Storia del pensiero sociologico
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APPUNTI DI
STORIA DEL
PENSIERO
SOCIOLOGICO
Riassunti di Sociologia by Italo da B. 2
Sommario
Le teorie sociologiche....................................................................................................................... 3
Auguste Comte ................................................................................................................................ 5
Herbert Spencer............................................................................................................................... 6
Emile Durkheim .............................................................................................................................. 7
Max Weber ...................................................................................................................................... 8
Talcott Parsons ................................................................................................................................ 9
Robert Merton ............................................................................................................................... 11
Niklas Luhmann ............................................................................................................................ 12
Jeffrey Alexander ........................................................................................................................... 13
Karl Marx ...................................................................................................................................... 14
Ralph Dahrendorf.......................................................................................................................... 15
Georg Simmel................................................................................................................................ 16
Anthony Giddens........................................................................................................................... 17
Randall Collins............................................................................................................................... 18
George Mead ................................................................................................................................. 19
Herbert Blumer.............................................................................................................................. 19
Erving Goffman ............................................................................................................................ 20
Alfred Shutz .................................................................................................................................. 21
Harold Garfinkel............................................................................................................................ 21
Berger e Luckman .......................................................................................................................... 22
George Homans ............................................................................................................................ 23
Dilemma del prigioniero................................................................................................................. 24
Appendice. Differenze tra funzionalismo e conflittualismo............................................................... 25
Riassunti di Sociologia by Italo da B. 3
Le teorie sociologiche
La teoria è un punto di vista per osservare e/o analizzare la realtà sociale, basato sul metodo
scientifico che si avvale di dati verificabili cioè che possono essere controllati ovunque e che danno
sempre gli stessi risultati nel tempo. Il metodo scientifico si basa sui l principio logico e quello
sperimentale. Logico perché è legittimo dedurre conseguenza che risultano da premesse. Sperimentale
perchè designa l’osservazione e nel contempo l’esperimento. Tutte le teorie sociologiche contengono
concetti cioè parole o simboli che rappresentano un fenomeno (per es. l’anomia di Durkheim,
l’alienazione di Marx, etc.)
Un paradigma è un insieme di concetti, assunti e metodi condivisi dalla comunità scientifica, ed è
sempre articolata internamente ad una teoria e si basa su un metodo. La teoria contiene più paradigmi
ma non viceversa. Il paradigma si serve di un insieme di teorie per contribuire allo sviluppo di una data
scienza. Il termine paradigma venne usato per la prima volta da Platone per indicare la costruzione di
un insieme di preposizioni che contribuiscono a far progredire la conoscenza, per Aristotele invece il
paradigma consisteva in un esempio didattico. Secondo Corbetta oggi c’è un uso inflazionato del
termine (per es. l’anomia di Durkheim non è un paradigma bensì un concetto, il funzionalismo non è
un paradigma ma una teoria). Secondo Popper il paradigma è un insieme di teorie verificabili e
suscettibili a falsificazioni. Secondo i critici le scienze sociali non possono elaborare paradigmi ma solo
teorie perché il carattere contingente è troppo forte.
d. Qual è la differenza tra paradigma e modello?
R. i paradigmi possono essere suscettibili a variazioni, perché rappresentano un punto di vista
d. cosa rende una teoria degna di un paradigma?
R. quella capacità di individuare meccanismi che abbiano un carattere universale e che mettino in
evidenza le regolarità sociali
Le teorie si caratterizzano per:
Oggetto dell’indagine: ha intrinseche proprietà distintive e variabili dipendenti (per es.
• microsociologia, macrosociologia, mesosociologia)
Assunti: insieme di proposizioni organicamente connesse e astratte rispetto alla realtà
• empirica (per es. comportamento umano)
Ipotesi: proposizione che implica una relazione fra due o più concetti
• Concetti: valore semantico di segni linguistici e/o immagini mentali
•
La maggior parte degli autori ritiene che il comportamento umano è predeterminato mentre per
Homans la determinazione è casuale, i funzionalisti insistono sui bisogni mentre i conflittualisti sugli
interessi, invece la fenomenologia privilegia i valori.
La microsociologia spiega l’elemento base della vita sociale: l’interazione che si realizza nei piccoli
gruppi (diade), nonché strutture relazionali micro (vicinato, parentela, etc.). Le microteorie insistono
nell’individuare i caratteri e gli elementi di mutamento che riguardano il rapporto tra gli individui.
