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Villa Mϋller rappresenta l’edificio finale di una carriera volta alla semplificazione degli
stili tradizionali applicata in maniera tale da non contraddire gli stessi.
ALVAR AALTO 18/12/07
Hugo Alvar Henrik Aalto (Kuortane, 3 febbraio 1898 – Helsinki, 11 maggio 1976) è
stato un celebre architetto, designer e accademico finlandese, esponente di spicco
dell'architettura organica di stampo europeo, appartentente alla cosidetta seconda
generazione dei maestri del movimento moderno.
L’opera di Aalto fornisce un chiaro esempio di una
produzione architettonica moderna in accordo con
le condizioni naturali e sociali del nord; era
cresciuto in una atmosfera carica di questioni
legate all’identità nazionale dei finlandesi, in cerca
di autonomia dall’influenza russa. Due furono le
importanti tendenze che influenzarono la sua
cultura architettonica: il classicismo nordico
(semplificato e giunto ad una raffinata risoluzione
nelle opere di Asplund), e una tendenza nazional-
romantica che si fondava sul revival gotico.
Aalto sarebbe riuscito, con l’aiuto dell’astrazione dell’architettura moderna, a
forgiare una sintesi tra queste tendenze ereditate; producendo forme-tipo adatte
alle rigidità del clima finlandese , al carattere del territorio, al modo di pensare della
gente. Allo stesso tempo rivelava un diretto ed elegante uso di materiali locali, in
particolar modo del legno. L’inizio della pratica professionale di Aalto ebbe un primo
slancio a Jyväskylä tra il 1923 e il 1927, e fu notevolmente varia, comprendendo
alloggi per lavoratori e un club operaio e un numero sorprendente di chiese e restauri
di chiese.
Particolarmente significativa
risulta essere la casa del popolo,
realizzata per l’appunto a
Jyväskylä, tra il 1924 e il 1925, la
cui facciata risulta caratterizzata
Casa del popolo di
da elementi classicisti, come ad
Jyväskylä, 1924-25,
Piante della galleria e
esempio la regolarità delle della platea
aperture e l’arco a tutto sesto che
caratterizza una di esse. La
composizione planimetrica inoltre
è caratterizzata da una galleria e
da una platea.
Il movimento moderno cominciò a penetrare gradualmente in Finlandia soltanto negli
anni venti. Aalto incontrò le nuove idee soprattutto attraverso gli esempi olandesi,
tedeschi e francesi. La crescita graduale di Aalto, dai suoi esordi neoclassici fino alla
chiarezza del suo stile “funzionale”, si può vedere chiaramente nell’evoluzione di tre
progetti importanti per la biblioteca di Viipuri eseguiti tra il 1927 e il 1935. ma
mentre Aalto rifiutava l’uso palese degli ordini classici, conservava tuttavia schemi
astratti della tradizione classica
La versione finale dell’edificio a
Viipuri manteneva delle simmetrie
leggermente traslate mentre i volumi
interni scorrevano l’uno nell’altro
La versione finale dell’edificio a
Viipuri manteneva delle simmetrie
leggermente traslate mentre i volumi
interni scorrevano l’uno nell’altro
sotto un soffitto formato da piani
gradinati bucati da lucernari. Il corpo
della sala di lettura venne suddiviso in
diversi livelli, mentre l’adicente
settore occupato da uffici ed
ambienti di servizio costituisce un
apparato diverso sia dal punto di vista
planimetrico che volumetrico. Aalto
semplifica il linguaggio architettonico
puntando sul comfort e sulla
funzionalità della biblioteca, ad
esempio creando una circolazione
assolutamente fluida all’interno di
essa, impiegando soluzioni di vario
genere in base alla funzionalità e alle
forme geometriche. Anche all’esterno è possibile notare
l’azione semplificatrice nelle forme
applicata dall’architetto. La faciata
principale infatti è caratterizzata da
una modularità incentrata sull’elemento
rettangolare, che permette di
scorgere lievi richiami allo
schematismo rigido e ortogonale del
classicismo.
La sala di lettura è caratterizzata ed
illuminata da dei lucernari, collocati nella
copertura della stessa, di forma circolare
concepiti in maniera tale da permettere
alla luce di illuminare a sufficienza la
sottostante sale, senza però creare
fenomeni di abbaglio o riflesso che
avrebbero potuto infastidire i lettori.
Altro elemento caratterizzante della sala
di lettura sono i due percorsi distinti, uno
per i clienti e l’altro per gli addetti
realizzati grazie al posizionamento di due
corrimano differenti, al fine di organizzare percorsi agevolati e fluidi al visitatore.
Nelle sale di incontro, come ad
esempio la sala riunioni, queste
ricche modulazioni di spazio e luce
erano accresciute dall’andamento
ondulatorio e dalla trama del
soffitto, tale soluzione era stata
studiata in modo da permettere a
chiunque all’interno della sala di
poter udire chi stava parlando,
senza l’utilizzo di amplificatori, tali
superfici ondulate infatti
permettevano alle onde sonore che
poter udire chi stava parlando,
senza l’utilizzo di amplificatori, tali
superfici ondulate infatti
permettevano alle onde sonore che
compongono la voce umana di
attraversare senza interruzioni o
interferenze l’intero ambiente.
