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Sfogliando attentamente il libro, si scoprono alcune foto che ritraggono Rem: foto
studiate per dare l’immagine di un architetto mondiale, in dialogo con architetti e
culture extraeuropei. Anni 2000 esce un altro libro di Koolhaas: “Mutations”.
A differenza di altri architetti, Koolhaas non svela mai se sia egli stesso l’artefice della
sua fama o se siano stati i mass media a divulgare la sua immagine. Sta di fatto che i
connotati del suo viso, così come quelli del suo look semplice, ci sono ben chiari.
FRANK OWEN GEHRY: l’architetto iconoclasta
Frank Owen Gehry nasce a Toronto nel 1929, e nel 1947 si trasferisce con la famiglia
Los Angeles, in California. La giovinezza di Gehry e i primi anni della sua formazione
sono stati caratterizzati da una serie di crisi riguardanti la sua identità politica, storica,
architettonica. Dopo la delusione avuta dall’esperienza ad Harvard, Gehry tornava a
Los Angeles ed entrava nello studi di Victor Gruen, in cui trovò molti più stimoli. Nel
1961 Gehry parte per l’Europa alla ricerca dei segreti celati dalle architetture europee.
Colpito dalle ultime opere di Le Corbusier, nel 1962 Gehry torna a Los Angeles e apre
uno studio di architetuttura. Le architetture di Gehry, rispecchiavano la personalità di
un uomo tormentato, che non ha ancora raggiunto un equilibrio interiore. G. inizia una
lunga psicoterapia che lo avrebbe aiutato a guardare oltre le convenzioni, a scoprire il
suo genio creativo, a capire come sfidare il mondo intero. Nel 1976 si sposa e nel 1978
completa la casa che i due avevano comprato e che era destinata a diventare il
manifesto della sua singolare creatività. Gehry vuole stupire, sovvertire le regole,
far notare la sua diversità. La costruzione della sua casa aveva innescato il giusto
meccanismo per rendere pubblica la sua creatività; ha cominciato a varare progetti di
nuove residenze, shopping centre, strutture per parcheggi. Da questo momento in poi,
la sua capacità di ideare delle forme del tutto personali e immediatamente
riconoscibili sarebbe diventata la sua carta vincente.
Si presenta vestito in modo buffo, l’attenzione è rivolta a quello strano e ingombrante
abbigliamento..un abbigliamento carico di ironia nei confronti della storia
dell’architettura. Un’aria impassibile, uno sguardo serio e fisso, la sua espressione
sembra voler sottolineare che non si tratta di una semplice sfilata di carnevale: si
tratta di liberare il mondo dalla prigionia delle convenzioni. Combatte contro la
banalità del quotidiano, contro tutto ciò che è già stato visto, tagliando ogni legame
con quella tradizione architettonica che impedisce la libera espressività.
Partecipa anche a delle performance teatrali: “Il corso del coltello”, messa in scena a
Venezia nel 1985 : tutto il mondo deve vedere la drammaticità e il tormento che ha
condotto il grande artista alla scoperta del proprio entusiasmo creativo; i capelli
spettinati, lo sguardo sofferente, tutto sottolinea lo stato d’animo e il tormento di
Frank Gehry.
Il potenziale artista che era in Gehry, prende il sopravvento, esce dal bozzolo che si
era costruito prima della metamorfosi per poter finalmente prendere il volo. In
occasione dell’assegnazione del Pritzker Prize nel 1989, dopo la premiazione, giacca e
cravatta gli conferiscono un’aria seria e distinta, gli occhi gli brillano di gioia, il viso è
più rilassato e compare finalmente un luminoso sorriso. Il genio disadattato è
finalmente accolto tra i premiati architetti.
Ormai Gehry è sulla cresta dell’onda; sta cercando con la sua architettura di liberarci
dall’ordinarietà: “l’architettura tende a mutare la propria natura: si sottrae all’uso e si
offre come spettacolo”.
Oggi Frank, si pone come imprenditore oltre che come artista
FRANK LLOYD WRIGHT alla conquista dell’immagine
Frank scrive “Un’autobiografia”. Un’autobiografia è un’autoesaltazione; da ogni
episodio descritto Frank non esce mai sconfitto. Pone i fatti sempre mettendo in luce
aspetti positivi e vittorie: in effetti di insuccessi non se ne trovano. Il vero tentativo del
maestro americano è quello di arrivare a dettare “la Verità”, verità che lui ricava dalla
Natura e da Dio, rispetto ai quali lui si pone come intermediario con l’Umanità.