Alcuni esempi di modelli teorici micro:
Secondo Homans l’interazione è una sorta di processo caratterizzato da ricompense e punizioni.
Garfinkel (approccio etnometodologico) ritiene che l’interazione sia governata da un insieme di regole
formali e inconsce (intuizioni) che ci guidano. Per Goffman (approccio drammaturgico) l’interazione va
analizzata in ragione del controllo delle impressioni prendendo in considerazione il teatro come
metafora della vita: sulla scena gli individui presentano modelli di comportamento, cioè indossano delle
maschere nel quotidiano, invece nel retroscena si tolgono le maschere per trasgredire.
Mead e Blumer (approccio dell’interazionismo simbolico) hanno definito il processo interpretativo
secondo cui il soggetto interpreta lo stimolo in relazione a d una risposta rispetto all’ambiente; ma se
Riassunti di Sociologia by Italo da B. 4
fosse solo interpretativo sarebbe solo soggettivo e invece si tratta di un processo che coinvolge i
simboli comuni acquisiti.
La macrosociologia è l’insieme di teorie che presentano un approccio “olistico” (= visione d’insieme),
basandosi su alcuni principi fondamentali (secondo Comte sono la statica e la dinamica).
Meso-sociologia vuol dire che il meccanismo individuato si può applicare sia al micro che al macro.
empirista soggettivismo
Approccio storico umanista positivismo
Prospettive teoriche sulla natura della realtà sociale:
Ontologia (risponde alla domanda “cosa si studia?”) che riguarda la natura e la forma
• della realtà sociale; tesi fondamentale è che il mondo dei fatti sociali ha un autonoma
esistenza a prescindere dalla volontà dei singoli soggetti perché se è vero che molte cose
accadono durante l’interazione è anche vero che esse sfuggono alla percezione degli
attori, ecco perché la forza d’inerzia che dà vita ad effetti diversi (perversi ed in
intenzionali secondo Blumer) può avere un influenza negativa (per es. gli attori A e B
comunicano, ad un certo punto A e/o B conferisce un proprio senso a ciò che si sta
dicendo, quindi A e B iniziano a litigare). Diverso invece quando a e B hanno una forza
di coinvolgimento tanto forte da fare in modo che i fatti sociali cambino per volontà
degli attori (per es. l’innamoramento).
Epistemologia (risponde alla domanda “perché si studia?”) che concerne la conoscibilità
• della realtà sociale, cioè pone la questione tra studioso (chi) e oggetto di studio (che
cosa). Questa teoria riguarda tutte le manifestazioni e i modi di partecipare alla realtà
sociale, onde procede per 3 fasi: descrizione, spiegazione e interpretazione.
Metodologia (risponde alla domanda “come si studia?”) che si distingue in due approcci:
• Deduttivo: una volta elaborate le ipotesi ne viene richiesta la verifica attraverso il
-
confronto coi dati provenienti dalla realtà oggettiva. Modelli deduttivi sono il
funzionalismo, il conflittualismo, la scelta razionale.
Induttivo: si inizia il lavoro con l’osservazione, quindi i concetti chiave
-
emergono nella fase di ricerca. Modelli induttivi sono l’interazionismo simbolico, la
fenomenologia, il positivismo. Riassunti di Sociologia by Italo da B. 5
Auguste Comte (1789 – 1857)
Comte è il padre del positivismo il cui metodo scientifico garantisce il progresso e
l’attualizzazione delle riforme sociali secondo una visione ottimista della società vista come un
costrutto destinato a migliorarsi sempre. In ambito storico il positivismo aveva assimilato l’eredità
di Rosseau e Fouriel che avevano scoperto la “fisica sociale” cioè una corrente di pensiero legata al
pragmatismo e all’ideologia illuminista. Con Comte ci fu il tentativo di combinare la ricostruzione
storica con la filosofia. In “Corso positivo della scienza” Comte distingue:
statica: che si interessa dell’ordine sociale e riguarda lo studio degli aspetti strutturali
• dinamica che si interessa del progresso sociale e degli assetti del mutamento sociale
•
Comte stabilì che il progresso umano si era reso visibile attraverso il passaggio di 3 stadi:
1. teologico: in cui le società sono governate dall’egemonia del pensiero religioso; la cultura è
caratterizzata dal fatto che i fenomeni naturali e sociali erano spiegati dalle premesse teologiche
(per es. il clero era la classe dominante)
2. metafisico, in cui lo studio delle cose astratte inizia a mettere in discussione quelle
premesse teologiche, quindi i fenomeni iniziano ad essere spiegate tramite acquisizione astratte.
