1
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Il rapporto tra gli artisti e la natura: questo approccio con il mondo naturale assume

una rilevanza a partire dai primi anni 70 ed è ancora verificabile.

Nell’approccio occidentale l’uomo ha spesso determinato un atteggiamento di

dominio nei confronti della natura; in oriente invece (giardini di pietra zen) l’uomo fa

parte della natura.

Land Art

Si manifesta agli inizai degli anni 70 e trasferisce degli schemi minimali, spesso

interventi caratterizzati da una forte geometria; gli artisti operano nei territori

desertici, amano le superfici innevate o ghiacciate e i loro interventi si collocano in

queste grandi aree naturali; si tratta di contesti isolati e i loro interventi sono spesso

percepibili da punti di vista particolari (fotografati, filmati,..) sono per il pubblico,

luoghi inaccessibili.

Il carattere di queste operazione è spesso d grande impegno realizzativo ed

economico, che si traduce in una certa aggressività; grandi solchi, aree scavate,

disboscamenti, zone arate, artisti che collocano delle strutture metalliche per attirare i

fulmini.

Negli anni 70 gli interventi sono caratterizzati nel lavorare negli spazi aperti, c’è un

rapporto diretto ma aggressivo con la natura.

Le loro azioni sono comunicate solo attraverso i media, quindi c’è una mediazione del

rapporto diretto degli artisti al pubblico.

Cristò

Artista bulgaro che interviene nel paesaggio, Cristò interviene nel paesaggio in modo

meno aggressivo rispetto agli altri; impacchetta con dei teli di polipropilene di alcune

zone del paesaggio determinando una grande ambiguità e aggiunge delle

informazioni, immettendo nel paesaggio l’intervento dell’uomo, aspetto protettivo.

- “Costa australiana impacchettata 2km x 25 mt di altezza” copre un pezzo di

costa per 2 km e 25 mt. Occulta, copre, riveste, aggiunge ambiguità semantica a ciò

che vediamo.

- 18500 mtq di tessuto, 110 mt di altezza

- “Running fans” muro di tessuto che taglia il paesaggio

- 1983, 11 isole a Miami circondate da polipropilene su tutto il perimetro,

ridisegna il contorno.

- Berlino 1994 l’edificio più importante “impacchettato”

Michal Heizer

Crea dei solchi, delle ferite, delle incisioni nel terreno, 13 metri di lunghezza per 15

mt di profondità.

- “depressione isolata” 15 mt di diametro profondo quasi 4 mt.

Robert Smitson

- “Spostamento degli specchi” 1969, durante un viaggio, porta con se degli

specchi che fotografa in diversi modi in diversi contesti (con acqua, roccia, bosco,..)

nello Yucatan.

- “Spiral getti” 1900, intervento che oggi scandalizzerebbe e attirerebbe ogni

ambientalista.. sposta nel corso di questo fiume una gran quantità di sabbia e pietre

creando una spirale, man mano che il tempo passa, cambia il colore dell’acqua,

cambiano le caratteristiche biologiche dell’acqua, dei microrganismi,..

- “Cerchio” 1971, Positivo

Richard Long

Ha un’attitudine geologica, è l’unico che lavorerà in futuro con la natura, anche nei

musei, questo suo interesse geologico; trasporta in uno spazio artificiale questa

suggestione naturale.

Dennis Hopenaim

- “annual ring” 1968, 46 mt di diametro sul confine tra Stati Uniti e Canada

- “Disegno in un campo di grano” 1969.

- Realizzava anche degli interventi che si intergiungono con la performatività

“intervento con il fumo di un aereo in volo”.

- “Polaritè” 1972, un proiettore proietta un raggio di 609 mt che attraversa il

paesaggio.

- “Labirinto di zolle” 1974

Walter de Maria

Crea un campo magnetico nel 1977 sistemando dei pali metallici in un territorio in cui

si verificano dei fenomeni metereologici, attirano i fulmini in quella porzione di

territorio.

