Anteprima
Vedrai una selezione di 5 pagine su 19
Storia del teatro - Appunti Pag. 1 Storia del teatro - Appunti Pag. 2
Anteprima di 5 pagg. su 19.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia del teatro - Appunti Pag. 6
Anteprima di 5 pagg. su 19.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia del teatro - Appunti Pag. 11
Anteprima di 5 pagg. su 19.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia del teatro - Appunti Pag. 16
1 su 19
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

ALTRA IMMAGINE TEATRO DEL CAMPIDOGLIO 1513,IPOTESI DIRICOSTRUZIONE DI ARNALDO BRUSCHI (1969)

edificio decorato sia internamente che esternamente, la scena avveniva nella parete di fondo ovvero dove non vi erano le scalinate, compresi dei quadri, i riquadri dell'ordine inferiore erano 5 porte chiuse da tende dorate (IMMAGINE SCENA PORTICO VENEZIA 1497). la scena del teatro del campidoglio ricorda la scena a portico con porte e tende tra le colonne. Questa è ancora una soluzone arretrata, non è ancora la nuova scenografia, ancora sintassi paratattica delle mansiones. Ha un occhio vitruvio, anche a quelle tardo medievali. Retroterra comune cn ed terenziane (attenzione all'antico e alla scena medievale). Jodoco di badia, editor dell'ed. terenziana di lione. Avvento di scenaprospettica, esplode in maniera improvvisa xkè già affinata tecnicamente anche se nn completa. Inventata nel rinascimento; esplode poichè vengono attuati 2 allestimenti della calandria del

bibiena, carnevale 1513 a urbino e 1514 a roma. A urbino di Girolamo Genga e a Roma di Baldassarre Peruzzi, quest'ultimo fu considerato una figura chiave nell'invenzione della prospettiva a fuoco centrale. Vi erano staff operativi con i migliori artisti dell'epoca, anche se la figura di punta dell'invenzione fu Peruzzi, architetto e pittore, legato a Raffaello. Documenti letterari: Giorgio Vasari si tratta della voce dedicata a Peruzzi nell'opera sulle vite degli artisti. Vasari fu il primo storico dell'arte e nel 1558 cita Peruzzi per quanto riguarda l'invenzione della scena prospettica. Si ricordano due scene che Peruzzi avrebbe progettato durante il regno di Leone X. Egli diceva che questa scenografia di Peruzzi aprirà la via per le scenografie a seguito. Abilità di Peruzzi di creare in uno spazio ristretto l'idea di edifici, tante strade, templi... Questa era l'utilità della rappresentazione prospettica: vi è un'idea digrandezzaarchitettonica in spazi ristretti. Vasari parla dello stupore dei primi spettatori, eglirendeva l'idea della realtà, dell'illusionismo prospettico. Altro documento: lettera del 1513 di baldassarre castiglione, registadell'evento, racconta l'accaduto e descrivendo tutti gli interventi ci lascia infopreziose: per quanto riguarda la scena egli diceva che essa fingeva una città bellissima, ogni cosa era in rilievo, tridimensionale, aiutate da pittura di alta qualità prospettica. Abbiamo anche una serie di bozzetti scenici di peruzzi databili nel 1514, le primescene prospettiche a noi giunte: IMMAGINI B.PERUZZI PROSPETTIVA DISCENA FIRENZE, UFFIZI A 291: si fondono elementi della scena comica (edificidi basso pregio) e monumenti di scena tragica; B.PERUZZI SCHIZZO PERCENA CALANDRIA, FIRENZE UFFIZI A 30: può darsi che sia stato fatto lacalandria; B.PERUZZI DI TACQUINO....(Colpa di juri) B.PERUZZI: SCHIZZOPER SCENA SIENA. ORIGINI PROSPETTIVA: prima inpittura, poi, in scenografia teatrale; prospettiva. Da "perspicere", che significa vedere chiaramente, il fuoco centrale è quel tipo di prospettiva con punto centrale. Questo tipo di prospettiva fu una conquista del quindicesimo secolo; artisti come Brunelleschi o teorici come Piero della Francesca o Paolo Uccello. Il teatro preferisce quella a fuoco centrale. Fu resa possibile dalla scoperta della geometria euclidea. Fu sentita come riproduzione esatta della visione umana, per creare uno spazio illusorio, capace di prolungare uno spazio reale e di inserirsi in questo spazio reale senza soluzione di continuità. Questa è l'idea, in realtà quella prospettica è una visione di tipo monoculare, che crea uno spazio astratto, matematico, è diverso dallo spazio reale, il quale è bioculare. Si costruisce con elementi artificiali, anche se sembrano naturali. Si presuppone un punto di osservazione fisso, che sia a una distanza determinata, con un solo occhio perfettamente immobile.rappresentazione prospettica non è più vera di altre (vedi risposta al medioevo). Essa crea un effetto reale ma allontana la rappresentazione dello spazio fisico dello spettatore. Finisce per porre lo spazio scenico e quello dello spettatore su due piani diversi. Produce enormi conseguenze rispetto alla relazione teatrale (spettacolo-spettatore). Ci furono così delle conseguenze sulla comunicazione teatrale. Si rivoluzionò l'idea dell'allestimento: (in Peruzzi e Serlio è ancora imperfetta) in teatro si configura uno spazio unitario, per la prima volta lo spazio scenico è distinto dallo spazio dello spettatore. Marotti sosteneva che lo spazio scenico nel medioevo è intercambiabile con lo spazio fisico, viene quindi tagliata artificialmente. Marotti sosteneva inoltre che lo spazio scenico medievale è lo spazio fisico nel quale vengono distribuiti mediante segni gli oggetti. Quindi con la prospettiva si mette qualcosa di diverso, ciò significa che con