3. filosofico in cui il pensiero si libera delle speculazioni ( da = andare oltre) e si fa
speculum
carico dello studio delle leggi che governano i fenomeni (per es. la sociologia è la legge che
governa la statica e la dinamica)
Analisi della teoria positivista. La realtà sociale non è solo quella che si presenta (realtà oggettiva)
bensì quella che può essere filtra attraverso le rappresentazioni dell’uomo; tra le chiavi di
interpretazione del positivismo si distinguono:
Ontologica: il positivismo fa leva su un realismo eccessivo (realismo ingenuo) cioè che
-
crea un notevole distacco tra soggetto e oggetto dove l’elemento interpretativo non entra in
gioco ma interviene solo l’elemento descrittivo
Epistemologica: il positivismo enfatizza il dualismo soggetto-oggetto, quindi
-
dall’analisi conoscitiva si possono produrre risultati veri
Metodologica: il positivismo parte dal presupposto che col metodo sperimentale sia
-
possibile non solo catturare le leggi ma anche manipolarle. Tra l’altro si distinguono:
a) Metodo osservativo che implica il distacco tra osservatore e realtà osservata
b) Metodo quantitativo in base al quale la realtà sociale si può percepire come
costrutto Riassunti di Sociologia by Italo da B. 6
Herbert Spencer (1820-1903)
La sociobiologia usa i principi biologici per spiegare i comportamenti di tutti gli animali sociali.
Con “L’origine della specie” (1859) Darwin dimostrò che tutte le forme di vita e in particolare l’uomo
si sviluppano attraverso un processo infinito di evoluzione. La selezione naturale è quel processo per
cui la natura sceglie per ogni specie i soggetti più adatti a sopravvivere e riprodursi. Spencer aggiunse ala
sopravvivenza la variante legata al rapporto tra le caratteristiche degli uomini e l’adattamento con
l’ambiente.
Genotipo e fenotipo sono due elementi dell’evoluzione; il genotipo è il complesso di fattori ereditari e
genetici mentre il fenotipo è il risultato dell’interazione tra genotipo e ambiente.
La programmazione genetica umana ha dotato l’uomo dell’istinto, che molti sociologi moderni
ritengono che sia scomparso essendo stato sostituito dalla cultura, che è lo strumento principale di
risposta all’ambiente. In pratica l’uomo possiede delle pulsioni innate come il mangiare, il bere e il
dormire ma il modo in cui le soddisfa si concretizza nell’esperienza culturale. Gli esseri umani
differiscono dagli altri animali sociali per il fatto che la loro capacità di apprendimento culturale li libera
dalla rigida programmazione genetica delle altre specie.
Herbert Spencer partendo dalle teorie evoluzionistiche di Darwin stabilì che ogni società tende ad un
costante equilibrio e che il mutamento è sempre parziale e viene riassorbito dalla società. La teoria di
Spencer si basa su 3 principi fondamentali:
1) principio di equilibrio: riprendendo il concetto di “omeostasi” dalla biologia secondo cui
“esistono alcune forze sul piano biologico che tendono a riportare sullo steso livello di equilibrio gli organismi
sociali”
2) principio di differenziazione: riprendendo un altro concetto di Darwin secondo cui “gli
organismi passano da forme semplici (monocellualri) a forme complesse (pluricellulari) nel corso dello sviluppo
Quindi per Spencer solo quelle società che dispongono di
evolutivo a causa dell’adattamento”.
meccanismi di alta adattabilità, si evolvono trasformandosi da forme elementari a forme
complesse per cui mentre nelle so tradizionali ci sono poche istituzioni, il carattere evolutivo
tende a differenziare le funzioni (per es. la famiglia)
3) principio di interdipendenza delle parti: riprendendo il concetto delle “monadi” di Liebniz
secondo cui “le per cui non è ipotizzabile
singole parti sociali contribuiscono all’impalcatura del tutto”
una scissione ma solo un evoluzione del grado di autonomia che risulta così essere inversamente
proporzionale al livello di differenziazione.