Joseph Beuys

Nel 1982 viene invitato a una rassegna, agli artisti invitati veniva corrisposto il

pagamento di una somma per la partecipazione, per l’opera che realizzavano, allora

Beuys chiese di poter commutare la somma di denaro che doveva ricevere

nell’acquisto di 7000 querce da poter piantare nella vostra città, foto in cui lui pianta

la prima quercia.

Wolfgang Life

- “12 montagne che non si possono scavare” 1984, cumuli di terra di 12 cm

Arte nella Natura (Ecological Art)

Ambito che si manifesta negli anni 80 e che trova in Italia un centro di raccolta e di

sperimentazione molto importante in Trentino a Borgo Valsugana nel Pianoro di Sella,

sono state realizzate moltissime straordinarie opere.

Siamo negli anni 80 e questo ambito raccoglie degli interventi della natura che hanno

delle precise caratteristiche:

1 – Arte che vive nel paesaggio.

2 – Gli artisti si pongono un rispetto assoluto per la natura.

3 – Logica della consunzione della natura, gli interventi compiuti dagli artisti sono

pensati, progettati, perché vengano riassorbiti dalla natura, la distruzione-

trasformazione del loro intervento per opera della natura.

4 – Arte intrasferibile perché realizzata per un preciso luogo, con quei materiali, non

avrebbe senso da un’altra parte, arte sofisticata sul piano concettuale basato

sull’ecologia; l’uomo non è più il dominatore della natura, incontro con la filosofia

zen; quindi interventi non invasivi ma si stabilisce un fortissimo coinvolgimento con

il pubblico.

Sharam Simonds

- “Maison vegetal” l’artista prende dei sacchi di yutah riempiti di terra, pratica

dei fori, costruendo una casa, dai fori fuoriescono delle piante.

- “la terra nel cielo” Himalaya.

Nils Udo

Lavora realizzando questi suoi giganteschi nidi, osservando le specie animali,

riproduce dei nidi giganti (10mt di diametro) questi nidi poi saranno effettivamente

utilizzati da volatili.

- “Ghiaccio e felci” 2 febbraio 1987, i lavori sono così effimeri che basta una

folata di vento per farli svanire, per questo vengono fotografati.

- “Foglie di castagno e fiori di campanule” 27 luglio 1986, una foglia di

castagno sulla quale l’artista ha appoggiato delle campanule che galleggia sull’acqua.

Andy Gaswotti

Lavora in modo rigoroso con i materiali che trova in quel determinato momento.

- “foglie raccolte, piegate all’ombra dell’olmo”

- “nido appoggiato alla roccia sulla riva del fiume”

- “roccia rossa ottenuta con le foglie dell’acero rosso” prende le foglie, le bagna

e le fa aderire bagnate alla roccia.

Giuliano Mauri

Artista italiano scomparso nel 2012, grande protagonista di questo fenomeno, Mauri

viveva a Lodi e utilizzava questo “bosco sull’isola” come proprio atelier, come campo

d’azione.

Creava con i rami della potatura delle strutture intrecciandoli.

- “L’albero dei 100 nidi” Lodi, aveva creato con questi rami, 100 nidi su

un'unica pianta, poi queste strutture venivano utilizzate veramente da uccellini e

roditori

- “Cattedrale vegetale” coni rami del carpino sta crescendo nel tempo,

dimensioni di una vera cattedrale Gotica (Borgo Valsugana)

Alfio Bonanno

- “Isola frottante”

- “Scultura per la pace” 1995

Garutti

Garutti “ascolta” lo spazio prima di realizzare le sue dediche.

- “quest’opera è dedicata a tutti coloro che passando da qui penseranno al cielo”

questo è il titolo dell’istallazione creata al Maxxxi di Roma; ci sono 200 lampade

usate per i set fotografici. Sono tutte a intensità minima ma sono tutte collegate al

CESI - centro elettronico sperimentale italiano (raccoglie i dati sulla caduta dei

fulmini in Italia) quindi quando un fulmine colpisce un qualsiasi punto in Italia, le luci

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Publisher
A.A. 2014-2015
4 pagine
3 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/03 Storia dell'arte contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Jenna-T di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Nuova Accademia di Belle Arti - NABA o del prof Fagone Chiara.