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IMPORTANZA STORICA
1. Innovazione Cinematografica
“Quarto Potere” ha rappresentato, per il cinema, una rivoluzione. Esso infatti è stato l’opera
progenitrice del cinema moderno, segnando quindi la fine del cinema classico, caratterizzato
da punti di vista assoluti e impersonali.
Con “Quarto Potere” si cominciano ad utilizzare tecniche di ripresa inusuali (centrale nel film
la profondità di campo e il piano sequenza), una narrazione non lineare ma ad incastro, ricca
di flashback ed uno stravolgimento nell’analisi della realtà rappresentata.
Fondamentale in quest’opera la moltiplicazione dei punti di vista: fortemente in contrasto
rispetto alla precedente tradizione classica, si vuole ora sottolineare la costante presenza di
diversi punti di vista, ognuno dei quali personale e parziale. Questa moltiplicazione serve
anche a livello registico per marcare l’impossibilità di giungere alla verità assoluta.
Fondamentale, in questo senso, la scena in cui Kane, dopo aver distrutto il mobilio della stanza
coniugale a causa dell’abbandono della seconda moglie, percorre il corridoio della sua
residenza tra gli sguardi attoniti della servitù: la sua figura si riflette in due specchi, posti uno
di fronte all’altro, cancellando l’immagine reale e offrendo una moltiplicazione infinita di
simulacri.
Il film si apre e si chiude con l’inquadratura di un cartello: “No trespassing”, alludendo quindi
da una parte all’impossibilità di conoscere nel profondo l’identità di una persona e, in senso
più ampio, la verità, e dall’altra sottolinea come sia solo lo spettatore colui che può varcare il
limite dell’incertezza: il film infatti, ruota intorno alla ricerca del significato/identità di
“Rosebud”; l’inchiesta giornalistica, rappresentata dalla ricerca di Thompson, non giunge però
a nessuna conclusione. Risulta chiaro quindi che il punto di vista privilegiato sia quello dello
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spettatore, unico a poter leggere il nome agognato sulla slitta dell’infanzia di Kane, mentre
brucia.
Questo potrebbe forse voler indicare come il giornalismo possa creare una realtà fittizia di cui
però non conoscerà veramente il senso, a cui si potrà invece arrivare attraverso l’arte
(rappresentata dall’opera cinematografica).
2. Ruolo dei media
Uno dei livelli narrativi fondamentali è quello che riguarda l’ascesa di Kane come editore del
“New York Inquirer”.
Se in inglese il titolo scelto fu “Citizen Kane”, la traduzione italiana in “Quarto Potere” è
esemplare nel sottolineare l’importanza che il giornale ha non solo nel film, ma anche nella
storia americana e nel mondo.
Pare, inoltre, che Welles si fosse liberamente inspirato a William Randolph Hearst, uomo di
enorme potere e ricchezza, considerato insieme a Pulitzer padre del “Yellow Journalism”.
Hearst, quando si riconobbe in alcuni tratti salienti del protagonista, cercò in tutti i modi di
boicottare “Quarto Potere”.
Lo stesso Welles fu un grande sostenitore dei poteri dei media: egli ne riconobbe sempre non
solo l’importanza, ma anche la capacità di influenzare le opinioni, le decisioni e la vita delle
persone.
Esemplare in questo senso la sua direzione come regista radiofonico de “La guerra dei mondi”,
nel 1938. Solo un paio di anni prima dell’inizio delle riprese di “Quarto Potere”, Welles aveva
con quest’opera scatenato il panico, inducendo gli ascoltatori a credere vero uno sbarco di
extraterrestri nel New Jersey.
Questo episodio mostrava già l’enorme capacità dei media di alterare la realtà dei fatti.
Quello che però Welles vuole mettere in luce, in questo film, non è soltanto il potere esercitato
dai mezzi di comunicazione di massa, quanto come la loro capacità di manipolazione sia al
contempo accompagnata da un’impossibilità a conoscere la verità profonda.
Questo, infatti, è ciò che viene palesato nelle prime scene: il film comincia con un
documentario montato per il cinegiornale “News on the march”: a conclusione della prima
rappresentazione, i giornalisti incaricati del montaggio denunciano immediatamente come la
vera essenza di Kane non sia stata assolutamente colta.
Si può, quindi, riconoscere una duplice natura nel giornalismo: il suo potere e la sua capacità
di controllo dell’informazione, che ha portato spesso a chiamarlo, appunto, il quarto potere, e
al contempo la sua superficialità data dalla ricerca del sensazionalismo a scapito della verità.
Per quanto riguarda la prima caratteristica, sono esemplari in particolare due battute
all’interno dell’opera:
1-‐ Emily: Really, Charles, people will think…
Charles Kane: …what I tell them to think.
2-‐ Kane, telegramma a Wheeler: You provide the prose poem; I’ll provide the war.
In entrambi i casi risulta chiara la profonda convinzione da parte di Kane di poter
effettivamente influenzare i pensieri della gente, di spingerla a pensare ciò che lui vuole e di
portarla addirittu