Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 15
Storia dell'antifemminismo rinascimentale Pag. 1 Storia dell'antifemminismo rinascimentale Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 15.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'antifemminismo rinascimentale Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 15.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'antifemminismo rinascimentale Pag. 11
1 su 15
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Questa interpretazione, oltre a essere folle, è totalmente scorretta, considerando che la cultura

ebraica proprio a partire dall’Antico Testamento parifica legislativamente la donna e

l’uomo(equità legale pur riconoscendone differenze e specificità), partendo dal presupposto

che "ichà", donna in ebraico, non è solo il femminile della parola "ich", uomo( che quindi noi

letteralmente tradurremmo “uoma”), ma il fatto che venga aggiunta una lettera nel nome della

donna, ne simboleggia, secondo un commento ebraico, l’indipendenza.

Inoltre la genesi originaria(non sottoposta all’interpretazione Cristiana) non fa riferimento

alcuno alla creazione di Eva dalla costola, ma anzi prevede che sia tratta dal fianco di

Adamo,quindi come se fosse già pre-esistita all’interno dell’uomo durante la creazione

27

divina .

Eva viene considerata per natura un essere dalla “fede debole”(si fantastica addirittura

sull’etimologia del termine latino foemina, che secondo gli autori deriverebbe da fe,fede, e

minus, minore) e in un certo senso da considerarsi peggiore del diavolo e della morte: “perché,

anche se il diavolo indusse Eva al peccato, fu Eva che sedusse Adamo. E poiché il peccato di

Eva non ci avrebbe condotti alla morte dell’anima e del corpo se non fosse stato seguito dalla

22 H. Institor- J. Sprenger, Malleus Maleficarum, trad. It. di M. Romanello, in La stregoneria in Europa, Bologna, 1975

23 Ivi

24 Ibidem pp 529-530

25 “Genere” nella concezione espressa dalla Prof.essa Silvina Alvarez Medina durante il seminario “Eguaglianza e

differenza: La prospettiva di genere, i diritti delle donne e la cultura” tenutosi nella facoltà di Giurisprudenza di

Brescia, A4, in data giovedì 11 novembre 2010(ore 12)

26 H. Institor- J. Sprenger, Malleus Maleficarum, trad. It. di M. Romanello, in La stregoneria in Europa, Bologna, 1975

27 Da wikipedia, l’enciclpedia libera http://it.wikipedia.org/wiki/Eva

caduta di Adamo, spinto da Eva e non dal diavolo, la si può dunque ben dire più amara della

28

morte”.

Quest’ultima asserzione è molto vicina a quella del politico romano Catone l’Uticense, le cui

parole vengono così riportate nel Malleus“Se il mondo potesse esistere senza donne, noi non

29

vivremmo lontano dagli dei”.

Analizzando la seconda parte del Martello delle streghe, dedicata come già detto sopratutto alla

fenomenologia e alle conseguenze dei sortilegi usati dalle streghe, si intuisce una delle ragioni

per cui le donne furono oggetto quasi esclusivo della persecuzione: “…il motivo principale che

provoca il moltiplicarsi del numero delle streghe è il doloroso conflitto tra le donne, sposate o

no, e gli uomini[…]quando una donna odia colui che prima aveva amato, allora brucia di

collera e impazienza per la lussuria che le è tipica, usa inoltre per vendicarsi delle delusioni

amorose sette metodi per infettare con la magia l’atto venereo e il feto concepito.

Primo, spingendo l’uomo a un amore disordinato; secondo, impedendo la sua potenza

generativa; terzo, privandolo del membro che viene usato in quest’atto; quarto, trasformando

con mezzi magici gli uomini in diversi animali; quinto, danneggiando la fecondità delle donne;

30

sesto, provocando aborti; settimo, offrendo i bambini ai demoni”.

Dietro a tutte queste fantasie, esisteva un fondo di verità scomoda e problematica per la Chiesa.

