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FUORIGROTTA E LA MOSTRA D'OLTREMARE
Da un punto di vista urbanistico, i due interventi consistenti che vengono realizzati negli anni del fascismo, quasi allo scoppio del secondo conflitto mondiale, sono: la realizzazione della mostra d'oltremare e il rione carità.
La questione della mostra d'oltremare si lega alla questione di bonifica dell'area di Fuorigrotta. È a partire dalla legge del 1885, per il rasamento a Napoli, che si inizia a ragionare su un ampliamento della città a occidente attraverso insediamenti residenziali e si inizia a ragionare sulla bonifica di quest'area, dove si tratta anche di immaginare una vocazione funzionale per quel sito. Le proposte che vengono avanzate in quegli anni sono numerose, anche da progettisti che in maniera spontanea offrono alla municipalità ipotesi progettuali per risolvere i problemi della città, tuttavia il discorso sull'espansione pianificata sull'area di Fuorigrotta.
Prosegue nel tempo e, all'inizio del 900, con il completamento delle opere di risanamento, si include nel programma del municipio di Napoli anche l'idea dell'ampliamento ad occidente con il risanamento della conca di Fuorigrotta, dove in quegli anni a Bagnoli era sorto lo stabilimento dell'Italsider.
Riguardo all'ampliamento nella zona occidentale di Napoli, è affascinante la proposta di LAMONT YOUNG, che in quegli anni di espansione, oltre ad immaginare la ferrovia metropolitana che potesse servire non solo l'area del centro storico, ma anche l'area delle colline del vomero e che si collegasse anche alla zona di Fuorigrotta, immagina un collegamento tra zona di Toledo e stazione. Immagina, inoltre, nel progetto, che ci possa essere un ampliamento verso i campi flegrei e che in quell'area ci possa essere un'introduzione di una serie di funzioni a scopo turistico-balneare, mentre, a Fuorigrotta, un grosso quartiere espositivo.
anticipando la visione successiva di alcuni decenni. Immagina un quartiere espositivo dove le architetture rimandino a fascinazioni esotiche ma dove ci sia la ripresa del modello del Crystal Palace, oltre ad essere forte nell'immaginario, l'idea di Venezia, quindi la riproposizione di un quartiere organizzato su canali e percorsi d'acqua, destinato poi a facoltosi turisti. È chiaro che in quell'area si dovesse puntare su una destinazione turistico-balneare-espositiva, oltre che residenziale. I piani per l'area occidentale dal 1910 al 1937 vedono ragionamenti portati avanti da progettisti come DE SIMONE e PANTALEO, ma in particolare si vedono le considerazioni della municipalità portate avanti dall'ufficio di Giovannoni, fino poi ad arrivare al piano del 36-39 dalla commissione presieduta da Piccinato. Se le proposte fino a Giovannoni vedevano l'area organizzata attorno alla fermata della ferrovia direttissima inaugurata in quegl'anni,oppure dell'acumana, con il piano di Piccinato viene collocata nell'area di Fuorigrotta una nuova zona, che pur senza un disegno specifico, a livello di piano particolareggiato, sarà adibita a mostre ed esposizioni, mentre, giungendo verso Bagnoli, a servizio della fabbrica si immagina un quartiere operaio su impianto regolare. Proprio in questi anni, Mussolini senza conoscere la relazione di piano di Piccinato, dopo che si era a lungo discusso sull'opportunità di fissare un luogo per esposizioni triennali che sancissero il nuovo ruolo di Italia come Impero, stabilisce che Napoli debba essere la sede di queste esposizioni, ed inoltre stabilisce che il sito dove si debbano svolgere è proprio Fuorigrotta (si valutò anche l'area della villa comunale o di Posillipo). La circostanza singolare è che in questi anni in quell'area lavorano a strumenti urbanistici pianificatori differenti, quindi esiste una chiara relazione tra i lavori dei vari progettisti.ovvero: CANINO lavora al piano di risanamento diFuorigrotta, PICCINATO lavora al piano regolatore nel 33-39 e poi lo stessoCanino lavora alla mostra d’oltremare relazionandosi al PIANO DEL VERDE diPiccinato, fondamentale nella mostra, che sarà un complesso di oltre 1 milionedi metri quadrati, dove i due terzi saranno destinati a verde.
Aspetto importante è legato al fatto che la mostra nasce come mostra triennaledelle terre d’oltremare, quindi ha una specifica vocazione, innanzituttodidattica e poi di propaganda, bisogna far conoscere i territori conquistati oltremare e far vedere le loro potenzialità per dare prestigio all’Italia, bisogna farvedere alle altre nazioni il prestigio che ha acquisito la nazione in virtù delleterre conquistate. Scopo didattico, perché bisogna far conoscere alla gentecome vivono le altre popolazioni e la loro cultura, per questo occorre mettere inscena spazi espositivi, oltre che con allestimenti
Totalmente coinvolgenti in modo da riuscire a simulare un piccolo tassello di vita d'oltremare nel cuore di Fuorigrotta, dove vengono portati abitanti anche dall'Etiopia per far vedere la loro vita di tutti i giorni e le attività che svolgono.