L’evoluzionismo così come il funzionalismo non abolì del tutto la teoria del mutamento anche perché
il cambiamento sarebbe avvenuto parzialmente e solo qualche rara volta totalmente (per es. catastrofi
naturali) causando la disintegrazione della stessa. Riassunti di Sociologia by Italo da B. 7
Emile Durkheim (1848-1917)
Durkheim è considerato un autore funzionalista che vive in una fase storica piena di avvenimenti
salienti come il passaggio dalle società tradizionali a quelle complesse. Questo autore si caratterizza per:
la predilezione per lo studio della dinamica e i mutamenti sociali
- l’attitudine a sistematizzare i problemi nell’opera scritta tramite un’opera prolifica di
- pubblicazioni
Durkheim prende le distanze dalle teorie utilitariste di Bentham e predilige l’utilitarismo normativo
(regolato dallo Stato rispetto a quello puro. Per Durkheim l’individuo tende ad agire sulla base della
conformità al gruppo, pena l’esclusione. In “Divisione del lavoro sociale”, Durkheim parte dal
presupposto che esiste una coscienza collettiva superiore all’individuo che è quell’insieme di sentimenti,
credenze e valori che sono condivisi dai membri di una data società e che si concretizzano tramite
rituali di celebrazione collettiva (Turner la chiama “effervescenza collettiva”) (per es. gli attentati di
Nassirya che hanno stimolato la coscienza nazionale).
La solidarietà. Ci sono due tipi di solidarietà che regolano la coscienza collettiva:
1. meccanica: secondo cui la coscienza individuale è sincronica rispetto a quella collettiva
dove fa da padrona la religione tale da indurre a una coesione di tipo coercitivo (per
es. secondo Vilfredo Pareto la causa della prosperità dell’Impero Romano era dovuta
a una serie di vincoli (mores) derivati dalla religione e tramandati per secoli, invece con
l’arrivo del cristianesimo questi valori si sono infranti e con essi l’unità dell’impero).
2. organica: in cui la coscienza individuale è asincronica (cresce molto più in fretta)
rispetto a quella collettiva ma l’elevata divisione del lavoro funge da integratore fra
questi due. Il termine “organica” è usato per analogia con gli esseri viventi che,
assolvendo ciascuno una funzione diversa, sono tutti egualmente indispensabili alla
vita della società stessa. Per Durkheim la legge di divisione del lavoro si applica agli
organismi sociali così come Darwin aveva definito per quelli biologici: “un organismo
occupa nella scala animale un posto tanto più elevato quanto più specializzate sono le sue funzioni”.
Nelle società tradizionali la solidità è di tipo meccanico cioè si è in presenza di un automatismo perché
la società è segmentata, quindi la divisione del lavoro è bassa cioè ognuno fa più cose e realizza il
consenso in conformità alle norme dettate dalla Communitas. Nella solidarietà organica gli aspetti
principali sono: a) la condivisione dell’interdipendenza dei ruoli; b) il processo di individualizzazione
(minaccia anomica).
Domanda. Se nella società moderna (dal 1830 al 1970) e post moderna (dagli anni ’70 ad oggi) gli
individui si allontanano dalla religione cos’è che garantisce la coesione?
R. E’ l’idea stessa della società che diventa “religione civile”: il diritto non può essere distinto dalla
morale in quanto la società non esiste solo in funzione dei controlli esterni (istituzioni) bensì
strutturandosi nelle loro menti. Con il termine “ religione civile” definì un processo che determina il
passaggio dalle forme religiose trascendenti (sacro) a quelle sociali (profano). Inoltre è funzionale alla
formazione della solidarietà e delle norme capaci di soddisfare le domande sul senso della vita
(teodicea).
Il suicidio. A seguito della morte di un suo amico, Durkheim sviluppò una serie di studi sul suicidio che
dipende da fattori sociali e non individuali (tendenze). Il suicidio si verifica quando c’è una discrasia tra
l’esperienza delle persone e le loro aspettative. L’autore distinse 4 tipo di suicidio:
1. altruistico: + integrazione
2. egoistico: – integrazione
3. fatalistico: + regolazione
4. anomico: – regolazione Riassunti di Sociologia by Italo da B. 8
Max Weber (1864-1920)
Weber sosteneva che l’origine del capitalismo moderno risiede nel tipo di credenza religiosa e in
particolare nell’etica protestante che, formatasi in seguito alla riforma di Lutero, attribuiva molto valore
all’individuo. Quindi ai fini della salvezza i fedeli dovevano trovare nel successo professionale la prova
del loro stato di grazia e, siccome i profitti non potevano essere spesi nei piaceri che erano considerati
peccati capitali, venivano reinvestiti nell’industria.