Durante il Rinascimento infatti era un’usanza diffusa tra la gente delle classi più umili

consultare persone, solitamente di sesso femminile, con nozioni curative e terapeutiche ma non

facenti parte ufficialmente della classe medica.

Spesso si trattava di erboriste e curatrici, che avevano effettive capacità di trattazione delle

malattie(in certi casi le uniche a portare assistenza al popolo, in assenza di ospedali e medici),

di alleviamento delle doglie e dai dolori del parto(tramite l’uso di erba di Segala cornuta, o

31

della cosiddetta “Belladonna” per impedire le contrazioni uterine ), possedevano conoscenze

abbastanza avanzate per provocare aborti o fornire dei primitivi anticoncezionali(da qui

l’accusa degli Inquisitori di causare l’impotenza).

Il controllo delle malattie e delle nascite rappresentava un problema da estirpare, considerando

che disturbava sia la Chiesa, favorevole alla procreazione, sia lo Stato, cioè la scienza medica

32

ufficiale.

Seguendo questa tesi, automaticamente si confuta la concezione di taluni storici che ritengono

soltanto “casuale” la persecuzione delle donne durante la caccia alle streghe; è di questa tesi il

33 34

celebre Manselli , che nel suo saggio afferma: “la repressione antifemminile è un caso, un

aspetto particolare di un tutto ben più vasto”, parole che risultano poco credibili di fronte alla

considerazione espressa in precedenza.

Nell’ultima parte del Malleus Maleficarum vi è un’ampia e terribile digressione sullo

svolgimento del processo ad una strega(definendo in termini specifici anche la caccia,

persecuzione, tortura, interrogatorio e condanna a morte).

28 H. Institor- J. Sprenger, Malleus Maleficarum, trad. It. di M. Romanello, in La stregoneria in Europa, Bologna, 1975

29 Ibidem

30 Ibidem

31 Tratto dal documento ”La caccia alle streghe: il massacro delle donne” sul sito: www.letteraturaalfemminile.it

32 vedi nota precedente

33 Raoul Manselli, uno dei massimi medievisti italiani ed europei del Novecento. Tra le sue opere rilevanti per

l’argomento qui trattato ricordiamo “Magia e stregoneria”(1976), “Il soprannaturale e la religione popolare nel

Medioevo”(1986) e il saggio “Le premesse medievali della caccia alle streghe”.

34 R. Manselli, Le premesse medievali della caccia alle streghe, pp. 39-62 in Gaeta e Villani, Documenti e

testimonianze, Ed. Principato, 2002 pp 519

Da qui si evince che il metodo più diffuso per giustiziare un’imputata fosse sicuramente

l’arsione sul rogo, e in certi casi e in certe regioni si applicassero le impiccagioni.

Rientrava nelle potenzialità degli Inquisitori far riesumare il corpo di una persona che in vita

fosse stata sospettata di stregoneria(o di eresia) e impalarlo per poi darne fuoco.

Le donne accusate di stregoneria venivano prima denudate e rasate(“..sia spogliata da altre

donne oneste e di buona reputazione, questo per il motivo che qualche stregoneria potrebbe

essere cucita nei vestiti[…]la rasatura di ogni parte del corpo per la stessa ragione per cui si

35

tolgono gli abiti” )poi torturate fisicamente e psicologicamente(“…se non vorrà confessare, si

36

dia mandato ai ministri di legare l’imputato alla corda o agli altri strumenti…” ) e sia nel caso

di confessione che di professione di innocenza, venivano condannate a morte(il che

probabilmente per molte rappresentò una liberazione dai tormenti delle torture).

È importante segnalare che, se era compito degli Inquisitori perseguire e scovare le streghe,

toccava ai giudici dei tribunali laici(i quali per secoli si ispirarono al Malleus, utilizzandolo

come manuale e codice)stabilirne la colpevolezza e la condanna, da qui il rimando alla

considerazione posta alle battute iniziali di questa tesi(“azione congiunta tra stato e Chiesa”).