La prospettiva siamo di fronte a due livelli di realtà per i due spazi. Nel medioevo non esisteva lo spazio scenico. Vi sono due conseguenze, ovvero vi è una progressiva separazione tra spettatore e spettacolo (nel medioevo vi era promiscuità nello stesso spazio e vi era un coinvolgimento forte con il pubblico), la seconda conseguenza sarebbe una progressiva passività dell'effetto illusionistico della prospettiva da parte dello spettatore (perché il dispositivo scenico funzioni non vi è più bisogno della partecipazione attiva dello spettatore). Nel medioevo invece era molto importante la loro partecipazione per far sì che funzionasse. Punto d'arrivo è la scena illusionistica che si afferma a partire dalla seconda metà del 500 e nel barocco, la quale funziona da sola. Processo appena avviato che si concluderà nel 600. Un anno, opera simbolo del 1600 pubblicato il trattato di Guidubaldo del Monte "I sei libri della prospettiva".

prospettiva". In questo libro, Serlio descrive i principi fondamentali della prospettiva e fornisce istruzioni dettagliate su come creare effetti prospettici nelle opere d'arte. Il suo lavoro ha avuto un'enorme influenza sulla pratica artistica dell'epoca e ha contribuito a diffondere l'uso della prospettiva in tutta Europa. Un altro importante contributo alla scena prospettica è stato dato da Filippo Brunelleschi, architetto e ingegnere italiano del XV secolo. Brunelleschi è stato il primo a utilizzare la prospettiva lineare nella sua architettura, come dimostrato nella sua famosa cupola della Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze. La sua innovativa tecnica di progettazione ha aperto la strada a nuove possibilità nella rappresentazione spaziale e ha influenzato molti artisti successivi. Infine, non possiamo dimenticare Leonardo da Vinci, uno dei più grandi geni del Rinascimento. Leonardo ha studiato a fondo la prospettiva e ha utilizzato le sue conoscenze per creare opere d'arte incredibilmente realistiche. La sua opera più famosa, "L'Ultima Cena", è un esempio perfetto di come la prospettiva possa essere utilizzata per creare un senso di profondità e realismo. In conclusione, la scena prospettica è stata un momento decisivo nell'evoluzione dell'arte e dell'architettura. Grazie al lavoro di artisti come Raffaello, Bramante, Peruzzi, Serlio, Brunelleschi e Leonardo da Vinci, la prospettiva è diventata uno strumento fondamentale per la rappresentazione dello spazio e ha aperto nuove possibilità creative per gli artisti di tutto il mondo.

