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La formazione degli Stati nazionali ottocenteschi: il Reich tedesco e il Regno d'Italia

La Restaurazione

Nell'apogeo della potenza imperiale della Francia napoleonica, una radicale revisione della carta politica europea del 1812, vedeva il dominio francese estendersi, o con annessioni o con la creazione di Stati satelliti, a Olanda, Belgio, Germania, Italia (con esclusione di Sardegna e Sicilia), Dalmazia, Spagna. Dopo la sconfitta di Napoleone, le potenze alleate (Austria, Prussia, Russia) ripristinarono in Europa un ordine volto a salvaguardare i principi di legittimità e di equilibrio in un complesso gioco diplomatico del Congresso di Vienna, da cui emergerà l'Europa dell'Ottocento. Particolarmente complessa si rivelò la sistemazione dei numerosissimi Stati tedeschi [scaturiti dalla guerra dei Trent'anni del 1618-1648, la cui pace di Westfalia del 1648 ne riconobbe la completa autonomia, lasciando alla

Sovranità imperiale del Sacro Romano Impero (Carlomagno, 800 - Francesco II, 1806), o I Reich, un ruolo puramente di facciata che si trascinò fino all'accordo siglato a Francoforte nel 1819, con il quale furono ratificati i confini degli Stati medi e piccoli e fu costituita una Confederazione Germanica, composta da 39 entità statali, contro le precedenti 350. Non si trattava di una reale unificazione politica, bensì di un'associazione economica e doganale di Stati sovrani, dotata di scarsi poteri effettivi. Appariva evidente che nella Confederazione Germanica fossero di fronte una grande Austria e una grande Prussia, le cui rispettive dinastie, gli Asburgo e gli Hohenzollern, si spartivano in parti uguali il controllo della Germania. Metternich, d'accordo con gli altri statisti europei, come non volle l'unità politica della Germania, a maggior ragione rifiutò l'assai improbabile unificazione degli Italiani in un solo Stato.

L'Austria si garantirà il dominio di un'ampia area, con il possesso della repubblica di Venezia, che insieme alla Lombardia formò il regno Lombardo-Veneto, e ottenne il controllo indiretto del ducato di Parma, di Toscana e di Modena. Nel 1815 il ritorno dei Borbone nella persona di Ferdinando IV sul trono di Napoli, unito alla corona di Sicilia diede vita al Regno delle due Sicilie, mentre lo Stato pontificio tornò a papa Pio VII. La restituzione a Vittorio Emanuele I di Savoia del Regno di Sardegna, completò la restaurazione degli antichi sovrani italiani, terminata la breve vita delle formazioni dipendenti dalla Francia napoleonica.

Ideale di Stato Nazione

Tra fine Settecento e inizio Ottocento comincia a maturare con forza l'idea di Stato Nazione nella mentalità degli intellettuali. Gli elementi essenziali che trasformano un popolo in Nazione sono identità di cultura, luogo di nascita, lingua e l'ideale romantico, che mitizza.

Il ruolo del popolo, auspica che questi valori debbano essere ratificati da uno Stato, che possieda una propria "moralità". Nascono due forme, l'una etnico-territoriale, che fa riferimento all'appartenenza ad una data stirpe e all'avere a lungo abitato su un territorio, tipica del nazionalismo prussiano-tedesco. L'altra, di natura ideologica, privilegia la condivisione di un certo patrimonio di idee, sorvolando sul fattore etnico, ed è prerogativa del fenomeno rivoluzionario francese.

Germania

Nella seconda metà dell'Ottocento la grande novità che si produsse sulla scena europea fu la formazione dello Stato tedesco, unificato ad opera della Prussia, con un'azione politica e militare di cui fu il regista il cancelliere Otto von Bismarck. La Confederazione costituita dopo il Congresso di Vienna, pur essendo un organismo poco più che di facciata, aveva comunque offerto una tribuna nella quale le idee nazionali e

liberali poterono manifestarsi. Tuttavia il blocco conservatore cementato a Vienna ed incarnato nei sovrani d’Austria e di Prussia, impedì all’idea nazionale di farsi strada oltre i limiti fissati nel 1834 dall’unione doganale (Zollverein) guidata dalla Prussia.

Nel 1848 i rappresentanti del Parlamento di Francoforte offrirono al re di Prussia, Federico Guglielmo IV, la candidatura a guida di uno Stato nazionale che escludesse l’Austria e i territori da essa controllati, ma il sovrano prussiano rifiutò, al tempo stesso impossessandosi del progetto di unificazione, ma in chiave espansionistica e militare.

Nacque allora quella Realpolitik prussiana di cui fu interprete il cancelliere Bismarck, il quale agì prima sul piano diplomatico, assicurandosi la neutralità di Russia e Francia, poi mise in campo la forza dell’esercito: nel 1864 fece invadere i Ducati dello Shleswig-Holstein, regione della Germania settentrionale sotto il diretto

Controllo dei sovranidanesi dal 1460, chiamando l'Austria a partecipare alla spedizione. Bismarck seppe poi trovare un pretesto di contrasto con l'alleato, accusandolo di appoggiare rivolte antiprussiane nello Shleswig (sotto il controllo austriaco), per dichiarargli guerra. Il conflitto austro-prussiano del 1866, al quale partecipò anche l'Italia (III guerra d'indipendenza) si consumò rapidamente con la disfatta a Sadowa il 3 luglio delle truppe austriache. Con la pace di Praga del 23 agosto la Prussia acquisì lo Shleswig-Holstein e l'Hannover; Guglielmo I, re di Prussia dal 1861, fu chiamato a presiedere la nuova Confederazione germanica del nord.

L'atto conclusivo fu nuovamente un'azione militare: la guerra franco-prussiana (1870-1871). Scaturita dal contrasto tra due opposte politiche di potenza che avevano come scopo la supremazia in Europa, la breve guerra ebbe effetti devastanti per la Francia imperiale, travolta.

dall'esercito tedesco. Vittoriosi a Sedan (1870), i Tedeschi dopo un lungo assedio presero Parigi (1871). Nello stesso anno nel salone degli specchi di Versailles Guglielmo I assunse il titolo di "imperatore del II Reich tedesco". La Germania unita entrava a pieno titolo nel consesso delle grandi potenze europee: per popolazione (42 milioni) superava la Francia (36 milioni) e la Gran Bretagna (32 milioni). L'evento rivoluzionava non solo gli assetti europei

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Publisher
A.A. 2012-2013
4 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Moses di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del Risorgimento e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Varni Angelo.