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TENSIONI E TURBAMENTI TRA CONIUGI GELOSI;
STORIE DI FANCIULLE ESPOSTE CHE RITROVANO I GENITORI.
Personaggi fortemente TIPIZZATI come il vecchio avaro, il servo pigro ma
astuto, il soldato rozzo, che cercano di sbrogliare queste matasse in cui un
ruolo fondamentale avrà la FORTUNA.
Le opere pervenuteci in 5 atti, e quindi maggiormente complesse, (prima3)
sono : “la ragazza tosata”; la ragazza di Samo; lo scudo; l'arbitrato.
SPAZIO E TEMPO( il ritmo)
CATEGORIE ASTRATTE
Sono 2 difficili da individuare nel TESTO, e
sebbene la loro riproduzione in scena sia altrettanto complicata, esse sono
categorie fondamentali per la RAPPRESENTAZIONE organizzano il
microcosmo della FINZIONE secondo determinati principi ;
per comprendere l'importanza di queste categorie , basta pensare alla
DISCONTINUITA' BRECHTIANA, all' UNITA' CLASSICA (che determina la
verosimiglianza) AL gusto MODERNO per IL FRAMMENTO
Da questi esempi ci rendiamo conto come le DIVERSE SCELTE
SPAZIO-TEMPORALI MOSTRANO UN DIVERSO MODO DI CONCEPIRE IL
MODO.
Se per esempio analizziamo la SENSIBILITA' BAROCCA e la mettiamo a
confronto con il GUSTO CLASSICO ci rendiamo conto che esse compiono
SCELTE OPPOSTE: INFATTI
la sensibilità barocca non concepisce un FABULA in cui non vi siano più FILI
che si sviluppano simultaneamente e più AZIONI, apparentemente prive di
legami, che si svolgono in POSTI diversi e privi di legami ma che alla fine si
ricongiungono.
− In FRANCIA con i “LUOGHI DEPUTATI” di origine medievale ci
vengono mostrate azioni svolte in luoghi differenti del mondo che
cercano di RAPPRESENTARE, con una scenografia verosimile
caratterizzata da effetti spettacolari e TROMP L'EIL, le varie
sfaccettature di un Mondo inteso come qualcosa di VASTO,
DIVERSIFICATO, SBALORDITIVO e BIZZARRO; basti pensare alla
“BELLE ALFRED” di ROUTROU in cui la scena si apre in
Africa,prosegue in un bosco di Londra.
− Anche in INGHILTERRA i TESTI ELISABETTIANI ci mostrano questo
GUSTO PER IL MOLTEPLICE; ma la SCENA ELISABETTIANA non si
preoccupa di rappresentare in modo realistico la diversità del mondo, ma i
LUOGHI ERANO INDICATI CON DEI CARTELLI che avevano la stessa
funzione che hanno le didascalie per il lettore.
IL TEMPO DELLA FINZION VA DI PARI PASSO CON LO SPAZIO.
Nei testi classici, gli autori, si divertono molto ad usare un TEMPO
SMISURATO, con opere in 5 atti che vedono Nascere e Morire l'eroe.
Tuttavia quando gli eruditi del 600 interpretarono le spiegazioni di
ARISTOTELE come regole fisse da seguire pedissequamente, l'UNITA' DI
SPAZIO E TEMPO divennero essenziali per la riuscita dell'opera, sicchè
CORNEIL dovette adattarsi alla nuova esigenza del LUOGO UNICO, mentre
nel 650 il PALAZZO A VOLONTA' e il giro di SOLE aristotelico sono
perfettamente congeniali alla tragedia raciniana.
Ma l'organizzazione dello spazio e del tempo sicuramente non dipende dai
gusti estetici ma sono delle CATEGORIE DELLA FABULA E DEL MONDO
CHE VOGLIONO MOSTRARE,per cui la storia del teatro ci fornisce punti di
riferimento e non deve imporre nè modelli né etichette.