Leadership. Quando il gruppo sociale cresce di molto è difficile che tutti prendano parte ad una stessa
conversazione in maniera ordinata, quindi uno dei membri assume il ruolo di leader in modo da
regolare l’integrazione. Weber indica una classificazione in base ai tipi di autorità: tradizionale, legal-
razionale e carismatica. La tradizionale incarna i valori della tradizione di cui il leader esprime il
contenuto (per es. il Vaticano). La legal-razionale comporta il rispetto delle norme codificate (per es. le
organizzazioni burocratiche). La carismatica si conquista mediante qualità particolari del soggetto (per
es. i condottieri militari). La leadership può sfociare in autoritarismo quando la propria funzione non è
più esercitata in base alla legittimità che gli altri gli hanno riconosciuto ma è esercitata tramite la
coercizione. Il fenomeno che si contrappone alla leadership è il c.d. “capro espiatorio” verso cui si
scaricano tutte le attenzioni negative del gruppo e di etichettamento.
Burocrazia. Quanto più grande diventa un gruppo formale, tanto è maggiore il bisogno di creare una
catena di comando che coordini l’attività dei membri e le sue finalità. La burocrazia è un sistema di
autorità gerarchiche che opera secondo regole e norme precise. Nella cultura popolare la burocrazia ha
un immagine negativa eppure la sua istituzione rimanda all’efficienza cioè al mezzo più efficace per
produrre quantità di lavoro organizzato. Secondo Weber la burocrazia è una fora di razionalizzazione e
più precisamente si tratta di quel processo per cui i metodi tradizionali, basati sulla pratica, sono
sostituiti da procedure astratte, schematiche e calcolate, La visione di Weber è tipicamente funzionalista
e prevede funzioni e disfunzioni del fenomeno in questione. Le funzioni principali sono:
1. specializzazione dei compiti che sostituisce la divisione del lavoro
2. gerarchia che rappresenta l’autorità esercitata su base piramidale
3. precisa codificazione delle norme formali
4. imparzialità delle relazioni per cui le persone vengono trattate come “casi” e non come
individui
5. efficienza cioè il rapporto tra risorse utilizzate e risultati ottenuti
6. anzianità di servizio che indica il limite di età per mezzo del quale i soggetti possono
avanzare di carriera.
D’altro canto Weber passa in rassegna 5 disfunzioni della burocrazia:
1. inefficienza occasionale, definita “incapacità coltivata” cioè la circostanza in cui,
venendosi a creare un caso nuovo e inaspettato, senza precedenti né previsto dalla prassi, il
sistema burocratico si blocca (per es. il caso degli impiegati pubblici italiani)
2. la comunicazione unidirezionale, secondo cui gli ordini seguono un percorso dall’alto
verso il basso senza feedback, in questo modo i vertici della gerarchia difficilmente sono al
corrente dei problemi a livelli inferiori.
3. il conflitto, generato dai diversi livelli della gerarchia piramidale all’interno delle quali si
forma un senso di appartenenza del tipo “ingroup-outgroup” e cioè di inclusione-esclusione
(c.d. buropatologia di Thompson)
4. la routine, dovuta alla costante ripetitività del lavoro che produce un senso di alienazione
5. la fuorvianza di Selznick, secondo cui le grandi organizzazioni tendono a conseguire
strade diverse dagli scopi previsti in origine (per es. il caso Parmalat)
Riassunti di Sociologia by Italo da B. 9
Talcott Parsons (1902-1979)
Parsons è considerato il padre dello struttural-funzionalismo che si distingue dal funzionalismo
classico per la critica al positivismo che secondo Parsons impedisce di considerare la dimensione
internazionale secondo cui l’individuo non agisce non solo per raggiungere uno scopo ma anche per
rimarcare di significato la sua azione. La visione di Parsons è di tipo teologica finalistica, cioè l’agire è
orientato verso uno scopo determinato sia da condizioni esterne sia dalla capacità dell’individuo d
conferire un significato a qualsiasi atto che compie (per es. la toeletta personale che l’individuo dà per
scontato) e che si inserisce in una struttura di significato acquisito.