La cosa interessante è che il complesso della mostra nasce in relazione con una serie di attrezzature sportive realizzate nell'area, infatti, il complesso, è individuato nell'area nord occidentale dell'attuale via Terracina, viene individuato dal lato opposto alla via, dal viale di Giulio Cesare dove c'è l'accesso alla mostra (la quale non segue un impianto regolare al contrario dell'Eur, inoltre nella mostra c'è un'impostazione meno retorica).
Molti come Cocchia negli anni 50 hanno attribuito tale concezione al fatto che tale cittadella di fondazione avrà un ruolo consistente nella nuova cultura architettonica, piuttosto che l'Eur che invece viene
Letto come il luogo dove la retorica del regime possa aver avuto più largo spazio.
IL PIANO DELLA MOSTRA è impostato su una serie di assi, il primo è quello che parte da PIAZZALE ROMA fino al VIALE DELLE PALME, tali assi paralleli vengono intersecati da altri ortogonali che manifestano lo stretto legame del progetto architettonico col progetto del verde. Il principale asse che parte da PIAZZALE TECCHIO è rappresentato dal progetto della FONTANA DELL'ESEDRA che rimanda a monumentali giochi d'acqua della reggia di Caserta e si coglie nell'impianto un gioco di sequenze di piazze e slarghi, così come Piccinato aveva fatto vedere a Sabaudia che in quegli anni era già stata progettata. Inoltre, l'asse visivo delle strade d'accesso, a differenza dell'Eur, si trova in una posizione tangente e non baricentrica della conformazione formale.
Nell'area invece sud occidentale c'è zona del parco faunistico e parco dei divertimenti.
che si riannodano in maniera fluida al disegno del verde e, piuttosto che propendere verso un'interpretazione della mostra in architetture storiche e altre moderniste, è più opportuno esaminarla come distinta in spazi verdi e zone espositive che si dividono in vari padiglioni dove vengono messi in scena le storie di tutti i periodi: dal passato della Roma Imperiale, al passato delle repubbliche marinare, settore esotico dove si rimanda all'architettura e alle espressioni artistiche delle terre conquistate, settore della produzione con i padiglioni dell'elettrotecnica e di attività legate alla pesca e la silvicoltura, inoltre all'area storica si legano anche i vari ritrovamenti archeologici condotti sotto la guida di AMEDEO MAGLIURI. STRUTTURE ALL'INTERNO DELLA MOSTRA: Giulio de Luca realizza ARENA FLEGREA da giovanissimo nel 1940, poi venne progettata dopo l'abbattimento decretato dallo stesso architetto negli anni 90 a causa dei.numerosi danni che aveva subito a seguito del terremoto dell'80. L'arena presentava un affresco nella parte esterna, che poi venne smontato e conservato subito dopo la guerra, poi ritrovato in tempi recenti e restaurato in alcuni suoi frammenti. All'interno della mostra vene realizzato da MARCELLO CANINO il PALAZZO DEGLI UFFICI, dove al suo interno è presente un affresco nel SALONE D'ONORE di EMILIO NOTTE. Inoltre VENTURINO VENTURA realizzò la TORRE DEL PARTITO NAZIONALE FASCISTA, dove la luce artificiale è vista con un elemento progettuale che consente: da un lato di mettere in scena la modernità, e dall'altro di costruire degli immaginari che agiscano come mezzi di propaganda nei confronti dei visitatori. Mentre all'interno della SALA DEI CESARI nel PADIGLIONE DI ROMA ANTICA l'allestimento è a cura di CANINO e si capisce che l'intera cittadella è concepita come opera d'arte totale, nel senso chegliallestimenti sono parte stretta imprescindibile dalle architetture, anche se sitratta di allestimenti effimeri, perché dovevano mettere in mostra la merceogni 3 anni, in realtà essi sono strettamente pensati in rapporto ai padiglioniall’interno dei quali vanno ad inserirsi, ed esiste un rapporto stringente traprogettista ed allestitore, che a volte possono coincidere nello stesso architettooppure no. Ed in questo caso, il ruolo della luce naturale che poi di notte vienesostituita con quella artificiale, contribuisce a creare un ambiente suggestivoall’interno della sala dei cesari, che presenta numerose statue che esplicano ilrapporto stretto con la storia.[il TEATRO MEDITERRANEO realizzato da Piccinato, poi restaurato in dueoccasioni, nel 1940 e 1942. Poi PISCINA+ RISTORANTE di Cocchia, che è unodegli edifici maggiormente moderni nella mostra]Venne progettata anche FUNIVIA da GIULIO DE LUCA, immaginata per metterein connessione la collina diPosillipo con l'area della mostra, in modo che i visitatori raggiungessero dall'alto l'area espositiva, per dare una visione panoramica anche delle architetture, le quali, in rapporto con il verde, erano un luogo attrattivo. Cocchia descrive questa occasione progettuale come il più grande parcourbano realizzato a Napoli dalla ripartita dei Borboni ed insite sul fatto che la mostra è dotata di un enorme teatro all'aperto e di uno al chiuso, un teatro dei piccoli, una piscina olimpionica, ristoranti... e secondo Cocchia la mostra avrebbe dovuto essere disponibile alla città come cuore già realizzato della nuova area di espansione ad occidente. Un aspetto che differenzia tale progetto con quello dell'Eur, è che quest'ultimo (l'ente esposizione universale di Roma) ha la possibilità di espropriare ampi terreni nell'area circostante e ciò consentirà di orientare l'organizzazione.