D'altra parte anche quando lo spazio e il tempo della finzione,che con
flashback, concatenazioni ed ellissi fissa l'organizzazione e la cronologia del
racconto,si organizza in un determinato modo, è ovvio che esso muti nello
spazio e nel tempo della Rappresentazione(continuità, discontinuità) in cui
interferiscono L'interpretazione del testo (da parte di registi, scenografi), i
gusti estetici dell'epoca, le sale esistenti, basti pensare all'esempio francese
e a quello elisabettiano.
Per trasferire le categorie spazio-temporali del testo sulla scena occorre:
1. INDIVIDUARE ciò che è OGGETTIVAMENTE REGIA, cioè le
necessità spazio-temporali imposte dall'opera e quindi ritenute utili
dall'autore stesso per lo svolgimento della fabula, e che com'è ovvio a
secondo dell'epoca si possono presentare precise o dettagliate, o
addirittura assenti; e quindi individuiamo DOVE E QUANDO si svolge
l'azione, di individuare una lista dei luoghi e di stabilire un cronologia
sulle loro apparizioni. Per esempio
CECHOV in “ZIO VANJA” dice : l'azione si svolge nella villa di Serebrjakov,
poi nel I atto: Un giardino. Se ne vede solo una parte con una terrazza... una
panchina con una chitarra ..un'altalena... e ognuno dei 3 atti successivi
presenta indicazioni altrettanto dettagliate.
RACINE in “Berenice” dice solo: “la scena è a Roma”
MOLIERE nel “Don Giovanni” non è più prolisso e dice “in Sicilia”.
NATALIE SARRAUTE in Per un si o per un no inizia bruscamente.
Ma in questi esempi è chiaro che la Roma di Racine è chiaramente la Roma
imperiale, o la Sicilia di Moliere conta in quanto isola o per non menZionare la
Francia, in opere come quella di Sarraute, l'assenza di indicazioni spaziali
vuol dire che il luogo non ha importanza oppure che ne ha troppa.
2. ASSIMILAZIONE DELLA POETICA DI SPAZIO-TEMPO
vanno poi individuati le INDICAZIONI SPAZIO TEMPORALI implicite nel testo
e determinate nelle battute dei personaggi che dicendo per esempio in
BERENICE :la magnificenza di questo luogo è nuova x te...e subito dopo
descrive il gabinetto di Tito.
Va anche esaminato lo spazio che non è destinato alla rappresentazione ma
all'enunciazione tramite evocazioni o racconti; il FUORI SCENA, che consiste
nei luoghi da cui vengono o verso cui vanno i personaggi quando non sono
in scena e che determinando la continuità nonché la verosimiglianza sono
particolarmente fervidi nel teatro classico o in Racine. LO SPAZIO
METAFORICO determinato dalla deissi che tramite l'uso dei verbi di
movimento, di metafore o dei dimostrativi(questo quello) crea un sistema
spaziale che cresce progressivamente nel linguaggio.
3. Per quanto riguarda il TEMPO che è una categoria ancora più astratta,
si muove SU PIU' LIVELLI: a) nella FABULA, per determinare l'ordine
cronologico degli eventi; b) nel modo in cui tali AVVENIMENTI SI
SVILUPPANO, se in modo continuo (rimandando alle forme
drammatiche) o in modo discontinuo tramite flashback o ellissi (epiche)
IL PASSARE DEL TEMPO è dato in primis dalla pausa , dall'intervallo
spesso sottolineato dalla indicazione scenica “buio”.Questi “buchi” nel
teatro classico andavano giustificati, ed erano i personaggi stessi a dire
dove erano stati o dove stavano andando per soddisfare l'esigenza
della continuità e quindi della verosimiglianza. Mentre nel teatro
moderno gli autori fanno ampio uso dell'ellissi con piacere, lasciando al
lettore il compito di tappare questi buchi.