Questa estensione allo Stato permise che la persecuzione avesse anche delle ramificazioni

individuali: l’accusa di stregoneria, poteva essere utilizzata dai sovrani come espediente

politico per distruggere nemici potenti, persone scomode o sudditi negligenti, semplicemente

insinuando che avessero una qualche parentela con una strega.

Da un altro punto di vista potremmo dire che la persecuzione rappresentò per molti un

“business”, poiché sia alle streghe bruciate che ai sospettati di complicità si toglievano tutti i

beni per darli alle chiese, sebbene un piccolo compenso fosse destinato a chi accusava la strega

e ne permetteva la cattura(gran parte degli accusatori era formata da contadini, che per pochi

denari facilitavano il lavoro agli Inquisitori).

L’accusa di stregoneria divenne l’accusa universale e la persecuzione raggiunse le

caratteristiche di terrore sociale, insinuandosi ovunque e tramutandosi per alcuni casi in “realtà

37

soggettiva” , ovvero una sorta di auto convincimento(causato da quello che oggi definiremmo

“bombardamento psicologico”) da parte di alcune donne di essere streghe, le quali, indottrinate

dal Malleus e dai precetti cristiani, probabilmente collegavano le loro allucinazioni, i loro sogni

e incubi all’opera di Satana.

Da questa mia lunga trattazione si può evincere che la “caccia alle streghe” fu un fenomeno di

portata enorme, una persecuzione sessista che comportò la morte di una quantità spropositata

di donne, ragazzine e anziane innocenti, la cui unica colpa era, di fatto, far parte del genere

femminile.

Ciò scaturì dalla mente malata, folle dei teorici ecclesiastici, ed ebbe effetti a mio avviso

irreversibili per l’integrazione della donna(ancora oggi il termine ”strega” è usato come presa

in giro o insulto nei confronti di una donna).

La Chiesa Cristiano-cattolica di Roma si fece portatrice del sessuocidio delle streghe, rendendo

le donne delle autentiche nemiche della cristianità e supportando le proprie tesi con le bolle e i

manuali già ampiamente citati, oltre che l’imposizione di alcuni frammenti delle Sacre

Scritture mal tradotti o passibili di più interpretazioni (per esempio, dal libro della Genesi: “Poi

disse alla donna: "Moltiplicherò le doglie delle tue gravidanze; partorirai i figli nel dolore,

38

tuttavia ti sentirai attratta con ardore verso tuo marito, ed egli dominerà su di te" ); nonostante

35 H. Institor- J. Sprenger, Malleus Maleficarum, trad. It. di M. Romanello, in La stregoneria in Europa, Bologna, 1975

36 Ivi

37 R. Manselli, Le premesse medievali della caccia alle streghe, pp. 39-62 in Gaeta e Villani, Documenti e

testimonianze, Ed. Principato, 2002 pp 519

38 La Sacra Bibbia,(Gen. 3-16) Edizioni Ancora, 2004

questa origine tutta Italiana, non è nel nostro Paese che si scatenarono le più violente

persecuzioni (limitate sopratutto alle zone del nord d’Italia, Como, Val di Fiemme e

Valtrompia, e in Toscana) che invece esplosero con vigore in Germania(dove aveva sede

guarda caso l’Inquisizione), Francia e Gran Bretagna.

È difficile fare una stima certa delle vittime,soprattutto in Italia, poiché i verbali e i resoconti

dei processi venivano spesso bruciati sui roghi con le streghe per cancellarne ogni prova, o in

altri casi venivano acquistati p

Dettagli
Publisher
A.A. 2010-2011
15 pagine
1 download
SSD Scienze giuridiche IUS/01 Diritto privato

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Mamolari9 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teorie della giustizia e dell'intervento sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Brescia o del prof Pozzolo Susanna.