Teoria dell’azione. In “Struttura dell’azione sociale” Parsons riprende il concetto di ordine sociale di
Hobbes e cerca di dare una risposta all’incognita del libro arbitrio. Vengono considerati 2 fattori: attori
e motivazioni: l’attore sia nella dimensione individuale che collettiva è sempre motivato a raggiungere
uno scopo . Parsons riprendendo il concetto dell’intenzionalità di Weber, secondo cui il perseguimento
di uno scopo ha bisogno di giusti mezzi, afferma che l’azione dell’attore è razionale in quanto
l’individuo utilizza i mezzi che desidera per il raggiungimento dello scopo secondo un’ottica finalistica.
Per spiegare come l’attore agisce nella dimensione sociale Parsons riprende la teoria di Spencer, che si
basa sulle parti interdipendenti, per distinguere i livelli di un sistema e per individuare i bisogni della
società. Ma Parsons a differenza di Spencer ha una concezione della società gerarchica: c’è sempre una
società superiore che controlla una inferiore Parsons distingue 4 sottosistemi:
1. culturale, al centro del quale c’è il sistema simbolico costituito da valori e significati che
orientano l’azione e determinano la conformità. I sistemi simbolici, di cui nessuna società è
priva, possono originarsi da ideologie, cosmologie e cosmogonie religiose, e si trasmettono
tramite il processo di socializzazione che garantisce la riproduzione culturale e che può
evolvere o regredire. Il mutamento è lento perchè il conflitto viene riassorbito.
2. sociale, il cui fulcro è insito nei ruoli che permettono all’individuo di riconoscersi. Parsons
insiste nel concetto di motivazione che spinge l’individuo a raggiungere delle gratificazioni.
(per es. il ruolo del “pater che il movimento femminista reputò discriminante verso il
familias”
genere femminile)
3. della personalità, dove entra in gioco la dimensione psicologica; il fulcro è la persona che
persegue un bisogno d’identità e la società indice la persona ad assolvere o trasmettere certi
ruoli (per es. la società accetta che il giovane venga mantenuto in famiglia fino ad una certa età
oltre la quale deve emanciparsi). Parsons riprendendo il concetto dell’inconscio di Freud,
afferma che la società è chiamata a motivare alcuni bisogni di tipo trasversale dirette al
soddisfacimento della psiche e di tipo individuale dirette al mutamento dei bisogni in ragione
dei contesti.
4. organismo comportamentale, che consente a Parsons di comparare ciò che accade nel sistema
sociale con ciò che accade nell’organismo (per es. i corpo umano è integro (sano) ma
minacciato da microbi esterni per cui deve sia adattarsi all’ambiente sia esprimere bisogni
specifici. Il fulcro è la persona nel lato biologico-fisico.
Modello AGIL. Il modello AGIL permette di spiegare perché esistono e come sono cambiate le
istituzioni sociali e permette di capire i problemi che ogni sottosistema è chiamato a fronteggiare.
Il modello AGIL è importante non solo per spiegare i fenomeni ma adotta anche un sistema per
prevederle. Parsons inizia a studiare l’AGIL con la complicità di Bales tramite un esperimento, di cui
l’autore tratterà più ampiamente in “America University” in cui osserva la leadership in piccoli gruppi di
studenti universitari. Questo esperimento dimostrò che l’equilibrio (= tendenza per cui la vita sociale
tende ad essere un fenomeno funzionale) poteva essere raggiunto tramite la socializzazione che a sua
volta produceva complementarità delle aspettative.
I 4 settori dell’AGIL sono: Riassunti di Sociologia by Italo da B. 10
A G
dattamento oal
Economico Politico
Educativo Legale
L I
atenza ntegrazione
1. Adattamento, il cui problema è mettere in grado i soggetti di risolvere il reperimento delle
risorse; il problema è risolto dalle istituzioni economiche che alimentano il mercato dela lavoro.
2. Goal, il problema del goal viene soddisfatto dalle istituzioni politiche intese come natura del
potere come mezzo per attualizzare le decisioni di carattere sociale.
3. Integrazione, per evitare che ognuno sia sottomesso al libero arbitrio, occorre disciplinare e
sanzionare il proprio comportamento. Il problema viene risolto dalle istituzioni di controllo
sociale che assolvono la funzione di integrazione.
4. Latenza, siccome non tutti gli individui possono essere soggetti al controllo sociale, c’è bisogno
che la società promuova istituzioni di orientamento ce tramite la socializzazione servano a
stemperare la tensione sociale e diffondere motivazione (per es. famiglia, scuola, chiesa, etc.)