Oppure spesso si ricorre a determinazioni testuali che rimandano
esplicitamente al passare del tempo. Per esempio nella “Cantatrice calva”
Ionesco ironizza sul vecchio espediente usato dai realisti di far suonare un
pendolo per dare il tempo. Ma come per lo spazio esiste anche un TEMPO
METAFORICO che consiste nel tempo soggettivo dei personaggi, per
esempio nella DUPLICE INCOSTANZA di MARIVAX il tempo del principe
personaggio caratterizzato dai propri desideri,non è il presente ma il tempo
dell'attesa e quindi il futuro.
DIALOGO E DIDASCALIE
Il dialogo è costituito dalle BATTUTE dei personaggi che nel testo sono
FANTASMI in cerca di un destinatario i quali prendono vita solo tramite
l'attore ( Pirandello 6 personaggi in cerca d'autore) ma anche ciò che sembra
più ovvio e scontato come la distinzione tra Dialogo e Monologo non è così
semplice...
infatti il dialogo è comunemente considerato come una “conversazione tra 2
persone” una sorta di DUELLO VERBALE che aumenta all'aumentare della
tensione drammatica, mentre un monologo è considerato come
l'enunciazione a voce udibile del pensiero del personaggio.. tuttavia in
entrambi i casi si può parlare di forme dialogiche in quanto anche il monologo
è un dialogo con se stessi, con Dio, col pubblico...
I discorsi dei personaggi sono stati definiti come
• AZIONE PARLATA poiché il fatto stesso di parlare costituisce l'azione
dell'opera ( Beckett e Pirandello)
• per altri (teatro classico) la PAROLA E' STRUMENTO DELL'AZIONE,
essa lo scatena o lo commenta.
Comunque il dialogo dei personaggi assume importanza diversa a seconda
che le DIDASCALIE, SEGMENTI VERBALI NON DESTINATI ALLA
RIPRODUZIONE VERBALE MA A QUELLA ESPRESSIVA, siano imponenti
e dettagliate oppure rare o assenti; in questo ultimo caso è il dialogo ad
assumere un'importanza maggiore perchè l'autore fa in modo che le
indicazioni sceniche siano presenti proprio nella parole E NON IMPOSTE
NEL TESTO, che apparirà così aperto e ambiguo LASCIANDO AL LETTORE
LA POSSIBILITA' di interpretazione.
tuttavia il MODO D'ESPRESSIONE A TEATRO NON è FATTO DI PAROLE,
MA DIPERSONE CHE SI MUOVONO SUL PALCO E USANO PAROLE.
La rappresentazione è infatti costituita da un insieme di codici
verbali & non verbali .lo stesso messaggio verbale comporta 2 tipi di segni:
Linguistici,
− che compongono il messaggio
Acustici,
− come la voce, il ritmo, il timbro
A questi codici vanno aggiunti quelli VISIVI, MUSICALI, LA GESTUALITA' e
LA MIMICA che ci permettono di capire i comici della Commedia dell'arte.
IL TEATRO DEL 700
Contesto storico: Il 700' è un periodo di grandi cambiamenti in ogni
campo: economico (vendita di cotone e seta e non più di sola lana);artistico
(dal barocco al rococò quindi dal grandioso al particolare); e politico. La
politica, come la cultura, fu molto influenzata da pensatori del calibro di
Rosseau,Voltaire e Montesquieu. Infatti con tali pensatori prende avvio la
così detta era dei lumi, l'epoca della ragione, un movimento in
contrapposizione con l'ormai tramontata epoca del medioevo o epoca del
buio. La rivoluzione francese ed americana presero anch'esse spunto dalle
idee illuministe. In tale periodo si diffusero enciclopedie e dizionari che
diedero forte impulso alla conoscenza. Su questo terreno si poterono nel
secolo successivo inventare nuove tecniche di lavoro che diedero impulso
all'industria permettendo la cosi detta rivoluzione industriale. Anche il teatro
subì cambiamenti, più teorici che pratici.
Nuove forme di teatro popolare: Due nuove forme di teatro
ballad opera comic opera
drammatico furono la e la , la prima in
Inghilterra e la seconda in Francia. Nella ballad opera ai dialoghi si
alternavano melodie famose, i personaggi appartenevano alle classi più umili