prospettiva", progettazione di un teatro e 3 scene, pubblicato nel 1545 a Parigi. Riuniti poi in una sola opera in 7 volumi, dopo la sua morte. Nel 1539 progetta un apparato teatrale con cavea semicircolare (IMMAGINE SEBASTIANO SERLIO, 1545 CIRCA, PIANTA DEL TEATRO, composta da quinte angolari) (IMMAGINE SERLIO 1545 CIRCA: SCENA COMICA, TRAGICA). Che tipo di teatro progetta nel trattato: scena tridimensionale e bidimensionale, quindi illusorio e reale. Prospettiva imperfetta, per questo si aggiungono elementi tridimensionali storia del teatro e dello spettacolo 23/11/10. Questione della scena di città tra la prima e la seconda metà del 500. Nella prima metà vi è una certa autonomia tra testo drammatico e scena; ciò significa che la scena non visualizza il luogo dell'azione, ma propone una città genetica, ideale in quanto antica (presenza di edifici aulici) (vedi tavola di Berlino). Prima scenografia prospettica per la calandria nel 1513, veduta urbana che serviva a

Realizzare la città di Urbino. Al centro della scena c'era un tempio a 8 facce (lo racconta Castiglione) può essere riportato alla torre dei venti (previsto da Vitruvio al centro della città, simbolico, ma al tempo stesso ne diventa anche teatro che nella trattatistica ha un valore simbolico più che pratico) vi erano due torrioni i quali rimandavano ai due torricini di Urbino e servivano a permettere allo spettatore di identificare la città come città di Urbino romanizzata: vi era un fiume (il Tevere) e un tempio, tutto questo ai lati della scena. Questo accade molto spesso: vedute urbane generiche in cui il riferimento modello è quasi sempre Roma (Colosseo, V. Peruzzi; Castel S. Angelo; obelischi, archi). Nella prima metà del 500 città tipica, simbolica, che già conosce due versioni: - la città generica tipica: una via o una piazza qualsiasi di una città qualsiasi (soluzione di Serlio) - proposta di un luogo non specifico.

individuabile di una città riconoscibile, ci possono entrare molte scene del peruzzi e dei sangallo i quali questi ultimi propongono un postodi firenze); c'è una fonte imp sulle caratteristiche di queste vedute urbaneprospettiche che facevano sfondo alle scene comiche: queste fonti comprendonoi prologhi delle commedie (prevalenza della prima soluzione la quale venne poicodificata da serlio. vedi prologo della mandragola) A ferrara si presentavano più commedie in quel periodo, e andarono in scena lalena di ariosto ambientata a ferrara, la moschetta di ruzante a ferrara e ilnegramante tutte cn le stesse scenografie. Cambia tutto nella seconda metà del 500 dove prevaleva la città reale completa (scena nella quale si raffigura una città a tutti noto solitamente area fiorentina. (v. scenografia di baldassarre Lanci IMMAGINE SCENA DI BALDASSARRELANCI PER "LA VEDOVA" DI G.B.CINI, FIRENZE 1569). Serlio nella prima metà del 500 aveva raffigurato

20 anni prima un bozzetto scenico raffigurando la piazzetta di San Marco a Venezia, rappresentando dunque un luogo riconoscibile. Il rapporto tra scena e spettatori nel passaggio dalla scena multiplamedievale alla scena prospettica è ambivalente perché da un lato si pone come uno spazio diverso da quello reale e dall'altro si pone come uno spazio che prolunga illusionisticamente la realtà. Questo produce effetti tra lo spettacolo e il pubblico: nel 500 il rapporto tra scena e pubblico convivono l'unificazione dello spazio e la separazione. Prima fase, nella prima metà del 500: la tendenza prevalente era quella di inglobare gli spettatori nello spazio della scena (v. documento del Castiglione, valore drammaturgico nella Calandria del 1513 la sala era come un fossato dove scorreva il fiume e il pubblico doveva immaginarsi all'interno di esso). Questo lo possiamo notare grazie a molti prologhi di commedie e tragedie, ed è confermato dal prologo del Vecchio.

amoroso di gannotti;nella gioc

Dettagli
Publisher
A.A. 2010-2011
19 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/05 Discipline dello spettacolo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del teatro e dello spettacolo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof De Marinis Marco.