Variabili strutturali
Le variabili strutturali permettono di spiegare il passaggio delle società tradizionali e moderne in
funzione delle aspettative normative. Si classificano in 5 dicotomie:
1. attribuzione (per es. il figlio del capoclan che si deve comportare da leader) e realizzazione
(per es. lo studente che vuole diventare medico)
2. diffusione (per es. il migliore amico da cui è possibile ottenere un numero infinito di favori)
e specificità (per es. il vincolo che lega il medico col paziente per la sola prestazione sociale)
3. affettività (per es. il bambino che tiene per mano la maestra) e neutralità (per es. il rapporto
tra studenti e professori)
4. particolarismo (per es. le cliniche svizzere) e universalismo (per es. il sistema sanitario
nazionale)
5. collettività (per es. l’impiegato pubblico) e individualismo (per es. il politico arrivista)
Critiche a Parsons:
non contempla il conflitto
- prende come modello solo la società americana
- Riassunti di Sociologia by Italo da B. 11
Robert Merton (1910-2003)
Merton critica Parsons per i seguenti motivi:
le istituzioni sviluppano funzioni e disfunzioni
- propone un analisi funzionale della devianza
- indica una serie di tipologie di risposta dell’individuo
-
Funzioni e disfunzioni. Secondo Merton le funzioni manifeste sono le conseguenze che l’individuo si
aspetta, le funzioni disfunzionali sono le conseguenze intenzionali orientate all’anomia, infine le
funzioni latenti sono le conseguenze non intenzionali. Le disfunzioni, invece, sono conseguenze che
diminuiscono il grado di adattamento (per es. il ritualismo nella burocrazia).
Teorie della devianza. (cfr. pag. 18) Merton riprende il concetto di anomia di Durkheim per definire la
devianza come l’elemento di discontinuità tra fini culturali e mezzi istituzionali. L’autore preparò un
diagramma in cui la variabile indipendente è l’anomia e le variabili dipendenti sono 5 modelli di
adattamento (c.d. risposte):
1. Conformità, che assicura la stabilità e la continuità della società poiché il comportamento
è conforme ai modelli culturali e normativi (per es. il manager di successo). Implica
l’accettazione di fini e mezzi.
2. Rinuncia, che si riferisce a chi ha abbandonato i fini sociali e il cui comportamento non si
accorda alle regole (per es. gli hippies negli anni ’60). Implica il rifiuto di fini e mezzi.
3. Innovazione, intesa come risposta alla conformità. Burton Clark ha concluso che la
dissociazione tra mete inculcate e mezzi forniti è fonte di frustrazione perché la società
americana insiste molto sulla competizione (per es. il sistema dei “college” in USA). Implica
l’accettazione dei fini e il rifiuto dei mezzi.
4. Ritualismo, che implica di rimanere fedeli alle norme sociali, rifiutando le ambizioni
personali; si tratta di un modo di adattamento alla propria routine eludendo i rischi della
competizione (per es. l’impiegato timoroso). Implica l’accettazione dei mezzi e il rifiuto dei fini.
5. Ribellione, che si tratta del rifiuto di fini e ammezzi dominanti per sostituirli con dei tipi
nuovi; implica la presenza di una delle precedenti risposte anomiche (per es. il sabotaggio delle
fabbriche in Russia durante la rivoluzione d’ottobre). Sostituisce fini e mezzi.
La “socializzazione preventiva” indica il passaggio da un ruolo ad un altro conservando la
configurazione originale (per es. i transex che si identificano con le persone del sesso opposto).
DESCRIZIONE APPUNTO
Riassunto di storia del pensiero sociologico sugli argomenti: Le teorie sociologiche, Auguste Comte, Herbert Spencer, Emile Durkheim, Max Weber, Talcott Parsons, Robert Merton, Niklas Luhmann, Jeffrey Alexander, Karl Marx, Ralph Dahrendorf, Georg Simmel, Anthony Giddens, Randall Collins, George Mead, Herbert Blumer, Erving Goffman, Alfred Shutz, Harold Garfinkel, Berger e Luckman, George Homans, Dilemma del prigioniero, differenze tra funzionalismo e conflittualismo.
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del pensiero sociologico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Trento - Unitn o del prof Poggio Barbara.
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