Nel progetto per il Sanatorio di Paimio (1923-33) Aalto diede corpo alle sue
aspirazioni “umaniste” in un’ opera che deve essere considerata uno dei capolavori del
Movimento Moderno. L’edificio è ubicato a circa 80 km a ovest di Helsinki, su un sito
leggermente elevato che domina laghi e foreste. Articolato in tre corpi principali il
Sanatorio era una struttura edificata al fine di ospitare i malati di tubercolosi e
all’epoca i rimedi migliori per la cura di tale malattia erano l’esposizione al sole e
all’aria fresca; tale edificio quindi si mostra essere un chiarissimo esempio in cui le
esigenze della committenza (filosofia sanitaria) e gli apetti formali del nuovo stile
erano in sintonia sin dall’inizio. La struttura complessiva non è ortogonale, ma si apre
verso l’esterno in modo da andare quasi ad abbracciare l’ambiente circostante.
Le stanze di pazienti erano collocate
in un lungo edificio a lastra di sei
piani rivolto a sud, esse erano
servite da corridoi che correvano
lungo il lato nord, e vi era un tetto a
terrazza parzialmente coperto da
una tettoia sul piano più alto, dove
nei giorni particolarmente caldi si
potevano trasportare i letti.
Scrupolosa attenzione era rivolta
alle angolazioni da cui si poteva
ammirare il paesaggio, tale edificio
era infatti completamente immerso nel bosco, e al controllo dell’ingresso di luce
invernale ed estiva nelle stanze dei pazienti, infatti tutti gli elementi architettonici e
i dettagli interni venero ideati unicamente al fine di agevolare la cura dei degenti
ospitati nell’edificio.
Dietro l’elemento principale a lastra erano collocati gli elementi “serventi”
dell’ingresso, l’ala e il soggiorno dei medici, l’ala degli infermieri. Ogni funzione era
espressa con forme differenti e ruotate seguendo la topografia del sito. La pianta
articolata e le sottili solette permettevano alla luce di penetrare nell’edificio in tutti i
punti. Secondo l’architetto tale edificio doveva tener conto anche delle esigenze
psicologiche dei pazienti, e quindi rendere la loro degenza il più lieta e serena
possibile, l’edificio stesso doveva essere un mezzo per poter contribuire alla cura
della tubercolosi.
della tubercolosi.
Forse l’opera più
rappresentativa di questa
fase dello sviluppo di Aalto fu
villa Marea (1938-41)
costruita per Maire e Harry
Gullichsen come villa, casa per
gli ospiti e rifugio rurale a
Noormarkku. I committenti
erano estremamente ricchi e
consentirono al loro
architetto di considerare
questa costruzione come una
“casa sperimentale”. Sembra
infatti che Aalto utilizzò
tale abitazione come occasione per sintetizzare tante questioni che lo avevano
preoccupato negli anni recenti,ma che non sempre era stato capace di applicare negli
edifici realizzati; per molti aspetti in modo analogo, Le Corbusier aveva considerato
l’opportunità offertagli dal cliente benestante per condensare le sue espressioni guida
nella villa Savoye. Chiaramente l’esigenza della committenza avrebbe influenzato la
struttura dell’abitazione, in questo caso l’unica volontà di dei cogniugi Gullichsen era
quella di possedere una specie di galleria d’arte ove collocare le loro collezioni.
La pianta della villa Marea è
una variazione della forma a
“L” che era gia stata usata
frequentemente da Aalto in
precedenza e sarebbe
divenuta molto popolare in
seguito, si trattava di una
disposizione che creava
automaticamente una
chiusura semi-privata su un
lato e, sull’altro, un fronte
più esclusivo e formale che
creva un contatto con il
mondo pubblico.
In tale villa prato e piscina erano situati nell’angolo retto della “L” su cui affacciavano
varie stanze, le linee orizzontali e gli aggetti richiamavano le forme del piano terra. La
composizione volumetrica crea un continuo collegamento tra i vari ambienti, riassunti
in una sintesi generale mantenendo comunque una propria identità (influenza
giapponese). Aalto cerca, come era consueto nella pratica giapponese, di individuare gli
elementi minimi ed essenziali ,dell’architettura d’arredo e nel design della
decorazione, che combinati insieme diano una varietà infinita di soluzioni. Fondandosi
su tale principio ed ispirandosi alla tradizione finlandese, al modernismo nord europeo
e all’architettura di Wright, Aalto compone tale abitazione su tre elementi centrali:
Planimetria a “L”
• Spazio aperto
• Zona relax
•
Gli interni di Villa Maiera erano riccamente articolati in legno, pietra e mattone. Gli
spazi variavano in dimensione da molto grandi a piccoli come una cabina. Il piano terra
era aperto e in continuo contatto con il giardino.
Il salotto, la sala da pranzo e la biblioteca scorrevano facilmente le une nelle altre,
separate soltanto da piccoli cambiamenti di livello o da delicati schermi di protezione.
I dettagli di villa Marea utilizzavano molto il tessere, il legare, il congiungere e
l’intrecciare sia materiali naturali che artificiali.
I pali che sostenevano la tettoia
di’ingresso erano tenuti insieme da
cinghie, mentre quelli di entrambi i
lati della scala principale erano
fissati con piccoli perni di legno.
Aalto sembrò lasciarsi andare